sabato 7 febbraio 2009

La morte annunciata





Se davvero volessero salvare chi è condannato a morte lo dovrebbero fare con Roberto Saviano. È agghiacciante la sua consapevole certezza che la sentenza verrà eseguita. Restano solo da stabilire giorno e ora. E loro lasceranno che accada, mentre io non riconosco più niente di questo Paese, dominato da avvinazzati frequentatori di osterie che sono teleguidati da una macchietta con tessera P2 n° 1816. Possano tutti costoro essere dannati per sempre.


 


 


“La minaccia mafiosa riguarda l’ Europa non più solo l’Italia”“ così lo scrittore e giornalista Roberto Saviano nell’intervista esclusiva concessa a euronews.


Nel libro choc “Gomorra” ha denunciato gli affari sporchi della camorra napoletana e per questo la mafia lo ha condannato a morte.


La mia vera scorta – dice - è l’attenzione della gente.


 


euronews: Lo scorso Natale è scaduto il termine della sentenza di morte contro di lei pronunciata in prigione dal boss napoletano Carmine Schiavone. Invece siamo ancora qui. Coma fa a convivere con questa paura?


R. Saviano: Ciclicamente qualcuno dà una notizia sulla mia morte o sulla mia esecuzione. Loro per colpirmi aspettano solo che l’attenzione su di me e la mia vicenda cali. Perché oggi quello che mi tiene in vita non è la protezione (delle forze dell’ ordine ndr.) a cui sono certamente grato. Ma è l’attenzione della gente, la mia vera scorta è il successo generato dalle mie parole.

Loro, come lo stesso Carmen Schiavone ha dichiarato al quotidiano “Il Tempo”, aspettano semplicemente che la mia parabola scenda e che in qualche modo l’attenzione cali, intorno a me, intorno ai miei libri scemi. E’ tutto qui.




euronews: Come convive con questa paura?


Saviano: No, per me non è una paura. Io so benissimo che me la faranno pagare cara. Cerco, in qualche modo di capire come, quando e perché.


Nel senso che loro non arrivano mai, né quando c‘è tanta attenzione su chi li attacca o sanno che la figura che li attacca è forte. Il meccanismo sarà molto semplice e funzionerà così credo: tenteranno di distruggere la figura della persona che li attacca, hanno fatto così con tutti. Cercano di delegittimarti, dicono che sei un cialtrone, un plagiatore, un corrotto, un pagliaccio, loro per esempio mi chiamano molto così. Quando riescono a far passare questa lettura dei fatti, che tu non vali niente, a quel punto sei molto vulnerabile.




euronews. La camorra è in difficoltà?


R. Saviano: Magari… no. Più che in difficoltà si trova sotto assedio mediatico, che è il motivo per cui mi odiano. All’estero si chiedono come sia possibile che un libro dia così fastidio ad un’organizzazione tanto potente.


In realtà il libro ha dato fastidio perché è stato letto da milioni di persone ed ha innescato l’attenzione mediatica: televisiva, radiofonica, della carta stampata che loro prima non avevano.

Tutto questo ha generato una risposta dello stato maggiore. Perché con l’attenzione mediatica, non si può far finta di nulla, come si è fatto fino a qualche anno fa. E come si continua a fare in certe parti d’Italia.




euronews: Lei nel libro spiega come parecchi clan mafiosi abbiano utilizzato per decenni il settore delle costruzioni ed immobiliare per riciclare il denaro. Qual è la situazione adesso in piena crisi?


R. Saviano: E’ la stessa, nel senso che oggi con la crisi loro sono fortissimi, perché come denunciato dall’Onu e precisamente l’Ufficio studi sul narcotraffico, le grandi organizzazioni mafiose stanno entrando nelle banche internazionali che non avendo liquidità accettano di ricevere una liquidità sporca pur di resistere alla crisi. Questa è una cosa gravissima non solo perché il denaro sporco entra nelle banche europee, questo in realtà succede sempre. Ma ne entra così tanto in fase di crisi, che determinerà la politica finanziaria di queste banche in tempo di ripresa. Cioè loro investono nella crisi perché tra cinque anni, fra tre anni, insomma quando passerà, loro orienteranno le politiche delle banche: chi finanziare, quale imprenditore proteggere. Il problema è che oggi stiamo perdendo il futuro, oggi la mafia, le mafie, stanno ipotecando il futuro di questo continente.




euronews: Cosa dovrebbe succedere per ribaltare questa situazione. Immaginando che succedesse l’improbabile, cosa potrebbe fare esplodere “il sistema” la camorra.


R. Saviano: In realtà con questa crisi oggi, credo che i tempi per attaccare davvero le organizzazioni criminali siano diventati lunghissimi e tutto sommato il paese non vuole, il paese pensa ad altro. Il paese pensa in questo momento al lavoro precario alla mancanza di pensioni, alla questione delle intercettazioni. Crede che tutto sommato il problema mafioso sia uno dei problemi, non “il problema” .




euronews. Fino a che punto i poteri criminali hanno danneggiato e continuano a danneggiare l’Italia?


R. Saviano: Oggi credo che i poteri criminali stiano danneggiando maggiormente l’ Europa. Nel senso che in Italia i danni fatti all’economia risalgono agli anni novanta. Oggi l’economia tedesca, inglese, spagnola è profondamente infettata senza che i governi di questi paesi ne diano comunicazione ai cittadini. Oggi l’ Europa sta pagando il prezzo più alto della presenza dell’economia mafiosa e lo percepirà socialmente quando sarà troppo tardi, come l’Italia.




euronews: In tanti le hanno chiesto che riscriverebbe il libro “Gomorra” dopo avere sperimentato le conseguenze del suo successo. All’inizio lei rispondeva “senza alcun dubbio”, poi si è sentito prigioniero del suo libro..


R. Saviano: Da un lato non posso dire che non lo riscriverei perché è stato talmente importante anche come fenomeno editoriale. Tante persone si sono avvicinate alla lettura, persone che non entrerebbero mai in libreria lo hanno comprato, persone che non leggerebbero mai queste storie, vi si sono avvicinati.


Sul piano privato dico che non lo riscriverei mai, parlo della mia vita, al di là del libro è tutto talmente peggiorato tutto talmente esploso che non lo riscriverei, se dovesse essere solo un atto privato mio. Io ormai lo odio non ne posso piu’. Non ho alcuna simpatia per quel libro insomma.




euronews: Come vede il suo futuro, ce la fa a vedere dei progetti personali al di là di questa fuga forzata?


R. Saviano: Si, nel senso che tento di avere dei progetti. Una volta un vecchio giornalista italiano Enzo Biagi, fu il primo ad intervistarmi, mi disse -“il paese non ti perdonerà mai”- perché l’Italia non permette che si raccontino queste cose. D’altronde quando è uscito il film c‘è stato un coro enorme di attacchi, non si doveva parlare di queste cose. Il che può sembrare ridicolo da fuori. Per un americano, uno spagnolo non è pensabile un commento del genere. E invece fa parte profondamente della cultura italiana, che si parli delle colline toscane, della simpatia degli italiani, degli italiani brava gente, di politica, magari anche parlandone male ma tra di noi. Quindi in realtà il mio futuro non riesco neanche a vederlo, neanche ad immaginarlo.


euronews: Grazie per questa intervista.


(4 febbraio 2009)

1 commento:

  1. E noi l'attenzione non l'abbasseremo, vero Frank? Certo addolora che Saviano sia ridotto a maledire il suo libro. C'è da capirlo, comunque.

    Artemisia

    RispondiElimina