“Addio passeggiate a Rivoli. Ecco la bella amica dei ragazzi! Ecco la prima neve! Fin da ieri sera vien giù a fiocchi fitti e larghi come fiori di gelsomino. Era un piacere questa mattina alla scuola vederla venire contro le vetrate e ammantarsi sui davanzali; anche il maestro guardava e si fregava le mani, e tutti erano contenti pensando a fare alle palle, e al ghiaccio che verrà dopo, e al focolino di casa.”
Il brano tratto dal libro “Cuore” non poteva mancare come sfondo per raccontare la nevicata che mi ha impedito di andare al lavoro oggi (e anche per domani c’è incertezza). Da un celeberrimo libro per ragazzi arriva, così, la celebrazione di quello che è un ritorno al passato per noi adulti, riportandoci a quella dimensione ludica e spensierata che i fiocchi di neve suscitavano.
Rammento che quando si profilava l’ipotesi e poi, in genere a pomeriggio inoltrato, cominciava a nevicare, mi ritrovavo con il naso schiacciato contro il vetro della finestra, insensibile agli spifferi di aria fredda, per non perdere nulla dello scenario che andava ridisegnandosi. E, quando il buio della sera calava, prendevo la torcia elettrica per verificare l’intensità dei fiocchi, chiedendo ai genitori se potessero attecchire o meno. Poi cenavo frettolosamente perché dovevo tornare a presidiare quella finestra e controllare, se la neve ci fosse ancora, per andare a dormire tranquillo dopo “Carosello”.
Il mattino dopo, era tutto un prolungato “ooooooohhhhh” di meraviglia di fronte ad un paesaggio straordinariamente suggestivo, imbiancato e reso davvero fantastico: tutto era bello. La colazione veniva consumata con rapidità, perché poi si correva all’aperto. La chiusura obbligata della scuola radunava per strada tanti bambini, così palle di neve e pupazzi vivacizzavano tutta la nostra giornata. Ma che emozione, poi, se la caduta era stata abbondante, passare in mezzo a veri e propri canaloni. Anche se l’evento è stato raro, quegli scarni ricordi si dipanano ora con intensità. Come la figura di un uomo, salito sul tetto della propria abitazione e impegnato a rovesciare, in strada, i cumuli di neve che si erano ammucchiati.
Ma, dopo il divertimento di quelle giornate, arrivava la preoccupazione di dover assistere al disfacimento. Così il passaggio delle rare auto, insieme all’apparire del sole, erano il preludio al malinconico spettacolo, mentre i fiocchi di neve diradati erano solo animati dal vento e della coltre bianca al suolo restava un triste ricordo. Lo sporco, lo scioglimento che lasciava in eredità pericolose lastre di ghiaccio e la stupita constatazione che le zone non erano più candide come appena qualche giorno prima. Il panorama riemergeva in tutto il suo grigiore e il rimpianto accompagnava il ritorno alla normalità.
I miei genitori mi hanno raccontato spesso di una nevicata del ’56 che provocò molti disagi, forse per compensare questo un anno dopo nascevo io. Perdonate la civetteria.
OT: sai che mi hanno detto che posso circolare solo nei giorni PARI?
RispondiEliminaE' stato un mio collega (anche a lui è andato di traverso il caciucco...). A domani pomeriggio un commento "serio".
Buonanotte, Fratello!
Anche a Roma ( in alcuni quartiri di Roma nord) ha nevicato... la neve è una coccola per me... forse perchè non la vedo spesso.. tuttavia, rimane pur sempre uno spettacolo che mi emoziona, ogni volta-
RispondiEliminafeAu
Ho letto ......
RispondiEliminaImmagino che io emetta un profondo sospiro di perplessità ma non solo ....
Risponderò, ma brevemente, è inutile avvitarsi in deduzioni e controdeduzioni
Però c'è un elemento imprescindibile al quale (per ora) rinunci: vieni prima TU
Quando lo capirai, lei sarà cancellata
Mi serve solo un dettaglio: venivate entrambi da una separazione, mi sembra; ebbene, quanto è passato dalla sua separazione all'inizio del legame con te ? Mi sembra di capire molto poco; e questo spiegherebbe "molto ma molto" .....
