sabato 29 gennaio 2005

Incontri

Quando questa mattina, alle 8:30, sono uscito di casa, doveva aver smesso di nevicare da poco. Fitti ricami di arabeschi bianchi erano stati disegnati sui cancelli, mentre i rami degli alberi sfioravano il suolo sotto il peso della neve caduta in grande quantità. Il cielo era uniforme nel suo grigiore, offuscato da quella sorta di foschia che prefigurava nuovi rovesci. L’aria era frizzante, lo sguardo abbagliato dal chiarore della bianca coltre: un buon risveglio assicurato. Ed è stato allora che l’ho vista.

Capelli biondissimi, incarnato molto chiaro tipico di una donna dell’est Europa, ma il volto arrossato, in questo caso, dallo sforzo. Stava, infatti, spalando la neve  davanti al cancello con molta naturalezza. Accorro in suo aiuto. Prima che si formi il ghiaccio è opportuno creare un corridoio per poter entrare ed uscire. Ride con le guance rubizze.

Conosco molto poco di lei. So che assiste una signora, da tempo costretta sulla sedia a rotelle, che abita al terzo piano (due sopra il mio) del condominio. Incrociata saltuariamente e, altrettanto bonariamente rimproverata, per l’immancabile sigaretta tra le labbra.

Si chiama L., viene da una località a 800 chilometri da Kiev, ucraìna dunque. Non dimostra certo i 22 anni che dichiara di avere. Gliene davo almeno un paio in meno. E’ sorpresa della mia (autentica) sorpresa. Si trova da otto mesi in Italia, ma da come si disimpegna con la lingua sembrano anni. I suoi genitori sono emigrati prima di lei, che invece voleva terminare gli studi in patria. “Una scommessa vinta” proclama orgogliosa. Le piace scommettere, ma solo se è sicura al 60% di vincere. Intanto raccoglie con le mani nude (e in testa non indossa neppure una cuffia,  forse ci tiene a mostrare il biondo dei suoi capelli non molto lunghi) la neve, appallottolandola e tirando a casaccio verso il muro. E’ abituata alla neve che, per quattro mesi all’anno, domina incontrastata nella sua città. Si stupisce che qui, per una ventina di centimetri, le scuole siano state chiuse. Il termometro dovrebbe scendere a -30, da lei, affinché accada la stessa cosa.

Le chiedo di un anellino che porta al pollice della mano destra, anche se so di rischiare. “Qui in Italia” – osservo  “per i ragazzi significa essere impegnati in una relazione”. Per lei non ha lo stesso significato. Aveva un ragazzo in Ucraina che l’avrebbe aspettata per sei mesi, sostenendo che sarebbe tornata. E invece è rimasta qui. Un’altra scommessa vinta, “Si vede che non era molto importante” oso. “Più che altro” – ribatte – “dovevo fargli tutto io, era come un bambino”. Un tipino tosto e non solo per le scommesse. Un maschiaccio travestito da donna, perché per un po’ ha lavorato in una carrozzeria in patria e anche qui le sarebbe piaciuto fare la stessa cosa. Penso ai calendari che, istituzionalmente, ogni meccanico detiene in officina, sorrido mentalmente, quindi osservo che mi sembra improbabile che possa svolgere la medesima attività in Italia.

Intanto ha terminato con il lancio delle palle di neve, adesso ha staccato un ghiacciolo dal ramo di un albero e lo sta succhiando. Mi scruta. La domanda, che era nell’aria e dovevo aspettarmi, arriva inesorabile.

“E tu?”

“Io cosa?”

“Non sei sposato?”

“No”

“Come mai? Non hai trovato?

“Non è facile. Le storie avute non sono state così importanti per un matrimonio. Adesso, poi...”

La sua curiosità cresce.

“Poi cosa?”

“Quando hai una donna in mente è difficile pensare alle altre”

“Ti ha lasciato? Da quanto?”

“Eh” – sospiro – “ da più di un anno”.

La osservo con maggiore attenzione, mi viene da pensare che pure Lei è bionda, anzi con i capelli color miele (erano così...), ma alta quasi quanto me che sono 1,80. La ragazza che ho di fronte è più bionda, piccoletta, ma essendo imbacuccata in un piumino non dispongo di altri elementi per fare una comparazione. Che non servirebbe, comunque. Lei resta sempre inarrivabile, con quegli occhi che equivalgono alla bellezza assoluta.

