Sembra ormai essere diventato l’argomento principale, quello dell’Alitalia, al centro di dibattiti e campagna elettorale. L’unica cosa chiara è la contrapposizione di tutti contro tutti, a seconda delle convenienze del momento. Peccato che nessuno si faccia carico di riassumere la situazione, partendo dalle origini, perché messa così la questione sembra proprio che dipenda dal governo uscente. E invece si trascina da tempo.
Per esempio, nel quinquennio del centrodestra sono accadute parecchie cose che hanno peggiorato le sorti della compagnia di bandiera. Mentre il tesserato P2 n°1816 blatera di immaginifiche cordate…
II quinquennio del centrodestra: immobilismo nel grande e costoso andirivieni di presidenti e amministratori
• di Roberto Rossi / Roma
Rinvii, piani industriali abortiti, privatizzazioni mancate, molti soldi pubblici, manager bruciati e Lega tanta Lega. I cinque anni di Alitalia sotto la gestione Berlusconi sono volati tra liti, ricatti e mancate decisioni. Cinque anni in cui la ex Casa delle Libertà ha avuto la responsabilità di gestire il sistema aeroportuale del Nord, compreso lo sviluppo dello scalo di Malpensa. Un lustro d'attesa. Vissuto con il dualismo tra Malpensa e Fiumicino, tra Lega Nord e Alleanza Nazionale. Un immobilismo, che, per dirla come il ministro dello Sviluppo economico Pier Luigi Bersani, «ha portato l'azienda a una situazione prefallimentare» e a un sistema aeroportuale tanto anarchico da vanificare il concetto stesso di hub di Malpensa.
Una via crucis per Alitalia. Tanto che nel giro di una legislatura la società ha avuto tre amministratori delegati, (Francesco Mengozzi, Marco Zanichelli e Giancarlo Cimoli) e altrettanti presidenti (Fausto Cereti, Giuseppe Bonomi e Giancarlo Cimoli). Air France, suo potenziale alleato, uno solo: Jean-Cyril Spinetta, dal 1997.
L'andirivieni di manager dal centro direzionale della Magliana ha una sua ragione economica e politica. Quando nel 2001 il ministro dell'Economia Giulio Tremonti eredita Alitalia - il Tesoro è il principale azionista con oltre il 54% - la compagnia aeroportuale ha i conti gestibili. La società, grazie anche a partite straordinarie, nel 1998 aveva strappato persino un leggero utile. E problema è la gestione e la politica di alleanze. Il gruppo deve essere snellito e ridisegnato. Si deve trovare poi un partner capace di garantire il salto. Va anche privatizzato. Lo vuole l'Europa e le tasche dei cittadini che negli ultimi dieci anni hanno versato nel gruppo oltre tre miliardi di euro. I punti sono concatenati. Ridisegnare il gruppo vuol dire anche farlo tornare alla redditività. Una società che fa utili è appetibile e può essere privatizzata più facilmente. Una volta privatizzata si può pensare alle alleanze. Come quella con Air France e Klm. Ed è a questo che il primo piano industriale di Francesco Mengozzi, datato novembre 2001, due mesi dopo l'attentato alle Torri Gemelle, punta. Poche parole d'ordine: utile nel 2003, aumento della flotta, ricapitalizzazione, esuberi per 2500 persone, ma anche ridefinizione dell'hub di Malpensa. Perché l'aeroporto di Varese dalla sua nascita nel 1998 non decolla. Le infrastrutture promesse dalle istituzioni locali non ci sono. I collegamenti veloci con le province limitrofe, le nuove metropolitane, i treni che devono spingere l'hub a diventare l'aeroporto di tutto il Nord Italia non vengono realizzati. Lo scalo, che doveva essere il punto di riferimento del Nord è isolato. E poi il Nord, almeno quello produttivo, preferisce volare da Brescia, Bergamo, Verona, Torino e addirittura da Linate. Al progetto di ridimensionare Malpensa si oppone
Il piano Mengozzi annacquato da resistenze sindacali e politiche è ormai vuoto. Così come il progetto di una privatizzazione. Al quale per ragioni simili, la salvaguardia di Fiumicino e Malpensa, cioè di bacini elettorali, vi si oppongono An e Lega. Mengozzi lascia nel
l’Unità (21 marzo 2008)
proprio ieri sera guardavo sulla rai (forse rai 2) un programma sulla storia di alitalia, della serie "dalle origini alla gloria alla decadenza". purtroppo ho spento la tivvù quando raccontavano dei problemi legati alla mancanza di strutture di trasporto per il neoaperto malpensa 2000, perché avevo sonno. Sarei curiosa di sapere cosa è stato detto dopo, ossia che taglio hanno dato alle informazioni presentate nel programma.
RispondiEliminaiosempreio, mi spiace di non poter soddisfare la tua curiosità, ma ieri sera mi sono gustato il film su RaiTre "La giuria", avendo letto alcuni mesi fa l'omonimo romanzo di Grisham.
RispondiEliminaIn compenso puoi gustarti un racconto (vero) dal ventre Alitalia. Credo che possa aiutare a capire meglio la prefallimentare situazione.