giovedì 15 dicembre 2005

Gocce (asciutte) di memoria


http://www.gcs-crostolo.it/Immagini_file/Calendario%


Accadeva tutto due anni (e una settimana) fa. L’ultimo saluto, l’ultimo bacio e poi io che mi avviavo lungo il vialetto che fiancheggia la stazione e “lei” che si allontanava sulla sua auto. Non l’avrei più rivista. Solo che io non lo sapevo, “lei” invece sì.


E molte altre cose sapeva e aveva evitato di riferirmi. Lo avrebbe fatto in seguito, in dosi omeopatiche, frammentarie, confuse, non comunque in modo esaustivo. Formalmente non c’è stato addio.


I miei primi post (e anche questo blog) nascevano dall’amarezza, dall’irritazione e anche dalla passione, non ancora estinta, per questa donna. Racchiudevano uno slancio inesausto, un sentimento per quanto vilipeso e calpestato non ancora spento, simile alle braci che, dopo ardente foco si smorzano nel camino, con l’ultimo baluginio.


Mi sorprenderebbe, ne sono certo, se rileggessi, l’affetto che percorreva quegli scritti. Ne rimarrei stupito, perché adesso non sarei in grado di esprimere tali sensazioni, di trasmettere uno stato d’animo sì sconvolto. Sì disperato, sì amareggiato. E tanto. Una condizione spirituale a cui erano, però, sufficienti pochi spunti per ritrovare mai sopite sensazioni ed emozioni. 


Ma l’uomo, come la donna presumo, è cambiato. Sa che a rimetterci di più è stata “lei”. Sa e anche auspica, che questo rammarico, inevitabilmente sopraggiungente, la accompagnerà per un bel pezzetto di strada e sarà solo l’orgoglio, mai domo, ad impedirle di riconoscerlo. Certo le nostre strade non sono state parallele, in questo arco temporale, perché in frantumi ne sono uscito io. Certo più di “lei”. E ho dovuto ricostruirmi, pezzo per pezzo, in un’opera faticosa e ancora incompiuta.


Però quanto è strano doversi esprimere con tale nettezza, asciutta e anodina, su una donna che ha abitato la quotidianità, che è stata parte integrante di ogni mia azione, che ha abitato nel mio cuore. Il suo nome, che mai ho di nuovo pronunciato, farebbe ancora male, un dolore su cui non indugio, perché di acqua sotto i classici ponti ne è passata pure per me. La sua foto, formato tessera (con dedica) è rimasta in una tasca del portafoglio. La tentazione, che talvolta mi assale, trova ragionevoli motivazioni per non esondare.


Ho cancellato i sui numeri dalla rubrica del cellulare, in modo che qualora dovesse arrivare, in questo periodo, sciagurato anche per tale eventualità, un sms con un nuovo numero non sarei condizionato nella richiesta di identificazione. “ Ma sei sicuro che non riconosceresti il mittente? “ mi chiedeva un’amica, sabato mattina, forte di quello squisito sesto senso che arricchisce la femminilità, rendendola intrigante. “No – le ho risposto – credo che emergerebbe una lieve sfumatura a farmi capire da chi proviene”. Però mi darei coraggio – pensavo - e replicherei nel modo più formale possibile. Ma non vivo nell’attesa che questo accada. Ora non più.


 

10 commenti:

  1. Due anni eh?

    Allora ho davanti ancora tanto tempo, tante esondazioni. :))

    Ciao e grazie

    astime

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  2. Questo post avrei potuto scriverlo io, pari pari...

    Un abbraccio e buona giornata!

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  3. vera.stazioncinadicembre 15, 2005

    solo un abbraccio. Senza parole.

    veradafne

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  4. un momento di nostalgia, molto umano che quando sopraggiunge possiamo guardare solo con tenerezza.

    un sorriso

    Maria

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  5. Scusa se ci sono poco...ma da me va tutto a rotoli.

    Ti abbraccio forte :*

    Ps:sì,ho iniziato a lavorare,senza paga e senza contributi...

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  6. StellaCelestedicembre 19, 2005

    Ti auguro una settimana piena di tante cose belle.

    Stellina

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  7. Così oggi dopo tanto tempo mi son riaffacciato sul tuo blog. Chissà perché. Questione di mood, credo. Da stamane canticchio questi versi, persistendo nel farmi del male:

    . Urge antidoto.



    Boh, tutto sommato avrei potuto scriverti un'e-mail. Ma, intanto, è Natale e volevo farti una piccola sorpresa. Poi, mi diverte l'idea di 'destabilizzarti' il blog, per una volta, coi miei pippardoni. Poi leggendo gli altri commenti ho avuto conferma di quel che ho sempre creduto: che certe impressioni, e certe dinamiche, siano universali.

