mercoledì 19 gennaio 2005

Il signor G.

Lo conobbi sul pullman di ritorno dallo stadio, una domenica pomeriggio. La partita di calcio era terminata da un pezzo e mi accorsi, solo allora, di questo ragazzo che la commentava con indubbia competenza. Era sempre stato il mio sogno quello di incrociare chi di calcio ne parlasse, non come al bar dello sport, ma basandosi su dati di fatto, annotazioni tecniche: competenza, insomma.

Mi intromisi nella conversazione, ci capimmo al volo. G. esprimeva passione ed interesse, abbinati a memoria storica e citazioni adeguate. Non ci volle molto per stabilire e, consolidare poi, un legame che trascese lo sport, il calcio soprattutto, per estendersi in ogni settore della vita.

Abitando in città diverse, il contatto venne mantenuto per mezzo di lettere (l’e-mail era ancora di là da venire) ed incontri allo stadio, in curva (dove non stanziavano solo imbecilli). Memorabile la finale di Coppa dei Campioni, giocata a Barcellona dal Milan, nell’anno di grazia 1989, non solo per il trionfo della nostra squadra, ma per quello che significò stare insieme così tanto tempo. Dall’aereo, al pullman e poi in treno.

Di partita in partita le confidenze extra calcio diventarono un terreno comune. Nominava spesso la sua ragazza, A., un rapporto che durava da tempo, ma altalenante per le sue distrazioni calcistiche, perché lei veniva dopo. Una sera me la presentò, all’uscita da un teatro. Avevo sempre pensato, pur senza dirglielo, che  esagerasse nel magnificarla. Addirittura, ripeteva che assomigliava a Carol Alt, modella e attrice famosa negli anni ’80. Ma quella sera, conoscendola, dovetti dargli ragione, perché i tratti del viso e gli occhi erano identici: una piccola nona meraviglia.

Anche A. sapeva di me, ci trovammo simpatici e iniziammo a scriverci. A G. era noto il fatto, ma non mostrava preoccupazione. Con lei, ovviamente, non parlavo di lui, ci confrontavamo su altri argomenti e una buona intesa, amalgamata da alcune comuni affinità, si  stava creando.

Un giorno G. mi raccontò di una sua avventura estiva, piuttosto recente. Una “toccata e fuga” come si direbbe in modo piuttosto volgare, di cui ero - a quel punto - depositario unico.

Nel frattempo A. aveva accettato la proposta, che le avevo fatto tempo prima, di incontrarci a metà strada, Mi andava di vederla e conoscerla meglio. Accettò e senza alcuna difficoltà trascorremmo una giornata assieme, rigorosamente da amici, anche se non ero indifferente al suo fascino.

Ad un certo punto si lasciò andare ad una confidenza su G.. Non capiva certi suoi atteggiamenti, le pareva sempre di più che avesse una sorta di doppia vita. “Cosa ne sai tu?- mi chiese a bruciapelo. Paventavo la domanda, cercai di guadagnare tempo compiendo una veloce ricognizione mentale.

Se rivelavo la scappatella estiva (che poi non era neppure la prima) mi sarei guadagnato la sua fiducia e, forse, anche altro per gratitudine. In fondo, in quel rapporto vissuto sempre sull’asse di equilibrio, sarebbe bastato davvero poco per sbilanciarlo. Se, invece, fornivo una versione rassicurante, avrei mantenuto il rapporto di grande amicizia con G., ma avrei perduto un’opportunità irripetibile di assestare un colpetto di grazia a quella relazione che, neppure lui ormai, si preoccupava più di tanto di preservare. Che poi sarei potuto subentrare io sarebbe stato tutto da dimostrare, ovviamente. Intanto, perché non provarci...

“E’ tutto normale – risposi- ha sempre avuto i suoi interessi oltre te, dunque lasciagli spazio e non preoccuparti. Mi parla di te molto spesso, nessuna doppia vita”. Mi guardò rincuorata, ci salutammo con piacere e la vidi andar via assieme ad un’opportunità unica, probabilmente.

