Dopo aver stretto mani, barattato saluti, abbracciato persone, scrutato i loro occhi talvolta seriamente (e a sorpresa) luccicanti, cosa rimane di un rapporto di lavoro che si è concluso ieri?
Venerdì 6 giugno 2008: una giornata particolare, l'ultima di attività in azienda. Una giornata che, l'ho capito ben presto, avrebbe assunto caratteristiche assai particolari e, in fondo, prevedibili. Per un'oretta ho adempiuto alle consuete mansioni, poi l'attenzione per le e-mail che mi arrivavano nella casella di posta mi ha indotto a trascurare tutto il resto. Com'era inevitabile che fosse.
Il giorno prima avevo deciso di scrivere questa lettera.
“Ai migliori colleghi
Domani sarà il mio ultimo giorno di lavoro in ... dopo 18 anni.
L’e-mail che state leggendo, non a caso è stata inviata in “copia per conoscenza riservata”, riservata appunto a quelli che ho definito “migliori colleghi” a vario titolo e per i motivi più diversi. Persone stimate, insomma. I “migliori colleghi” che ringrazio per la collaborazione ottenuta, per i suggerimenti dispensati, per i consigli ricevuti, per le conversazioni fatte, per le condivisioni scaturite, il cazzeggio e le risate dei tempi migliori.
Lascio in coda l’indirizzo di posta elettronica, senza impegno ovviamente, per ritrovarsi di tanto in tanto con l’aiuto del web.
Non assicuro che potrò salutare personalmente tutti, anche se non siete molti. E qui il filtraggio operato dai 18 anni si sente tutto, assieme alla mancanza di rimpianti.
Un caro saluto”.
La prima risposta arrivava da una ragazza esuberante e calorosa. Ne riproduco il testo mantenendo gli stessi caratteri.
“Sono SuperArci onorata di essere tra i pochi fortunati destinatari della presente e-mail!
Ancora grazie e un ENORME in BOCCA A LUPO (fortunato anche quel lupo....;o)....)
per tutto TUTTO!
Spero di riuscire a salutarti di persona...se così AHIME' non fosse.... affido i miei migliori auguri e saluti al pur sempre efficace mezzo elettronico che ... comunque accorcia le distanze e lascia sempre vivi i contatti!!!
Grazie a te!
AD MAIORA”.
Quindi ancora una ragazza.
“Cosa dire... intanto grazie, per il fatto che faccio parte dei tuoi "migliori colleghi", lo vivo come un premio e una sana gratificazione personale (è bello sapere che per qualcuno non sei stronza):))
A parte gli scherzi... Ti faccio i migliori auguri per i cambiamenti che andrai ad incontrare, ti auguro di conoscere persone semplici ma buone, come piacciono a te, questo può fare la differenza!!
Grazie del tuo indirizzo e-mail, ci terremo in contatto
Un abbraccio e buona fortuna”.
Seguiva ancora una replica femminile (è del tutto casuale la sequenza “in rosa”).
“Questa notizia mi ha colto di sorpresa perché' non sapevo nulla.
Ho saputo però che e' stata una tua scelta (probabilmente determinata anche dagli ultimi avvenimenti!!!).
Grazie di avermi inserito fra i "migliori colleghi" anche se negli ultimi tempi ci sono state sempre meno occasioni di incontrarsi e discutere.
Ti auguro un grandissimo in bocca al lupo per il tuo futuro lavoro e per tutto il resto
Ciao”.
Questa è una versione al maschile.
“Giuro che la cosa mi ha colpito come un fulmine a ciel sereno!! Non me l'aspettavo davvero!!
Mi fa piacere essere annoverato tra i tuoi "migliori colleghi" e non ti nascondo che quando fede calcistica e politica ci hanno unito nelle conversazioni ho passato dei momenti molto piacevoli, divertenti e spensierati.
Mi dispiace leggere della mancanza di rimpianti, sono 24 anni che sono qui e forse avrei dovuto avere il coraggio di cambiare prima, ma la cosa che più mi ha legato e che tuttora mi lega sono i rapporti che ho con i miei colleghi/amici. L'affetto per loro e per l'azienda spinge ancora ad andare avanti e sperare nel miracolo che torni il clima (e non solo quello) che una volta contraddistingueva questo ambiente e lo rendeva speciale!
In bocca al lupo”.
Nella successiva, di un altro collega, era soprattutto il titolo a colpirmi.
“MI MANCHERAI!!!!!!
Ti ho sempre stimato e anche per me sei sarai sempre uno dei miei "migliori colleghi"...... Anche se sento un magone nel petto perché so che come amico non avrò più il piacere di incontrarti di persona, vorrei in qualche modo condividere la tua gioa per la tua nuova avventura. Quindi ti rinnovo i miei migliori auguri per il tuo futuro.
