lunedì 30 maggio 2005

L'Italia l'è malata, tanto.

Riporto integralmente l'articolo di Michele Serra, pubblicato stamattina in prima pagina da "la Repubblica". E' lungo, ma vale la pena leggerlo fino in fondo, anche perché scorre molto bene. Ai commenti, sul precedente post, risponderò con maggiore calma.


La lunga odissea in autostrada per percorrere 200 chilometri

alla media di 50 all'ora e senza il segnale di Isoradio

Milano-Bologna in 4 ore

la trappola del cantiere A1


di MICHELE SERRA







QUATTRO ore tonde per percorrere, di sera, i duecento chilometri tra Milano e Bologna, alla media (di anteguerra) di cinquanta all'ora, smanettando sull'autoradio alla ricerca impervia delle notizie sul traffico, schiacciati tra mandrie impressionanti di camion, sfilando a passo d'uomo lungo cantieri interminabili e quasi sempre deserti, rimuginando (con l'iracondia che fa velo all'affetto) su questo Paese sdrucito, ansante, rassegnato.



Come i vecchi quando invecchiano male.



Mi è accaduto l'altra sera ma è tutt'altro che un'eccezione, mi è accaduto infinite altre volte, a tutte le ore del giorno, in tutte le stagioni dell'anno, su questa tratta rettilinea, apparentemente "facile", senza gallerie e curve, che infila per lungo una delle lande più ricche del mondo, e che è diventata, negli anni, una spietata parodia di autostrada. La domanda più ovvia diventa anche la più ardua: perché?



Perché da cinque anni (cinque!!), tra Modena Nord e Bologna, i lavori per la quarta corsia riducono l'Autosole a un pazzesco budello (due corsie, una corsia, tappo con quattro-cinque chilometri di coda anche di notte)? Perché i lavori dell'alta velocità ferroviaria, attigui all'autostrada, più altre misteriose opere in corso, hanno trasformato il rettilineo tra Reggio Emilia e Milano in una sequenza di perfide e improvvise chicanes, con righe gialle e righe bianche che si sovrappongono con criteri arcani, creando specie di notte un effetto-traveggole micidiale, tra filari di cappelli da mago spesso sfrittellati dai camion, muraglioni sghembi di spartitraffico in cemento, continui cambi di corsie? Come è possibile che un lungo nastro rettilineo assuma l'aspetto tipico delle autostrade di valico, o di un parco di divertimenti per amanti dell'autoscontro (manca solo un toboga, il resto c'è tutto)? Come mai nei cantieri, tre volte su quattro, non vedi mai nessuno che lavora, e macchine asfaltatrici ferme, e gru pencolanti nel buio, con una sensazione da day-after, o da day-before, che sembra alludere a un abbandono forzato del posto di lavoro da parte di maestranze terrorizzate dall'arrivo di Godzilla, o da un virus alieno, o dalla guerra nucleare?







A cosa serve un servizio pubblico come Isoradio, dal segnale agonizzante per lunghi tratti (come tutte le stazioni di Radiorai, per altro, lasciate allo sbando nella folle giungla delle frequenze), e spesso del tutto assente nelle arterie che portano alle autostrade, cioè proprio laddove servirebbe sapere in anticipo le condizioni del traffico? Ci sono pezzi di Italia (per esempio la provincia di Livorno) dove Isoradio è totalmente sopraffatta da una radiolina locale urlante, e così accade in molti altri luoghi: ma le frequenze di un servizio pubblico non dovrebbero essere protette? Oppure è normale che uno cerchi di sapere in che condizioni è la strada davanti a lui, e invece sia costretto a sentire che Gigio dedica a Monica (dio li strafulmini entrambi) un brano dei Subsonica?



Perché, dopo trent'anni (due generazioni) che si indica l'esorbitante numero dei camion come uno dei problemi infrastrutturali più gravi del paese, i camion sono aumentati a dismisura, e non si riesce a far viaggiare su rotaia le merci, e ad ogni ribaltamento di Tir si blocca mezzo paese per mezza giornata? (L'altra sera era un camion di mangimi: ci si rallegrava, tra gli ingorgati, che per una volta non fosse roba chimica, e veniva voglia di sfamarsi con le granaglie sparse sull'asfalto, per ingannare il tempo). E' così inaudito, così impossibile programmare davvero, dopo decenni di chiacchiere e lamenti, una riforma del traffico-merci?



E perché i giornali italiani dedicano più spazio alle polemiche (freschissime!) sul patto Molotov-Ribbentrop, e se siano stati più cattivi i fascisti o i comunisti, e così poco spazio a questo assurdo ristagno della politica vera, quella che decide, che indirizza, che cambia?



Tutte queste domande, in quattro ore di tempo, hanno lo spazio mentale per sedimentarsi, e diventare un quasi doloroso grumo di impotenza. Perché le risposte, probabilmente, sono troppo difficili, o sono molte più di una, o sono impronunciabili perché indicherebbero responsabilità troppo gravi, o conflitti di competenza troppo delicati.



