La porta a vetri è inequivocabilmente chiusa, anzi sprangata. Provo a guardare dentro e scorgo soltanto un manifesto, residuo di qualche stagione passata. I grandi pannelli sono indecorosamente spogli, s’intravede il bancone della cassa. L’aria di abbandono sembra quasi entrare nei polmoni. All’esterno sono vuote, malinconicamente vuote, le bacheche da cui occhieggiavano i titoli in programma e quelli che prossimamente ci sarebbero stati. Duole riconoscerlo, ma la realtà che ho sotto gli occhi significa una cosa soltanto: la sala Splendor ha chiuso i battenti. Immagino per sempre, questa volta.
Ora per comprendere bene il senso di tutto ciò occorre aver presente il commovente e tenero film di Tornatore, “Nuovo cinema Paradiso”, premio Oscar per il miglior film straniero nel 1989 e secondo classificato a Cannes. Solo riandando con la memoria a quella storia, così ben raccontata, si può capire come le cessate proiezioni in sala siano un punto di non ritorno, a cui consegno anche la mia infanzia definitivamente.
Mi ritrovai in molte sensazioni generate, a suo tempo, da quel lungometraggio. Andando a ritroso nell’infanzia resta ancora nitida l’immagine di una piazza affollata dove venivano proiettate le settimane Incom su un telo bianco fissato al muro di una casa, che precedevano il film vero e proprio. Le sedie, colorate, erano di quella plastica intrecciata e solida che il bar dello Sport metteva a disposizione. Poi, d’inverno, in una sala che a me pareva immensa, si susseguivano gli spettacoli domenicali.
Le poltrone erano di legno, ribaltabili, dure e scomode, di quelle dove occorreva sistemarsi bene per non far muovere il sedile. Quelle degli ultimi posti poi, chiaramente riservate agli adulti, erano più grosse talchè il peso di un bambino non era sufficiente a renderle stabili, così il sedile si muoveva e, se non ci si aggrappava ai braccioli-salvagente, si sprofondava, Vedere un film in quelle condizioni era da incubo.
I cinema, a quel tempo, risultavano affollati e quando c’era un titolo di richiamo le persone si accalcavano in piedi in fondo alla sala e lungo i corridoi, fino a comporre una sorta di tappezzeria umana. Singolare l’effetto che veniva così prodotto, una sensazione di calore, abbraccio e protezione, in mezzo alle nuvole di fumo che s’innalzavano. Durante l’intervallo ad attirare l’attenzione erano i manifesti extralarge appesi lungo le pareti che proponevano le future proiezioni: peplum, western, Franco & Ciccio, film bellici. La gestione era parrocchiale e il massimo dell’audacia poteva essere qualche (raro) seno scoperto solo nel film di metà settimana, unica proiezione la sera con pargoli già a nanna.
Con il passare degli anni ad attirare in sala non erano più soltanto i titoli, ma anche la presenza o meno delle ragazzine più interessanti che, chissà perché, occupavano intere file contornate dalle amiche del cuore. Allora non restava altro da fare che sedersi nei posti liberi davanti oppure dietro, sperando di carpire uno sguardo, un gesto. E quando si accendevano le luci, tra il primo ed il secondo tempo, era tutto uno scambiarsi sorrisi e rossori, mentre si provava ad essere tutt’uno, per celare l’imbarazzo, con la preziosa radiolina a transistor, vietatissima all’interno, che rimandava le voci amiche di “Tutto il calcio...”.
Poi quella sala rimase chiusa alcuni anni per la messa a norma di sicurezza e, quando riaprì i battenti, ci volli tornare, incuriosito, per vedere se qualche frammento della memoria era recuperabile all’interno del “tempio”. Ma che delusione! Quella sera eravamo in due, il macchinista conosceva entrambi e per non rimandarci a casa accettò di proiettare il film. Congelato in un’atmosfera surreale fu l’ultimo che vidi.
Il resto, tutto il resto, rimane accantonato in un angolo della memoria, come avvolto in quelle “pizze” di pellicola dal magico fascio di luce azzurrognola che si dirigeva sullo schermo.
oh che bello, mi sembrava di essere in quel bellissimo film girato a scilla di tornatore, Cinema Paradiso.... questo tuo post ne ha tutto il senso.... bravo
RispondiEliminaè vero, anche nella mia città sono scomparsi molti cinema, a volte sostituiti dalle multisale in mano ad un'unica società. Causa la TV, i costi, ecc....
RispondiEliminaMa sotto casa mia sopravvive l'unico Cinema d'Essai rimasto in città. Sono 6 mesi che ha abbassato drasticamente i prezzi: mi sa che è in difficoltà...
Sermau
Un amarcord, il tuo, tenero e fedele.
RispondiElimina:)