domenica 8 maggio 2005

Risvegli

Ho trovato i commenti relativi al post precedente di livello eccellente e desidero ringraziarvi per una partecipazione così qualitativamente elevata, deterrente all'ondata di banalità e stupidità che, come lo tsunami, rischia di travolgere e sradicare il buon senso e opacizzare l'intelligenza. Grazie.





La storia di Donald Herbert, raccontata nei giorni scorsi da repubblica.it, lascia stupefatti. La riporto quasi integralmente.


L’uomo, un pompiere di New York che nel 1995 aveva 34 anni, riportò gravi danni cerebrali durante il crollo di un tetto, in un'abitazione in preda alle fiamme. Sepolto dalle macerie, il pompiere restò per alcuni minuti senz'aria, rimanendo in coma per due mesi e mezzo. In seguito riaprì gli occhi, ma i referti clinici lo descrivevano come cieco, muto e incosciente dell'ambiente circostante.


Ma improvvisamente, dopo nove anni e mezzo, si è svegliato, ha cercato la moglie e chiesto notizie su figli, amici e parenti, continuando ininterrottamente a parlare per 14 ore. Poi si è addormentato e ha riposato per oltre un giorno. Uno zio racconta che Herbert ha chiesto per quanto tempo era rimasto incosciente e, una volta saputa la verità, ha esclamato: "Pensavo non fossero più di tre mesi". "Quando l'ho visto ero sbalordito - racconta uno dei medici che hanno avuto in cura Herbert - non solo d'improvviso si è messo a parlare, ma lo ha fatto in modo ragionevole, facendo battute spiritose e ricordando il suo passato, capace di riconoscere tutti. L'unica cosa è che non riesce a capacitarsi di essere stato in una condizione diversa per dieci anni".


Ora Donald Herbert viene sottoposto a esami clinici e cure, i dottori stanno cercando di capire che cosa è successo d'improvviso nel suo cervello e parlano di un miracolo. Per tutto questo tempo, infatti, l’uomo era rimasto seduto su una carrozzella, in stato vegetativo, incapace di comunicare con l'esterno. Ora ci si aspettano nuovi progressi da lui, che dopo l'exploit del risveglio ha alternato momenti di vivacità ad altri di stanchezza. I medici ritengono che comincerà a camminare, nutrirsi da solo e parlare sempre di più.”


Al suo risveglio il pompiere ha trovato un mondo molto diverso. C’è stato l’11 settembre, per esempio e il suo paese si è infognato in una stupida guerra, come tutte le guerre del resto. Di certo, per Donald, è stato più importante poter provare di nuovo il calore familiare.


Mi sono così trovato a pensare ad un antico sogno dell’uomo, quello cioè di essere ibernato per poi venire riportato ad uno stato di coscienza in un futuro prossimo venturo, certo in modo meno traumatico di un coma. Chiedendomi, però,  come potrei trovarmi in un mondo che certo, in dieci anni, avrebbe mutato la propria fisionomia, mentre a me verrebbero meno gli strumenti per interpretarlo e capirlo, avendo peraltro dieci anni in più. E poi si tratterebbe di anni perduti oppure riacquistati?


La tentazione di indugiare su questa fantasia è molto forte, altrettanto quella della curiosità di sapere cosa sarebbe accaduto durante l’ibernazione. Ma poi le riflessioni vanno oltre e dal ritorno al futuro si spostano vorticosamente al ritorno al passato. A come si potrebbe intervenire in situazioni di cui abbiamo “conosciuto” la conclusione, al tipo di mentalità avanzata rispetto, per esempio, agli anni ’60 o ’70. Alle mode, alle tendenze, a come l’uomo del terzo millennio, catapultato all’indietro, sarebbe in grado di comportarsi. Un viaggio, con la fantasia, nel tempo e nello spazio, per rifiatare prima di riprendere il quotidiano contatto con la realtà ineludibile.

