venerdì 7 dicembre 2007

Familiarmente italiani


Paginate di cronaca interna degli ultimi giorni. A caso.


Aggrediti perché difendono un clochard


Quattro ragazzi l’altra sera a Bologna hanno aggredito tre giovani che li avevano redarguiti perché stavano insultando un barbone. Sono stati denunciati. È successo in Strada Maggiore. Tre bolognesi tra i 17 e i 18 anni hanno visto i quattro (uno di 17 anni bolognese, un romano residente a Forli di 19, un l8enne della provincia di Ancona e un 28enne di Cesena) insultare l’uomo che stava rovistando in un bidone. I tre sono intervenuti, e uno di essi è stato colpito con una sberla dall’ anconetano. Il 113 ha rintracciato gli aggressori: il bolognese e il cesenate avevano anche due coltelli.


Ragazza pestata davanti alla ‘disco’


Una trentenne riminese è stata colpita al volto con un pugno che le ha fratturato il naso. L’altra sera la vittima usciva dalla discoteca Ecu di Rimini insieme al fidanzato. Proprio davanti all’ingresso del locale due giovani stavano orinando. La donna e il fidanzato hanno protestato: sono volate parole grosse, poi un cazzotto in pieno viso alla trentenne, talmente violento da fratturarle il naso. Il gestore del locale l’ha soccorsa ed ha chiamato il 113. In breve, grazie alla descrizione fatta dagli aggrediti, i poliziotti hanno rintracciato gli energumeni, due cattolichini di 26 e 27 anni, denunciati per lesioni.


A unire questi due episodi la nazionalità dei responsabili: tutti italiani.


Proseguiamo. Monza, tragedia familiare. “Ho sparato a mio figlio. Era violento, faceva paura”. Coppia regolarmente sposata. Sempre Italia, addirittura il cuore del profondo Nord: la Brianza.


Arrestato un uomo di 55 anni nel veneziano. Decapita l’anziano padre. “Una lite, poi il raptus”. Il parricida, in cura per disturbi mentali, ha utilizzato una scure. La tragedia in un condominio di Spinea (Ve). Sempre Italia e italiani, cuore del Nord Est stavolta.


Si continua in crescendo. “Strangola la moglie. Si stavano separando”. Bologna (a Dozza, per la precisione), è stato l’uomo a chiamare il 118. “Sta male”, ma lo arrestano per omicidio. Da pochi giorni la moglie si era rivolta ad un avvocato. In casa c’erano anche i due figli. Coppia italiana, regolarmente sposata.


Più pruriginoso l’altro episodio. “Macabro triangolo, spara all’amico-rivale e poi si uccide”. L’omicidio simulato come incidente di caccia, la telefonata alla moglie di lui: «Ti ho resa felice». In seguito il rimorso e il suicidio. La donna si era accordata con l’amico innamorato di lei. Poi crolla: arrestata per concorso in omicidio. Qui siamo ad Aulla, in Lunigiana. Coppia di italiani regolarmente sposati.


Udine, uccide moglie e figlio di quattro anni poi si suicida. I Carabinieri del comando di Udine stanno indagando e al momento non si conoscono le ragioni che hanno portato al duplice omicidio-suicidio. Italiani, regolarmente sposati.


A unire queste vicende di sangue non è soltanto la nazionalità comune, italiani cioè, ma anche il fatto di essersi svolti all’interno della famiglia.


Mi sono chiesto più volte per quale motivo l’informazione vomitata dalla televisione non aggiunga mai questi particolari,  vale a dire la precisazione sulla nazionalità, valida, anzi d’ obbligo in caso di stranieri, anzi di extracomunitari, anzi di extracomunitari di serie B, perché anche Amanda Knox, in carcere per l’omicidio dell’amica Meredith, è extracomunitaria però di lusso, essendo statunitense.


E poi la sottolineatura che queste tragedie avvengono laddove si dovrebbe essere più sicuri, cioè in famiglia e, dunque, quando si straparla del problema reale della “sicurezza” non sarebbe affatto fuori luogo includervi pure la famiglia, tanto celebrata per deteriori speculazioni elettorali che giungono al parossismo di quattro separati, o divorziati, che prendono parte al Family Day e non perdono mai occasione di ficcare il becco laddove si minaccia, secondo loro, questa istituzione. Mai nessuno di questi “senza vergogna” che si senta chiamato in causa e così l’ etnia e gli pseudo valori diventano oggetto di mercanteggiamento ai danni di coloro che sono vittime. Il mito degli italiani brava gente è tramontato da un pezzo, mentre i portatori di verità assolute proliferano rinchiusi più che mai nella cittadella della presunzione, alieni da una società che, purtroppo, è ormai implosa travolgendo le loro certezze ostinatamente proclamate davanti ai tanti reggitori di microfono. Che tacciono e acconsentono.


 


 

2 commenti:

  1. charliebrown01dicembre 07, 2007

    Ciao Frank,



    Senza dubbio un difficile momento sociale, carceri piene,indulto,mancata certezza della pena e non solo i classici crimini di nera, anche le grandi truffe da parte di finanzieri d'assalto, banche,evasione fiscale,lavoro nero etc,etc.



    In risposta al tuo commento nel tragico incidente sul lavoro a Torino.



    Come avete già scritto la situazione sulla sicurezza del lavoro nel nostro paese è assai peggiore rispetto al resto del continente,almeno quello più evoluto, si fa un gran parlare e dibattiti da più parti, ma la situazione non cambia.



    Dalle statistiche ci sono mediamente 3-4 lavoratori che perdono la vita ogni giorno nei posti di lavoro e aggiungendo i gravi infortuni con conseguenze permanenti fisiche, posso affermare nuovamente che siamo di fronte ad una guerra interna ai nostri confini con molte vittime.



    Una testimonianza rilevante si è avuta oggi dal procuratore Guariniello, molto conosciuto mi pare anche fuori dai confini torinesi, il quale ha affermato che esistono connivenze tra impiegati preposti al controllo della sicurezza e nello stesso tempo consulenti nelle aziende, i conflitti d'interesse sono palesi.



    Siamo un paese ad alta densità d'opportunismo a vari livelli, combattere questa mentalità a me pare difficilissimo, spero che finalmente si parta dalla politica per riformare tutta la questione del lavoro e la precarietà, ma anche su questo fronte assistiamo quotidianamente ai piccoli teatrini, dediti più che altro alla conservazione delle poltrone.



    Prendo atto che sia tutto ciò, una vera missione quasi impossibile.



    Ho cercato sulla repubblica web, l'articolo consigliato da Gaffeur, purtroppo non l'ho trovato.



    Un saluto,charlie.

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  2. charliebrown01, molto di rado i commenti de "la Repubblica" cartacea vengono pubblicati sul web. Ma posterò il pezzo di Gallino che è molto interessante.

    Non credo che al centro della politica, di questa deteriore rappresentazione quotidiana che è diventata in Italia, ci sia la questione del lavoro e della precarietà, nonchè aggiungo dei salari e degli stipendi assolutamente inadeguati e ridicoli per poter vivere con un minimo di dignità. E difatti il superamento della legge 30, impropriamente definita "legge Biagi" (un nome su cui poter ben speculare) pur contenuto nel programma dell'Unione, andrà ad aggiungersi alle fallaci promesse sprecate in campagna elettorale.

    Una missione impossibile l'hai definita. E anche darti torto su ciò è impossibile.

    Non ho ascoltato la denuncia di Guariniello, ma è molto grave e getta ombre sinistre sul mondo del lavoro. Un conflitto d'interessi che gronda sangue.

    Un saluto a te.

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