giovedì 24 marzo 2005

Il paradosso della festa

Mi trovo a considerare, negli ultimi giorni, come le feste in arrivo siano presunte occasioni liete, perché in realtà e molto più prosaicamente, introducono o rinnovano momenti di contrasti e mai sopiti rancori. Oppure, rivelano la loro incapacità di manifestarsi pienamente di fronte a situazioni drammatiche e piene di angosciose incognite.

C’è un collega, neo sposo e perciò all’esordio nelle circostanze di prammatica, sul quale gravano gli obblighi che derivano dal nuovo status acquisito (visite dovute, sparigliamento della coppia tra genitori e suoceri), ben lontano dall’immagine più sbarazzina di single, anche se Pasqua con chi vuoi sarebbe contrapposta al Natale con i tuoi,

Un altro, invece, lamenta il padre in ospedale, affidato a cure palliative più che altro. Verrò dimesso venerdì o sabato, ma la sostanza non cambia. Temo si parli in termini di mesi. E perciò, anche per lui, l’occasione di festa sarà un ulteriore motivo che accentuerà disagio e dolore. Una malattia che forse rallenterà, ma ormai irreversibile nel decorso.

Poi c’è chi ormai è rassegnato ad ospitare, in un convivio allargato, suoceri, cognati, nipoti, con quei parenti serpenti, solo alcuni per sua fortuna, che proprio in queste ricorrenze si manifestano nella loro vera natura, come se il motivo di festa autorizzi qualunque atteggiamento e conseguente resa dei conti. La replica, non si sa se più dovuta o temuta, sarà il giorno dopo con grigliata all’aperto. Le incombenze della vita matrimoniale, mi viene spiegato con un sospiro lungo da qui all’eternità.

Insomma, il trionfo della falsità delle feste dove sono tutti allegri e sorridenti ad uso e consumo della pubblicità oppure, come mi scrive una cara amica che apprezzo ogni giorno di più, l’immagine stereotipata da famiglia del Mulino Bianco, paradigma dell’Avere contrapposto all’Essere.

Tanti motivi che fanno quasi rimpiangere il ponte pasquale, come se l’opportunità di rifiatare riappropriandosi, anche se per poco, di ritmi di vita più naturali, espungesse da questi il buon senso, la serenità e la capacità di apprezzare le cose semplici, quelle che più delle altre racchiudono l’essenza dell’Essere e rifiutano l’Avere.

10 commenti:

  1. Parole sante, Fratello.

    Ieri sera parlavo con un amico, gestisce con la moglie un alberghetto in Romagna: per la prima volta, dopo 37 anni, non apriranno per Pasqua.

    Hanno ricevuto solo 2 prenotazioni, contro le 15 di un anno fa.

    Commenti?

    Superflui, direi.

    Un abbraccio antederbystico...

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  2. ...dicevo che in effetti gli avvenimenti si commentano da sè e allargano le considerazioni.

    Abbraccio da... semifinalista in pectore :-)))))

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  3. Ma sai, la Pasqua non mi ha mai ispirato gran che, tranne forse nel Mesozoico quando trepidavo per i giorni di vacanza e le uova di cioccolata (con sorpresa deludente, era una vergogna e nessuno mai si ribellò).

    Però lo scorso Natale ho molto riflettuto sulla perdita di uno spirito che consideravo prezioso e mi consentiva di assaporare i piccoli dettagli della festa... non la celebrazione del consumismo, e sinceramente neppure quella della religiosità, mi riferisco al semplice gusto di star insieme alle persone

    care.

    E lo stesso il Natale precedente...

    Le spiegazioni potrebbero essere tante (p.es., che alla fine l'entusiasmo svanisce se non trova riscontro), tediose e in definitiva aleatorie.

    Allora preferisco dirti che il giorno del mio 25° compleanno (dunque siamo passati al Neozoico), in perfetta e un po' inquieta solitudine, inseguii un guizzo di idea e me ne andai a visitare Perugia.

    Sai una cosa? Ancora oggi sono contento d'averlo fatto.

    Ciao, bello.

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  4. qualche anno sulle spalle...ci insegna a non aver aspettative......un buon libro nella borsa e si sfumano tutti i dissapori sopiti :-)))).....oppure...sgattaiolare di soppiatto per una bella passeggiata ristoratrice.E....imperativo categorico...rifiutare le ammucchiate di pasquetta... Funziona!

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  5. Fratello, più in basso del pectore, e dall'altra parte....

    augurissimi!

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  6. tigrissimamarzo 26, 2005

    Pochi di noi possono vantare una famiglia felice con la quale dividere insieme queste odiose feste. Io per scelta resto sola sempre, da anni e mi rifiuto di mangiare e bere le cose tradizionali che sanno di insinuante falsita' che tutti detestano, a parte i bambini che adorano essere viziati di dolci e giocattoli. Non sono pessimista ma in questi giorni temo il telegiornale di Pasquetta dove elencheranno l'eccidio sulle autostrade.. A parte tutto ti auguro pace, e la cosa bella e' che non si lavora... bye byes

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  7. Blue__Angelmarzo 27, 2005

    Ci sarebbero tante cose da scrivere su questo post,è un pò quello che sto vivendo io...vale a dire che anche le feste,paradossalmente,tendono a deprimermi accentuando la solitudine.

    In ogni caso...tanti carissimi auguri di Buona Pasqua con tutto il cuore.

    Un abbraccio,buonanotte

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  8. DOVESEI :-)))



    ZIBY, sarà mica una coincidenza il ritrovamento di sostanze molli nei resti di un dinosauro?



    FEAU, mentre eri in viaggio sono riuscito a finire tute le uova. E adesso pago pegno. Grazie, comunque.



    MALIBRA, benvenuta. Tutti espedienti più validi e che andrebbero messi in pratica per evitare ingorghi di ogni genere. Le ammucchiate, poi, non mi sono mai piaciute. E l'unica aspettativa è che le fatali 24 o 48 ore scivolino via senza danni. Io ce l'ho fatta, sentirò le impressioni degli altri domani, al rientro - ahimè - in ufficio.

    Torna quando vuoi. Ciao.



    TIGRISSIMA, completamente d'accordo, in particolare sul fatto che non si lavora.

    La falsità ormai si è insinuata dovunque, inquinando circostanze da cui dovrebbe essere bandita. Stanno meglio i bambini, ovvio.

    Per il resto auspico pace anche a te e non solo nei giorni di festa.



    BLUE_ANGEL, sei la solita carinissima e deliziosa persona (anche per ciò che hai scritto nel post precedente). Spero che la depressione sia in libera uscita, anche se devo ancora aggiornarmi.

    Meriti milleuno giorni di festa, ma di quella vera, che fa sorridere il cuore. E verranno, questi momenti intensamente ricchi di emozioni piacevoli, almeno pari al disorientamento attuale.

    Un abbraccio

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