mercoledì 17 gennaio 2007

USA e getta



Istruzioni per l’uso. Questo è un post particolarmente lungo. Si può leggere integralmente, a pezzetti, usarlo (ma non gettarlo). Lo scrivo piuttosto in...furiato per la servile decisione assunta da un pavido governo di centrosinistrina che, in ossequio alla voce del padrone, non è contrario all’allargamento della base statunitense a Vicenza. Per inciso, il 15 dicembre 1994, la bella città veneta è stata inserita nella lista dei beni "patrimonio dell’umanità". Nella "World Heritage List" risultano iscritti i ventitrè monumenti palladiani del centro storico e tre ville site al di fuori dell’antica cinta muraria, pure realizzate dal famoso architetto. La città del Palladio può dunque fregiarsi del titolo di "patrimonio dell’umanità", poiché "essa costituisce una realizzazione artistica eccezionale per i numerosi contributi architettonici di Andrea Palladio che, integrati in un tessuto storico, ne determinano il carattere d’insieme. Per cui una servitù militare ci sta come il classico elefante in cristalleria.


Tutto ciò premesso, ecco di seguito:


-        Strage del Cermis


-        Elenco dei morti


-        Assoluzione del pilota


-        Stupro (con attenuanti) di un reduce a Vicenza


-        Stupro di un soldato Usa a Pordenone


-        Urbanisti contrari alla base


-    Basi e installazioni militari nella colonia italiana


Un aereo militare Usa ha urtato di striscio


la cabina del Cermis, precipitata nel vuoto


Strage della funivia


morti tutti i passeggeri


Sono tutti morti i passeggeri della funivia del Cermis, precipitata nel pomeriggio dopo essere stata urtata di striscio da un aereo militare dei marine statunitensi impegnato in un'esercitazione nella zona di Cavalese, in Val di Fiemme, in piena stagione sciistica, causando la morte di venti persone. Secondo i soccorritori il manovratore, che era sulla seconda cabina, bloccata dai congegni di sicurezza a un centinaio di metri dalla stazione di arrivo, è stato portato a valle dalle squadre di soccorso e ricoverato in stato di choc presso l'ospedale di Cavalese.


La cabina che stava scendendo verso Cavalese si è schiantata al suolo poco lontano dal greto del fiume Avisio, precipitando nel vuoto per più di cento metri, dopo che l'impianto funiviario era stato centrato da un aereo militare americano in volo di addestramento, che dopo la sciagura è rientrato alla base di Aviano.


La cabina, di colore giallo, si è schiantata a un centinaio di metri dalla stazione a valle. Le lamiere sono completamente schiacciate e la cabina appare rovesciata, con il fondo girato verso l'alto. Sul posto è giunto un camion munito di una gru, che ha mosso la cabina per permettere il recupero delle salme. Sulla neve sono stati stesi grandi teli per deporvi i cadaveri(...)


(...) Ancora non è chiara la dinamica dell'incidente, è stato però rintracciato l'aereo che, secondo alcune dichiarazioni fornite dal ministero della Difesa, è stato identificato come un Ea-6b da guerra elettronica, dislocato ad Aviano (Pordenone) nell'ambito di missioni in Bosnia per conto della Nato, e non fa parte delle squadriglie della base Usaf di Aviano.


Il velivolo statunitense, con quattro persone a bordo, volava in missione di addestramento pianificata. L'aereo era partito da Aviano, e dopo aver urtato la cabina della funivia del Cermis ha ripreso quota ed è riuscito a rientrare in emergenza alla base nonostante i danni subiti alla fusoliera. Il pilota alla notizia della sciagura ha avuto un malore ma in volo non si è accorto di nulla e ha riferito solo di aver sentito un "grande scossone".


la Repubblica 3 febbraio 1998


Il bilancio finale parla di 20 morti


Le inchieste: "Un errore del pilota"


Cermis, tre italiani


tra le vittime


Ecco l'elenco ufficiale delle vittime della tragedia della Funivia: gli italiani Marcello Vanzo, di Cavalese (Trento); Edeltraud Zanon,


nata a Innsbruck 56 anni,residente a Bressanone e Maria Steiner, 61 anni di Bressanone; i polacchi Ewa Strzelczyk e il figlio Filip; i belgi Rosemarie Ian Paul Eyskens (25 anni), Sebastian Van Den Heede, 27 anni di Bruges, Hadewich Anthonissen, 25 anni di Lille, Stefaan Martin Germaine Vermander, 28 anni di Bruges, Stefan Maria Luis Brekaert, 38 anni di Leuven. L' olandese Danielle Groenleer, 21 anni di Apeldoorn; l' austriaco Anton Voglsang, 38 anni di Innsbruck; i tedeschi Sonja Maria Weinhofer (19 anni, Vienna); Annelie Urban, nata a Weibig nel 1957 e il marito, Harald Urban (1957); Michael Poetschke 24 anni di Burgstadt; Dieter Frank Blumenfeld, 47 anni di Burgstadt; Marina Mandy Renkewitz 48 anni Burgstadt; Egon Uwe Renkewitz 47 anni di Chemnitz; Juergen Wunderlich, 44 anni di Hartmannsdorf.


