Erano trascorsi quattro mesi quando il suo nome è riapparso sul display del cellulare. Ore 14:33 del 24 dicembre. Emozione forte, sensazioni di panico, interrogativi palpitanti, quell’insana speranza che.... “Forse sto sbagliando, ma un augurio te lo faccio. Ciao”. Il mio orgoglio e la mia intransigenza prevalgono sulla lucidità e freddezza, sull’apparentemente ben simulate indifferenza e distacco. Ore 14:36 “La mia presenza, ad ogni livello, è assolutamente incompatibile con quella di altri uomini reali.
E, fosse stato per me, la prova che temevo (e speravo) di dover affrontare si sarebbe chiusa lì. Provavo ad immaginare la sua reazione, lo stupore forse, oppure la conferma, ma poteva aspettarsi qualcosa di diverso? E come aveva atteso Lei il momento? Per fortuna non aveva fatto ricorso al telefono, lì sì che la mia spavalderia (?) si sarebbe liquefatta e non avrei potuto “maltrattarla” e farla sentire adeguatamente in colpa.
Ecco: ho colpito il bersaglio, ha capito, si è resa conto, non si aspettava una risposta del genere, così secca e inequivocabile. Adesso tace, forse ci riflette, oppure desiste. No, torna alla carica. Ore 15:07, Replica e il nome si ripete (tutto in maiuscolo l’ho memorizzato fin dall’inizio). “Queste parole così difficili sono state scritte per dirmi che, finché ci sono altri, tu non ci sei e quindi non dovevo scriverti?”. Non si smentisce. Sempre la solita che si sofferma su un particolare, tutto sommato insignificante, come il dilemma amletico se scrivermi o meno, trascurando il resto che è ben altro.
Ore 15:11 “Io da più di un anno non ci sono e tu da più di un anno sei stata e sei di altri uomini”. Sferzante, perché la ferita torna a bruciare più dolorosamente. Potrei pure spegnere il cellulare, ma sono curioso di conoscere la risposta. Se ci sarà. Non devo aspettare molto stavolta. Ore 15:17 “Ok lo sapevo che sbagliavo a scrivere. Come non detto. Stammi bene lo stesso!”
Prende allora forma un’e-mail, perché improvvisamente le considerazioni da esprimere diventano incontenibili, esondano dalla diga che avevo eretto durante il lungo periodo di totale silenzio da parte sua. In alcuni punti ne allargano le crepe che ormai si sono aperte e impetuosamente mi ritrovo sommerso. Le dita percuotono furiosamente la tastiera, stentano ad inseguire i pensieri che si rincorrono come cavalli imbizzarriti, al galoppo, nella prateria.
I toni sono cangianti e dal sarcastico passano ad ondate di tenerezza, poi si induriscono, ma non offendono, semmai sprigionano malinconica amarezza. I ricordi si affollano, quelli comuni naturalmente. Chiedono spazio. Lo ottengono. Lo saturano. Ecco ho terminato.
Non ho ancora ben chiaro lo scopo di questa lettera, servirà a far numero forse: è la n°779 (tra inviate e ricevute in quasi quattro anni). Siamo ormai alla vigilia del 25 dicembre.
Si srotolano le giornate, la lettera n°780 non si vede e non aspetto più Godot. Credo che ormai non arriverà più.
Per questo, nell’attraversamento dal vecchio al nuovo anno, mentre scoccava la mezzanotte, è stato come se mi venisse risucchiata l’anima, il cuore ha rallentato i battiti forse in quell’istante, proprio all’alba, per Lei, del secondo anno senza di me. Il sole si è spento.
Non sono arrivata alla fine del racconto, ma ti lascio un salutino lo stesso..ciau!
RispondiEliminaSarebbe banale dirti " lei non ti merita".....banale e superficiale!
RispondiEliminaPosso solo dirti che - se lei ti manca tanto- devi continuare a cercarla...devi tentarle di tutte fino al punto di convincerti che non c'è più nulla da fare.
L'orgoglio non serve in certi casi!
Non è per darti consigli, ma per non dover dire mai, un domani, " se avessi fatto così....se avessi chiamato....se le avessi spiegato"....tutto questo sempre e solo per non avere rimpianti!
A presto Laura
occhio quando arrivi al n. 1816...
RispondiEliminaUn abbraccio, un sorriso, per ora: un commento serio, invece, domani.
Ti auguro che il sole si riaccenda per te....o che tu giri l'interruttore !
RispondiEliminaciao
eccomi qui a darti il benvenuto!!!!!!
RispondiEliminaMILENA85: benvenuta. Il racconto è sempre lì, puoi continuarne la lettura quando vuoi, ma devi sapere che se parlo di Lei sono irrefrenabile e amo (verbo beffardo) dilungarmi, anche per diluire, così, il tormentato dolore. Ti aspetto ancora, naturalmente.
RispondiEliminaLAURA: Lei merita il meglio e poiché ha affermato che sono stato l’uomo più importante della sua vita... Si tratta di un’iniezione di coraggio e speranza che mi dai, anche se i rimpianti, assieme al ricordo, per molti mesi mi hanno tormentato. Poi si erano placati ultimamente (diciamo dalla fine di agosto in poi). Ma a rivitalizzarli sono stati i recenti sviluppi. Credo tenterò ancora qualcosa di insolito e inatteso, che però nello stesso tempo non mi faccia sprofondare. Basta farmi male.
In realtà dovrebbe essere Lei a dovermi spiegare, meglio se con e-mail, perché il telefono sarebbe troppo limitativo e le ultimissime volte il battito frenetico del cuore aveva coperto le sue parole e stordito i miei pensieri.
Non so, peraltro, quando subentrerà la convinzione che è ormai tutto inutile, perché ci sono momenti in cui mi ripeto che c’è altro, ci sono altre, ma non mi consola questo e mi ritrovo ad interrogarmi su come sarebbe con Lei. E risposte non ne trovo. Perché i sorrisi delle altre, il volto delle altre, gli occhi delle altre sono tutti inadeguati.
L’orgoglio l’ho messo da parte, anche perché so (spero) che basterebbe una sola sua parola per scaraventare nel cestino riflessioni ponderate, propositi impeccabili e visioni immaginate e immaginarie. La mia fantasia è talvolta indecente.
Un bacio (ho scritto qualche riga pure sul tuo commento delle 6:52 al post precedente)
Fratello, che bello poter ricambiare abbraccio e sorriso. Vero, quel numero è pericoloso, meglio il 53 su Venezia. Ti aspetto, lo sai.
MARDOU60, benvenuta. In effetti oggi era una bella giornata di sole e sarebbe stato bello poter sentire anche nel proprio cuore il calore di quei raggi. Ma almeno all’interruttore voglio arrivarci, perché sempre di luce si tratta, sebbene artificiale e artificiosa. Illumina, ma non scalda e servirebbero, invece, entrambe le cose simultaneamente. Sarà un piacere ospitarti ancora. Ciao.
FANNY37: è il benvenuto più atteso e gradito. Bentornata (tra l’altro) e teniamoci in contatto anche in altro modo. Ciao.
Ho letto ora i primi due post, e ora capisco... capisco, fin troppo bene.
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