lunedì 27 marzo 2006

L'ultimo volo di un Angelo

Mi ha colpito la tragica notizia della morte di Angelo D'Arrigo. Non conoscevo, se non limitatamente, l'uomo, le sue imprese, ma penso fosse una di quelle persone che se le incontri sei un privilegiato, perché sono in grado di trasmettere sensazioni stordenti e di rara bellezza. Persone, insomma, che meriterebbero di compiere sulla terra o nell'aria (che era il suo habitat ormai più naturale) un cammino molto prolungato. E invece... Peccato che siano sempre i Grandi Uomini a morire, mentre quelli piccolissimi... Meglio il silenzio, questa sera.


Angelo D'Arrigo

Nel corso della sua carriera agonistica ai vertici internazionali del volo sportivo, Angelo d'Arrigo ha avuto modo di volare in giro per il mondo. Durante i suoi viaggi attraverso i vari continenti, Angelo ha sorvolato mari, deserti, vulcani e catene montuose, insieme ad aquile e rapaci di ogni specie.



Laureato all'Universita dello Sport di Parigi, ma innamorato della montagna, Angelo d'Arrigo esce dalla sua metropoli per cimentarsi negli sport estremi.
Con i suoi titoli di istruttore di volo, di maestro di sci e di guida alpina, riesce a vivere delle sue passioni legate agli sport "Plein Air".
Progetta e realizza delle "Prime" sulle Alpi nelle sue tre specialita: Sci Estremo, Volo Libero e Alpinismo.
Dal Monte Bianco al Cervino, dall'Aiguille Verte all'Aiguille du Midi, Angelo riesce ad esprimere il suo stile di vita con successo.
Realizzando dei documentari amatoriali sulle sue "imprese"che divulga nelle scuole e nei centri culturali della capitale francese, Angelo ha contribuito allo sviluppo e alla popolarizzazione degli sport estremi, dove l'individuo e la natura sono gli assoluti protagonisti.
Denominato, allora in Francia, "Le Funambulle de l'Extreme", Angelo progetta di operare anche fuori Europa: l'Himalaya e le Ande.
In occasione di un reportage per una rete nazionale francese, Angelo vola per la prima volta dal vulcano piu alto d'Europa in piena eruzione: l'Etna.
Attratto dal contrasto degli elementi di questo paesaggio Siciliano, al quale sono legate le sue origini, Angelo decide di istallarsi sulle falde del vulcano e crea una scuola di volo libero: l'ETNA FLY.
Ambientato in un quadro unico e spettacolare, dove i quattro elementi ARIA ACQUA TERRA e FUOCO si mescolano, questo centro di addestramento al volo libero si e trasformato, oggi, in un centro turistico basato sulla pratica di sport estremi: il No Limits Etna Center.
Dopo anni di agonismo in volo libero e due titoli mondiali con il deltaplano a motore, Angelo decide di allontanarsi dal circuito delle competizioni per potersi dedicare ai voli record ma soprattutto all'emulazione del volo dei rapaci per la ricerca del volo istintivo.
Avvia un progetto intitolato "Metamorphosis" che e uno studio analitico delle tecniche di volo dei piu grandi rapaci dei cinque continenti.
Dalle aquile delle Alpi ai rapaci dell'Himalaya e dagli avvoltoi dell'America Latina a quelli Australiani, Angelo impara ad osservarli e convivere con loro, nel loro elemento e con le loro regole gerarchiche.

Osservare, studiare ed imitare il volo istintivo dei grandi veleggiatori è stato per lui un percorso naturale che gli ha permesso di perfezionare la sua tecnica di volo.




Angelo ha voluto dedicare questo suo bagaglio di esperienze al servizio della scienza. Questa sua ricerca lo ha portato a compiere delle imprese uniche che hanno suscitato un forte interesse mediatico a livello mondiale.
E' stato il primo uomo a percorrere in volo libero, senza ausilio di motore, il Sahara, ad attraversare la Siberia e ultimamente a sorvolare la montagna più alta della terra: l'Everest.




Un'incredibile esperienza umana, in luoghi ostili e spesso inesplorati che lo hanno visto protagonista di eventi straordinari dai quali sono stati tratti diversi documentari.



Questo misto di sport, avventura, scienza e tecnologia hanno reso possibile il sogno dell'uomo che, dai tempi di Icaro fino a quelli di Leonardo da Vinci, ha sempre sognato di volare come gli uccelli.

13 commenti:

  1. Ai grandi uomini basta poco tempo di permanenza su questa terra per scrivere la loro grandezza.

    Per quelli che permangono più a lungo evidentemente serve più tempo per comprendere il loro percorso.