I pezzi del velivolo statunitense schiantatosi sulla funivia sono stati sequestrati dal magistrato che ha disposto l'autopsia delle 20 salme. Due le inchieste avviate: dalla magistratura trentina, dall'aeronautica Usa, oltre ad altre di carattere amministrativo. Ad affiancare gli esperti statunitensi nell'inchiesta tecnica ci sarà anche un perito italiano: il colonnello Orfeo Durigon, comandante dell'aereoporto Pagliano e Gori di Aviano, da dove è partito il bireattore statunitense che ha provocato la tragedia.


Testimoni avrebbero visto l'aereo, di stanza nella base Usaf di Aviano, impennarsi bruscamente dopo aver raggiunto una bassissima quota, sicuramente al di sotto dei centocinquanta metri previsti dai regolamenti di volo.


In mattinata c'è stata la prima ispezione del velivolo e l'interrogatorio dei due piloti che rimangono a disposizione delle autorità giudiziaria, ma non sono stati ancora arrestati. Causa dell'incidente sarebbe stato l'errore del pilota: l'aereo militare sembra volasse a non più 100 metri, cioè ben al di sotto della recente legge del Consiglio provinciale che vieta i sorvoli della zona a quote inferiori a 500 metri.


Sul luogo della sciagura sono arrivati il presidente del Consiglio Romano Prodi, il ministro della Difesa Andreatta, l'ambasciatore statunitense in Italia Foglietta, che proprio lunedì scorso, ha raccontato, di aver sciato sulle Alpi nel tratto dove è avvenuto l'incidente. Ora la funivia rischia la chiusura, mentre su quanto accaduto divampano parecchie polemiche.


Il gruppo di Rifondazione Comunista chiede formalmente presentando un disegno di legge a Camera e Senato che vengano rinegoziate le presenze delle basi militari in Italia; l'arcivescovo di Trento, monsignor Giovanni Maria Sartori, va giù duro: "Basta con i voli a bassa quota. Sono preoccupato per le insistenti proteste di cittadini e autorità che lamentano l'uso indiscriminato del territorio del Trentino per esercitazioni aeronautiche militari -si legge in una nota della curia trentina-. E' necessario porre fine a tutto questo tipo di esercitazioni che mettono in pericolo e inutilmente molte vite".


"Non possiamo fare di ogni erba un fascio, ma è necessaria una profonda inchiesta che accerti le responsabilità su quanto accaduto. Non si possono stravolgere le nostre alleanze e le strutture di sicurezza collettiva", il commento del ministro degli Esteri Lamberto Dini.


Così Scalfaro, da Salerno: "Esprimo una speranza: che la tragedia non sia dovuta a chi, usando mezzi spaventosi, non si interessa della vita altrui. Sarebbe terribile pensare che si possa giocare non pensando alla vita altrui. Comunque non ho il diritto di giudicare perchè non ho ancora tutti gli elementi per farlo".


la Repubblica 4 febbraio 1998


La Corte marziale dichiara "non colpevole"


il capitano Richard Ashby


Assolto il pilota


della strage del Cermis


Indignati i familiari delle vittime


Il pm Giardina: "Sentenza già scritta"


CAMP LEJEUNE - Con una sentenza a sorpresa, la corte marziale ha assolto il pilota Richard Ashby nel processo sulla strage del Cermis. Gli otto giurati dovevano decidere se condannare o assolvere Ashby dall'accusa di aver provocato la morte di 20 persone, più altri reati minori. La Corte marziale ha riconosciuto il capitano Ashby "non colpevole" per tutte le imputazioni.