Fammi sapere ....
FRATELLO, almeno domani starai a casa essendo il 27... Sempre grazie per la visita e... anche il resto ci sta tutto :-)
RispondiEliminaFEAU, allora in questo momento saresti emozionatissima, perché da almeno due ore ha ripreso a nevicare e ciò che vedo dalla finestra del mio studio lascia con il fiato sospeso. Ciao
PENSIEROINCERTO, vado nel tuo blog per i dettagli che chiedi. Ciao
Fratello, l'anno scorso, quando nevico', ce ne andammo giù io ed i cuccioli a fare a pallate. Non ti dico il divertimento...è stato un tuffo nell'infanzia, un po' come se all'improvviso potessi rivedere il Mundial di Spagna 82 adesso, senza sapere come finisca, per renderti l'idea (ammesso che di calcio tu ne capisca, visto il tifo che professi...). Bellissimo, ovviamente, il tuo ricordo, bellissima anche la citazione di un libro che è stato un momento di formazione per tutti i "ragazzini" della nostra età.
RispondiEliminaTi abbraccio stritolandoti e..a presto!
Eh sì, le nevicate di Rivoli...sono anni che non ci godiamo più, ai piedi di queste montagne, una bella nevicata, di quelle che ti impedivano di andare a scuola e poi a lavorare, di quelle che ti commuovevano, distesi in un letto a guardarla scendere soffice e misteriosa fuori dalla finestra. La cerco e la trovo solo sulle mie scorbutiche vette, la città sembra ormai refrattaria al candore e la neve, anche lei, sembra preferire le terre calde ed ospitali del sud. Come darle torto?
RispondiEliminaFRATELLO, sei un amabile “cugino” (fatto raro quanto una vittoria tricolore della squadra del tuo cuore). Ho capito di calcio dopo un 4-1 all’Ajax, nel lontano 1969 (Coppa dei Campioni, per intenderci) e, per lo spazio necessario a contenere le vittorie internazionali, ho dovuto aggiungere un secondo disco da qualche Giga. Gli scudetti a colori sono, invece, parte di un altro SO :-)
RispondiEliminaIl Mundial 82? Rividi quella gara altre due volte. Dopo la prima, in un convivio tra amici, la seconda all’aperto, sui primi megaschermi, assieme ad alcune migliaia di persone in piazza (una replica offerta in tarda serata, mentre impazzavano i festeggiamenti) e la terza al ritorno a casa, nel cuore della notte, trasmessa ancora in tv.
Il giorno dopo partivo per vacanze-lavoro, non prima di aver rastrellato, in edicola, tutti i quotidiani disponibili, uno per testata e quelle prime pagine sono religiosamente conservate.
Ho letto “Cuore” in seconda o terza elementare e, da allora, ogni episodio di quel “romanzo di formazione”, come hai giustamente sottolineato, non ho potuto fare a meno di collocarlo, idealmente, in quella piccola aula che frequentavo e attorno all’edificio scolastico. E, tornando a rileggere quelle pagine, seppure non più nel libro d’origine, rivedo le stesse scene immaginate allora. Una piccola magia che si ripete ogni volta.
Un abbraccio lungo un giorno.
STREGA, ti saluto sempre con molto piacere. Hai ragione sulle mutate abitudini della neve, potremmo ripetere che non c’è più la neve di una volta. Ma, appunto, come darle torto, se sceglie zone più ospitali? Ormai la volgarità umana ha finito per creare repulsine anche nella candida regina che ci nega le sue ineffabili grazie.
Le tue parole, a proposito di magia, sono sempre pervase da umori lievi e commoventi, sospese in una dimensione favolistica e rassicurante. Tenera malinconia che il ricordo dell’infanzia produce in quantità industriale.
ho detto la mia sulla neve sul blog stasera ...non è molto romantica, però ! :)
RispondiEliminaMARDOU60, andrò subito a leggere. Romantico o meno, conta ciò che si vuol comunicare o trasmettere agli altri, ciò che riflette il momento. Buonanotte.
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