Ricordo, una mattina d'inverno, mentre aspettavo il suo arrivo, nella hall dell’albergo, per consumare assieme, la prima colazione. Scende dall’auto e poi incede, con passo sicuro, verso l’ingresso, avvolta nella pelliccia. E’ sfolgorante. Sembrano i movimenti di una dea e mi chiedo se è davvero per me che sta arrivando. Un sogno reale, allora. Un flash, adesso e non sarà l’unico della mattinata.

Chiedo a L. se deve andare anche lei a fare la spesa. “Già fatto” mi risponde. Così la saluto, ma prima mi ringrazia per l’aiuto che le ho dato a spalare la neve.

C’è un insolito afflusso per le strade, ma è un sabato mattina nevoso e, per strane convergenze, sembra che tutti quanti abbiano deciso di uscire contemporaneamente. I negozi sono affollati e devo aspettare in macelleria più di altre volte. Insolite gentilezze si contrabbandano per strada. “Stia attenta signora!”. “Ecco, dia a me la borsa”. Un uomo bussa alla finestra del suo vicino di casa anziano e gli porge la busta della spesa, Si schermisce per i ringraziamenti che riceve.

Passo dalla ricevitoria del Lotto, il rito pagano del sabato mattina. Mio padre insiste a puntare sul “53”, spera che sia custodito sotto la neve. Una volta si diceva che c’era il pane: segno dei tempi?  E’ una solenne sciocchezza quella di sostenere che un numero, perché ritardatario, abbia più possibilità di uscire, sortire dicono i lottologi, rispetto ad un altro. Io gioco le solite bollette ormai da varie settimane. Sì, c’è pure quel numero, ma in combinazioni multiple. Non manca la sua data di nascita.

Torno all’aperto e rischio quasi di schiacciare un batuffolo umano che mi ritrovo tra i piedi. Il padre lo rincorre. Ci riconosciamo. E’ P., un ragazzo che seguivo quando giocava a pallamano, ormai saranno molti anni fa e ne riferivo gli incontri ad un quotidiano locale. Un sodalizio di vecchia data. Lui poteva già definirsi, allora, uno spirito libero, uno scapigliato. Noto che indossa a tracolla la stessa borsa di cuoio, un must per lui, frutto della sua abilità artigianale.

Adesso, mi racconta, dispone di un laboratorio più grande, ma si occupa anche della campagna. E poi mixa musica funky, il sabato sera, in discoteca. Rigorosamente in vinile (almeno 2500 posseduti). Anche quella del dj è una passione immutata, nonostante gli anni passati, il matrimonio (credo) e un figlio. Così come inalterato è rimasto il  piacere di viaggiare e il gusto di prendere una cartina, appoggiarvi sopra alcuni pizzichi di tabacco, arrotolare, chiudere con la saliva e poi assaporare il prodotto della propria manualità.

Capigliatura fluente come un tempo, accompagnata ora da baffoni che lo rendono più grande di quanto effettivamente sia (credo 35 anni). Ma poi, a ben guardare, l’aspetto è sempre quello del ragazzino che mostrava fin troppo entusiasmo per lo sport e l’impazienza per ciò che avrei potuto scrivere. C’era stato, infatti, un periodo in cui investito da delirio di onnipotenza, una sorta di Giannibrera dei poveri, assegnavo voti dopo ogni gara. Gli lascio il mio indirizzo di posta elettronica e ci salutiamo abbracciandoci. So già che non mi scriverà, ma non importa. Noto che, anche a distanza di tempo, chi poteva avere una buona opinione sul tuo conto l’ha mantenuta e in epoca di povertà sentimentale è già molto.

Mi avvio e lungo il tragitto sfioro un veicolo parcheggiato al lato della strada, semicoperto dalla neve, riesco però ad accorgermi che è lo stesso modello della sua auto. Il colore è diverso (la sua era silver) e anche la targa, naturalmente. Scopro così di non rammentare la targa della sua auto: singolare, perché ricordo tutto di Lei.

Quanto torno a casa, alle 11:00, riprende la silenziosa danza dei fiocchi bianchi.

18 commenti:

  1. un bacio ......

