domenica 15 febbraio 2009

San Valentino: interpretazioni sul tema









2009-02-14 20:40 Bari: abusava della figlia,meglio io di altri


MOLFETTA (BARI) - "Meglio che lo faccia io prima che lo facciano gli altri". Anche questo diceva a sua figlia appena quattordicenne per giustificare gli abusi sessuali cui la sottoponeva. L'uomo, un giovane padre di 34 anni che è stato arrestato questa mattina, aveva ridotto la figlia in stato di totale soggezione, minacciandola, picchiandola e ricattandola. Se la ragazza cercava di sottrarsi alle sue attenzioni, lui le vietava uscire di casa, di usare il motorino e le negava la paghetta. La ragazza, dopo avere subito per quasi un anno si è confidata con una sua parente e poi con un ufficiale donna dei carabinieri e una psicologa che l'hanno aiutata a denunciare tutto. Del caso si è occupato il sostituto procuratore di Trani Mirella Conticelli che ha ottenuto dal gip un'ordinanza di custodia cautelare nei confronti dell'uomo con l'accusa di violenza sessuale, minacce, maltrattamenti e lesioni personali. La ragazza da piccolissima è stata cresciuta dalla nonna materna poiché i genitori, divenuti tali appena ventenni, si erano separati subito. La mamma vive con un nuovo compagno. Circa un anno fa, la ragazza era andata a vivere con il padre dopo che l'uomo era uscito di prigione avendo finito di scontare una condanna per reati legati al traffico di stupefacenti. Per lei si è trattato di un anno d'inferno. Il padre la obbligava ad avere rapporti sessuali sostenendo che oramai era tempo e che se non con lui lo avrebbe fatto con altri. Se la ragazza si opponeva lui la picchiava e la segregava in casa, le impediva di vedersi con le amiche, di fare una vita normale. La ragazzina, dopo avere subito per circa un anno, ha confidato i soprusi alla nonna e poi a persone esperte che l'hanno aiutata a superare la vergogna e la paura e a denunciare. Ora è andata a vivere con la madre, ma sarà il Tribunale per i minorenni a stabilire se questa sarà la dimora idonea per restituirle serenità e per garantirle una crescita armoniosa. In questa vicenda e nelle indagini gli investigatori e i magistrati hanno seguito un 'protocollo di indagine per i reati di violenza sessuale o contro minori', redatto da due sostituti della procura di Trani, Mirella Conticelli e Carla Spagnolo che si è rivelato - hanno sottolineato gli investigatori - molto utile per vincere la reticenza e la vergogna della vittima.


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2009-02-14 21:40 Bologna: 15/enne stuprata, arrestato un tunisino


di Michela Suglia


BOLOGNA - Per una volta un litigio è stato provvidenziale. Il testimone dello stupro avvenuto ieri sera contro una ragazza di 15 anni alla periferia di Bologna, 'benedice' il bisticcio con la moglie. Era appena uscito di casa per sbollire il nervosismo. Poco dopo le urla e la violenza nel parco di fronte. Ha chiamato la polizia, che in pochi minuti ha bloccato l'aggressore, clandestino di 33 anni scarcerato da un mese. "Ma non ho fatto in tempo a impedirla. Poteva essere mia figlia - si rammarica - Alla fine, quando mi sono reso conto che è un'amica di mio figlio, mi sono messo a piangere con lei". L'ennesimo oltraggio a una donna è arrivato in città poco dopo le 22, tra i cespugli in penombra del parco che è davanti a una polisportiva, lungo una strada abbastanza trafficata. E' il ritrovo degli adolescenti del quartiere. E della vittima, che lì ieri sera - come aveva detto al fratello - stava aspettando gli amici.


