lunedì 30 giugno 2008

Il profumo della vita





Cosa rimane dell’allegro disordine sparpagliato sulla scrivania? Lo zainetto, un paio di libri, l’immancabile iPod, l’astuccio degli occhiali da sole, i medesimi accanto, un braccialetto, i due cellulari, una rivista, un pacchetto (e mezzo) di fazzolettini, ammennicoli femminili, la boccetta di profumo… Li passavo tutti in rassegna mentre andavo a dormire, un vezzo innocente prima di ritrovarmela accanto con gli occhi chiusi che si riaprivano istantaneamente appena poggiavo la testa sul cuscino. Di quel colorato disordine, già la sera precedente la sua partenza non restavano che poche tracce. Lo zainetto prima e il trolley rosso poi, appoggiato su una sedia in corridoio, avevano inghiottito tutto.

È andata via facendo tabula rasa.

La mano percorre la liscia superficie del legno come un’ultima carezza; mi volto osservando il letto sfatto e le lenzuola attorcigliate. Colpito e affondato dalla stanza vuota, fredda in modo irreale. C’è silenzio ora, dopo l’affrettata partenza, perché sempre si indugia, sempre si barcolla, sempre si vorrebbe rimandare quel minuto fatale.

Mi sdraio sul lettone, adesso troppo largo solo per me e danzano attorno le immagini, risuona l’eco della sua risata così armoniosa, spontanea, incredibilmente sensuale. Come i suoi movimenti.

La rivedo, lunedì scorso… Stavo terminando la breve salita che percorro uscendo dall’ufficio. Avevo le ali ai piedi e nonostante l’afa crescente i miei passi erano rapidi e veloci. Ecco la fine del tragitto, sto per svoltare e proprio lì, all’angolo, il paradiso mi attende: due braccia che si aprono. Lei è lì, stupendomi per l’ennesima volta e regalandomi un’emozione intensa e ancora inedita. Il suo abbraccio mi avvolge, il senso di gioia è prorompente. Ci sono cose che occorre viverle, perché le parole verificano la loro inadeguatezza. Almeno al momento.

L’uomo più felice, alle 12:40 del 23 giugno, ero io. Poi, soffocando le calde lacrime di gioia, chiedevo, m’informavo sulla sua passeggiata al mercato che si svolge nella piazzetta a pochi passi da casa mia. E lei mi raccontava la sua mattinata: dal risveglio dopo il bacio con cui l’avevo salutata, al suo goloso poltrire nel letto. Poi il caffè (ormai sono diventato bravissimo ed è il giudizio di una napoletana verace) la doccia, infine la colazione. Vagando tra le altre stanze della casa. Quindi il giro tra le bancarelle, la preparazione del pranzo (ottimo), i dolcetti acquistati.

Allungo il braccio, ma non la trovo. Mi giro su un fianco e non ci sono più i suoi occhi che mi scrutavano, che parlavano, che mi desideravano nello stesso istante in cui anch’io la desideravo. Che sarebbe come dire sempre. Quanto ci siamo amati sul quel letto e ogni volta è stato più bello, sempre in crescendo. Perché non è solo il corpo ad essere protagonista, ma è anche un fatto di testa, di intesa. Gli orgasmi toccano prima il cervello, il piacere è cerebrale e poi fisico.

Mi sorprendevo spesso a pensarla, mentre mi trovavo al lavoro, inseguendola nei possibili movimenti, dando un’occhiata all’orologio, calcolando quanto mancava alla felicità quotidiana. E all’uscita allungavo il passo e lei mi veniva incontro a metà strada. L’attiravo a me stringendola forte, incurante dei passanti, del sole a picco e delle auto che ci sfioravano. Poi chiusa dietro di noi la porta d’ingresso la baciavo, gustando ogni istante. Baciare la donna che si ama è meraviglioso. Amare la donna che si bacia è meraviglioso. J’aime, come il suo profumo.

È riuscita a conquistarmi questa donna, ci è riuscita con la pazienza, con la tenerezza, con l’affetto straripante e con le dolci sorprese. Ci è riuscita perché non può piovere per sempre, perché le ferite di un tempo sono ormai cicatrici quasi stinte, perché è una persona buona, genuina e sensibile. La merito tutta.

Adesso la donna con la valigia rossa non c’è più; mi tengono compagnia i ricordi e la certezza che la scrivania sarà ancora ricoperta dai suoi oggetti, mentre il suo profumo invaderà di nuovo il mio cuore. J’aime.

2 commenti:

  1. Ora il tuo blog dovrebbe chiamarsi Il canto dei sentimenti :)))

    Che bello!

    Buona giornata

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  2. Carissimo Frank, Grazie!

    Sentire raccontare l'Amore in modo così sublime, ci rammenta i motivi per cui, vale la pena battersi, per un mondo migliore.

    C'è un tesoro dentro di Te.

    Con affetto

    Nuvola Marina

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