Con il tempo, le mie frequentazioni di curva divennero saltuarie, la corrispondenza con G. diminuì fatalmente, inghiottita dalle nuove realtà che si prefiguravano per ciascuno di noi e, anche con A., le lettere si ridussero in maniera significativa, fino a scomparire.

Qualche anno più tardi, la posta elettronica permise nuovamente incroci significativi. G. aveva intrapreso la logica professione per lui, vale a dire giornalista sportivo. Con A., nel frattempo diventata moglie e madre, era finita ormai da tempo, ma con forte rimpianto. Gli chiesi ragione del prolungato silenzio e mi rispose, amaramente, che il mio incontro con lei, le lettere che ci scambiavamo: “Troppi equivoci, troppe cose non chiare” mi confessò, ci avevano allontanato. Replicai che tra me e A. non c’era stato assolutamente nulla, anzi aggiunsi che l’avevo tutelato, minimizzando e negando taluni suoi comportamenti.

Provammo a mantenerci in contatto. G. aveva ricostruito tutto, sostanzialmente scagionandomi e riconoscendo le proprie responsabilità. Ma ormai troppo tempo era passato e le incrostazioni si erano sedimentate sul fondo dei nostri cuori.

Anche per le ultime feste gli ho inviato gli auguri, come utile pretesto per aggiornarci, ma pure questa volta non c’è stata risposta.

Quella foto, che ci vede abbracciati dopo la notte entusiasmante vissuta al Camp Nou di Barcellona, rimane il simbolo di un grande sodalizio. E ogni volta che la guardo, mi sembra ancora di udire il boato dello stadio come colonna sonora della gioia di essere proprio lì e di vivere assieme quelle ore esaltanti. Un momento magico, due amici, un’istantanea. Per sempre.

15 commenti:

  1. federica_auroragennaio 19, 2005

    chi crede nel destino? io si!

    Il destino ci lega, a volte per un attimo....un attimo che lascio un ricordo eterno.

    feAu

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  2. Fratello, post struggente e denso di malinconia (ti risparmio la facile ironia sul tuo tifo per l'ALTRA squadra di Milano...), denso di rimpianti per i tempi che furono, le persone sfiorate e mai strette, per quelle che sono scivolate via dalla presa senza un vero perchè. Danza della memoria, giostra che a volte si ferma in un punto senza logica precisa, se non quella del ricordo e della traccia che ci ha lasciato dentro. e che tu, con maestria, ci hai raccontato.

    Grazie!

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  3. Blue__Angelgennaio 19, 2005

    E'bello il tuo modo di raccontare...intenso e ricco di particolari anche per quanto riguarda i ricordi più tristi.Le tue parole mi avvolgono in una dolce malinconia e toccano il mio animo.

    Il tuo è stato un bel gesto,ti sei comportato da vero amico:hai preferito lasciar sfumare un'occasione piuttosto di perdere l'amicizia .

    Dio solo sa quanto può costare comportarsi in questo modo,anteponendo la felicità degli altri alla propria.

    Hai fatto ciò che potevi,hai tutelato il tuo amico e serbato il suo segreto...nn avresti potuto fare di più anche volendolo.

    Nn so perchè accadono questi allontanamenti,forse è destino...ma è sempre triste realizzare di aver perso un amico e con esso una parte di noi...quella parte di noi che ora è costretta a vivere solamente nei nostri ricordi.

    Un abbraccio,buona giornata.

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  4. Blue__Angelgennaio 19, 2005

    Grazie...grazie mille davvero per le tue parole così profonde e sentite.

    Mi fa piacere commentare i tuoi post,mi fanno riflettere molto...ritrovo in quello che scrivi una parte di me e ciò mi coinvolge.

    Quello che mi hai scritto è esatto:la passione nn è solo fisica,è mentale,emotiva...ha tante sfacettature.Tre me e lui c'è tutto questo e molto altro ancora,nn credo che nessuno dei due si sia mai basato sulla mera attrazione fisica e questa credo sia la nostra forza:un'affinità elettiva che,seppur impalpabile,esiste da sempre.

