venerdì 24 marzo 2006

Il nero che fa schifo

Ho trovato su MicroMega/4 (settimanale) del 23 marzo 2006 un interessante riflessione di Erri De Luca che ho apprezzato, perché scevra di quella eccessiva prudenza e calcolo elettoralistico che ha contraddistinto, invece, gli esponenti dell’Unione che si sono pronunciati sugli incidenti avvenuti a Milano un paio di settimane fa. Un pezzo, condiviso nella sua impostazione, che propone una lettura differente e più conforme al vero di quella giornata. Mi sembra, infatti, che sia stato trascurato un dettaglio niente affatto secondario, vale a dire le ragioni della protesta, seppure violenta, che scaturivano dal permesso accordato ad una manifestazione dichiaratamente apologetica del fascismo, svoltasi purtroppo nello stesso pomeriggio. Un macabro corteo di simboli nefasti che lordano, ormai, anche buona parte degli stadi italiani. Quelle macabre esposizioni domenicali vengono stigmatizzate (nell’ultimo derby capitolino regnava una lugubre atmosfera tra croci celtiche, svastiche e ritratti del duce), eppure hanno avuto la possibilità di sporcare le strade di una grande città italiana. Su questo avei voluto sentire tutta la ripugnanza dei rappresentanti dell’Unione e invece l’opportunistico silenzio elettorale ha obnubilato tutto.


La violenza e l'oltraggio


di Erri De Luca



“Un gruppo di qualche centinaio di rivoltosi fa danni consistenti nel centro di Milano. Ne arrestano una quarantina, una decima, o una decimazione. Avranno la punizione di un processo in cui si dovranno distinguere le responsabilità individuali. Il tempo delle condanne in blocco per comitive di colpevoli, come ai tempi delle lotte armate, è finito da un pezzo. Si accerteranno le responsabilità di ognuno e i colpevoli risponderanno dei singoli capi d’accusa. Causa di questo subbuglio in una domenica elettorale è il permesso accordato a una manifestazione dichiaratamente fascista, cioè di esaltazione della dittatura esercitata dal disciolto Partito fascista, nell’abbondante ventennio 1922-1945 (Repubblica Sociale compresa). Ogni manifestazione di approvazione del fascismo in Italia è espressamente vietata. Lasciare svolgere una qualunque propaganda fascista è una violazione della legge. I responsabili dell’ordine pubblico a Milano hanno mancato di fare rispettare una sensibile legge dello Stato. Sensibile: il fascismo ha portato l’Italia alla rovina, non solo per la dittatura, ma per l’alleanza con la più oscena macchina di sterminio della storia umana. Sensibile è l’oltraggio alla legge che vieta ogni manifestazione fascista.
Se le forze dell’ordine avessero impedito, come era dovere di ufficio, la manifestazione fascista, avrebbero dimostrato ai giovani rivoltosi il doppio torto, materiale e politico, di far danni quel giorno. Consentendo invece lo svolgersi della manifestazione, hanno fornito ai danneggiatori la più evidente giustifica.

Quel gruppo di giovani si assumerà le sue responsabilità e paga già con la prigione i propri atti politici violenti.


Un più numeroso gruppo di responsabili dell’ordine pubblico ha tollerato una manifestazione fascista nel centro di Milano, città medaglia d’oro della Resistenza. Quei funzionari non hanno solo violato la legge, l’hanno offesa. Il loro torto è più sensibile, perché a loro i cittadini affidano il monopolio della forza per far rispettare le leggi. A Milano, 11 marzo 2006, si sono consumati due reati politici”.


 




 

7 commenti:

  1. Quindi, l'11 marzo scorso, a Milano, si sarebbe consumato un ulteriore funerale all'Antifascismo? E l'Anpi? Le Associazioni delle vittime delle stragi? Nessuno che, attraverso un'azione legale, denunci quelle Istituzioni che hanno disatteso una legge dello Stato, sancita dalla Costituzione? Sarà l'ora tarda e l'utopia di cui sono affetto che mi fanno pensare a queste cose? E se la gente si costituisse in Comitato e si autodenunciasse insieme ai ragazzi in galera? E' vero che non si infrange una legge per compensarne un'altra ma rimanere in silenzio? Come al solito sto delirando...

