mercoledì 19 novembre 2008

Il misirizzi







Intabarrato in uno sciarpone legato stretto stretto attorno al collo, perché se si srotola ci  inciampa, il prode Renatino Brunetta ha stabilito che i “fannulloni spesso stanno a sinistra”. Un raglio emesso senza naturalmente alcuna prova, ma aggiunto alla stordente canea del caravanserraglio di “popolani della libertà di fare ciò che c. ci pare”. Furbetto anche lui, come gli altri della sua razza, con seri problemi di crescita pure al cervello. E ipocrita come i tanti bulli della sua specie. Perché quei soliti rompi (e fannulloni anche loro?) dei giornalisti dell’Espresso hanno proprio confezionato una bella inchiesta, servendolo di barba e capelli.


Riporto solo la prima parte dell’ottimo lavoro (come sempre) di Emiliano Fittipaldi e Marco Lillo; la versione integrale è possibile leggerla qui.


 


Che furbetto quel Brunetta


di Emiliano Fittipaldi e Marco Lillo


La trasferta a Teramo per diventare professore. La casa con sconto dall'ente. Il rudere che si muta in villa. Le assenze in Europa e al Comune. Ecco la vera storia del ministro anti-fannulloni


La prima immagine di Renato Brunetta impressa nella memoria di un suo collega è quella di un giovane docente inginocchiato tra i cespugli del giardino dell'università a fare razzia di lumache. Lì per lì i professori non ci fecero caso, ma quella sera, invitati a cena a casa sua, quando Brunetta servì la zuppa, saltarono sulla sedia riconoscendo i molluschi a bagnomaria. Che serata. La vera sorpresa doveva ancora arrivare. Sul più bello lo chef si alzò in piedi e, senza un minimo di ironia, annunciò solennemente: "Entro dieci anni vinco il Nobel. Male che vada, sarò ministro". Eravamo a metà dei ruggenti anni '80, Brunetta era solo un professore associato e un consulente del ministro Gianni De Michelis. Ci ha messo 13 anni in più, ma alla fine l'ex venditore ambulante di gondolette di plastica è stato di parola. In soli sette mesi di governo è diventato la star più splendente dell'esecutivo Berlusconi. La guerra ai fannulloni conquista da mesi i titoli dei telegiornali. I sondaggi lo incoronano - parole sue - 'Lorella Cuccarini' del governo, il più amato dagli italiani. Brunetta nella caccia alle streghe contro i dipendenti pubblici non conosce pietà. Ha ristretto il regime dei permessi per i parenti dei disabili, sogna i tornelli per controllare i magistrati nullafacenti e ha falciato i contratti a termine. Dagli altri pretende rigore, meritocrazia e stakanovismo, odia i furbi e gli sprechi di denaro pubblico, ma il suo curriculum non sempre brilla per coerenza. A 'L'espresso' risulta che i dati sulle presenze e le sue attività al Parlamento europeo non ne fanno un deputato modello. Anche la carriera accademica non è certo all'altezza di un Nobel. Ma c'è un settore nel quale l'ex consigliere di Bettino Craxi e Giuliano Amato ha dimostrato di essere davvero un guru dell'economia: la ricerca di immobili a basso costo, dove ha messo a segno affari impossibili per i comuni mortali. (…)


In un due tabelle pubblicate qui e qui a corredo dell’inchiesta, emerge poi l’aspetto singolare di questo “hobbit” de’ noantri: si comporta esattamente come il bue che dice all’asino cornuto. Nella sua prima legislatura al Parlamento europeo le presenze furono di poco superiori alla metà (53,7%), mentre nella seconda legislatura salirono un pochino: 63,8%. Non esattamente quello che una volta si sarebbe definito: “stacanovista”. E fece pure storie perché all’aeroporto non c’era un auto blu per lui.


Tra i tanti lati nascosti dell'attività di Renato Brunetta a Strasburgo, c'è anche l'abitudine a massimizzare i guadagni volando low cost. Il meccanismo è noto: l'Europarlamento rimborsa forfettariamente il costo del volo (circa 800 euro) senza controllare quale sia la spesa effettivamente sostenuta per raggiungere la sede di lavoro dei deputati europei. Il risparmio finisce così nelle tasche degli eletti. Un meccanismo praticato da tanti che è stato criticato nel 2001 dalla tv tedesca Rtl. Brunetta volava spesso con Ryanair e atterrava all'aeroporto di Baden in Germania, a 60 chilometri da Strasburgo. Il castigafannulloni a quel punto pretendeva di trovare un servizio efficiente di navetta che lo aiutasse a raggiungere rapidamente il lavoro. E lo ha messo nero su bianco in una lettera di protesta. Gli rispondeva a stretto giro il segretario generale Julian Priestley.