    Sappi che se mi farai delle domande non ti risponderò, ma davvero, ti capisco perfettamente.



    Non so dire e non me ne farò mai una ragione del fatto che le persone, anche quando si vogliono bene, si comportano spesso come frammenti di pack alla deriva. Eppure hanno magari vissuto insieme esperienze meravigliose. Non dico abbia senso continuare a vivere di ricordi, se qualcosa di irreparabile s'è spezzato dentro; ma almeno non ostentare quella crudele indifferenza per quel che è stato, rispondere alla dedizione col silenzio, rifiutarsi di considerare la possibilità di continuare su nuove basi. Perché due persone importanti non devono perdersi per strada.



    Belle parole, eh? Come altre che pure potrei scrivere, p.es. sull'attesa scandita dal tictac dell'orologio e dall'inquietudine, sulla sensazione dolceamara d'aver fatto 'tutto il possibile', sul tempo che alla fine chissà forse magari potrà anche darti ragione. Bah, a volte sembra che siano tutte energie sprecate, si dovrebbe piuttosto imparare ad ispessire la fin troppo debole corazza attorno al proprio cuore. Imparare ad esser cinici. Spazzar via il ghiaccio senza remore. Rabbia, non tristezza.



    Poi, certo, può scaldare un poco le mani il pensiero che non si è soli, che alla fine troverai qualcuna che saprà apprezzare un cuore sensibile e generoso, che anche i vuoti più pneumatici si riempiono ed è solo questione di tempo.



    Un abbraccio, un sorriso, un augurio, una strizzata d'occhio come questa ;-).

    Ciao, carissimo.

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  8. Il browser non ha trascritto i versi che avrei voluto postare. Problemi, spero, di caratteri e non di copyright.



    Ma erano appena quattro righe dei Tiromancino:

    Domani invece devo ripartire

    mi aspetta un altro viaggio,

    e sembrerà come senza fine

    ma guarderò il paesaggio...



    Tutto qui.

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  9. Ho molte risposte da dare: facciamo mercoledì?

    Vi abbraccio

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  10. ASTIME, non so a che punto sei, ma devi aspettarti di tutto e anche quando sembra sedato, l'effetto rimpianto irrompe in maniera inattesa. Più che mai vero che occorre solo tempo e, naturalmente, qualche balsamo che lenisca il dolore che è sempre grande e profondo. Alla fine si formano gli anticorpi. Già: ma qual è la fine?

    Ciao.



    ROBYNIA, le esperienze tristi sono sovente patrimonio comune. Messe assieme potrebbero risultare terapeutiche, ma poi il dolore è così individuale e personale da vanificare, in buona parte, l'effetto medicale. Chi ha vissuto, sa (purtroppo).

    Un abbraccio e anche buon anno, speriamo.



    VERADAFNE, anche gli abbracci muti assumono un valore se il dolore è inesplicabile.

    Un caro abbraccio, vero anche se virtuale.



    MARIA, ho desiderato moltissimo, nel passato che riaffiora, essere molto meno umano e dunque inscalfibile. Credimi.

    Un sorriso



    BLUE_ANGEL, intuisco i tuoi affanni, deploro lo sfruttamento a cui sei sottoposta, ma non cedere al disfattismo: sei abitata da energia vitale e poi ti apprezzo molto, lo sai.

    Un forte e caro abbraccio



    STELLINA e io ti auguro un intero anno ricolmo di cose belle. Ciao



    ZIBY carissimo, il tuo "pippardone destabilizzante" come lo definisci, in realtà costituisce un post minore nel post maggiore, tale solo perché avendolo scritto prima è più "grande" del tuo :-)))

    Sarebbe gradevole indugiare nel commento delle tue parole, senza dubbio ispirate e piene di nobiltà d'animo da quel signore che sei. Purtroppo non va come vorrei, però mi soffermo sulle tue considerazioni sulla rabbia e il cinismo, sulle energie da dedicare a rafforzare le difese immunitarie.

    Sai fin troppo bene quali ausili mi siano serviti e come ne abbia beneficiato, in modo e tempo debito. Non ne sei estraneo, così come non lo sono un discreto mucchietto di altre care persone. E tuttavia mi accorgo di rimpiangere la mia incapacità di provare cinismo e anche rabbia (beh, un pochino ce n'è adesso). A suo tempo mi sarebbe stato tutto utile, magari ne sarei uscito prima e non sarei percorso, ora, da dubbi, sebbene di fatto sia veramente tutto concluso (sono mancati gli auguri natalizi).

    Capita più spesso qui, caro amico, ti accoglierò con immutato piacere.

    Un abbraccio lungo 365 giorni, carissimo.



    Dovrei poi chiarire con me stesso a quale mercoledì mi riferissi...

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