    RispondiElimina
  2. Blue__Angelgennaio 30, 2005

    Caro Frank,come va?

    in questi giorni sono stata abbastanza assente,ho sentito l'esigenza di stare più vicina alla mia sorellina.

    Ho letto il tuo post e quasi senza accorgermene mi sembrava di immaginare ogni cosa,ogni persona che tu hai incontrato...le tue descrizioni sono tremendamente efficaci.

    Mi ha intenerito in particolar modo una tua frase:

    “Quando hai una donna in mente è difficile pensare alle altre”;è molto dolce...ed uno dei classici segnali attraverso cui si può riconoscere il vero amore.Io nn la conosco,così come forse conosco poco te...ma quella donna ha perso davvero molto.

    Ti abbraccio,buonanotte

    RispondiElimina
  3. Il mio pensiero è simile a quello di Blue Angel quindiinutile ripeterlo.



    Una cosa, però, voglio dirla: mi fa pena la tua ex perchè aveva trovato il vero amore e lo ha gettato dalla finestra.



    Le auguro di non voltarsi mai indietro...altrimenti, per lei, sarebbero guai seri.....i rimpianti fanno più male delle ferite fisiche.



    Un bacio Frank e speriamo che tu riesca, prima o poi, a dimenticarla.



    Laura

    RispondiElimina
  4. Fratello, son qui in ora folle, sottratta al sonno per terminare un lavoro urgente su pc. Ho letto questo post che mi conferma antiche certezze, di cui sai. Ma ci ritrovo tanta emozione, tanto sincero stupore che si mischia al disincanto, tanto calore in un giorno freddo.

    Oggi mi sono dedicato al riascolto di un veccgissimo album di Tom Waits, domansi forse ne parlero', ho dovuto, ad un cero punto, venire a prestito qui da te per rendere un concetto troppo assimilabile, nell'aria, ad una ferita che ti appartiene. Ti chiedo scusa sin da adesso; ma l'universalità di ceti dolori è, purtroppo, inebitabile.

    Vado a dormire, ora, non prima di averti lasciato un abbraccio.





    PS: anche dalle tue parti (la perfidia che non dorme mai..) la mortadella la chiamano "Bologna", come nel Nord della Padania?

    RispondiElimina
  5. FANNY37, grazie, ricambio. Un bacio anche a te e buon inizio di settimana.



    BLUE_ANGEL, sempre tenera e delicata. Grazie anche per ciò che scrivi nei miei confronti. E' vero e pur conoscendomi poco hai intuito: Lei ha perso tantissimo e, forse, non si rende conto fino in fondo di cosa questo significhi in prospettiva futura. Perché più passa il tempo e più si assottigliano le possibilità che possa riuscire a recuperare ciò che ha perduto.

    Un caro abbraccio e buona settimana.



    LAURA48, è vero anche ciò che scrivi tu. si tratta dello sperpero di un patrimonio non rintracciabile altrove. Il vero amore: quello che nella vita è sempre raro da incrociare.

    Io confido, invece, che i rimpianti poco per volta possano infiltrarsi nel suo animo e, almeno in parte, si ritrovi a soffrire e magari a capire ciò che ha fatto.

    Non metto in dubbio che i rimpianti procurino dolori insopportabili, soprattutto quando è troppo tardi.

    Sì, spero pure io che sopraggiunga l'oblio, ma c'è una parte di me che trattiene ancora l'insana speranza. E non mancheranno circostanze, in questo diario del cuore, per fare riferimento a ciò che Lei ha rappresentato e ancora rappresenta per me. Sarà inevitabile.

    Un bacio e grazie.



    FRATELLO, le tue parole, seppure in orario folle, procurano sempre emozioni nuove. Hai ragione, l'universalità di certi dolori si ripropone ogni volta. Attingi pure ciò che vuoi, con la massima libertà, in fondo questo blog riveste pure una funzione terapeutica.

    Un abbraccio forte.



    P.S. Dalle mie parti, ieri ho patito un black out di otto ore e quando la luce è tornata (21:30) mi sono reso conto che di black out ce n'erano stati due... Comunque preferisco il prosciutto.

    RispondiElimina
  6. ...giorni in cui le mie parole si rifiutano di uscire, rimaste impigliate in fondo al mio respiro...ti lascio altre parole, per questo tuo amore incastonato nella tua anima e nella tua memoria, che tu possa dedicargliele...



