giovedì 22 marzo 2012

L’incubo dei 100 anni

24 marzo 2002










È il titolo ad attirare la mia attenzione. Sto per gettare nella differenziata della carta uno dei tanti inserti pubblicitari che accrescono lo spessore dei quotidiani, ma mi fermo.
Si tratta di un supplemento a pagamento, curato da un’agenzia specializzata, allegato al “Sole 24 Ore” del mese scorso e commissionato dalla Società Italiana di Gerontologia. Riferisce del congresso nazionale,il 56°, che si è svolto tra novembre e dicembre 2011 a Firenze. La prospettiva, per chi scrive, è ancora lontana, però il titolo m’infastidisce lo stesso: “Preparati a vivere 100 anni”. Con quale scopo?
Per quale motivo si dovrebbe accogliere con soddisfazione un simile orizzonte?
Per lavorare – se si ha la fortuna oggi di farlo – ancora di più?
Per bloccare l’accesso ai giovani perché costretti a rimandare di anno in anno la pensione?
Ma il tempo per se stessi, per i propri affetti, le proprie passioni quando si renderà compiutamente disponibile?
Davvero è confortante che i geriatri e i gerontologi si prodighino per allungare la vita, quando le condizioni della stessa saranno funzionali soltanto alla perversa logica di vivere per lavorare?
Come si può parlare ancora di qualità della vita?
Il tempo per la proliferazione di queste domande e poi l’inserto prende la direzione già decisa. Meglio non campare fino a 100 anni, ma sperare che la salute non venga meno per apprezzare con lucidità quello che c’è oltre l’orizzonte dell’orario continuato dalle 9,00 alle 17,00.

1 commento: