mercoledì 26 luglio 2006

Chiare fresche e dolci acque (Petrarca)


Scene di apocalisse prossima ventura in coda ad una cassa, al supermercato. Tra i carrelli, che mani sudaticce spingono boccheggiando, sorrette da gambe barcollanti, ne spicca uno che si distingue per la quantità di merce trasportata. Un’unica tipologia: acqua minerale. Una dissennata campagna pubblicitaria, che ha suggerito nuove mode, ha fatto scattare in buona parte dei cittadini l’esigenza di placare la propria sete con l’acqua minerale, reputando quella che sgorga gratis dal rubinetto di casa, non adeguata a soddisfare palati improvvisamente diventati raffinati.  Sorgono locali di tendenza (glamour o cool?) destinati ad un consumo, quasi religioso, della preziosa bevanda. Andare ad acqua equivaleva solo pochi anni fa a segnalare un cammino poco esaltante, mentre ora porta là dove batte il tam tam della moda e cinguetta l’uccellino di Del Piero. L’animaletto alato intendo.


Ah, l’uomo del supermercato aveva caricato nel carrello nove confezioni di acqua minerale, per un totale di 54 bottiglie. Destinazione deserto del Gobi, evidentemente.


Il dossier acqua che trovo su Megachip (novembre 2005) è assai istruttivo. Il pezzo seguente rende bene l’idea.


 


Una politica che fa acqua da tutte le parti


di Carla Chiavaroli


 


L'acqua non è più la "madre della vita", la "sorella" di cui parlava San Francesco nel XIII secolo. Negli ultimi 20 anni, questo elemento ha perso la sua sacralità, trasformandosi in una merce di scambio sempre più preziosa.


La politica dell'acqua perseguita dai paesi occidentali a partire dagli anni '80 si basa su una concezione dell'acqua come "bene economico", allo stesso tempo risorsa e servizio. Questo principio viene affermato per la prima volta in modo ufficiale durante la Conferenza sull'Acqua delle Nazioni Unite tenutasi a Dublino nel 1992, dove viene anche ribadito anche che l'acqua è una proprietà dello Stato, come tutte le altre risorse naturali che appartengono al territorio sul quale esso esercita la sovranità.


Dal 2003, numerosi governi occidentali stanno cercando di fare applicare le proposte del “Panel Internazionale sul finanziamento delle Infrastrutture dell'acqua” diretto da Michel Camdessus (ex direttore generale del FMI) e redatto per iniziativa del Consiglio Mondiale dell'Acqua, del 3° Forum Mondiale dell'Acqua e del Global Water Partnership, istituzioni che fanno parte dell'oligarchia mondiale dell'acqua. La tesi principale di questo rapporto consiste nell'affermare che la soluzione finanziaria ai bisogni crescenti in materia di accesso all'acqua nel mondo passa principalmente dal coinvolgimento del settore privato, il solo in grado di garantire la massima efficienza in materia, e che tutto deve essere fatto per creare le condizioni più favorevoli affinché l'acqua diventi un settore di attività per i capitali privati.


Le Nazioni Unite lanciarono il "Primo Decennio Internazionale per l'acqua potabile ed il risanamento idrico" (1981-1990) nel 1977 con l'obiettivo di portare l'acqua a tutti gli esseri umani nel 1990 (obiettivo posticipato poi all'anno 2000). Nel 2000, 1,5 miliardo di persone erano ancora senza acqua potabile e 2,4 miliardi senza servizi sanitari. Un "Nuovo decennio dell'acqua" è stato proclamato nel 2004 dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, con l'obiettivo di rivolgere una maggiore attenzione ai problemi dell'acqua, e cioè di ridurre della metà, entro il 2015, la percentuale delle persone non aventi accesso, o incapaci di darsi l'accesso, all'acqua potabile e che non hanno nemmeno diritto ai servizi sanitari di base.


Le derive di questa politica sono evidenti:


- 2,4 miliardi di persone non hanno ancora accesso ai servizi igienici.


- 1,5 miliardi di persone non hanno accesso ad acqua potabile.


- 30.000 persone muoiono ogni giorno per malattie causate dall'assenza di acqua potabile e ai servizi igienici.


- il consumo quotidiano medio di acqua potabile della popolazione di paesi in via di sviluppo è di circa 20 litri. In Italia è di 213 litri, negli Stati Uniti di 600 (in California è di 4100).


Ma anche all'interno dei singoli paesi occidentali, le cose non vanno di certo meglio. In Italia, un terzo degli Italiani non gode ancora di un accesso regolare e sufficiente all'acqua potabile, pur essendo l'Italia il paese dell'Unione europea con il tasso di consumo d'acqua pro capite più elevato per usi domestici (78 m³/anno per ambiente).


Inoltre, il degrado del patrimonio idrico del Paese non cessa di aggravarsi. Gli Italiani sfruttano le risorse idriche nazionali in maniera eccessiva e sconsiderata. L'agricoltura da sola “beve” il 50% dei prelievi totali.


Come ribadisce il professor Riccardo Petrella, docente presso l'UCB di Bruxelles, per far fronte alla degenerante "cocacolizzaizone" e "petrolizzazione" dell'acqua, è indispensabile una nuova politica, basata su principi fondamentali e inalienabili. L'accesso all'acqua deve essere considerato un diritto fondamentale, appartenente non solo agli uomini, ma anche a tutte le altre specie viventi.