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  2. Sai qual è a mio avviso il problema? Che gli illeciti vengono relativizzati, e questa relativizzazione si riverbera inevitabilmente sul rilievo che ad essi vien dato sui media.

    Chi è smaliziato - e tu, e pazyryk, ed io, lo siamo - si aspetta come la pioggia a primavera che a Milano fosse accaduto 'altro' fuor delle macchine incendiate e degli scontri con la polizia. Ma singolarmente non si son viste troppe braccia destre alzate in televisione, e i giornali non hanno insistito troppo su certi emblemi uncinati et similia.

    Bene, se relativizzazione dev'essere allora mi adeguo, ma in una direzione diversa. E' noto che due torti non fanno una ragione: ma forse vi son torti più torti di altri. Non feriscono le vetrine di un fast food, feriscono l'anima.



    Sabi, se ti affacci sul mio blog troverai un approccio alle imminenti elezioni che si sforza d'essere un po' diverso dal solito.

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  3. Condivido tutto quello che hai scritto Frank. Comprendo l'indignazione. Però i toni da crociata forse servono più alla destra che alla nostra parte politica. E non mi riferisco solo alla campagna elettorale in corso. Il berlusconismo da più di vent'anni ha inquinato la società e la cultura italiana dando la stura a relitti politici che pensavamo fossero stati sepolti dalla storia. Adesso bisognerà con fermezza e pazienza ricostruire un minimo di coscienza democratica "allargata e condivisa" in questo paese. Sarà un lavoro lungo.

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  4. Agurissimi Sab...



    Mi farò viva presto. In questo periodo non sto curando molto nè il mio blog ne quello degli altri...



    Un bacio forte

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  5. pazyryk, se è per questo allora stiamo delirando in due. L'informazione assuefatta e omolagata, parlo della grande informazione, quella che incide e fa opinione ha provveduto a mettere la potente sordina.

    Ziby, bentornato dunque con riflessioni assai interessanti, ma conoscendo il "soggetto" non mi stupiscono, semmai mi accorgo quanto siano mancate.

    Hai ragione sui torti "più" torti degli altri e sull'anima ferita assai più che la vetrina di un fast food. La differenza è che queste ultime portano voti, a seconda delle circostanze e infrangono l'idolatria del soldo e del mercato. E poi si vedono e si possono spendere ogni volta. Le prime, invece, restano invisibili e dolorose ferite nell'anima. Nessuno più rivendica le radici e la matrice antifascista della Costituzione e della Repubblica. Chissà che hanno combattuto a fare e, soprattutto, non si accorgono di essere di nuovo schiavi di un nemico micidiale e impalcabile come il dio-mercato?

    Andrò sul tuo blog, ovvio, a leggere le riflessioni che mi consigli.

    Un caro abbraccio

    Deb, grazie ancora una volta. So che ti farai viva, più che mai. Cura te stessa, ora.

    Un grosso bacio

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  6. qualcun* avrebbe potuto risparmiarsi gli episodi di villenza gratuita, che la gente non comprende.L'analisi complessa, come quella di De Luca non è per tutt*: di quell'11 marzo cittadini e cittadine di Milano e d'Italia ricordano le automobili incendiate, le vetrine distrutte...mentre i fascisti hanno lasciato tutto com'era...tranne la democrazia aggiungo io... bisogna avere coraggio fino in fondo, se no è meglio tacere....

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  7. folata, non credo che l'analisi di De Luca sia così complessa. Io mi trovo d'accordo con lui, certo non con chi ha agito con violenza, ma... proprio ieri, 20 giugno, Beppe Grillo ha denunciato il fatto gravissimo che venticinque di loro marciscano a San Vittore da tre mesi, senza alcun processo. E questo mi sembra più grave degli incidenti e della piazza concessa ai fasci. Inaccettabile, poi, quest'ultima trovata.

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