lunedì 30 maggio 2005

Il linguaggio dei gesti

Iniziare la settimana con B., tessera P2 1816, non è molto beneaugurante, ma dovremo farcene una ragione (purtroppo) fino a quando non saranno le urne (speriamo presto) a stabilire diversamente. A proposito di urne: il 12 giugno si voti pure secondo coscienza, ma si voti. Sarà interessante vedere se questa volta, opportunamente, arriverà un sms come promemoria. Si accettano scommesse, ma il cellulare sono certo che resterà muto.

Dunque B., ha trascorso la domenica a Bolzano, dove almeno ha potuto celebrare una vittoria assodata,  dopo tante sconfitte non solo politiche e nell'euforia ha lanciato, per non perdere l'abitudine,  critiche al sistema dei media che sovente, secondo lui, non riportano esattamente quel che dice. "Il sistema dei media spesso ribalta la verità - ha spiegato parlando dal palco di Bolzano - nonostante noi si finisca di lavorare ogni notte alle due e mezzo, quando arrivano le prime edizioni dei giornali e si leggono i titoli delle prime pagine spesso cadono le braccia". B., poco prima, aveva raccontato un aneddoto alla folla, dicendo che, una volta, stava parlando con la sua anziana madre e che un giovane gli si era fatto incontro come per salutarlo, poi all'ultimo momento gli aveva mostrato il dito medio alzato. "Non è una cosa cattiva - ha raccontato, dicendo di essersi rivolto a sua madre - non ti preoccupare mamma, significa che io sono il primo". Proprio riferendosi alla stampa, B. ha detto di essersi pentito per aver raccontato questo aneddoto, perché domani la stampa lo dipingerà sicuramente come un uomo volgare. Magari volgare no, ma arrogante, presuntuoso, piccolo (non di statura), dilettante (come lo ha definito Enzo Biagi) e chi più ne ha più ne metta, lo è di certo.

La storiella è simpatica se riferita a quel giovane (braccato dalle guardie del corpo? Denunciato? Processato? Un eroe, comunque) che gli ha lanciato un messaggio preciso e inequivocabile, facendosi interprete di un auspicio molto condiviso tra la parte sana della popolazione. Divertente, poi, la spiegazione che B. ha fornito alla madre. Insomma un buontempone. Ci mancheranno le sue battute, quando se ne andrà. Già, ma quando?

4 commenti:

  1. No.

    Non ci mancherebbero, come non ci mancano le meravigliose battute di Andreotti o la maschera di Antonio Gava.

    In compenso, troverebbero nuovi ingaggi i comici di professione, saccheggiati e messi in ombra da questo guitto piduista ed arraffone.

    Quando?

    Ogni giorno è sempre più tardi.



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  2. Buongiorno Frank,

    personalmente credo che centrare tutta la nostra attenzione sulla persona fisica di B. non ci sarà utile.....ho sempre avuto la convinzione che lui ci sguazzi, alla grande, tra offese ironie e tutto il resto...non dimentichiamo che lui è un esperto (sul campo) di comunicazione....sa benissimo come collocare un "prodotto" per venderlo, ha poca importanza che il prodotto non risponda alle aspettative, l'importante è venderlo!

    un'altra mia idea è che, mentre lui intrattiene le platee, altri si muovano e ramifichino....

    non credo che l'opposizione debba costruire il suo programma in contrapposizione, dovrebbe iniziare a dare una immagine organica e determinata...invece.

    Maria

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  3. Per B. vale il proverbio : "ripeti cento volte una buglia e diverrà realtà!"..solo che a lui bastano 3 volte. "Ahi serva Italia di dolore ostello! ", Frank.Io confido nel buon senso dei miei compatrioti...

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  4. FRATELLO, è chiaro che il rammarico per certe battute e certi tristi figuri è naturalmente scherzoso. Non ho nessunissima nostalgia dei tipi da te citati, né di quel periodo.

    Devo però notare come vadano forte i programmi di comici, anche adesso con questo pericoloso. In compenso manca la satira, la dissacrazione sempre a causa del pesante clima che viviamo dove il silenzio e l’omologazione sono la regola aurea.

    Abbraccio canonico.



    MARIA, sottoscrivo pienamente le tue osservazioni che sono già una buona base di partenza per discussioni più ad ampio raggio.

    Un abbraccio



    MARZIA, pure io vorrei aver fiducia nei miei connazionali, soprattutto quelli che hanno contribuito a questo tracollo, ma i disastri prodotti vanno più sottopelle e hanno abbattuto una scala di valori che erano patrimonio comune.

    Secondo me la crisi è più etica che politica e non sarà certo sufficiente, a mio parere, un semplice cambio di coalizione per tornare ad essere un paese normale. Aiuterà, magari, ma in troppi strati prevale quel detto volgare: Franza o Spagna purché se magna. Anche se fa schifo ed orrore, come hai proposto nell’immagine.

    Quanto alle bugie ripetute che poi diventano autentici dogmi (l’ha detto la tv!), purtroppo è una delle tante piaghe che ci affliggono



    FEAU, deliziosa l’illustrazione, come sempre. Quel gattino che si aggrappa alla rosa, il fiore bello per antonomasia, è la metafora di noi disperati ci aggrappiamo ad una cosa bella. Ma magari è una forzatura.

    L’abrogazione di parti della legge 40 è cosa buona e giusta. Non capisco però cosa vuoi dire? Che forse a causa di B. perdiamo tempo con lui e non ci occupiamo del referendum? Oppure è esattamente il contrario?

    Buona giornata.

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