Se fosse stato riconosciuto colpevole di tutti i capi di imputazione il pilota dei marines avrebbe rischiato un massimo di 206 anni di carcere. Alla lettura del verdetto della giuria della Corte marziale, raggiunto dopo sette ore e mezza di deliberazioni in camera di consiglio, i familiari di Ashby e il pilota hanno lanciato un urlo di gioia (...) Soddisfatti, naturalmente, gli avvocati della difesa: "Quanto avevamo prospettato nel corso delle indagini svolte in Italia - hanno dichiarato i legali Antonio e Bruno Malattia, che assistonono Ashby in Italia - si è dimostrato fondato, al vaglio di un dibattimento condotto con scrupolo". Nell'esprimere un giudizio positivo e soddisfazione per la decisione della giuria americana, gli avvocati hanno spiegato che "in particolare si è riconosciuto che il volo del Prowler era stato autorizzato a una quota di 500 piedi, che le mappe di volo non contenevano le indicazioni della funivia e anche che il radar-altimetro presentava difetti di funzionamento".


Di tutt'altro tenore i commenti rilasciati da chi è dall'altra parte della barricata. "Non c'è giustizia a questo mondo": così hanno reagito i familiari familiari delle vittime tedesche del Cermis. "Se Ashby non è colpevole, allora vorremmo proprio sapere chi è il responsabile della tragedia", aggiunto. "Il ruolo di poliziotti del mondo preteso dagli Stati Uniti si concretizza in una giustizia da caserma": questa volta ad esternare l'avvocato Beppe Pontrelli, esponente del Comitato "Tre Febbraio per la giustizia". Che ha aggiunto: "Questa sentenza deprecabile sia di lezione per quanti hanno tifato per la giustizia, rapidità e severità della magistratura militare americana. Venti vittime inutili, condannate a una morte senza giustizia, come da mesi avevamo ampiamente previsto. Per questo il Comitato si era lungamente battuto per lo svolgimento del processo in Italia" (...)


la Repubblica 4 marzo 1999


Stupro, nuova sentenza choc: pena più lieve per un reduce dall'Iraq

di red


l'Unità 8 marzo 2006


La violenza sessuale è meno grave se a compierla è un soldato statunitense appena tornato dall’Iraq. È quanto si può leggere nelle motivazioni della sentenza che spiega la condanna (del novembre scorso) per violenza sessuale a cinque anni e otto mesi (più 100 mila euro di risarcimento, invece dei 7 anni chiesti dal pm) di un parà statunitense di stanza alla caserma «Ederle» di Vicenza. Una condanna mitigata dal fatto che al parà in questione sono state concesse le attenuanti generiche a causa dell’«esperienza bellica ed extrabellica che lo ha logorato psicologicamente e spinto a dare minore importanza alla vita e alla incolumità altrui».


I fatti. Secondo quanto ricostruito in aula durante il processo James Michal Brown, parà di 27 anni dell’Oregon, la notte del 22 febbraio del 2004 (due giorni dopo il suo rientro dall’Iraq), ubriaco, fa salire sulla sua auto una coetanea nigeriana. Quindi la picchia, la violenta e la lascia per strada nuda, ammanettata e in evidente stato di choc. Sono proprio le manette Smith&Wesson (oltre che la descrizione fatta dalla ragazza) a tradire il soldato. Infatti sono in dotazione dei 1900 militari americani della caserma Ederle, sede della Task force dell'Europa meridionale.


La condanna e le attenuanti Alla fine del dibattimento il soldato (che nel frattempo è stato espulso dall'esercito e spedito in carcere in Germania) viene condannato per violenza sessuale: cinque anni e otto mesi più 100 mila euro di risarcimento. Il pm ne aveva chiesti 7 ma il tribunale ha stabilito che: «vanno riconosciute le attenuanti generiche, perché appare verosimile che l'imputato, nella commissione dei reati, sia stato influenzato da atti di violenza cui ha assistito in Iraq e che nulla avevano a che fare con la necessaria violenza bellica».


Uno stupro senza giustizia


Marco Galluzzo


Io Donna 26 giugno 2004


Lo stupro è avvenuto di giorno, in un attico di Pordenone, in pieno centro. La casa in uso a un militare americano, una piccola festa privata: il soldato, due albanesi, tre italiane minorenni. Una riesce a scappare, Chiara no. Qualche giorno dopo Chiara sta male, denuncia di aver subito violenza. Le indagini e i medici confermeranno un'azione di gruppo. Per la ragazzina occorrerà il ricovero in ospedale e uno psicologo per ricominciare. Le cronache locali del tempo, un anno e mezzo fa, se ne occuparono senza enfasi. Oggi quel caso è diventato un rebus giuridico, è approdato in parlamento, lambisce le relazioni fra due Stati. Un caso in cui la giustizia fatica ad affermarsi. E in cui il dramma personale di una giovane è stato nei mesi sommerso e allo stesso tempo ignorato da una montagna di documenti e da un delicato carteggio burocratico. L'Italia intende rinunciare al processo contro l'americano, l'unico in grado di risarcire il danno. Ma un piccolo giudice di provincia ha sin qui "disobbedito" la richiesta di Castelli e ha fissato l'udienza il 28 giugno.