18 commenti:

  1. a me fa pensare come deve essere vivere per 10 anni in uno stato vegetativo(quindi in pratica un non-vivere)e poi risvegliarsi e trovare tutto diverso,non riconoscere le persone che ti stanno accanto e magari non sapere neanche più chi sei...o forse peggio ancora non risvegliarsi mai e trovarsi in un limbo,sospeso tra la vita e la morte...

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  2. ogni tanto mi affaccio anch'io.. un abbraccio

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  3. Mi angoscia questa cosa...nove anni così per me sono perduti...non vissuti...mi spaventa solo l'idea...logicamente parlo d'ibernazione...per il coma è un altro discorso...lì ci si trova...non si sceglie di esserci.

    Frank...non so mica se sono stata chiara :( data l'ora :(

    Meglio vada a dormire...che mi sa che straparlo ;)

    Buon inizio settimana a te Frank.

    Lady A.

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  4. Fratello, fermo restando che al mio risveglio post ibernazione dubito di sentirmi raccontare le conquiste della Beneamata, curiosamente è da ieri che mi frullava in mente (l'ho messa oggi sul fiume) una frase di Mandela proprio sul nostro cambiamento rispetto ai luoghi immutabili.

    Il pensiero, inevitabile, va al come a volte si diano per scontati siti che hanno in realtà una memoria al di là della portata e della comprensione umana, e come il risveglio potrebbe consistere nell'afferrarne l'essenza come potrebbe farlo chi li veda per la prima volta.

    Nulla è mai scontato, il vero risveglio può essere solo la consapevolezza.

    Prova, ad esempio, a bere per un mese, sino all'abitudine, in un bicchiere di metallo: la sensazione del vetro, al ritrovarlo, sarà incredibile e comunque superiore alla percezione abitudinaria.

    Saluti quasi asfissianti...

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  5. La partecipazione è qualitativamente elevata perché è eccellente il livello dei tuoi post...

    Sui "risvegli", il mio primo pensiero è che la medicina e la scienza a quanto pare non sono assolutamente in grado di fare diagnosi certe. Per questo sono assurde certe decisioni (o prese di posizione) su casi analoghi, come quello di Terry Schiavo. Ho sempre creduto di non voler "vivere" senza coscienza, come un vegetale, in un ospedale. Ma le mie certezze cominciano a vacillare, se nessuno può veramente dire: "non c'è più nulla da fare", forse vale la pena di aspettare, di non staccare la spina.

    Quanto invece ai viaggi nel tempo, preferirei senza dubbio viaggiare verso il futuro, piuttosto che tornare nel passato, per ragioni del tutto personali, come vedere i miei figli da vecchi, i miei nipoti da grandi...

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  6. federica_auroramaggio 09, 2005

    io credo nei miracoli,e questo secondo me.. è uno di questi... e pensare che c'è a chi invece fà ancora comodo non credere in un Dio.. che tristezza.



    feau

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  7. TRIKAYA, benvenuta. Ho mantenuto volutamente un basso profilo, per evitare l’imboscata di argomenti scabrosi e delicati quali l’eutanasia, per esempio, che non intendevo affrontare. Credo che sia drammatico trovarsi da sconosciuto tra conosciuti e dover recuperare, con legami da ricostruire e riguadagnare, mentre il tempo passa.



    JEXIE, il tuo ritorno mi rende lieto. So delle inquietudini che ti attraversano, impedendoti di apprezzare le altre cose belle che hai attorno a te. Ti abbraccio



    LADY A., sei stata chiara, anche se l’ora congiurava fortemente a tuo discapito. Certo che si tratta di anni perduti, ma la lettura è a doppio livello, come hai individuato: uno stato volontario ed uno involontario, che si subisce. Credo che l’angoscia possa imperare.

    Buon inizio di settimana pure a te, Lady A.



    FRATELLO, la beneamata è da tempo in un prolungato stato di ibernazione: altro che dieci anni.