    Personalmente nn me la sento di mollare,come giustamente dicevi tu finchè c'è dialogo è sempre possibile parlare e chiarirsi.

    Certo nn dovrei viverla in maniera così intensa e per il momento farei meglio a concentrarmi anche su altro,per esempio sullo studio.

    A tal proposito ora vado ad impazzire su qualche dispensa ;)

    Anche tu puoi sfogarti e scrivermi quando vuoi,la cosa è reciproca e mi farebbe molto piacere continuare a confrontarmi con te leggendo i tuoi pensieri.

    Ti abbraccio affettuosamente,buon pomeriggio.

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  5. "Per me il tradimento è deludere un amico, fare una delazione, far punire un innocente. Non è il tradimento fisiologico...". (Letto in un'intervista a... Nino Castelnuovo).

    Non potrei mai tradire un amico. Pensa un po'.

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  6. Capita per un attimo di incrociarsi...uno sguardo....un sorriso...due risate insieme....poi solo il rimpianto di un qualcosa, che avrebbe potuto essere, ma che non è stato.



    Il ricordo, in alcuni momenti particolari della propria vita, assume i contorni di una nostalgia strana...non definita e quegli attimi tornano reali come non mai.



    Sinceramente non saprei cosa dirti circa il tuo comportamento con lei....forse sei stato una persona di una lealtà unica....forse avresti dovuto cogliere il momento......non lo so davvero.



    L'importante, secondo me, è aver vissuto quella particolare atmosfera .....il resto non conta.



    La magia della vita...è anche questo.



    A presto Laura

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  7. L'ho imparato.

    L'ho imparato. E sono diventata grande.

    Ho imparato che il distacco è parte di questa giostra infinita che è la nostra vita.

    Ho imparato ad amare la FINE esattamente come l’INIZIO.

    Ad amare le emozioni dell’addio (dichiarato o meno, subito o inflitto, compreso o incomprensibile) tanto quanto quelle di un primo sguardo d’intesa che ti fa scoppiare il cuore.

    Ho imparato che quando qualcuno ci lascia, il suo tempo con noi era finito. E il nostro con lui/lei.

    Ho imparato che ogni allontanamento è un’opportunità di riprendere il cammino con un gioiello in più nel nostro corredo, eredità che raccogliamo lungo la strada da ogni anima che ha condiviso con noi parte del gioco.

    Ci sono incastri d'anime che devono sciogliersi, che hanno un loro tempo e che, per motivi che non è così necessario comprendere, devono lasciarci liberi, ad un tratto.



    E sguardo avanti, senza troppi perché, riprendere la corsa.



    L’ho imparato e sono diventata grande.

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  8. FEAU, gli incroci della vita sono infiniti, certi attimi sono indimenticabili e lasciano il segno più di mille anni. Mi chiedo spesso perché certi destini si siano incrociati e la risposta resta sempre sospesa per aria: è anche questo parte del mistero della nostra vita.



    FRATELLO, non ti converrebbe la facile ironia su quella che pure tu definisci “l’altra squadra di Milano”, anche se indulgendo su certi dettagli pensavo proprio alla,tua reazione.

    Seriamente, sono io che ringrazio te per la presenza costante, l’incoraggiamento, le parole sempre calzanti e appropriate, mai sopra le righe, calibrate al punto giusto. Di certo non farai mai parte della lista delle persone “solo sfiorate e mai strette”. Non ti perderò di vista.

    Un abbraccio con il cuore



    BLUE_ANGEL, la tua reazione emotiva mi lascia senza parole e commosso dallo slancio. Quando si è vissuta una grande passione, che decresce poco per volta, anche se io la trattengo in mille modi, non è difficile ritrovare poi parte delle emozioni vissute in anime così belle e, per certi versi, sofferenti.

