giovedì 20 ottobre 2005

Prima della tempesta

Locandina del Film Tempi Moderni


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


Poco meno di 24 ore e poi saprò. Dovrò sapere per diluire l’angoscia devastante e crescente, mentre si approssima l’orlo del baratro e sta per materializzarsi lo spettro della cassa integrazione.


Tutto parte da lunedì, da quando viene affisso in bacheca l’elenco delle persone impiegate nei vari reparti e coinvolte nella cassa integrazione a zero ore per 24 mesi. E anche nel mio reparto, dove lavoriamo in 11, si affaccia il numeretto. E’ uno, certo, ma già sufficiente a creare l’allarme e generare una forte inquietudine.


Nessuno se l’aspettava. Pensavamo di restare defilati, almeno in questa prima fase, quella di più duro impatto, sia per le ridotte dimensioni del settore che per la rilevanza che avrebbe ancora di più assunto nella fase di riorganizzazione.


Ci sbagliavamo, evidentemente, perché non si era tenuto conto delle bizzarrie della neo vicepresidente la quale, disponendo di scarsa e sicuramente inadeguata conoscenza della vita aziendale, ha messo mano alla pianta organica e disposto tagli indiscriminati. Così manca, accanto a quel numeretto,  l’abbinamento con il nome che avrebbe già dovuto essere reso noto, ma che inspiegabilmente rimane ancora custodito nelle stanze padronali.


Adesso non so se sia possibile rendere il senso di oppressione, anche, che si avverte, l’insicurezza, l’avvilimento per la mancanza di rispetto verso le persone, Lavoratori, dipendenti, sottoposti, definitele come vi pare, ma sempre di persone si tratta, vulnerate nella loro dignità, trattate alle stregua di numeri di una roulette impazzita che sta girando con la pallina che sobbalza, asseconda gli urti, sbatte sulle pareti e non scende mai nella casellina. Rouge o noir, le jeux sont faits.


Neppure il tempo di iniziare a giocare, di puntare. Ha scelto il banco e ora attende solo che la ruota si fermi per incassare. Perché qui vince sempre il banco e perdono tutti gli altri, quelli che si erano accalcati attorno al tavolo, non per il. gioco, ma per una cosa molto semplice che viene sempre più negata, parcellizzata e precarizzata.


Si sta per decidere la mia sorte, perché quel nome esiste e a nulla valgono anzianità di servizio, modalità d’impiego, mancanza di richiami scritti o verbali, comportamento in sostanza inappuntabile. Della storia aziendale, la mia oppure quella degli altri colleghi, non interessa niente a nessuno. Anche il responsabile di funzione, rimasto a sua volta sorpreso e interdetto,  si è sentito messo da parte, scavalcato, irriso quasi nelle sue potenzialità. Sempre che non ci abbia mentito, sempre che non stia facendo un vergognoso doppio gioco. Perché a pensare male non si fa peccato e magari ci si indovina pure, no?


24 mesi a zero ore. Impatto durissimo, anche perché inaspettato in queste proporzioni. Sa molto di sentenza inappellabile, porta con sé tutti i mali del mondo. Poi, a pensarci bene, consideri che di irrevocabile c’è solo la morte che sconti non ne fa di sicuro, che la salute prima di tutto non è una frase fatta anche se poi non è merito tuo. Eppure si tratta di una svolta rilevante nella propria vita, quella che conterrebbe anche le premesse per voltare pagina drasticamente. Una rivoluzione perfino benefica a 30 anni, mentre lo è un po’ meno quando se ne ha qualcuno di più. Pur non dimostrandolo affatto.


Mi verrà perdonata questa sbavatura civettuola, ma devo anche tenermi su in qualche modo. E questo è assai innocuo. Meno, molto meno di una sniffata, certo.


Dietro l’angolo cosa mi aspetta? Perché l’interrogativo, comunque, devo pormelo anche se non venissi abbinato a quel numeretto verso cui confesso l’incompatibilità. Ormai stiamo navigando su una barca dissennatamente votata a sfracellarsi contro un iceberg, senza un timoniere capace e credibile, amarissimo pedaggio che si paga al passaggio generazionale, da padre a figli, alla gestione della ditta. Alle divisioni all’interno della famiglia. Che fatalmente si ripercuotono sui dipendenti.


Anche chi resterà dopo il passaggio di questo uragano (che pure in questo caso ha un nome femminile) non potrà ormai sentirsi più al sicuro, garantito come in tempi ormai andati, quando l’augurio dell’anziano genitore era quello di restare al lavoro, lì al nostro posto, fino all’età pensionabile.


Dietro l’angolo non lo so bene cosa troverò svoltando. Ho avviato cauti contatti, quei pourparler ancora ammantati di “se” e di “ma” e forse per sentirsi effettivamente cassaintegrato, scaraventato nell’inferno della precarietà, occorre  viverne la condizione.


Penso anche ai quindici anni (e mezzo) vissuti in quella che, legittimamente, posso ritenere una seconda casa, in virtù delle tante ore trascorse e tralascio le considerazioni da fare sui rapporti umani che si sono sviluppati, sulle conoscenze importanti che ho potuto fare, importanti perché incarnate in persone valide, garbate, intelligenti, dotate in qualche caso di solido carisma intellettuale, l’elemento che mi affascina in ogni persona, se donna poi può anche stordirmi.


Accade così che questo blog potrebbe pure diventare la vetrina di una mutata condizione e fatalmente restarne condizionato. Sperando che non diventi precario anch’esso.