    Il tuo commento è come sempre esemplare. Da tempo non passeggio sulla riva del fiume e purtroppo so anche cosa mi perdo. Estrapolo questa frase: “nulla è mai scontato, il vero risveglio può essere solo la consapevolezza”. Oppure un ritorno alle origini, alle nostre radici, quando si vedono con occhi nuovi cose vecchie, oppure nascoste o, ancora, sottovalutate.

    Abbraccio serrato.



    VITAROSA, l’apprezzamento mi imbarazza. Cerco di esprimere sensazioni, provando a coagulare le diverse intelligenze: è questa conoscenza che rappresenta un dono per me.

    Come già scritto in precedenza, il tema dell’eutanasia ho volutamente evitato di affrontarlo, essendo assai delicato e preferendo riflettere su un altro tipo di considerazioni come, per esempio, quelle dei viaggi nel tempo dopo un periodo di “sonno”. Contrariamente a te, io sceglierei un viaggio nel passato, di qualche decennio, mica fino ad epoche preistoriche e questa tendenza si è persino tramutata in un sogno, di molto tempo fa, ma che è rimasto nitido per la sensazione provata. Che è poi un flash. Io seduto all’interno di un bar, in età contemporanea a giudicare dall’arredo e che, attraverso una porta aperta, ho la possibilità di guardare all’esterno dove l’ambientazione è da anni ’50 o giù di lì. Un’immagine curiosa.

    Quanto poi alla spina da staccare oppure no, si potrebbero aggiungere varie considerazioni, escludendo però il caso Terry Schiavo, strumentalizzato in modo indegno, anche sotto la spinta dell’opinione pubblica. Penso che certe scelte non si possano compiere in preda all’emotività e la storia del pompiere americano è forse più unica che rara, pur aggiungendosi alla casistica. La scienza, pur nelle difficoltà oggettive in cui si trova, dispone oggi di parametri decisamente attendibili per stabilire la reversibilità o meno di certi stati comatosi. Resta il fatto, delicatissimo, che staccare la spina, è gesto definitivo che non penso proprio si possa prendere a cuor leggero e, a maggior ragione, non può diventare oggetto di una crociata.



    FEAU, non è che faccia comodo non credere (semmai molto opportunisticamente si assiste a conversioni dell’ultima ora e alla spettacolarizzazione della fede), è anche un fatto di scelte e di convinzioni.

    Io non sono più credente da alcuni anni, dopo essere arrivato alla conclusione che sarebbe stato bello credere in un’entità suprema che invocavi e a cui ti affidavi per il miracolo, come da bambini ci avevano catechizzati. Sarebbe stato bello, mentre non era vero nulla.

    Mi fermo qui, perché non è argomento che possa essere liquidato in due parole. Ovviamente massimo rispetto per chi è credente, di qualunque religione.









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  8. Ciao Frank.....

    a parte il caso di questo risveglio particolare in cui ci sono ancora accanto le persone ad aiutarlo a reinserirsi.....mi spaventerebbe l'idea di risvegliarmi tra cento anni....sarebbe terribile....catapultata improvvisamente in un mondo nemico?....perchè ogni cosa sarebbe un nemico....

    a presto :-)

    Maria

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  9. Si, anche io mi trovo d'accordo con Malibra nel pensare che siamo in fondo figli del nostro tempo,per cui non so quanto apprezzabile possa essere trovarsi in un futuro che non abbiamo gli "strumenti" per capire, interpretare e quindi vivere appieno.

    Per quanto riguarda il passato, la prospettiva mi attira un pò di più, non fosse altro che per la curiosità di verificare quanto di un certo periodo possa corrispondere all'idea che me ne sono fatta leggendo.

    Ma credo che alla fine il tempo che sceglierei di vivere è il mio, nel bene e nel male....

    Buon inizio settimana!

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  10. MARIA, “ogni cosa sarebbe un nemico”. Vero, terribilmente vero, nell’ipotesi da te prospettata e, inoltre, soli, terribilmente soli in un mondo sconosciuto e nemico. Penso che questa fantasia rimarrà tale.