    “Sono cent'anni che non ho visto il suo viso

    Che non ho passato il braccio

    Attorno alla sua vita

    Che non mi sono fermato nei suoi occhi

    Che non ho interrogato

    La chiarità del suo pensiero

    Che non ho toccato

    Il calore del suo ventre

    Eravamo sullo stesso ramo insieme

    Eravamo sullo stesso ramo

    Caduti dallo stesso ramo ci siamo separati

    E tra noi il tempo è di cent'anni

    Di cent'anni la strada

    E da cent'anni nella penonbra

    Corro dietro a te.”



    Nazim Hikmet

    RispondiElimina
  7. ehm...gradisci un formaggino "Mio" Locatelli?

    RispondiElimina
  8. bellissima la tua descrizione....ma(CURIOSITà) tu sei del 57??? e l'accavallarsi con l'altra donna???

    RispondiElimina
  9. STREGA, è davvero un peccato che tue parole si rifiutino di uscire, perché è sempre una mancanza, ma evidentemente accadrà tutto a suo tempo. L’importante è che non venga meno la tua presenza, ne colgo i frammenti, che mi consegna un’altra struggente poesia che sembra interpretare il mio pensiero unico, quell’amore incastonato nella mia anima e nella mia memoria, come hai perfettamente scritto.

    Mentalmente gliela dedico, così come ho fatto per le altre poesie che sto collezionando, ma non so davvero non so, se le arriveranno il 22 febbraio, oppure resteranno con me assieme al silenzio del mio cuore che sarà, in quel giorno, più assordante. Grazie per la delicatezza che ti contraddistingue.



    FRATELLO, la perfidia è più che mai sveglia ed esercita un fascino perverso. Era buono, una volta, quel formaggino lì ed era pure digeribile. Ma adesso non ci sono più i buoni formaggini di una volta... Chissà come li fanno...

    RispondiElimina
  10. FRAMAI, benvenuta e grazie per le tue parole. Confermo sono del '57. L'altra donna? Immagino ti riferisca a Lei, che è l'unica donna: classe 1964. Ciao e vola qui quando vuoi.

    RispondiElimina
  11. ....Frank che dirti?....Ogni volta che ti rileggo mi viene un dubbio: esiste veramente questa donna?...O meglio è come la descrivi oppure il ricordo te la fa rivivere più bella che mai?



    Alta....decisa......benestante....ed altro ancora....insomma una perfezione unica.



    Hai provato un attimo a fermarti e pensare ai suoi difetti?....Forse ti farebbe bene per ricominciare a vivere.



    Un amore è importante, ma non vale una vita di solitudine.



    Un bacio.....e scusa la sincerità.



    Laura

    RispondiElimina
  12. LAURA, domande intelligenti e magari mi dilungherò scrivendoti (debbo farlo da tempo). Intanto Lei esiste e certamente il ricordo che ho è legato a tutti i momenti più belli. Cerco di farla “rivivere” attraverso la mia memoria prima del trauma. Dopo l’ultima telefonata cambia lo scenario, si definisce un’immagine non bella, poco accattivante, ma perché fare emergere dell’amore i lati più tristi? Quando si vive un rapporto in maniera così totalizzante è tutto straordinario, c’è ottimismo e non pessimismo. Quando scrivo e si fermano e formano nella mente dialoghi, immagini, stati d’animo li riporto subito, senza applicare nessun filtro, senza indugiare, per non correre il pericolo di vedermi seppellire dal crollo dei sentimenti. Schivo i detriti e trasmetto questi flash prolungati che indulgono sempre dolcemente nei suoi confronti.

    Forse più che pensare ai suoi difetti, di cui mi sembra abbia fatto alcune volte riferimento e che ho ben presenti, per ricominciare a vivere una dimensione più serena, dovrei vederla effettivamente com’è ora, dovrei guardarla negli occhi dopo 13 mesi, dovrei sentirla parlare e osservarla muoversi nel suo ambiente adesso, dopo un distacco così lungo e forse, solo allora, ne recepirei la nuova immagine. Ma perché doverne calpestare il ricordo? Perché non poter mantenere nell’esistenza immagini legate, comunque, ad emozioni straordinarie?