Per arrivarci da casa sua, le è bastato attraversare la strada. Poco dopo è comparso il 'bruto'. Un ragazzone di corporatura robusta, un perfetto sconosciuto per la quindicenne. Le ha messo un braccio intorno al collo e le ha detto: "Vieni con me". Poi di fronte alla sua resistenza, ha aggiunto: "Adesso facciamo quello che dico io". Il resto sono pugni e schiaffi contro la ragazza trascinata a forza tra i cespugli. Lì le ha tirato giù i jeans violentandola. Ma dall'altra parte della strada c'era un conoscente della vittima che abita nella palazzina di fronte alla sua. "Allora ho avviato la macchina, ho fatto inversione di marcia e mi sono avvicinato. Nel frattempo ho chiamato il 113", ha raccontato l'uomo, che zoppica per un problema al ginocchio. E a chi passava di lì a piedi o in macchina, ha chiesto aiuto ma inutilmente. "Incredibile che di fronte all'aggressione di una donna, indipendentemente da chi sia, prevalga l'indifferenza. Anche questa è una cosa che mi ha colpito moltissimo".


A ringraziarlo per telefono è stato più tardi il questore Luigi Merolla, che si è anche complimentato con gli agenti della volante accorsa. E' stato solo alla loro vista che l'uomo ha interrotto lo stupro. Inseguito, è stato bloccato poco lontano. Alla polizia ha detto di chiamarsi Jamel Moamid e di essere un tunisino, in Italia da aprile. Alle spalle ha un'espulsione e due arresti per violazione della legge sull'immigrazione e per spaccio di eroina nella stessa zona dello stupro. Per questo secondo reato è stato arrestato il 7 agosto scorso e rilasciato il 15 gennaio dal carcere di Lanciano (Chieti) su provvedimento del tribunale delle libertà di Bologna per revoca della custodia cautelare, su istanza del suo difensore. Ieri notte la vittima è stata medicata per fratture al setto nasale e presa in cura dai medici del pronto soccorso anti violenza dell'ospedale Maggiore. E' stata anche sentita dal pm Francesco Caleca. Andare avanti non sarà facile. Chissà se potrà aiutarla il ricordo di un'altra quindicenne che nell'estate del 2005 fu violentata in un altro parco bolognese, quello di Villa Spada. I due aggressori sono stati condannati a sette anni. Un buon precedente, almeno questo.


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Roma | 14 febbraio 2009


Fidanzatini aggrediti a Roma, in due abusano di una 14 enne


Ad abusare della ragazzina due uomini con accento dell'est


 


Una coppia di ragazzi, lei 14 anni e lui 16 anni, sono stati aggrediti nel tardo pomeriggio da due persone, probabilmente dell'Est europeo. I due ragazzi stavano passeggiando in via Latina, nel quartiere Appio, quando sono stati avvicinati da due uomini, che secondo la coppia avevano un forte accento dell'est Europa. I due hanno trascinato la coppia nel parco della Caffarella e lì hanno picchiato il ragazzo e abusato della ragazza. Poi hanno portato via i loro cellulari.


In ospedale accertata la violenza


I medici dell'ospedale San Giovanni hanno accertato la violenza sessuale. La ragazza e' stata stuprata e costretta ad un rapporto orale. I medici del San Giovanni hanno riscontrato sul corpo della giovane tumefazioni e graffi. La quattordicenne ha tentato più volte di difendersi e di sottrarsi alla bestialità dei suoi aggressori. Il ragazzo e' stato più volte gettato a terra dai violentatori ed ha subito un trauma ad una spalla. I fidanzatini stavano passeggiando nel pomeriggio di San Valentino, verso le 18, quando era già buio, in via Latina, una strada che costeggia il parco, dove sono stati trascinati dagli aggressori. Il parco, assai esteso, e' abitato frequentato da immigrati stranieri e nomadi, che trovano alloggio in baracche e ricoveri di fortuna come le vecchie fungaie sotterranee abbandonate, o in tuguri. Il parco della Caffarella e' un'oasi naturale tra il quartiere residenziale Appio Latino e l'Appia Antica.


