Girano in rete video allucinanti che riguardano l’ambiente scolastico. Repubblica Tv ne proponeva quattro che mettono i brividi. Mettiamoci pure lo smodato e imbecille esibizionismo generato dall’uso dei cellulari, aggiungiamoci che si tratta di delinquenti (il termine “bulli” è edulcorato), ma il quadro che ne esce fuori, dopo appena un mese dall’inizio delle lezioni, è più che allarmante. Tra le tante domande che sorgono immediate sui ruoli delle diverse componenti sociali, uno si chiederà anche dove sono finite quelle misure di drastica severità diramate dal ministro Fioroni.
Sui provvedimenti è facile affermare che sono rimasti confinati nel limbo delle buone intenzioni (siamo in Italia non a caso). Sporadiche applicazioni, divenute poi timidissime all’inizio dell’anno. Invece il ministro sì che si può rintracciare. È alle prese con attività che il suo autentico spirito democristiano vellica. Lo spirito, per intenderci, che allignerà nel Pd appena nato, un partito che nasce già vecchio. Che poi è curioso: ai sinistr(at)i Ds, prima ex Pci, si è sempre chiesto di ripudiare le origini e questi non se lo sono fatto ripetere due volte, mentre ai democratici cristiani ormai si permette di prendere il largo, magari non più Balena Bianca, ma sempre ingombranti.
È che noi ci moriremo democristiani. La nostra era stata solo un’illusione, durata anche poco.
Fioroni dà i soldi alle private. Oggi studenti in piazza
Simone Verde
Mentre oggi gli studenti delle scuole e delle università scendono in piazza in 130 piazze italiane, ecco il bilancio tutto positivo della scuola privata, dopo un anno e mezzo di centrosinistra e di ministero Fioroni. A ricordarlo, in una lettera datata 9 settembre 2007 e indirizzata agli istituti parificati, è lo stesso ministro. «Colgo l'occasione del nuovo anno scolastico - scrive - per aggiungere agli auguri, un primo consuntivo degli interventi realizzati nel 2007 per le scuole private [...]. Come sapete -si legge ancora in tono di amicale confidenza - assumendo le funzioni di questo ministero ho dovuto prendere atto di alcune misure restrittive assunte nella finanziaria 2006 nelle scuole non statali e cercare di porvi rimedio». Misure restrittive, da ricordare, costituite da tagli del governo Berlusconi che l'attuale ministro ha provveduto a sanare. «La legge finanziaria
Del tutto inconsueto, il tono utilizzato dalla circolare: «II 5 settembre il Consiglio dei ministri ha approvato il provvedimento legislativo che introduce in ordinamento innovazioni di vostro sicuro interesse». Cui, promette il ministro, verranno ad aggiungersene altre, in nome del «dialogo continuativo e costruttivo intrattenuto con molti di voi». Ed ecco, puntuale, la promessa: «Sarà mia cura -sostenere in Parlamento l'interpretazione già data sull'applicazione all'intero sistema dell'istruzione», tra cui «la direttiva che fissa criteri per l'attribuzione di risorse aggiuntive alle scuole del sistema nazionale d'istruzione». Una direttiva, cioè, che permetterà di versare nuove somme di denaro alle scuole private.
Con l'insieme di queste affermazioni, il ministro conferma la sua posizione politica e culturale, secondo cui deve esistere un sistema misto pubblico-privato, e allo studente va resa disponibile un'offerta formativa mista, grazie all'ingresso di soggetti privati nella scuola statale già permesso dall'autonomia, e con ulteriori fondi pubblici da destinare alla scuola privata. Ma il ministro aggiunge: «Condividerete con me che forse è improprio se non errato parlare per i temi della scuola non di un sistema misto, come io ritengo e come è disegnato dalla scuola della parità, ma di un meccanismo di liberalizzazione e di mercato, perché la liberalizzazione e il mercato sostituiscono alla centralità dello studente la centralità del profitto». Una dichiarazione da cui emerge con maggior chiarezza cosa il ministro intende per «sistema misto»: no a una scuola aperta al mercato, garante - almeno nelle intenzioni liberiste - di pluralismo dell'offerta e di qualità; si, invece, a una scuola in cui operino soggetti che non ricercano profitto e che di conseguenza investono nell'educazione, perseguendo disegni di egemonia culturale in concorrenza con lo Stato. Come nel caso della Chiesa.
Un'impostazione che sembra trovare conferma in un Decreto ministeriale del 21 maggio
il manifesto (12 ottobre 2007)
Nessun commento:
Posta un commento