La ricostruzione: Chiara, il nome è di fantasia, all'epoca dei fatti 14 anni, accusa tre albanesi e il soldato americano Robert Scott Gardner, 19 anni. I tre vengono arrestati, uno di loro collabora, conferma la ricostruzione della ragazza. Gardner invece viene solo interrogato, nega tutto, oggi lavora nella base militare Nato di Aviano(...) Si mette in moto la diplomazia, il comando americano di Aviano chiede al ministro della Giustizia di rinunciare alla giurisdizione in base alla Convenzione di Londra. Roberto Castelli firma di suo pugno la richiesta. Informa la Farnesina, allega un parere della Procura generale, chiede ai giudici di passare la mano alla Corte marziale, che verrà allestita nella base militare. A questo punto cominciano i problemi. L'avvocato di Chiara, Rosanna Lovere, grida allo scandalo: "La ragazzina è stata brutalizzata, la sua famiglia è andata in frantumi, e le si chiede di rinunciare alle garanzie del processo italiano. Una vergogna. Il dolore di questa ragazza non avrà mai una vera forma di risarcimento, ma almeno non si aggiunga altro danno. Non si aggiunga l'atmosfera di una corte militare, l'interrogatorio diretto, un codice che non prevede la richiesta di danni". Il fatto approda in Parlamento: due interrogazioni denunciano un caso che non avrebbe precedenti dal 1945 a oggi. Sarebbe la prima volta (il ministero non nega) che per un reato riconosciuto dallo stesso Castelli di "particolare gravità", senza alcun collegamento con le mansioni del soldato, l'Italia passa la mano. In casi come questo (nulla a che fare con il Cermis) la priorità della giurisdizione è italiana, la rinuncia un atto discrezionale. C'è anche un rimpallo di responsabilità: per il ministro "c'era il parere favorevole della Procura generale". Dario Grohmann, procuratore generale a Trieste, dice che il proprio parere "non è vincolante" e che "la scelta è politica". Nell'atto di rinuncia il ministero promette a Chiara che gli Stati Uniti "faranno fronte ai risarcimenti". L'avvocato Rovere ha inviato una domanda al ministero, ricevuto risposta dopo nove mesi, appreso che non esistono garanzie. Oggi il destino di Chiara è nelle mani del gip Rodolfo Piccin, che ha più di un dubbio sulla legittimità, in questo caso, di una Corte marziale. Finora Chiara è stata interrogata già tre volte. A venti mesi dalla violenza non sa ancora a chi chiedere giustizia. Né da dove cominciare.


La base Usa a Vicenza? Che scempio


Orsola Casagrande


il manifesto 13 ottobre 2006


Anche gli urbanisti si schierano contro il raddoppio dell'attuale base militare americana a Vicenza. Nomi illustri, da Edoardo Salzano a Bibo Cecchini, da Maria Cristina Gibelli a Vezio De Lucia, hanno apposto la loro firma in calce a un appello che ricorda come il raddop­pio della base militare Usa, se avvenis­se, «comporterebbe un'aggiunta di ulte­riori 600 mila metri cubi di caserme e magazzini a quelli già esistenti in un ter­ritorio devastato dalla dispersione disor­dinata degli insediamenti industriali, commerciali e residenziali». Quel bloc­co di cemento già presente ha invaso le campagne del vicentino per ben 56 mi­lioni di metri cubi.


Ma per gli urbanisti raddoppiare la base significherebbe anche «l'aumento del potenziale aggressivo localizzato in Italia». Una scelta che «contrasterebbe con l'impegno del governo e del parla­mento di contribuire a far crescere un'Europa di pace». I firmatari chiedono al governo di non autorizzare l'inter­vento. E la stessa cosa, stando a un son­daggio commissionato nei giorni scorsi, chiede la maggioranza degli abitanti di Vicenza. Per il 61% degli intervistati in­fatti la nuova base non si deve fare. Do­po il rimpallo comune-governo, qualcu­no però dovrà dire qualcosa sul futuro dell'aeroporto civile Dal Molin, al cen­tro degli interessi americani che pro­prio lì vorrebbero costruire la nuova ba­se dove verrebbe riunificata la 173° bri­gata: milleseicento militari in più a cui vanno aggiunti i civili (circa 2000 perso­ne in totale) ora dislocati in Germania (a Bamberga e Schweinfurt).