    Credo che ci troviamo in tanti separati nella realtà, ma uniti nella blogosfera, a riflettere su pensieri altrui che sembrano sgorgare dal proprio cuore. Si tratta di quella comunione armonica che i sentimenti propongono e dispongono.

    Bella quella affinità elettiva che, da sempre, vi ha cercato e guidato. E’ davvero una forza propulsiva capace di conferire sostanza ai sogni. Non smarrirla, mai. E magari, come rilevi, meglio ancora dispiegare le proprie energie in direzioni diverse, perché l’intensità di una relazione sia essa di amicizia, affetto o amore talvolta è difficile da sostenere per la gioia di vivere che procura.

    Il confronto dei nostri pensieri spero davvero che possa continuare, Ti verrò a trovare ogni volta che potrò.

    Un abbraccio affettuoso anche da me e un grazie immenso: quello che hai scritto nel tuo primo commento è l’esatta interpretazione del racconto, come se fossi riuscita a leggere la mia anima.



    VITAROSA, il destino è anche sarcastico e ciò che permette da una parte, lo impedisce dall’altra, creando paradossi inimmaginabili. Tradire un amico può creare sensi di colpa maggiori, che non deludere la fiducia di un partner. E’ vero.



    LAURA, la magia della vita ha il fascino di riservare situazioni in cui è necessario decidere se inseguire la propria felicità oppure preservare quella altrui. Parli giustamente di “nostalgia strana e non ben definita”, aura di molti momenti che passano e non riesci a cogliere per intero. Ho mantenuto la mia lealtà all’amico che adesso, però, dopo tanto tempo, non ho più ritrovato.

    Riesci a trovare sempre toni giusti e lievi, grazie.











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  9. STREGA, il tuo commento è di una musicalità unica, altre parole stonerebbero, perché può considerarsi il manifesto del segreto della vita, il dna delle gioie e dei dolori. Va letto e assaporato parola dopo parola. Mi sembra davvero la chiusura esemplare per questo blog. Di meglio non poteva esserci. Un grazie è inadeguato alla dolce consistenza dei tuoi pensieri.

    Buonanotte.

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  10. un bacetto, solo questo stasera.

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  11. Fanny, può bastare, stasera :-)

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  12. federica_auroragennaio 20, 2005

    Krank57 tu dici

    " Mi chiedo spesso perché certi destini si siano incrociati e la risposta resta sempre sospesa per aria: è anche questo parte del mistero della nostra vita. "

    il punto, secondo me. è che dovremo accettare con maggiore saggezza l'esistenza di momenti eterni e di momenti flash , magari entrambi intensissimi ed indelebili...altrimenti togliamo la magia che rende certe situazioni, a volte anche molto brevi, cosi belle ed intense anche nel ricordarle... gli toglieremo il senso per il quale sono accadute...

    ci vuole, forse, un pò di serenità per capire questo...

    a me manca quasi sempre, ma nei rari momenti in cui ce l'ho, molti ricordi, a volte dolorsi, si colorano di felicità, invece!

    feAu

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  13. FEAU, si tratta di considerazioni belle, sagge e serene. Ma pure a me capita di non riuscire ad afferrare brandelli di felicità, almeno non come e quanto vorrei, ritrovandomi quindi spesso con ricordi dolorosi. E' proprio la serenità, uno dei requisiti essenziali per intercettare ed assorbire, dalla vita, la gioia che procurano anche le piccole cose ed esercitare quella saggezza che conduce all'accettazione dei momenti flash e momenti eterni, come hai scritto nell'ennesima perla che si aggiunge alla collana di riflessioni che vado formando, leggendovi ogni giorno. Grazie e buona giornata.

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  14. Certo che ....l'ambiguità non fa bene all'amicizia, mentre invece con l'amore ci può anche star bene ...

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  15. MARDOU60, è tutto completamente vero, esistono sottili sfumature tra amore e amicizia, non facili da cogliere: quella illustrata da te credo sia la più significativa. E mi trova anche d'accordo.

    Buon inizio di settimana anche a te.

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