Magari in Italia ci vogliono cinque anni, per fare una quarta corsia in un tratto di pianura, perché qualcuno non vuole farsi espropriare il suo orto di patate e ha fatto ricorso al Tar. Magari non si lavora di notte, in cantieri fatti apposta (in tutto il mondo) per lavorare di notte, a causa di qualche complicata grana sindacale, o perché costa troppo, o perché nessuno si incarica di far rispettare tempi di consegna che dovranno pure esistere, in calce a qualche contratto. E magari le radioline private soffocano Isoradio perché in ogni contrada c'è un onorevole protettore della radio di suo cugino, o peggio perché non gliene frega niente a nessuno, di Isoradio, tanto è un servizio pubblico. E magari nella faccenda dei camion nessuno mette seriamente le mani perché prima c'era la Fiat che tirava forte, e doveva vendere tanti Iveco, e oggi c'è la Fiat che non tira per niente, e deve vendere tanti Iveco.



Non so, non giudico, nemmeno mi aspetto risposte precise e convincenti. Semplicemente prendo atto. Pago il pedaggio, ascolto la radio che riesco ad ascoltare, metto a profitto le soste forzate per telefonare, leggere i giornali, mi sono abituato a riconsiderare l'autostrada un po' come un traghetto, tempi lunghi, braccia conserte, niente fretta e guardare il mare - nel mio caso, facendo di necessità virtù, guardare il profilo degli Appennini, i campi, i frutteti, i casolari, il poco che rimane della pianura padana che è così bella quando è bella, cioè molto di rado.



E non bisogna neanche lamentarsi troppo, in fondo. Peggio che a me, pochi giorni fa, è andata a quattro preti in gita, che per colpa di uno degli infiniti cantieri-imbuto (Piacenza Sud) hanno fatto a sportellate con un'altra macchina e sono finiti a muso in giù dentro un fossato, poveri quattro preti, a rendere l'anima al creatore. Al quale avranno chiesto, magari, perché si deve crepare così, stupidamente, magari per qualche settimana di ritardo nella rappezzatura di una corsia, o per qualche cappello da mago dimenticato qualche ora di troppo, come il misterioso segnaposto di un lavoro virtuale, in un paese sempre più virtualmente ricco e moderno, sempre più quotidianamente sfasciato, stracco, indifferente.






15 commenti:

  1. Non abito in quelle zone,ma ho ben presente, perchè la sto vivendo in prima persona,la situazione descritta nell'articolo.

    Anche da me sono anni che vanno avanti i lavori per la terza corsia, rendendo un tratto autostradale già problematico di per sè perchè scorre in una zona densamente popolata, un vero percorso a sorpresa, con tanto di gallerie e rampe di raccordo nelle vicinanze cominciate e mai finite.

    I motivi, le responsabilità : dice bene Serra, tutti lo sanno e nessuno lo dice.

    Almeno io guardo il mare...



    Buon inizio di settimana Frank :)

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  2. capisco la situazione descritta e avendo anche avuto terribili esperienze di ferrovie dello stato posso solo sperare nell'evoluzione della tecnologia ..a quando il teletrasporto ?

    buona settimana !!!

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  3. L'articolo di Serra al di là della denuncia e del colore si caratterizza sopratutto dal titolo che hai messo in cima al post. Un paese malato che ha bisogno di profonde cure.



    Lavori in corso anche dalle mie parti da qualche giorno il paesello è assediato da ruspe, asfaltisti e dagli operai del comune che stanno allestendo il Palio annuale. :-))

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  4. ROBYNIA,bentrovata. Quello che mi ha colpito della denuncia di Serra sono appunto quegli interrogativi tanto banali che sembra assurdo porli: il perché, le responsabilità, il clima omertoso e compiacente che regola la vita quotidiana a tutti i livelli. Il guaio è, secondo me, che l’articolo non mancherà di suscitare polemiche, si accapiglieranno magari tra quotidiani, in tv non passerà nulla (normale? Normale) e poi tutto si ricomporrà. D’altra parte, se ci si affida al Gabibbo per scoprire le malefatte...

    Almeno tu guardi il mare, appunto e ne apprezzi i benefici che la sola visione già procura.

    Altrettanto felice inizio a te :-)



    MARDOU che bello il tuo ritorno! Ti sei ricaricata? Spero di sì. Non ci crederai, ma stamattina stavo pensando a te, perché nei giorni scorsi sono passato trovando sempre “chiuso” per silenzio sabbatico, (diciamo).

    Ah il teletrasporto! Magari. Anch’io ho vissuto il clima di Trenitalia e mi è difficile solo immaginare che si possa viaggiare in condizioni dignitose e, soprattutto, con tempi di percorrenza certi e più brevi

    Buona settimana e buon tutto a te, mi raccomando!!!