Un sondaggio realizzato da Demos e Pi ha messo in luce l'attenzione che i cit­tadini di Vicenza e Caldogno (il Dal Molin si trova a ridosso del paesino) presta­no all'evoluzione del progetto. Favore­voli e contrari argomentano le loro posi­zioni in modo articolato. Se la dimensio­ne economica prevale tra le motivazio­ni di chi è favorevole al progetto (il 54% degli intervistati dice che la nuova base porterebbe lavoro e benessere in città e nei comuni limitrofi), quella «pacifista» prevale tra chi sostiene che la base non si debba fare, fl 28% degli intervistati a Vicenza (e il 23% di quelli a Caldogno) non condivide infatti l'idea che gli even­tuali attacchi verso il Medioriente possa­no partire proprio da Vicenza.


Sul fronte istituzionale, ancora non è stato convocato un consiglio comunale per discutere del progetto, anche se ieri il ministro della Difesa Arturo Parisi ha dato la sua disponibilità a incontrare il sindaco forzista Enrico Hullweck. Alla maggioranza comunque non piace l'idea di un referendum, che è invece una opzione indicata soprattutto dai cit­tadini anche nell'ultimo sondaggio (l'85% degli intervistati lo ritiene utile). Ma la voglia di partecipazione tra i cittadini è tanta, sia tra i sostenitori del pro­getto che tra i contrari. Così per esem­pio otto persone su dieci si dicono pron­te a firmare petizioni pubbliche, una su due a partecipare a manifestazioni e una su cinque anche a mettere in atto forme di protesta contrarie alle leggi vi­genti (occupazione di edifici, blocco del traffico), pur di manifestare il proprio dissenso al progetto e magari contribui­re a impedirne la realizzazione (...).


Elenco delle basi e delle installazioni militari degli Usa in Italia.


Le sigle

Usaf: aviazione

Navy: marina

Army: esercito

Nsa: National security agency [Agenzia di sicurezza nazionale]

Setaf: Southern european task force [Task force sudeuropea]

Elenco per Regioni

Trentino Alto Adige

1. Cima Gallina [Bz]. Stazione telecomunicazioni e radar dell'Usaf.


2. Monte Paganella [Tn]. Stazione telecomunicazioni Usaf.

Friuli Venezia Giulia


3. Aviano [Pn]. La più grande base avanzata, deposito nucleare e centro di telecomunicazioni dell'Usaf in Italia [almeno tremila militari e civili americani ]. Nella base sono dislocate le forze operative pronte al combattimento dell'Usaf [un gruppo di cacciabombardieri ] utilizzate in passato nei bombardamenti in Bosnia. Inoltre la Sedicesima Forza Aerea ed il Trentunesimo Gruppo da caccia dell'aviazione Usa, nonché uno squadrone di F-18 dei Marines. Si presume che la base ospiti, in bunker sotterranei la cui costruzione è stata autorizzata dal Congresso, bombe nucleari. Nella base aerea di Aviano (Pordenone) sono permanentemente schierate, dal 1994, la 31st Fighter Wing, dotata di due squadriglie di F-16 [nella guerra contro la Jugoslavia nel 1999, effettuo' in 78 giorni 9.000 missioni di combattimento: un vero e proprio record] e la 16th Air Force. Quest'ultima è dotata di caccia F-16 e F-15, e ha il compito, sotto lo U. S. European Command, di pianificare e condurre operazioni di combattimento aereo non solo nell'Europa meridionale, ma anche in Medio Oriente e Nordafrica. Essa opera, con un personale di 11.500 militari e civili, da due basi principali: Aviano, dove si trova il suo quartier generale, e la base turca di Incirlik. Sara' appunto quest'ultima la principale base per l'offensiva aerea contro l'Iraq del nord, ma l'impiego degli aerei della 16th Air Force sara' pianificato e diretto dal quartier generale di Aviano.


4. Roveredo [Pn]. Deposito armi Usa.


5. Rivolto [Ud]. Base USAF.


6. Maniago [Ud]. Poligono di tiro dell'Usaf.


7. San Bernardo [Ud]. Deposito munizioni dell'Us Army.


8. Trieste. Base navale Usa.


Veneto

9. Camp Ederle [Vi]. Quartier generale della Nato e comando della Setaf della Us Army, che controlla le forze americane in Italia, Turchia e Grecia. In questa base vi sono le forze da combattimento terrestri normalmente in Italia: un battaglione aviotrasportato, un battaglione di artiglieri con capacità nucleare, tre compagnie del genio. Importante stazione di telecomunicazioni. I militari e i civili americani che operano a Camp Ederle dovrebbero essere circa duemila.

