Domenica strana. Domenica insopportabilmente lunga. Domenica di attesa. Fra meno di 48 ore mio padre verrà ricoverato in ospedale, reparto cardiologia. L’attenzione adesso, quella che finora è stata molto scarsa da parte medica, si sposta sul cuore, un muscolo molto affaticato che dovrà essere esaminato meglio per poi decidere come procedere. La situazione non è molto chiara, in effetti, perché se la situazione pare essere delicata, l’incertezza maggiore riguarda la terapia da seguire. E per una persona ormai stanca, entrata nell’ottantaduesimo anno di età, sfiduciata, con il morale piuttosto a terra, la decisione non può prescindere anche da questi aspetti. Nemmeno so bene cosa lui sappia o si attenda, se è ancora disposto a sopportare, ad aver pazienza. Soprattutto a lottare per non essere spezzato. Anche le riflessioni indeboliscono, minano le speranze e si ritrova avviluppato da cattivi pensieri, quasi presagi di sventura. Non li comunica tutti, anzi li conserva dentro, quasi essi costituiscano il suo alimento naturale. Però ieri me ne ha scodellata una summa, a pranzo.
Ripercorrendo in un lampo le tappe della sua vita si è soffermato sulla gioventù spesa in tempo di guerra, poi il matrimonio, l’acquisto della casa, l’obiettivo lungamente inseguito, le gioie, ma anche i dolori, Soprattutto i dolori. Prima la morte di “tua madre” (per fortuna che non ha aggiunto che a maggio saranno passati trent’anni), poi “tua sorella” e “tra poco toccherà a me”, ha degnamente concluso. Ho cercato, pacatamente, di replicare e altrettanto "pacatamente" gli ho intimato di evitare discorsi di questo genere, perché non avrò più intenzione di ascoltarli. Altro non ha aggiunto. A voce, perché poi nella mente avrà ripetuto ancora una volta, penso l’ennesima, il tragitto che mi ha illustrato.
Discorsi di morte, ieri. Brutta cosa quando le coincidenze si sovrappongono. In edicola incrocio un ragazzo che ha perduto il padre un paio di settimane fa. Ricordi che riemergono. E' la mia adolescenza stavolta chiamata in causa. Quei lunedì, al bar dello sport, in attesa del gruppo di adulti che non avrebbero mancato di commentare la giornata calcistica e noi quasi ad abbeverarci alle fonti della sapienza. Senza la presenza invasiva ed ossessiva, spinta fino al delirio, delle tv erano le testimonianze dirette a fare la differenza. A contare. E noi ascoltavamo, senza interferire. D’altra parte come si potevano contestare i guru della palla rotonda?
Lungo la strada verso casa saluto un vicino. La famiglia con cui sono quasi cresciuto: madre, padre, due figli quasi coetanei e poi i nonni, una zia. Una piccola comunità che ho visto assottigliarsi nel corso degli anni, fino alla devastante morte della moglie e madre. Sono trascorsi tre anni, ma lo squarcio che si è aperto presenta solo sporadiche cuciture. E l’assenza del perno centrale della famiglia caratterizza ogni azione della giornata, evidenziandone adesso la precarietà. Mentre il tempo passa e ingobbisce il vedovo, appesantendolo di rughe e di affanni, smorzando l’entusiasmo. I figli hanno scelto la via della volontaria reclusione, limitando al massimo i contatti umani. Ci teniamo in contatto con e-mail, anche se la distanza è di pochi metri.
E capita,così, che dolori passati e presenti si uniscano alle inquietudini per il futuro, quello prossimo, ormai imminente. A meno di quarantotto ore. Aspetto, facendo attenzione a non esser travolto dal vortice tumultuoso che investe la mente, non dandole tregua, sottoponendola ad ogni tipo di distrazione. Ma mi sembra di cominciare a vedere un film già visto di cui conosco i personaggi e la trama. O, almeno, è questa l’impressione-ossessione al termine di una domenica strana e insopportabilmente lunga.
Per ora un abbraccio, v.
RispondiEliminala foto... quelle nuvole, che belle!
RispondiEliminaastime, grazie. Non a caso affido al blog anche queste considerazioni, sapendo di trovare ascolto.
RispondiEliminaciechielefante, benvenuta. Vero: belle nuvole, bella foto. Purtroppo non l'ho scattata io, ma mi sarebbe piaciuto.
Giuro che se non fosse un'ora assurda non avrei aspettato domani per chiamarti.
RispondiEliminaA presto e un abbraccio mediterraneo!
Ti sono vicina con il pensiero.
RispondiEliminaAbbi fiducia! AUGURI.
RispondiEliminaNo, caro Frank, non conosci la trama.