    A cosa mi servirebbe fare terra bruciata di ogni cosa? Ad affrancarmi dai ricordi, tutti, per ritrovarmi, poi, con un passato anonimo e vuoto ed un furto incerto e improbabile. Che almeno, voltandomi indietro, possa ancora percepire quella lunga carezza sul cuore. Almeno fino a che non si esaurirà.

    Poi, per essere alta è alta, decisa sì, non certo benestante (semplice impiegata). Neppure molto corrispondente, tra l’altro, all’idea di donna ideale che avevo e che non contemplava la morbidosità, i capelli corti e color biondo miele o cenere, un fisico abbondante. Ma, davvero, non ci ho mai fatto caso.

    La sincerità, dalle mie parti Laura, è benvenuta, apprezzata ed auspicata.. Stai perciò tranquilla ed esprimi sempre ciò che pensi, senza timore.

    Un bacio



    RispondiElimina
  13. Frank ti capisco sai!



    Spero di fare un lungo discorso con te... mi fa sempre piacere.



    Non dico che devi rinnegare quello che è stato, ma che ti debba guardare intorno penso proprio di si.



    Per farlo, devi iniziare a non far più paragoni altrimenti non troverai mai nessuno per te.



    Sai bene che ognuno è diverso da un altro e quindi non potrai mai trovare una persona simile a lei in tutto e per tutto.



    Naturalmente, non vivo le tue sensazioni e quello che dico si basa solo da quanto leggo di te....ma so per esperienza che il tempo passa e che spesso non prendiamo a volo la felicità proprio perchè ne viviamo un'altra passata e che si è ingigantita nei ricordi.



    Ti auguro di riuscirci, Frank perchè la solitudine non è un'esperienza da vivere a lungo.



    Tutto qui



    Un bacio Laura

    RispondiElimina
  14. frank, qui giù in città , ad appena qualche km di distanza da te, il sabato non ha regalato alcuna danza di dilenziosi fiocchi bianchi. solo un gran freddo...che piuttosto che risvegliare la complicità e la cortesia tra gli abitanti...noto che innervosisce. un bacio

    RispondiElimina
  15. JULINA, benvenuta (ti linkerò anch'io non appena troverò il tempo per organizzarmi, ti ringrazio per averlo fatto). Mi limito, ora, all'accoglienza, perché oggi in ufficio non godo di molta indipendenza e, dunque, devo limitarmi. Ma aggiungerò qualche riga al tuo commento.

    Un bacio

    RispondiElimina

  16. Laura, speriamo al più presto di poterne parlare a lungo, perché anche a me fa piacere. Nelle tue riflessioni si specchiano anche la premura e l’attenzione affinché non debba trovarmi a rivivere situazioni che, forse, hai in qualche modo attraversato.

    L’attenzione verso l’esterno non è ora al massimo livello, per meglio dire piuttosto latitante, ma credo anche che proprio con il passare del tempo verrò proiettato, senza accorgermene, in una dimensione meno conflittuale. Adesso sento di esserne ancora lontano, intendo con la mente sgombra e priva di lucidità e serenità. Non affretto, ammesso che esista questa possibilità, i tempi. Di tutto ne parleremo, certo. Grazie per l’ascolto.

    Un bacio



    JULINA, su di me fa lo stesso effetto di nervosismo il vento. Soprattutto nei periodi caldi avverto la sua insopportabilità e mi ritrovo nervoso. Poi sono pure freddoloso.

    Ma cosa intendi a pochi chilometri da me? Nel senso che abiti invece lontanissima? Un bacio e torna quando vuoi, sarà sempre un piacere.

    RispondiElimina
  17. Ciao Frank,ti avevo scritto un commento ma nn so dove è andato a finire...

    Se vuoi chattare su msn,il mio indirizzo email è quello scritto sul blog;se mi mandi una richiesta ti inserisco nella lista dei contatti.

    Un abbraccio

    RispondiElimina
  18. BLUE_ANGEL, vorrei saperlo anch'io,perché è sempre un peccato perdere contributi.

    Nel pomeriggio provvederò con l'invio della richiesta e anche ad inserire un nuovo post, cosa che pensavo di poter fare dall'ufficio stamattina, mentre invece non era giornata.

    Un abbraccio

    RispondiElimina