domenica 24 maggio 2009

Il sangue dei giusti















Il giorno in cui nacque Capaci era un sabato, proprio come questo che se n’è da poco andato. Un giorno drammatico che avrebbe avuto il potere di rendere mesto ogni successivo 23 maggio.


Ho tra le mani “la Repubblica” del giorno dopo, domenica 24 maggio 1992. Fa parte di quei quotidiani che è doveroso conservare: rappresentano l’epoca che abbiamo vissuto, simboleggiano la nostra memoria. Per non dimenticare.


Il giornale aveva mezza pagina occupata dal titolo, coni caratteri riservati solo ai grandi eventi. Cubitali, si sarebbe detto una volta.


Nell’altra metà una bella foto del magistrato assassinato, tra l’editoriale di Eugenio Scalfari “Non c’è più tempo” (si stava eleggendo il nuovo capo dello Stato che poi, nel giro di 48 ore, sarebbe stato Scalfaro) e il sommario dei vari articoli. Quel “da pagina 2 a pagina 11” che racchiudeva le firme più illustri del giornale chiamate ad esprimersi. Il pezzo principale, che riempiva una pagina e mezzo, era stato affidato ad Attilio Bolzoni, corrispondente da Palermo. Veniva pure riportata l’ultima intervista rilasciata al quotidiano in cui Falcone ammoniva: “La mafia non dimentica, non è una piovra, è una pantera feroce. Con la memoria di un elefante”. E, accanto, la profezia di Buscetta: “Sarai famoso, è la tua fine”. “la Repubblica”, a quel tempo, non usciva il lunedì. Nella tragica circostanza avrebbe mandato in edicola un’edizione speciale, come annunciato da un riquadro in prima pagina.


Ricorda Wkipedia: “Nel tragico attentato sono rimasti miracolosamente illesi altri quattro componenti del gruppo al seguito del magistrato: l'autista giudiziario Giuseppe Costanza (seduto nei sedili posteriori dell'auto blindata guidata da Falcone) e gli agenti Paolo Capuzzo, Gaspare Cervello e Angelo Corbo”. Chissà che fine hanno fatto questi ultimi tre agenti che, comunque, hanno potuto raccontare, forse, l’inferno vissuto in diretta.


 

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