RispondiEliminaIl film che stai per vedere e per vivere, sarà forse impegnativo e difficile ma avrà un finale felicissimo e tuo padre starà bene per molti anni ancora. Ne sono certa e te lo auguro con tutto il cuore. Sorridi e mostrati fiducioso con lui.
Un abbraccio forte da Fioredicampo.
un abbraccio
RispondiEliminaPaola
marzia, era ancora un'ora buona per chiamare, al massimo avresti "disturbato" solo me. Grazie per il pensiero e per gli splendidi girasoli. Nel tuo caldo abbraccio mediterraneo mi rifugio.
RispondiEliminaRomyy, lo apprezzo tanto e ti ringrazio.
SergioYYY, grazie. Come non aver fiducia con il conforto di questa partecipazione e solidarietà? Ti sono molto grato.
Fioredicampo, confermi, semmai fosse stato necessario (e non lo era di certo) di essere una splendida persona. Sono lieto solo per il fatto di averti conosciuta.
Grazie per ciò che hai scritto. Custodisco tutto nel cuore, stanne certa.
Un caro e forte abbraccio
Paola, grazie. So quanto sia importante e denso di significati il tuo abbraccio. :-)))
Ciao
passo, leggo e di solito non lascio commenti.
RispondiEliminaun abbraccio ora te lo voglio lasciare,
auguri.
Un abbraccio e un augurio
RispondiEliminaFratello, riesco a passare solo adesso, e mi dispiace. Posso solo dirti, per le cose che sai, di tenerti dentro ogni singolo istante, ogni singola bollicina di questa bottiglia che hai paura di vederti scivolare via dalle mani, ma che conserverà tutto il suo perlage per consentirti emozioni ben al di là del semplice dissetarti, quando sarà il momento di stapparla. E sarà festa, credimi.
RispondiEliminaTi abbraccio.
sei grande
RispondiEliminastefano
Un abbraccio Frank , cerca di essere positivo.
RispondiEliminaUn bacio
Lady A.
Sì, è vero, sembra ogni volta di rivedere un (brutto) film già visto.
RispondiEliminaE neanche ci si può alzare e andarsene, si è costretti a restar seduti a guardare.
Forse, chissà, stavolta sarà diverso. Non si può mai dire. Questi registi, a volte son imprevedibili.
Stai su, ti abbraccio.
Spero, faccio voti, ti auguro e mi auguro tutto il bene possibile. Spero che il tuo babbo non si tenga troppe cose dentro. La parola serve a esorcizzare le paure, la parola salva molto spesso, anche se ognuno ha il suo carattere. Mi colpisce la tua lucidità, caro amico, e l'affetto grande che traspare da ogni tua parola mi commuove fortemente.
RispondiEliminaTi abbraccio. harmonia
PS. Questa è la prima volta, dopo tanto tempo, che posso accedere ai tuoi commenti. Ciao! h.
Ciao, come va?
RispondiEliminapensavo che tutto si fosse "normalizzato" per il tuo Papà Frank e non ho più chiesto solo per discrezione.
RispondiEliminacome ti dicevo in quel post sonosco bene i fremiti del cuore in apprensione per un genitore
ti penso con affetto e "affiderò" la tua angustia al "Cuore della Vita"
Sil
Un pensiero di bene per il tuo papà.
RispondiEliminaSono momenti difficili, anche io li temo, quando mio padre è stato male mi sembrava di impazzire.
Ti penserò, tu facci sapere.
Un abbraccio,
Anna.
Io ti faccio i meii più cari auguri. Leggendoti ho ripercorso le mie stesse esperienze (mia madre se n'è andata 30 anni fa). Il pessimismo e la malinconia di tuo padre non potrebbero essere altrimenti, quando gli eventi riaprono una memoria che non può essere rimossa. Allo stesso tempo sono certo che ci saranno tanti altri giorni in cui potrete guardarvi negli occhi. E magari parlare del passato. Che è doloroso certamente, ma anche ciò che vi unisce. Di nuovo infiniti auguri
RispondiEliminaScusami Frank, il mio commento delle 8,35 non voleva essere anonimo. Ho dimenticato la firma. Un abbraccio
RispondiEliminaCaio
Sono stata impossibilitata a connettermi per pareccho giorni per un guasto tecnico, ora passo di qui e trovo questo tuo post. Le 48 ore sono passate, e spero che in questo momento tu abbia già ricevuto le notizie confortanti che tutti noi speravamo per te e per il tuo babbo. Un abbraccio anche da me.
RispondiEliminaIncrocio le dita...
RispondiEliminaChe la vita torni a scrorrere tra queste pagine... :)
Ciao, sono passata di qui per vedere se c'erano novità, ma è tutto silenzioso...
RispondiEliminaHai tutto il mio affetto.
Un abbraccio da Fioredicampo.
solo un sorriso
RispondiEliminaveradafne