 

9 commenti:

  1. Mi spiace sai. Quanto mi manca la forza devastante della FLM. Quando ci sentivamo ricchi di lottare. Per quanto riguarda il blog, sai e' come il mondo reale, dove ci sono persone insipide, cattive e petegole e anche esseri sensibili, dolci e meravigliosi! Un abbraccio forte e un augurio di coraggio per affrontare le avversita'!

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  2. L'angoscia, il non sapere, lo stare in attesa che altrove si decida la tua sorte o quella di chi ti è vicino ma per ora non si sa...tutto questo è terribile e crudele,lo sarebbe per chiunque ma per chi è particolarmente sensibile lo è ancora di più.Io ti faccio tutti i miei più cari auguri, anche se penso sia giusta la tua notazione secondo la quale comunque l'aria in azienda è cambiata, per cui anche se quel numeretto non dovesse corrispondere al tuo nome le cose non saranno più come prima.Penso che tu abbia fatto bene ad avviare qualche, per ora timido contatto, stringi i denti e non demordere!

    Un abbraccio.

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  3. Sai che puoi contare sugli amici qua.E credo anche fuori. Mi accodo a quanto dice Robynia, avendo subito per due volte la perdita del lavoro. Ti abbraccio!

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  4. Posso solo offrire solidarietà Frank. Capisco benissimo cosa si prova. Qualche anno fa ci arrivò all'improvviso un periodo di CIG e fu un vero shock. Oggi siamo in ristruttrazione e (per fortuna)finora siamo riusciti ad evitare drammi umani

    Come sindacalista, e non lo dico per polemizzare, non mi manca la FLM di un tempo, piuttosto avrei bisogno di strumenti nuovi, di avere un supporto sociale, di lavorare in una società che crede allo sviluppo e non ripieghi. vorrei non sentirmi "vecchio".

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  5. TIGRISSIMA, leggo con particolare emozione il tuo intervento, sia per ciò che così appassionatamente scrivi che per un ritorno che mi illumina.

    Le lotte di cui parli erano alimentate dalla passione che contagiava gli altri per raggiungere, insieme, un obiettivo. Stemperate le passioni, ci si accontenta del piccolo cabotaggio. Sopravvivenza.

    Blog e mondo reale viaggiano di concerto: ho incontrato in numero residuo le prime persone, in massima parte - per la selezione naturale che si attua - le seconde e questo mi arricchisce e conforta. Non è poco.

    Grazie, molte grazie per gli auguri. Spero che il coraggio e la consapevolezza non mi abbandonino.

    Un forte abbraccio: sei una bella persona.



    ROBYNIA, mi è molto caro questo affetto solidale rivolto alla persona che possiede, appunto, quella caratteristica che hai individuato. Infatti, visto attraverso questa lente, è tutto più intollerabile e lo hai espresso benissimo, comprendendo bene la situazione.

    Quell’armonia, o parvenza di armonia basata sull’equilibrio si è frantumata e già adesso non è più come prima. Meglio resistere, limitare i danni e sperare di poter cambiare aria quanto prima. In fondo le amicizie resteranno, anche se sarà un po’, solo un po’, come morire.

    Grazie Robynia e un forte abbraccio anche a te. Perché la solidarietà conta.



    MARZIA, lo so lo so e proprio per questo ho deciso di mettervi al corrente di questa novità imminente. Ci sono tante vite che confluiscono in questi diari virtuali, omettere alcuni passaggi, tra l’altro fondamentali, sarebbe rendere monche tante testimonianze. E poi c’è la condivisione che nasce da esperienze già vissute: serve per capire o stato d’animo.

    Un abbraccio



    ALDERABAN, solidarietà apprezzata, ci mancherebbe, ormai conosco il valore delle persone. Sottoscrivo le tue ultime frasi: strumenti nuovi e non sentirsi “vecchio”. Io non mi ci sento proprio e rifiuterò energicamente questa etichetta, che prescinde dall’età anagrafica.

    Grazie ancora e buona fortuna anche a te, visto che la mobilitazione e la linea di attenzione sono sempre presenti.

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  6. ciao Frank

    a volte l'incertezza ammazza più di un verdetto negativo.

    Ti sono vicina, con amicizia

    Maria

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  7. MARIA, la tua presenza anche se non formalizzata, l'ha avverto, so che c'è. Grazie.

    Sono d'accordo con la tua affermazione.L'incertezza logora e priva di serenità. Ah saperlo, saperlo...

    Con profonda amicizia, ancora grazie.

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  8. Il mio rammarico personale per quanto ti sta capitando è grande, caro Frank. Se poi amplio l'orizzonte mi accorgo che è sorta una nuova dittatura, la dittatura del mercato, anzi del dio mercato. Ti abbraccio. harmonia

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  9. HARMONIA, adesso è come se mi trovassi in una dimensione nuova e inaspettata. Adesso, a poche ore, avverto questa incertezza come una perforazione continua nell'animo che tormenta e non fa stare bene. Il profilo futuro è oscurato.

    La dittatura che sta instaurandosi non conosce alcun tipo di sentimento, impermeabile ad ogni stimolazione. La rivoluzione che questo regime causa è da brividi: reinventarsi un nuovo modo di sopravvivenza che comprende anche abitudini, nuovi contatti, ambientamento, apprendistato e cancellazione di certezze, in un clima di precarietà e profonda disillusione.

    Mi fa schifo questo panorama che oltre al dio denaro altro non sa considerare, non sa vedere, non sa ascoltare.

    Un caro abbraccio

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