10. Vicenza: Comando Setaf. Quinta Forza aerea tattica [Usaf]. Probabile deposito di testate nucleari.


11.Tormeno [San Giovanni a Monte, Vi]. Depositi di armi e munizioni.

12. Longare [Vi]. Importante deposito d'armamenti.


13. Oderzo [Tv]. Deposito di armi e munizioni


14. Codognè [Tv]. Deposito di armi e munizioni


15. Istrana [Tv]. Base Usaf.


16. Ciano [Tv]. Centro telecomunicazioni e radar Usa.


17. Verona. Air Operations Center [Usaf ]. e base Nato delle Forze di Terra del Sud Europa; Centro di telecomunicazioni [Usaf].


18. Affi [Vr]. Centro telecomunicazioni Usa.


19. Lunghezzano [Vr]. Centro radar Usa.


20. Erbezzo [Vr]. Antenna radar Nsa.


21. Conselve [Pd ]. Base radar Usa.


22. Monte Venda [Pd]. Antenna telecomunicazioni e radar Usa.


23. Venezia. Base navale Usa.


24. Sant'Anna di Alfaedo [Pd]. Base radar Usa.


25. Lame di Concordia [Ve]. Base di telecomunicazioni e radar Usa.


26. San Gottardo, Boscomantivo [Ve]. Centro telecomunicazioni Usa.


27. Ceggia [Ve]. Centro radar Usa


Lombardia

28. Ghedi [Bs]. Base dell'Usaf, stazione di comunicazione e deposito di bombe nucleari.

29. Montichiari [Bs]. Base aerea [Usaf ].


30. Remondò [Pv]. Base Us Army.


108. Sorico [Co]. Antenna Nsa.


Piemonte


31. Cameri [No]. Base aerea Usa con copertura Nato.


32. Candelo-Masazza [Vc]. Addestramento Usaf e Us Army, copertura Nato.

Liguria

33. La Spezia. Centro antisommergibili di Saclant [vedi 35].


34. Finale Ligure [Sv]. Stazione di telecomunicazioni della Us Army.

35. San Bartolomeo [Sp]: Centro ricerche per la guerra sottomarina. Composta da tre strutture. Innanzitutto il Saclant, una filiale della Nato che non è indicata in nessuna mappa dell'Alleanza atlantica. Il Saclant svolgerebbe non meglio precisate ricerche marine: in un dossier preparato dalla federazione di Rifondazione si parla di "occupazione di aree dello specchio d'acqua per esigenze militari dello stato italiano e non [ricovero della VI flotta Usa]". Poi c'è Maricocesco, un ente che fornisce pezzi di ricambio alle navi. E infine Mariperman, la Commissione permanente per gli esperimenti sui materiali da guerra, composta da cinquecento persone e undici istituti [dall'artiglieria, munizioni e missili, alle armi subacquee].

Emilia Romagna


36. Monte San Damiano [Pc]. Base dell'Usaf con copertura Nato.


37. Monte Cimone [Mo]. Stazione telecomunicazioni Usa con copertura Nato.


38. Parma. Deposito dell'Usaf con copertura Nato.


39. Bologna. Stazione di telecomunicazioni del Dipartimento di Stato.


40. Rimini. Gruppo logistico Usa per l'attivazione di bombe nucleari.


41. Rimini-Miramare. Centro telecomunicazioni Usa.


Marche

42. Potenza Picena [Mc]. Centro radar Usa con copertura Nato.

Toscana

43. Camp Darby [Pi]. Il Setaf ha il più grande deposito logistico del Mediterraneo [tra Pisa e Livorno], con circa 1.400 uomini, dove si trova il 31st Munitions Squadron. Qui, in 125 bunker sotterranei, e' stoccata una riserva strategica per l'esercito e l'aeronautica statunitensi, stimata in oltre un milione e mezzo di munizioni. Strettamente collegato tramite una rete di canali al vicino porto di Livorno, attraverso il Canale dei Navicelli, è base di rifornimento delle unità navali di stanza nel Mediterraneo. Ottavo Gruppo di supporto Usa e Base dell'US Army per l'appoggio alle forze statunitensi al Sud del Po, nel Mediterraneo, nel Golfo, nell'Africa del Nord e la Turchia.


