Quanto vale, oggi, la vita a Napoli? A che punto è la notte nella città partenopea, percorsa come non mai da fiumi di porpora sanguinolenti che trascinano con sé la legalità, il vivere civile, lasciando i residui putrescenti di un’emergenza ambientale (la spazzatura che invade strade e vicoli: se non riesce a fronteggiare cassonetti ricolmi come può lo Stato opporsi al resto?), morale (i bambini respirano fin da subito il senso della trasgressione come stile di vita), culturale (impressionanti i dati 2004-2005 di dispersione scolastica nella provincia partenopea) e, in ultima analisi, civile?
E, se è vero che a mali estremi estremi rimedi, allora vada anche per l’esercito, a patto però che non abbia una mera funzione tampone, ma sia accompagnato dall’integrazione e dal coordinamento delle forze dell’ordine. L’esercito per la bonifica, ma polizia e carabinieri, lo Stato insomma, per recuperare il controllo del territorio, avendo piena consapevolezza che un piano di rinascita per Napoli (e l’entroterra) richiederà anni per offrire i primi concreti risultati, perché per troppo tempo si è colpevolmente trascurata una situazione impregnata di emergenza nella quotidianità.
Saranno perciò necessari investimenti mirati e consistenti per dotare le istituzioni locali, accidiose e conniventi, di forze di intelligence, di apparati e strumentazioni tecnologiche per contrastare sul piano economico-finanziario le organizzazioni criminali (il giudice Falcone ottenne risultati strabilianti quando mise mano ai conti correnti bancari) e garantire la sicurezza giorno per giorno ai cittadini, perché quella che viene erroneamente definita “microcriminalità” è la fonte di maggiore turbamento. Assieme al sistematico rifiuto delle regole. Martedì sera a “Primo Piano”, mentre scorrevano le immagini della mattanza, è stato inquadrato un vespone con tre persone a bordo: un uomo alla guida, una donna sul sedile posteriore e tra i due, in piedi, una bambina. E l’autista è pure riuscito a mandare al diavolo la telecamera.
Ho trovato questa testimonianza pubblicata su repubblica online, nella rubrica “Il giornale dei lettori”.
Benvenuti nella città della follia quotidiana
“È incredibile. Da qualche giorno a questa parte, molto più che nel passato, ogni volta che si accende la tv c'è un telegiornale che racconta la cronaca di Napoli. Morti, feriti agguati... Ed è vero: ultimamente i morti in agguati camorristici, o le semplici vittime dell'aggressività e dei raptus di follia, sono aumentati in maniera esponenziale. Non c'è più quartiere o rione in cui poter essere sicuri di non finire nella traiettoria di una pallottola o, peggio ancora, sotto la lama del coltello di turno. Sono sconvolta. Se ne accorgono solo ora che la criminalità e la violenza a Napoli sono aumentate? Ma nessuno si rende conto che siamo quotidianamente vittime di un’aggressività "che solo talvolta" si palesa attraverso una sparatoria o un accoltellamento. Purtroppo siamo vittime inermi di violenza quando guidiamo l'auto. E c'è subito chi, pronto più di te, ti sorpassa o ti suona o ti maledice perchè parcheggi o perchè fai manovra. Quando passeggi per le strade... eh si... perchè anche i pedoni vanno di corsa e ti spintonano. Quando andiamo in un negozio e fingono di non vederci... Scavalcano la fila perchè "scusi signurì non vi avevo visto..." (vi è mai capitato? Ebbene io sono una donna di
Sul sito di resistenza civile contracamorra si può leggere: “Che fine ha fatto la dignità di noi tutti? A volte sembra come imbalsamata in quella Piazza del Plebiscito! E’ per questo che abbiamo voluto riprodurre l’esperienza degli “attacchini” di Palermo dalla via Toledo dei commercianti alla piazza di tutta una città.
Piazza del Plebiscito a guardarla dai cavalli sembra un’ampia superficie piana, invece una pendenza non immediatamente percepibile, quasi invisibile è tale che basta chiudere gli occhi pochi secondi per perdere il controllo dei propri passi. Quasi ogni giorno qualche cittadino o turista incredulo prova il percorso bendato, dai cavalli al lato opposto per ritrovarsi nei punti più disparati della piazza. Non ha rilevanza dove, il dato empirico è che chiudendo gli occhi si perde totalmente la libertà di scegliere la direzione… proprio come accade quando “un intero popolo” tollera e paga il pizzo.
Con la mafia non è possibile convivere, come pure si crede: o ci si sottomette o ci si ribella”.
Sandro Ruotolo ha dedicato, con un amore prorompente e disperato, gli ultimi post alla sua città agonizzante.
“Vedi Napoli e poi muori”, si esclamava una volta. Adesso, con macabro realismo, si potrebbe ammonire: ”Se vedi Napoli poi muori”. Che non è esattamente la stessa cosa.
INTEGRERO' TUTTI I GRADITI COMMENTI appena possibile. E' un dovere, prima ancora che un piacere. SCUSATE IL RITARDO
RispondiEliminaStamattina Lucia Annunziata, intervistata da Uno mattina sosteneva che "Napoli è una disfunzione continua, se ne accorgono solo ora?" Continuando poi col dire che adesso (come ogni tanto) esce il bubbone perchè c'è una lotta politica in atto nella città e si lavora per un ricambio politico.
RispondiEliminaMa com'è bello sentirsi dire che tutti i problemi stanno a Napoli, com'è rassicurante credere che tutto sia confinato in quella città.....
Invece, posso dirvi che la violenza, l'indifferenza, l'inciviltà e la sopraffazione sono fenomeni dilaganti un pò dappertutto in questa Italia contemporanea, figli di questa realtà dove conta la concorrenza e la separazione, la malfidenza fra gli individui. Perchè è meglio essere sottomessi al "divide et impera" che fa tanto comodo a chi ci governa, piuttosto che rappresentare una forza sociale organizzata e contrapposta a questo stato di cose.
Sermau
non ci siamo non ci siamo :)
RispondiEliminaE all'improvviso la notizia non fa più notizia..scivola a pagina 25 de LaRepubblica...anticipata nel trafiletto in PrimaPAgina dalla partita di seriB tra Napoli e Juve...bah...
RispondiEliminaquante parole. Ma stare quaggiù è il vero scotto da pagare...