Si cercano i due stranieri


E' caccia nella Capitale a due stranieri, dell'Est Europa, con carnagione scura, che hanno aggredito i due fidanzatini. La polizia, subito dopo la denuncia dell'aggressione, nel giorno di San Valentino, da parte dei due fidanzatini, sta setacciando il parco della Caffarella e le zone limitrofe dove abitualmente trovano ricovero immigrati e nomadi. A quanto si e' appreso in ambienti investigativi, i due ragazzi non hanno fornito un vero e proprio identikit degli aggressori ma una loro sommaria descrizione, anche per via del forte choc subito e del posto buio in cui sono stati trascinati.


La madre della ragazza, giustizia subito o me la faccio da sola

"Voglio giustizia subito altrimenti me la faccio da sola e che venga a dirmi qualcosa il ministro della Giustizia". A parlare, straziata dal dolore ma composta, e' la madre della ragazza di 14 anni violentata questa sera nel parco della Caffarella a Roma. La donna, che si trova nel corridoio del reparto ginecologia d'urgenza dell'ospedale San Giovanni, passeggia avanti e indietro davanti alla porta della stanza dove la figlia viene assistita dai medici. "Oggi, prima di quello che e' successo, mia figlia mi diceva fammi compagnia", ha detto la donna alle amiche che l'assistono in ospedale. Nel corridoio, oltre alla polizia, ai carabinieri, e ai vigili urbani, e' arrivata anche un'amica della ragazzina che ha abbracciato i genitori della vittima ed e' anche lei in attesa di notizie.


Il sindaco Alemanno


"Mi auguro e credo che gli inquirenti troveranno rapidamente i responsabili e mi auguro che, una volta assicurati alla giustizia, non ci sia nei loro confronti nessuna clemenza o indulgenza". Lo ha detto il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, commentando la violenza subita da due giovani fidanzati vicino al Parco della Caffarella a Roma. "Quando gridavo contro l'eccessiva clemenza della magistratura sui reati di violenza sessuale - ha aggiunto - purtroppo non avevo torto, perché l'emergenza continua ad essere molto forte e si concentra soprattutto nei non luoghi della periferia".


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Una società siffatta ha davanti un futuro da far tremare le nuove generazioni e desistere dal desiderio di aggiungere altri esseri viventi alla popolazione del Terzo millennio. Siamo già morti. Tutti. Ci illudiamo di essere in vita, ma si tratta di uno stato vegetativo irreversibile a cui siamo condannati, senza nessuno che possa interrompere alimentazione e idratazione. Simulacro di noi stessi.


 

4 commenti:

  1. Si, questa società fa' tremare. Ma la cosa su cui rifletto spesso è che, a parte le storie di ordinaria violenza che nascono dall'emarginazione, è nella 'sacra famiglia' che avvengono i peggiori delitti. Altra riflessione è che i genitori di questi disgraziati hanno, più o meno, la nostra età. Temo che siano il frutto della nostra educazione. Questa è un'amara costatazione. Ciao :)

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  2. No, io credo che queste cose siano sempre accadute, perfino in qualcuna di quelle che si definivano"le migliori famiglie". Non si sapevano perché una mentalità arretrata colpevolizzava più la vittima che non il carnefice. Molte madri, disperate, che non potevano prendersi il lusso di lasciare il marito, cercavano in tutti i modi di difendere le figlie ma non sempre ci riuscivano. Nonni, zii e parenti munifici, spesso abusavano delle giovanissime i cui genitori fingevano di non sapere e nessuno si sognava di denunciare, altrimenti quelle ragazze abusate non avrebbero mai trovato marito. Degli abusi sessuali sui minori il mondo è sempre stato pieno, solo che adesso televisione e giornali ne parlano . Qualche volta anche per non parlare di altro...

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  3. pietroatzenifebbraio 16, 2009

    E' una società al delirio e quello che colpisce di quest'ultimo periodo è l'accanirsi contro adolescenti. Spero che il governo, a parte eventuali altre misure, approvi il decreto, una volta tanto benedetto, che impedisca a questi vermi di passare quasi tutta la pena agli arresti domiciliari e che le inasprisca. Ciao, Pietro.

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  4. Illusionissimafebbraio 17, 2009

    Ormai e' un mondo cosi' strano, di sicuro mi fa passare la voglia di mettere al mondo figli...

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