LEGGI LA LETTERA


Prima gli ricordava che "il servizio degli autisti dell'europarlamento non è autorizzato a effettuare corse dall'aeroporto di Baden con le auto di servizio" e poi, dopo essersi mostrato dispiaciuto per "il grave inconveniente che ha perturbato il suo arrivo all'europarlamento il 15 febbraio 2006, così come quello dei colleghi Musumeci, Bonino e Rizzo", prometteva di interessarsi presso il Comune di Strasburgo, responsabile per i trasporti. Se avesse preso il taxi da Baden, come facevano molti, Brunetta avrebbe dovuto pagare la differenza tra il rimborso forfettario e il costo effettivo”. (…)


 L’espresso (20 novembre 2008)


Ma il furioso Renatino cade in casa, anzi crolla completamente nel consiglio comunale di Venezia dove, dal 2000 al 2005, si fa notare per la sua assenza (ma forse era anche arduo individuarlo quand’era presente tra gli alti banchi). Nel primo anno le presenze sono di tutto rispetto: 75%. Però alla fine della legislatura arriva stremato (bisogna capirlo, faceva doppio lavoro) Nel 2004 partecipa ad appena il 15% delle sedute, per poi svanire l’anno dopo (11,1%). Ci fossero stati, allora, quei tornelli che tanto ama, perché ci passa sotto… (Vauro dixit).


È tutta da gustare l’inchiesta dell’Espresso, ma qui voglio aggiungere una testimonianza autentica, che mi è stata girata con la cortesia di omettere riferimenti. Si tratta di una dipendente del pubblico impiego che affronta un aspetto, forse meno spettacolare, certo poco dibattuto, ma assai concreto e reale di un decreto criminoso per le ricadute che avrà.


“Questo è il mio trentesimo anno di servizio nella scuola e in tutta la mia carriera non ho mai chiesto al medico un certificato tanto per stare un po’ a casa, come da “presunta fannullona” avrei dovuto fare. Anzi da molti anni, ormai, mi sottopongo a file interminabili, per la vaccinazione antinfluenzale, in modo da non ammalarmi durante l’inverno.


La scorsa settimana ho dovuto chiedere al mio Dirigente scolastico un giorno di permesso retribuito (sono soltanto tre in tutto l’anno) per una visita di controllo al reparto di endocrinologia presso l’ospedale della mia città. Avrei potuto ottenerlo per motivi di salute, ma ho preferito evitare per non vedere sul mio statino paga di ottobre la trattenuta di euro 9.90. Non per la cifra, ovviamente, ma per una questione di principio.


Fino all’avvento del ministro Brunetta potevo usufruire di un giorno di assenza per visita specialistica e non mi vedevo decurtare un centesimo dallo stipendio. Eppure dovrebbe saperlo, il ministro, che la prevenzione è importante e che noi donne abbiamo la necessità di eseguire accertamenti e controlli periodici per evitare l’insorgenza di: tumori al seno, tumori al collo dell’utero, tumori alla tiroide, malattie degenerative alle ossa dopo la menopausa e così via.


Vorrei sapere dal dottor Brunetta: come mi dovrò organizzare, durante i mesi a venire, visto che avrei altri 4 o 5 controlli prenotati da tempo? E come fare per sottopormi a terapia logopedistica (sono in lista di attesa da febbraio) per un problema alle mie corde vocali, poiché dopo 30 anni d’insegnamento rischio di perdere l’uso della voce? Non credo che la terapia possa personalizzarmela a seconda del mio orario di servizio, né ho intenzione di pagare le strutture private che, per tre sedute, mi hanno chiesto 70 euro. Anche perché, con tre sedute, non risolvo il problema.


Grazie Brunetta”.

3 commenti:

  1. Qui il mio commento!

    http://sp1938.blogspot.com/2008/11/post-aperto-al-nano-cattivo.html

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  2. Praticamente si dice "Ma anvedi da che pulpito!...Pure lui è un fannullone!" Pure lui.. Il che vale a dire che non ha titolo di condurre una battaglia anti-fannulloni chi lo è a sua volta. Ma non una parola nel merito dei provvedimenti che ha preso. Sulla sostanza. Non una riga sul taglio degli incentivi ai dipendenti pubblici, sull'incostituzionalità degli arresti domiciliari in caso di malattia e sulle altre nefandezze che ministro e governo stanno attuando sulle spalle dei lavoratori del pubblico impiego. Niente di niente sulla scorrettezza della campagna denigratoria messa in campo per raccogliere il consenso di pancia dell'opinione pubblica, farcita di bugie e falsità.

    Per mettere una ciliegina sulla torta, venerdì mi capita in mano anche una copia di Specchio.. Un bell'articolone di elogi al ministro ed alla sua azione.. Un' intervistona nella quale il ns (al solito senza contradditorio) si è lisciato una a una le penne che non ha, aiutato nell'impresa (già facile di per sè) dal giornalista di turno, di parte..

    Che dire? Io sono avvilito, davvero, e parecchio..

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  3. Brunetta ha capito come fare per assicurarsi la simpatia di certi elettori, quelli che hanno, diciamo così, un tipo particolare di mentalità: le spara grosse, usa paroloni- i "fannulloni"- che colpiscono immediatamente l'immaginazione delle persone, creando anche un capro espiatorio utile per far scaricare tensioni e frustrazioni.



    Fare di tutta un'erba un fascio, semplificare al massimo, tagliare con l'accetta e affermare autentiche bestialità è tipico di questa compagine governativa. Dispiace dirlo, ma in massima parte le persone sono superficiali: si abbeverano a slogan e frasi fatte, per cui chi riesce a sfruttare la psicologia delle masse ha buon gioco in politica.

    Profondamente amaro ma vero.

    Romina



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