martedì 19 dicembre 2006

Conflitto irrisolto



Su un autobus, insolitamente pieno, mi ritrovo accanto alcune adolescenti che fanno gruppo stazionando nei pressi della porta di uscita. Tutte regolarmente in divisa da sedicenni rampanti, zainetti onusti di pelouche, pittati con frasi da baci perugina, intercalate da quei misteriosi acronimi, che un attento osservatore decritta agevolmente (tvb, ttvtb) fino agli inevitabili “tre metri sopra il cielo” quando ci si trova con lui.


L’abbigliamento è fintamente trasandato e ciascuna indossa un accessorio che serve a differenziarla. Di una, segnatamente, mi colpisce un dettaglio peraltro assai vistoso. Biondina, capelli lunghi, pelle chiaro di luna, labbra screpolate, evidentemente ci tiene ai particolari e alla combinazione di colori. Infatti il suo pulloverino corallo fa pendant con l’intimo. Non col reggiseno, ma con le mutandine che fuoriescono per una buona metà dai jeans a vita molto bassa, quasi rasoterra. È perfettamente a conoscenza di questa caratteristica, ma non mostra ovviamente di preoccuparsene, né lo sono le sue amiche che vestono con maglioni di due taglie inferiori e che permettono alla pancia di prendere aria.


La loro conversazione è frenetica, gli argomenti sfiorati tantissimi, tempo un minuto e si passa ad altro. Vi è quasi una voracità onnivora nel divorare ogni tema possibile: dalle vicende scolastiche, agli appuntamenti con gli amici, dall’idea di un pigiama party da condire con film horror fino alle serie tv che tutte hanno già visto su Sky, (gettonatissime Dr.House, Lost e Grey’s’ Anatomy. Gusti che sono analoghi ai miei). Noto, pensandolo, come siano scarsissime le capacità di attenzione e concentrazione. Mi accorgo, scrivendolo, di aver adoperato un termine: “gettonatissimo” che sarebbe per loro di misteriosa origine.  


Conversando con un amico, mi capita di citare – per tutt’altri motivi – il breve viaggio fatto e non manco di sottolineare i dettagli di abbigliamento. La descrizione della biondina slavata colpisce la sua attenzione, ma la reazione non è certo quella che potevo aspettarmi da una persona colta, di notevole sensibilità, misurata nelle parole e nelle valutazioni. “Poi dice che uno se le fa”.


Ecco, penso tornando a casa, se anche un ragazzo simile pensa ancora questo, se è rimasto sorprendentemente fermo ad un concetto di così basso livello, molto più dei jeans della ragazzina, ci si può aspettare qualcosa di diverso da coloro che sono sprovvisti di strumenti intellettuali come quelli posseduti dal mio amico?


Il panorama si presenta così desolante, squallidamente illuminato dalle luci del varietà che non riescono a dissipare le gravi ombre calanti sulle coscienze e sulla dignità delle persone. E restano gli interrogativi. Perché io non sono arrivato alle stesse conclusioni? Cosa serve ancora per chiarire il diabolico equivoco? Ed è così difficile da capire un “sì” quando è "sì" e un "no" quando è “no”?

7 commenti:

  1. Ho sempre pensato che la vera indole delle persone si riconosca proprio da certi dettagli, cioè da frasi infelici come quella pronunciata dal tuo conoscente.

    L'eventuale sensibilità e profondità di chi conosciamo, doti peraltro rarissime, emergono da piccoli dettagli, da impercettibili sfumature, da gesti fatti al momento opportuno: questo occorre guardare per comprendere con chi si ha a che fare.

    So per esperienza quanto si possa restare delusi da persone apparentemente colte e raffinate, studiose e "intelligenti". Senza contare che, a volte, alcuni sembrano acuti se considerati nello svolgimento della propria professione, ma, al di fuori di essa, sono il Nulla.

    Naturalmente non mi riferisco al tuo amico, che non conosco, ma intendo parlare in generale.

    Romina

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  2. anche a me capita di vedere tutte le volte che prendo il bus o cammino in centro, ragazze di questo tipo. Ma anche ragazzi..senza ombelichi in vista. il primo commento che mi viene alla mente è che siamo alla fiera dell'omologazione: sono tutte uguali...terrificante!

    Il tuo amico sbaglia, non c'è dubbio.

    Chissà che ne direbbero queste ragazzine?







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  3. Alla loro età non eravamo tanto diversi ...sono ragazzi che hanno necessità di crearsi una "identità" ..non trovando più dei riferimenti forti negli adulti sembrano essere allo sbando. Non tutti lo sono, per fortuna, ma per reazione di difesa c'è il rischio di una eccessiva omologazione dei comportamenti .



    auguriiii

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  4. Ovviamente non si può che condividere la conclusione che trai nell'ultimo paragrafo.

    Sono d'accordo anche con i commenti che mi hanno preceduto.

    Ma dei genitori di questi/e ragazzi/e, che ne dite?



    Sergio

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  5. Tanti auguri di Buon Natale Buon Anno a tutti.

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  6. ilvecchiodellamontagnadicembre 24, 2006

    Credo che tutte quelle pancine e braghette fuori dai pantaloni siano un appello: vedete? siamo qui, vogliateci bene! Invece dell'amore, che a quell'età si confonde ancora con le fiabe ,troveranno chi " se le vuole fare", convinto anche di essere stato "stuzzicato". Ahimè, ahimè.

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  7. Romina. considerazioni non solo sensate ed opportune, ma pure condivisibili. In particolare, colpiscono anche me certi dettagli e sfumature che permettono di farsi un'idea più appropriata di una persona.

    sermau, è certamente vero che siamo all'omologazione più totale e questo è assai deprimente. Cosa direbbero loro? Forse che si sentono libere e innovative e che non vogliono lanciare alcun messaggio. Temo che la capacità vera di essere affrancati dalle mode e liberi nel pensiero sia ormai annacquata. E loro pensano esattamente il contrario.

    Alderaban, la fragilità dei modelli di riferimento mina la loro costituzione mentale. E si omologano. Più che rischio ormai è realtà.

    sermau, molti di questi genitori appartengono alla prima generazione cresciuta con la tv commerciale: qualcosa vorrà pur dire.

    ilvecchiodellamontagna, in parte può anche essere vero ed è un peccato che siano così malamente equivocate. Penso che abbiano ancora bisogno di sognare, di fiabe, mentre sono costrette a convergere sul lolitismo. Che non è certo un'attenuante per i tanti lupi cattivi.

    Per altri aspetti ritengono di essere libere, senza regole e invece sono più che mai omologate. Peraltro ho ragione di credere che una buona parte non si ponga problemi così "adulti".

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