44. Coltano [Pi]. Importante base Usa-Nsa per le telecomunicazioni: da qui sono gestite tutte le informazioni raccolte dai centri di telecomunicazione siti nel Mediterraneo. Deposito munizioni Us Army; Base Nsa.


45. Pisa [aeroporto militare]. Base saltuaria dell'Usaf.


46. Talamone [Gr]. Base saltuaria dell'Us Navy.


47. Poggio Ballone [Gr]. Tra Follonica, Castiglione della Pescaia e Tirli: Centro radar Usa con copertura Nato.


48. Livorno. Base navale Usa.


49. Monte Giogo [Ms]. Centro di telecomunicazioni Usa con copertura Nato.

Sardegna

50. La Maddalena - Santo Stefano [Ss]. Base atomica Usa, base di sommergibili, squadra navale di supporto alla portaerei americana "Simon Lake".


51. Monte Limbara [tra Oschiri e Tempio, Ss]. Base missilistica Usa.


52. Sinis di Cabras [Or]. Centro elaborazioni dati [Nsa].


53. Isola di Tavolara [Ss]. Stazione radiotelegrafica di supporto ai sommergibili della Us Navy.


54. Torre Grande di Oristano. Base radar Nsa.


55. Monte Arci [Or]. Stazione di telecomunicazioni Usa con copertura Nato.


56. Capo Frasca [Or]. Eliporto ed impianto radar Usa.


57. Santulussurgiu [Or]. Stazione telecomunicazioni Usaf con copertura Nato.


58. Perdasdefogu [Nu]. Base missilistica sperimentale.


59. Capo Teulada [Ca]. Da Capo Teulada a Capo Frasca [Or ], all'incirca 100 chilometri di costa, 7.200 ettari di terreno e più di 70 mila ettari di zone "off limits": poligono di tiro per esercitazioni aeree ed aeronavali della Sesta flotta americana e della Nato.


60. Cagliari. Base navale Usa.


61. Decimomannu [Ca]. Aeroporto Usa con copertura Nato.


62. Aeroporto di Elmas [Ca]. Base aerea Usaf.


63. Salto di Quirra [Ca]. poligoni missilistici.


64. Capo San Lorenzo [Ca]. Zona di addestramento per la Sesta flotta Usa.


65. Monte Urpino [Ca]. Depositi munizioni Usa e Nato.


Lazio


66. Roma. Comando per il Mediterraneo centrale della Nato e il coordinamento logistico interforze Usa. Stazione Nato


67. Roma Ciampino [aeroporto militare]. Base saltuaria Usaf.


68. Rocca di Papa [Rm]. Stazione telecomunicazioni Usa con copertura Nato, in probabile collegamento con le installazioni sotterranee di Monte Cavo


69. Monte Romano [Vt]. Poligono saltuario di tiro dell'Us Army.


70. Gaeta [Lt]. Base permanente della Sesta flotta e della Squadra navale di scorta alla portaerei "La Salle".


71. Casale delle Palme [Lt]. Scuola telecomunicazioni Nato sotto controllo Usa.


Campania


72. Napoli. Comando del Security Force dei Marines. Base di sommergibili Usa. Comando delle Forze Aeree Usa per il Mediterraneo. Porto normalmente impiegato dalle unità civili e militari Usa. Si calcola che da Napoli e Livorno transitino annualmente circa cinquemila contenitori di materiale militare.


73. Aeroporto Napoli Capodichino. Base aerea Usaf.


74. Monte Camaldoli [Na]. Stazione di telecomunicazioni Usa.


75. Ischia [Na]. Antenna di telecomunicazioni Usa con copertura Nato.


76. Nisida [Na]. Base Us Army.


77. Bagnoli [Na]. Sede del più grande centro di coordinamento dell'Us Navy di tutte le attività di telecomunicazioni, comando e controllo del Mediterraneo.


78. Agnano [nelle vicinanze del famoso ippodromo]. Base dell'Us Army.


80. Licola [Na]. Antenna di telecomunicazioni Usa.


81. Lago Patria [Ce]. Stazione telecomunicazioni Usa.


82. Giugliano [vicinanze del lago Patria, Na]. Comando Statcom.


83. Grazzanise [Ce]. Base saltuaria Usaf.


84. Mondragone [Ce]: Centro di Comando Usa e Nato sotterraneo antiatomico, dove verrebbero spostati i comandi Usa e Nato in caso di guerra


85. Montevergine [Av]: Stazione di comunicazioni Usa.


Basilicata


79. Cirigliano [Mt]. Comando delle Forze Navali Usa in Europa.


86. Pietraficcata [Mt]. Centro telecomunicazioni Usa e Nato.


Puglia


87. Gioia del Colle [Ba]. Base aerea Usa di supporto tecnico.


88. Brindisi. Base navale Usa.


89. Punta della Contessa [Br]. Poligono di tiro Usa e Nato.


90. San Vito dei Normanni [Br]. Vi sarebbero di stanza un migliaio di militari americani del 499° Expeditionary Squadron;.Base dei Servizi Segreti. Electronics Security Group [Nsa ].