Come accennavi nel tuo saluto non potrò mai dimenticare i momenti di gioia che abbiamo passato insieme nelle nostre dissertazioni e sopratutto nei nostri cazzeggi.... Sono contento di averti incontrato come collega e di salutarti come amico. Quindi ti lascio la mia email da subito e mi raccomando usala!!!”.
Dopo si sono susseguiti i saluti, alcuni sinceri, altri di prassi, stucchevoli ed eccessivamente zuccherosi. Promesse, sorrisi, numeri di cellulare scambiati, un paniere enorme di emozioni da portare con me... fino all'uscita, però. Lì, mi sono girato indietro, un attimo e per l'ultima volta ho percorso con gli occhi quello sfondo. Poi ho appoggiato, accanto all'ingresso, quel cesto contenente calde emozioni, travasando solo le più significative in un vasetto. Senza lacrime, analogamente alla carenza di rimpianti.
Con qualcuno già so che manterrò i contatti, perché il tempo ha operato la trasformazione da collega ad amico ed un rapporto extra era già esistente. Nulla cambia in questo caso. Verso altri resteranno tracce sulla sabbia che il vento a poco a poco porterà via con sé (libera citazione cult di Franco I e Franco IV, in un contesto assai diverso).
Venerdì 6 giugno 2008: una giornata particolare, l'ultima di attività in azienda. Una giornata che, l'ho capito ben presto, avrebbe assunto caratteristiche assai particolari e, in fondo, prevedibili. Per un'oretta ho adempiuto alle consuete mansioni, poi l'attenzione per le e-mail che mi arrivavano nella casella di posta mi ha indotto a trascurare tutto il resto. Com'era inevitabile che fosse.
Il giorno prima avevo deciso di scrivere questa lettera.
“Ai migliori colleghi
Domani sarà il mio ultimo giorno di lavoro in ... dopo 18 anni.
L’e-mail che state leggendo, non a caso è stata inviata in “copia per conoscenza riservata”, riservata appunto a quelli che ho definito “migliori colleghi” a vario titolo e per i motivi più diversi. Persone stimate, insomma. I “migliori colleghi” che ringrazio per la collaborazione ottenuta, per i suggerimenti dispensati, per i consigli ricevuti, per le conversazioni fatte, per le condivisioni scaturite, il cazzeggio e le risate dei tempi migliori.
Lascio in coda l’indirizzo di posta elettronica, senza impegno ovviamente, per ritrovarsi di tanto in tanto con l’aiuto del web.
Non assicuro che potrò salutare personalmente tutti, anche se non siete molti. E qui il filtraggio operato dai 18 anni si sente tutto, assieme alla mancanza di rimpianti.
Un caro saluto”.
La prima risposta arrivava da una ragazza esuberante e calorosa. Ne riproduco il testo mantenendo gli stessi caratteri.
“Sono SuperArci onorata di essere tra i pochi fortunati destinatari della presente e-mail!
Ancora grazie e un ENORME in BOCCA A LUPO (fortunato anche quel lupo....;o)....)
per tutto TUTTO!
Spero di riuscire a salutarti di persona...se così AHIME' non fosse.... affido i miei migliori auguri e saluti al pur sempre efficace mezzo elettronico che ... comunque accorcia le distanze e lascia sempre vivi i contatti!!!
Grazie a te!
AD MAIORA”.
Quindi ancora una ragazza.
“Cosa dire... intanto grazie, per il fatto che faccio parte dei tuoi "migliori colleghi", lo vivo come un premio e una sana gratificazione personale (è bello sapere che per qualcuno non sei stronza):))
A parte gli scherzi... Ti faccio i migliori auguri per i cambiamenti che andrai ad incontrare, ti auguro di conoscere persone semplici ma buone, come piacciono a te, questo può fare la differenza!!
Grazie del tuo indirizzo e-mail, ci terremo in contatto
Un abbraccio e buona fortuna”.
Seguiva ancora una replica femminile (è del tutto casuale la sequenza “in rosa”).
“Questa notizia mi ha colto di sorpresa perché' non sapevo nulla.
Ho saputo però che e' stata una tua scelta (probabilmente determinata anche dagli ultimi avvenimenti!!!).
Grazie di avermi inserito fra i "migliori colleghi" anche se negli ultimi tempi ci sono state sempre meno occasioni di incontrarsi e discutere.
Ti auguro un grandissimo in bocca al lupo per il tuo futuro lavoro e per tutto il resto
Ciao”.
Questa è una versione al maschile.
“Giuro che la cosa mi ha colpito come un fulmine a ciel sereno!! Non me l'aspettavo davvero!!
Mi fa piacere essere annoverato tra i tuoi "migliori colleghi" e non ti nascondo che quando fede calcistica e politica ci hanno unito nelle conversazioni ho passato dei momenti molto piacevoli, divertenti e spensierati.