    ALDERABAN, credo che per il Palio si possa accettare questo ed altro, no? :-)

    In realtà è vera la tua osservazione. Il malato Italia è grave, ma al suo capezzale si alternano prefiche e apprendisti stregoni, in un intasamento...autostradale.

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  5. :)...dove vivo io solo di recente si è creato qualche piccolo problema per parcheggiare in piazza....ma tanto io giro in bici.....però capisco lo stress di chi vede ripetere sempre gli stessi problemi.....

    Buona giornata Frank

    Maria

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  6. MARIA,buongiorno a te. Qui si tratta di problemi strutturali che riguardano il vivere civile, con problemi continui che vengono rinviati e non risolti. In primo luogo è totalmente assente l'assunzione di responsabilità e non paga mai nessuno, perché ai livelli più alti viene garantita l'impunità.

    Un sorriso, tra tante amarezze.

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  7. Frank, perdona l'Ot, ma non visualizzavi più il tuo primo commento da me o cosa?

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  8. :)

    ciao frank....purtroppo la farfalla è morta....ma fa parte del ciclo vitale...ma non l'ho gettata...è ancora qui con me...

    grazie del tuo saluto

    Maria

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  9. "infila per lungo una delle lande più ricche del mondo, e che è diventata, negli anni, una spietata parodia di autostrada." Ecco una delle 1000 contraddizioni di un paese che come afferma il nostro amatissimo B., con sfacciato cinismo," gioisce e non cammina con le stampelle". Ma lui forse questi "dettagli" della penisola non li sa..:o))

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  10. Ecco la domanda acuminata"A cosa serve un servizio pubblico come Isoradio?"..che mi darebbe la stura ad una serie di polemiche..peccato sia di corsa. Ma ci ritorno...eccome!

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  11. Isoradio non si sente neanche sulla A24 e A25. Però la sento sulla statale che percorro ogni giorno per andare a lavorare, che non è un'autostrada, appunto.

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  12. buon giorno Frank....giornata un pò stanca...ma può sempre migliorare :)

    un sorriso

    maria

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  13. MARZIA, per l’OT ormai tutto risolto e infatti trovi un commento clonato. Quanto all’ennesima uscita (di senno) di B. si resta semplicemente stupefatti per la capacità che ha quest’uomo di sostenere realtà che non esistono. Ed è sempre così spontaneo...

    Isoradio mi pare che sia l’ennesima conferma del ruolo, pericolosamente marginale, che è ormai diventato il servizio pubblico, fondamentale poi quello di informazioni utili della radio. Occorre avere pazienza ancora per un po’ e continuare a resistere.



    VITAROSA, credo molto alle micro testimonianze, perché allineate le une accanto alle altre, finiscono col disegnare la fisionomia del Paese reale che si trova agli antipodi del paese dei balocchi a cui, peraltro, ancora credono troppe persone. E’ proprio questo il guaio.



    MARIA, penso che il tuo instancabile ottimismo riesca a raddrizzare anche le giornate più storte. Un sorriso e buona serata

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  14. Un paese malato, gestito per decenni da gente che non lo aveva a cuore.

    Quando penso agli Usa, penso a strade con almeno 4 corsie, e queste strade ci sono da sempre. Penso a NewYork e e sogno Central Park. Un bosco intero al centro di una metropoli.

    Penso ad un popolo che ha saputo prevedere il proprio sviluppo ed ha investito dall' inizio in opere colossali, per non doverle rifare in un futuro.

    E qua, cosa vedo ?

    Decine di cavalcavia sulle autostrade, tutti da abbattere e rimpiazzare con altri più alti e più lunghi di qualche metro.

    Che ci voleva a costruirli una volta, ad immaginare che sarebbero servite altre corsie ? Magari iniziare con 2 solee corsie, ma almeno avere un minimo di lungimiranza verso il futuro...

    E' per questo, che nonostante abbia opinioni contrastanti sul Berlusca, capisco le necessità di quelle grandi opere, di quei ponti che forse oggi fanno sorridere, ma che nessuno ha mai avuto il coraggio di affrontare.

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  15. MISTERQ, già le grandi opere: il ponte sullo Stretto, poi autostrade, ferrovie, metropolitane: tutte le chimere che B. presentò in una serata storica, quella del 18 dicembre, nel salotto del sodale Bruno Vespa a “Porta a porta”. Cartine d’Italia e via con il disegnino, le frecce, le croci, per una grande televendita da perfetto imbonitore. Il paese di Bengodi, illustrato sullo schermo televisivo, che raggiungeva ogni tinello. Grandi opere disciplinate da leggi speciali che servivano per aggirare le leggi ordinarie, poi arriva la polizia giudiziaria e sequestra i cantieri, come è accaduto alla fine del 2002, con la Salerno-Reggio Calabria interamente appaltata alla ‘ndrangheta, l’organizzazione mafiosa che vanta un fatturato di decine di migliaia di euro.

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