91. Monte Iacotenente [Fg]. Base del complesso radar Nadge.


92. Otranto. Stazione radar Usa.


93. Taranto. Base navale Usa. Deposito Usa e Nato.


94. Martinafranca [Ta]. Base radar Usa.


Calabria


95. Crotone. Stazione di telecomunicazioni e radar Usa e Nato.


96. Monte Mancuso [Cz]. Stazione di telecomunicazioni Usa.


97. Sellia Marina [Cz]. Centro telecomunicazioni Usa con copertura Nato.


Sicilia


98. Sigonella [Ct]. Principale base terrestre dell'Us Navy nel Mediterraneo centrale, supporto logistico della Sesta flotta [circa 3.400 tra militari e civili americani ]. Oltre ad unità della Us Navy, ospita diversi squadroni tattici dell'Usaf: elicotteri del tipo HC-4, caccia Tomcat F14 e A6 Intruder, gruppi di F-16 e F-111 equipaggiati con bombe nucleari del tipo B-43, da più di 100 kilotoni l'una.


99. Motta S. Anastasia [Ct]. Stazione di telecomunicazioni Usa.


100. Caltagirone [Ct]. Stazione di telecomunicazioni Usa.


101. Vizzini [Ct]. Diversi depositi Usa.


102. Palermo Punta Raisi [aeroporto]. Base saltuaria dell'Usaf.


103. Isola delle Femmine [Pa]. Deposito munizioni Usa e Nato.


104. Comiso [Rg]. La base risulterebbe smantellata.


105. Marina di Marza [Rg]. Stazione di telecomunicazioni Usa.


106. Augusta [Sr]. Base della Sesta flotta e deposito munizioni.


107. Monte Lauro [Sr]. Stazione di telecomunicazioni Usa.


109. Centuripe [En]. Stazione di telecomunicazioni Usa.


110. Niscemi [Cl]. Base del NavComTelSta [comunicazione Us Navy ].


111. Trapani. Base Usaf con copertura Nato.


112. Isola di Pantelleria [Tp]: Centro telecomunicazioni Us Navy, base aerea e radar Nato.


113. Isola di Lampedusa [Ag]: Base della Guardia costiera Usa. Centro d'ascolto e di comunicazioni Nsa.


 


 


 


 


 


 


 


 


6 commenti:

  1. Non so dove tu abbia reperito le notizie, ma, ti assicuro che a Venezia non esiste alcuna base navale USA. Tu la citi al n. 23.

    Per il resto sono assolutamente d'accordo sul fatto che la giurisdizione sui militari americani che compiono atti, non inerenti le loro mansioni, deve essere esclusivamente italiana.

    Un recente esempio: alcuni giorni fa un militare statunitense, di base a Vicenza, si è ucciso in un incidente stradale in provincia di Vicenza. Le notizie del TGR affermano che le indagini sulla dinamica dell'incidente vengono svolte dalle autorità militari americane. E la polizia stradale italiana cosa ci sta a fare?

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  2. ERRATA CORRIGE



    La provincia relativa all'incidente di cui al precedente commento è Padova e non Vicenza.

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  3. Sergio, telegrafico solo per precisare che la cartina sulle installazioni militari e relativo elenco l'ho trovata qui: http://www.iraqlibero.at/

    In seguito integrerò il tuo commento. Ciao

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  4. Comunque sia, a Venezia non c'è e non c'è mai stata una base navale USA. Te lo posso assicurare al 100%

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  5. Sergio, naturalmente non metto in dubbio le tue affermazioni. Ero rimasto perplesso scorrendo l'elenco delle località e leggendo di Venezia.

    Per il resto concordo con te. Di fronte a queste situazioni della nostra già ridotta sovranità nazionale resta ben poco. Un simulacro, appunto.

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  6. uno dei misteri più controversi della fine degli anni 80 in italia

    un omicidio con ancora troppe domande che necessitano una risposta

    venite a scoprire il giallo del pozzo



    http://digilander.libero.it/giallo.pozzo/

    www.ilgiallodelpozzo.splinder.com

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