Il 2° Forum alternativo mondiale dell'acqua (Fame 2005), che si è svolto a Ginevra dal 17 al 20 marzo 2005, organizzato da varie ONG svizzere, dai membri del Contratto Mondiale per l'acqua e dalla Coalizione mondiale per la privatizzazione dell'acqua, si è posto come obiettivo quello di sviluppare e promuovere le istituzioni e le politiche pubbliche, che permettano un accesso a tutti gli esseri umani all'acqua potabile ed una gestione democratica, solidale e sostenibile dell'acqua. A tal proposito sono state avanzate delle proposte concrete, soprattutto basate su una nuova politica fiscale alternativa e mirata.


Non sappiamo quanto queste iniziative riusciranno nel loro intento. La sola cosa certa è che si ha bisogno urgentemente di un cambiamento radicale di prospettiva. Questa disuguaglianza e questa ingiustizia sociale non sono il frutto di una fatalità, ma di un'incuria politica che può essere combattuta solo con l'adozione di misure e regolamentazioni davvero alternative.


La foto scelta è del tutto casuale e tratta dal sito. Non può perciò intendersi come pubblcità occulta.

9 commenti:

  1. Sto sempre più cercando di bere dal rubinetto... :( :)

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  2. Per l'acqua mi accontento di quella del rubinetto che a Firenze è gradevole e priva di odori... per il vino un Brunello soddisfa ampiamente il mio gusto ;-)

    In altre parole, se devo spendere per bere, preferisco un buona bottiglia di vino che 54 di acqua!

    Un abbraccio. Fioredicampo :-)))

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  3. Beppone, se c'è ed è buona perché rinunciarvi? Quella che fai è la cosa più logica.

    Un saluto

    Fioredicampo, ritratto perfetto. Pur essendo astemio concordo con te: meglio spendere per un buon vino. Ah, ho verificato il prezzo di quell'acqua minerale (Lieta). 13 centesimi di euro a bottiglia. E ho subito pensato al prezzo, nei bar o ristoranti, di quelle bottigline da mezzo litro o anche meno: mi sono vergognato per baristi e ristoratori. Un ulteriore motivo per evitare di essere taglieggiati dalle categorie.

    Un caro abbraccio

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  4. PortamiVialuglio 27, 2006

    Ho letto tutto l'articolo e ne traggo conclusioni amare: ci lasciamo abbindolare dal sistema, c'è poco da fare! Io sono sempre alla ricerca dell'acqua più leggera, meno dannosa... molte acque hanno anche un saporaccio, tra l'altro.

    A casa in Calabria, i miei genitori ancora vanno alla fonte in montagna a prendere l'acqua dalla sorgente... un gusto senza eguali!



    Grazie per esserti ricordato del mio onomastico, ho gradito molto!!

    Notte.

    Anna :)

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  5. Il massimo della stupidità la gente lo raggiunge quando compra acqua che non è "minerale" di sorgente, ma soltanto "filtrata e addolcita". Sulle confezioni è scritto... praticamente è la normalissima acqua di cannella in bottiglie costose e pesantissime da portare in casa che poi devono essere parcheggiate in terrazza, magari al sole. Sai che acqua????

    Un abbraccio:-)

    Fioredicampo

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  6. Ciao Frank OT

    sono stufo.. di fare la pecora e stare ad assistere a queste porcate.. non servirà a niente, ma ho mandato questa mail a:

    margherita (tramite sito)

    ds (giustizia@dsonline.it)

    prodi (tramite fabbricadelprogramma)



    Oggetto: Indulto

    Vi volevo segnalare che come elettore del csx sono assolutamente contrario alla posizione presa dalla coalizione di maggioranza in relazione all'indulto/amnsitia che considero un argomento da gestire con un maggior consenso popolare e che va CONTRO il programma di governo da VOI sottoscritto e che IO ho votato.

    La sfiducia provocato dal vostro operato di governo (che NON si distacca affatto dai peggiori comportamenti del centro destra) e' veramente un colpo basso alla mia già scarsa fiducia nel sistema dei partiti così come concepito.

    Con assoluta disistima.

    Beppe xxxxx

    PS:

    PERCHE' NON è PIU' POSSIBILE CONTATTARE L'ULIVO??? DOPO LE ELEZIONI NON ESISTE PIù QUESTA POSSIBILITA'.. E' SCANDALOSO!



    Non so se sei d'accordo.. ma mi piaceva fartelo sapere.

    Scusa l'ot.

    Ciao, Beppe

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  7. Anna, che piacere ritrovarti! E che belle imamgini che evochi. Addirittura l'acqua di sorgente: da sogno. I tuoi vivono una realtà bellissima, da sogno. Beati loro e tu.

    L'onomastico? Noblesse oblige.

    Un caro saluto

    Fioredicampo, contro la stupidità non c'è rimedio, purtroppo la dobbiamo sopportare ad ogni livello e in qualunque circostanza, quasi fosse un valore odierno. Sarò pure paziente, ma comincio a stancarmi del basso livello di qualità del comportamento umano. Ci dimettiamo dal genere?

    Un abbraccio

    Beppe, molte grazie a te per il contributo. Il tono e il contenuto della lettera mi trovano concorde e mi attiverò pure io inoltrando il medesimo messaggio.Credo che non sia un caso l'impossibilità di contatatre l'Ulivo. E, comunque, comincio ad essere stanco di corporazioni che scendono in piazza, perchè toccate nei privilegi e decisioni di infimo livello politico come, appunto, il voto di scambio sull'indulto.

    Ciao, Beppe e ancora grazie per la partecipazione: presenza importante la tua.

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  8. Il mio più grande rimpianto " la gioia e la spensieratezza con cui a pieni mani mi dissetavo attingendo direttamente dal rubinetto"

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  9. utente anonimo#8,è proprio vero: si tratta di un'immagine di intensa suggestione e nostalgico ricordo. Non sei l'unico a rimpiangere quei tempi. Grazie.

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