    Per le persone infide e malvagie non è questione di tempo..perchè il loro percorso sarà eterno, chi muore e ha vissutto sotto il vessillo dell'infamia evidentemente non ha compreso alcun senso della vita.

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  2. utente anonimo#1 , posso rammaricarmi per il solo fatto che non so bene chi ringraziare per aver lasciato qui frasi che vengono dal cuore? Ad ogni modo, grazie lo stesso.

    Il senso della vita, in fondo, sta proprio nel percorso fatto e nelle tracce che, chi se ne va, lascia indelebili accanto al rimpianto di chi resta e magari, come me, non ha avuto la fortuna di conoscerlo.

    Il guest book sul suo sito racchiude tutto questo.

    Grazie ancora per la commozione suscitata.

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  3. PortamiViamarzo 28, 2006

    Ho letto oggi di lui sui giornali, lo conoscevo poco e trovo fosse una figura poetica ma anche emblematica dell'uomo proteso verso il sogno del volo, verso l'alto. Una vita dedicata al vento...

    Non lo conoscevo io o si parlava poco di lui? Adesso proprio un angelo...



    Anna

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  4. GiardiniDiMayamarzo 28, 2006

    E' sconvolgente la sua scomparsa, è stata strabiliante la sua vita. Continua a volare, Angelo, nei cieli infiniti dei sogni...

    Maya

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  5. mi ha spezzato il cuore la storia di d'arrigo. e poi mio marito vola per passione ed ho sempre paura.

    grazie per la visìt

    un abbraccio

    michela-laspanò

    m;)

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  6. Anna, non se ne parlava quanto avrebbe meritato, ma ormai siamo invasi da patacche e ciarpame, da veline e sgallettate, da idioti che trascorrono il tempo chiusi in una casa di vetro e altrettanti idioti che buttano ore guardandoli.

    Angelo D'Arrigo volava troppo alto per questi tempi dannatamente squallidi.

    Le tue considerazioni mi sembrano particolarmente appropriate, degne di una persona sensibile quale sei.

    Un caro abbraccio

    Maya, benvenuta. Sconvolgente anche per chi lo conosceva molto poco, figurarsi per i fedelissimi amici.

    Il tuo blog è delicato, c'è profumo di primavera. Complimenti.

    Michela, è con orgoglio e piacere che ti accolgo.

    La passione in ogni campo è molto difficile da imbrigliare, ma magari se tuo marito scegliesse uno sport più tranquillo non sarebbe proprio una cattiva idea.

    Se posso, non fornire troppe anticipazioni (fosse per me, nessuna, a meno che non siano i "dietro le quinte"), tanto i fedelissimi seguono sempre e comunque. Ed è meglio, secondo me, parlare di ciò che ruota attorno agli episodi, della loro trattazione dopo, non prima.

    Comunque sei un'esplosione di simpatia.

    Un abbraccio

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  7. Un filosofo che amo leggere, sostiene che le belle parole sono come il trucco con cui le donne brutte mascherano la loro bruttezza.

    La sensibilità e la ricerca d'umanità non si copiano e incollano, sono frutto di sofferenza. Ringrazio la vita per avermi concesso questo percorso. Un pensiero non si può ringraziare, si può scegliere di condividere o lasciarlo scivolare.

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  8. utente anonimo#7, grazie per essere ritornato.

    Credo che ci sia una terza possibilità per il pensiero: oltre che condividerlo o lasciarlo scivolare, si può anche avere la pretesa di serbarlo nel cuore a futura memoria, avulso dalla frammentarietà di un battito di ciglia.

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  9. La tua ultima riflessione è la corolla del navigare nel web. Rincorrere se stessi e rinchiudere momenti rubati a sconosciuti, in uno scrigno prezioso (emozioni e desideri ), che la frenesia del nostro tempo sta distruggendo.

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  10. utente anonimo#9, isole di sopravvivenza e di rinascita spirituale, plasmati poco per volta, immaginando di librarci in volo come D'Arrigo negli spazi infiniti della libertà.

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  11. Isole solitarie che appartengono alla sfera dei nostri pensieri. D'arrigo è sparito nell'orizzonte volando, adesso è completamente libero.

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  12. utente anonimo#11, ha così trovato un senso la sua vita: libero da ogni viluppo e condizionamento. Manteniamo queste oasi nei nostri pensieri, così, per poter sognare e regalarci farmmenti di libertà.

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  13. Mai fuggire dall'oasi, nel momento in cui non saremo capaci di approdare in quell'isola, sarà la morte.

    Il giorno in cui il destino deciderà che è giunto il tempo, voglio lasciare questo mondo pensando di andare definitivamente nella mia isola.

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