martedì 2 ottobre 2007

Scorre il sangue sulle quote rosa


La ragazza seduta davanti a me solleva i lunghi capelli biondi e li raduna in alto, fermandoli con una penna. Così facendo mette a nudo il collo, evidenziando un vistoso tatuaggio posto alla base della nuca. Il gesto, eseguito con disinvolta spontaneità, racchiude una forte carica erotica. La zona occupata dal disegno è, in genere, tra quelle che si scopre con piacere essere erogene. Ignoro, naturalmente, se l’adolescente che sta giocherellando con il cellulare sia consapevole di tutto ciò, ma anche se così fosse nessun maschio dovrebbe sentirsi autorizzato a interpretare il suo "segnale" come un esplicito invito all’approccio. Come il comportamento di colei che “ci sta” e allora occorre approfittarne, magari seguendola dopo per cogliere l’occasione favorevole.


Non so che gesti avesse potuto fare Maria, il nome di fantasia che la giornalista de “l’Unità" attribuisce ad una ragazza cubana di 26 anni, scesa dall’autobus alle nove di sera, alla prima periferia di Bologna, dove è stata avvicinata e minacciata con un coltello da uno sconosciuto, un nordafricano secondo la sua testimonianza, che le ha imposto di seguirla in un’abitazione disabitata, “qui c’è troppa luce” sbottava, dove l’ha stuprata, intimandole poi di non far parola con nessuno. E' stata una sua amica a rivolgersi alla polizia.


E quali saranno stati i gesti di una prostituta rumena di 18 anni che avrebbero indotto un italiano 24enne a rapinarla prima e violentarla dopo alla periferia di Roma? E Sara Wasington, 22 anni, di Torino, cosa avrà mai detto o fatto per scomparire nel nulla giovedì sera? Il suo corpo ritrovato chiuso in un sacco di plastica, uccisa e gettata nel lago. Presa a pugni in testa dopo l'ennesimo rifiuto: "Sara mi piaceva molto, ma lei voleva essere soltanto una mia amica”. Ecco: la banalità del suo “no”, l’ennesimo, ad un ragazzo di 25 anni, un suo amico capace di assassinarla brutalmente e partecipare pure alle ricerche. Era un amico, oh che amico, anche il tipo che ha violentato a Sesto Fiorentino una giovane incinta, forse all’ottava settimana, forse al quinto mese di gravidanza (le cronaca sono discordanti).


E poi ancora violenza, ancora su donne, ancora in ambito familiare (chissà a quale modello pensavano quei conviventi, separati, divorziati, plurimaritati che hanno sfilato senza vergogna al cosiddetto “family day”?). A Padova un uomo ha esploso quattro colpi di pistola contro la figlia 22enne, Camilla, appena laureata, forse al termine di un furibondo litigio. Villetta elegante nel quartiere Arcella, il padre assassino, promotore finanziario, la madre psicologa. Una famiglia che si definisce in genere normale. Ancora in Veneto, a Borso del Grappa, in provincia di Treviso, una donna è stata trovata morta nel suo appartamento. Maddalena Citon, di 66 anni, aveva ferite di arma da taglio e bruciature. Situazione di estremo disagio. Il marito della donna è malato, I figli, di cui uno con problemi psichici, non lavorano e sono tra i sospettati. Il vicesindaco Natale Baron, spiega che "già da diverso tempo stavamo seguendo la famiglia attraverso i servizi sociali del Comune”.


Scrive Maria Serena Palieri su “l’Unità” che “sono centododici le donne che, nel 2006, in Italia, sono state vittime di un «amore criminale», come diceva il titolo di una bella trasmissione di Raitre: donne uccise, cioè, da un uomo cui erano affettivamente legate, marito, fidanzato, ragazzo, compagno, amante, oppure da un uomo che aspirava a essere tale, ma a cui loro, le vittime, avevano detto «no». (…) Quanto deve salire il numero perché, anche da noi, scatti l’allarme rosso?”. Alcune cifre raccapriccianti, fornite sempre dal quotidiano romano. Sono 60 milioni le donne uccise nel mondo in modo violento da familiari, o amici o conoscenti, secondo l’ultimo rapporto Unicef, datato 2000. 6 milioni e 743 mila le donne italiane da 16 a 70 anni vittime di violenza fisica o sessuale nel corso della vita (il 32% delle intervistate secondo i dati Istat 2007). Il 14,3% delle donne con un rapporto di coppia ha subito violenza dallo stesso partner o dal precedente. 1 milione e 150 mila sono le donne vittima di qualunque genere di violenza (ne subiscono di diversi tipi) nel corso dell’ultimo anno. 96% è il sommerso, il non denunciato. Una percentuale che scende di poco (93%) quando le violenze arrivano dal partner. Sette sono le donne che ogni giorno in Italia, mediamente, subiscono violenza. 495 sono gli omicidi con donne vittime all’interno della coppia tra il 2000 e il 2005. Una mattanza autentica. E una vergogna per un Paese che ci si ostina a qualificare come civile.


 

5 commenti:

  1. Sì, caro Frank, e non vedo la stessa commozione di massa che altre nefandezze raccolgono.

    E neppure riflessioni sul che fare, anzi, culturalmente vedo una progressiva radicalizzazione, parallela alla radicalizzazione di quello che io considero il cavallo di Troia del pensiero discriminante: il fondamentalismo religioso. In primis quello delle gerarchie vaticane e a seguire quello islamico.

    La vedo grigia.

    Fortunatamente ci sono uomini come te :))

    Baci

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  2. astime, cara, condivido le conclusioni cui tu arrivi: è un silenzio che brucia quanto le offese ricevute dalle donne. E pure io la vedo sempre più brutta. Grazie per la stima che è allo stesso modo ricambiata.

    Baci

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  3. federica_auroraottobre 03, 2007

    la violenza è da abolire in tutti i sensi soprattutto mentalmente. feau

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  4. una vergogna!

    a presto frank

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  5. feau, la violenza mentale è la più subdola e spregevole quanto quella fisica. Magari si potesse abolire.

    sermau, sì un'autentica vergogna anche dal punto di vista maschile. A presto, ciao.

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