    Ciao, Maria



    ROBYNIA, “figli del nostro tempo”, già è proprio vero e questa aderenza provocherebbe scompensi soprattutto in proiezione futura. Pensa soltanto all’esigenza di avere sempre ogni cosa sotto controllo e, nella circostanza prospettata, si dovrebbe ricominciare da capo. Anch’io sono più attratto dal ritorno al passato sia perché conosciuto, almeno a grandi linee, sia per la possibilità di gestire una sorta di piccolo potere, anticipando i tempi. Pensieri suggestivi, frammenti di sogno.

    Buon inizio di settimana anche a te.

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  11. Ciao...

    di recente ho letto un romanzo particolare e che mi è piaciuto molto :

    La moglie dell'uomo che viaggiava nel tempo" di audrey Niffenegger, ed. Mondadori, questo tuo post me lo ha fatto tornare in mente e te lo consiglio.

    Ti auguro una buona giornata

    Maria

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  12. MARIA, buongiorno anche a te, sebbene siamo già a mezza giornata. Ti ringrazio per il consiglio letterario e saprò farne buon uso nella mia prossima capatina in libreria. Tra l'altro, mi sembra proficuo che da un post si traggano poi simili conseguenze. Un'attenzione ulteriore da parte tua.

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  13. Dev'essere sconvolgente. Credo che la fortuna che abbia avuto quest'uomo sia inestimabile, e non tanto per il risveglio in sè, ma per

    -l'esperienza- traumatica, ma comunque quasi unica. *_____^



    Grazie Frank, sono i tuoi post ad avere il -merito-.

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  14. Ciao.Sono tornata oggi a rileggere questo post che si presterebbe a varie considerazioni. Lo avevo già letto ma solo superficialmente e, come avrai capito, non è mia natura lasciare commenti inadeguati.Mi stavo chiedendo quali disagi psicologici possono venire da un risveglio dopo tanti anni. Credo ce ne siano a meno che una persona non sia Superman. Indagando nel web ho anche appreso che il 5 ottobre 2005 è la 7a una Giornata per i risvegli.

    Inoltre ho beccato questo sito http://www.amicidiluca.it/ , uno spazio da visitare anche nella sezione Centro Studi dove emerge il nome di Fulvio De Nigris. Ricordo anche che il mondo del cinema ha scelto diverse volte il tema del risveglio, o comunque del coma prolungato. Grazie.

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  15. STUFA, è vero, sono d’accordo con la tua valutazione che aggiunge un altro tassello alle considerazioni già elaborate. L’unicità, più che nel risveglio, comunque stupefacente, sta proprio nel tipo di esperienza vissuta e in ciò che potrà comunicare quando si sarà reso conto, se mai ci riuscirà cpompeltamenet, di quello che è accaduto.

    Giudizio generoso che mi lusinga, io cerco di fare il possibile, si vede che ci si specchia bene.



    MARIA, tracce di te sempre benvenute e gradite. Basta davvero poco a volte.

    Un sorriso



    MARZIA, sono io che ringrazio te per le ulteriori e interessanti informazioni che ci hai regalato. Ho capito già che non ti piace lasciare commenti frettolosi, anche perché si riflette in questo una mia prerogativa, non tanto per sterile perfezionismo, quanto per un rigore con se stessi che pretende coerenza di pensiero e di comportamento.

    Penso che questo risveglio, clamoroso nella dinamica e per l’improvvisa concretizzazione, entrerà a far parte della casistica medica, dopo che sarà stato sviscerato a fondo. Il pompiere statunitense, eroe per caso suo malgrado, paradossalmente potrebbe cominciare a soffrire proprio adesso. Un paradosso gioioso, s’intende, dopo che è nato per la seconda volta. Ciao.



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  16. Ola Frank...passo per darti il mio buongiorno :)

    Lady A.

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  17. FEAU,invidio questo ottimismo. Forse con te le stelle non stanno solo a guardare, ma assistono e confortano.



    LADY a., ringrazio e ricambio il saluto. Spero veramente che si susseguano tanti buoni giorni per te, sarebbe anche ora.

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