Mi dispiace leggere della mancanza di rimpianti, sono 24 anni che sono qui e forse avrei dovuto avere il coraggio di cambiare prima, ma la cosa che più mi ha legato e che tuttora mi lega sono i rapporti che ho con i miei colleghi/amici. L'affetto per loro e per l'azienda spinge ancora ad andare avanti e sperare nel miracolo che torni il clima (e non solo quello) che una volta contraddistingueva questo ambiente e lo rendeva speciale!
In bocca al lupo”.
Nella successiva, di un altro collega, era soprattutto il titolo a colpirmi.
“MI MANCHERAI!!!!!!
Ti ho sempre stimato e anche per me sei sarai sempre uno dei miei "migliori colleghi"...... Anche se sento un magone nel petto perché so che come amico non avrò più il piacere di incontrarti di persona, vorrei in qualche modo condividere la tua gioa per la tua nuova avventura. Quindi ti rinnovo i miei migliori auguri per il tuo futuro.
Come accennavi nel tuo saluto non potrò mai dimenticare i momenti di gioia che abbiamo passato insieme nelle nostre dissertazioni e sopratutto nei nostri cazzeggi.... Sono contento di averti incontrato come collega e di salutarti come amico. Quindi ti lascio la mia email da subito e mi raccomando usala!!!”.
Dopo si sono susseguiti i saluti, alcuni sinceri, altri di prassi, stucchevoli ed eccessivamente zuccherosi. Promesse, sorrisi, numeri di cellulare scambiati, un paniere enorme di emozioni da portare con me... fino all'uscita, però. Lì, mi sono girato indietro, un attimo e per l'ultima volta ho percorso con gli occhi quello sfondo. Poi ho appoggiato, accanto all'ingresso, quel cesto contenente calde emozioni, travasando solo le più significative in un vasetto. Senza lacrime, analogamente alla carenza di rimpianti.
Con qualcuno già so che manterrò i contatti, perché il tempo ha operato la trasformazione da collega ad amico ed un rapporto extra era già esistente. Nulla cambia in questo caso. Verso altri resteranno tracce sulla sabbia che il vento a poco a poco porterà via con sé (libera citazione cult di Franco I e Franco IV, in un contesto assai diverso).
oh oh... ieri è stato l'ultimo giorno della mia caposala.....
RispondiEliminaeri mica tu?????
;-)
bluminda, l'impalpabile differenza sta nel sesso: io maschietto e la caposala femminuccia :-))))))))
RispondiEliminaCiao!
Ti auguro il meglio per tutto!
RispondiEliminaBuona Fortuna.
NuvolaMarina
alla fine te ne sei andato..hai scelto.auguri e alle prossime puntate x condividere il "nuovo". buon risveglio quando sarà nuovogiorno :))
RispondiEliminaEcco spiegato tutto! Hai fatto la tua scelta, nel momento giusto immagino. Ti auguro di essere sempre sorretto dall'entusiasmo...e da un po' di sana fortuna.
RispondiEliminaross
Buona fortuna e ... niente rimpianti!!!
RispondiEliminaBuona fortuna davvero...
RispondiEliminami capita abbastanza spesso di pensare a quante persone ho perso per strada. persone con cui ho condiviso momenti anche importanti, all'università, sul lavoro, in viaggi, e così via.
RispondiEliminapoi a un certo punto ho cambiato strada e nel giro di un attimo quelle persone erano parte del mio passato.
Nuvola cara, ti ringrazio moltissimo. Un caro abbraccio :-))))
RispondiEliminazialaura, molto acutamente mi auguri il "buon risveglio" per quando sarà "nuovo giorno". E arriverà anche quel momento. Per adesso la scelta è stata fatta e sono proiettato in avanti, seppure tra mille perplessità, come è ovvio.
ross, la fortuna ci vuole sempre, anche in dosi maggiori rispetto all'ordinario. Comunque i tempi erano ormai maturi e nulla mi restava da ricevere. Ti ringrazio per i buoni auspici: ne ho bisogno.
Sergio, grazie, ma ti assicuro che a rimpianti sto a zero, soprattutto ripensando agli ultimi due anni trascorsi là.
Alderaban, grazie anche a te.
iosempreio, non a caso ho scritto di emozioni depositate all'uscite, che mi hanno dunque accompagnato per poco. In realtà hai ragione (e me ne sto accorgendo sempre di più) sull'attimo che separa il passato, anche lungo e intenso, dal futuro. Si smarrisce il senso di appartenenza, si guarda avanti e il rievocare ricordi provoca anche un senso di fastidiosa insofferenza. Ma nella fase di passaggio tutto è ancora possibile, tuttavia non credo proprio che avrò rimpianti. Il tempo di sintonizzarmi sulla lunghezza d'onda adeguata e sarò a posto. Pronto anche ad affrontare inevitabili nuovi problemi.
Complimenti per le tue parole che esprimono e colpiscono
RispondiEliminaElicriso
Elicriso, grazie per l'apprezzamento.
RispondiElimina