Il potere evocativo delle canzoni è enorme. Non ci credevo fino a poco tempo fa, poi talune esperienze (amare) maturate me lo hanno confermato. Ne avrei fatto sicuramente a meno di riscontrarlo in circostanze negative, ma così va talvolta la vita.
Non sono un musicofilo, come un illustre blogger enciclopedico nello specifico, non sarei in grado di riconoscere una canzone da una frase, mi troverei in difficoltà a stilare un elenco di brani preferiti. E, per scrivere, di norma preferisco il silenzio, rotto adesso dalle vivaci grida dei bambini che inseguono un pallone sul piazzale dell’oratorio. Tuttavia, anche per merito del simpatico giochino di un blogger già molto stimato, mi sono trovato a passare in rassegna i motivi più rappresentativi che, magicamente, hanno riempito una precisa casella nelle fasi della mia vita. Solo ed esclusivamente quella, certo legata al primo ascolto, alle suggestioni del momento, all’età.
Dire Lucio Battisti è fin troppo ovvio, scegliere tra la sua immensa produzione è imbarazzante, perché si ha la certezza di dimenticare sempre qualcosa, perciò mi limito ad estremizzare e indicare “La luce dell’est”, una canzone capace di creare un’atmosfera straordinaria, come se fossero pennellate continue su un quadro in rapida evoluzione. Da ascoltare facendosi trasportare da quell’immagine che, fin dalla prima volta, mi colpì, qualche anno-luce fa, “quel seno bianco e morbido tra noi” che, per un ragazzino, costituiva una delle massime aspirazioni, soprattutto pensando alla fidanzatina e chiedendosi se anche il suo conservava quelle prerogative. Poi lo accertai.
Parlare de I Pooh può sembrare un po’ retrò, molto commerciale e languido. Eppure “Alessandra” (1972), una canzone di insolita lunghezza (6’51”), mi aveva quasi ipnotizzato al primo ascolto. Anni ricchi di sogni e molta immaginazione. Ignoravo, ovviamente, che sarebbe stata la colonna sonora, una sera, mentre facevo l’amore con “lei” (giusto quattro anni fa la incontrai per la prima volta). Semplicemente incantevole. Tutto.
Uno dei miti è Adriano Celentano e la sua “L’emozione non ha voce” si assapora rapiti e tutta di un fiato, ritrovando sul serio le emozioni vissute, quelle che hanno fatto mancare il respiro. Quando ancora la loro rievocazione produce riverberi di consapevole malinconia. E speranza, ovvio, di nuove suggestioni.
Ma forse a Mina, di classe adamantina e valore assoluto, potrei assegnare l’ipotetico primo posto di una classifica, necessariamente ridotta, per quella canzone di imperiosa e struggente bellezza che è “Se telefonando”. Due minuti e 53 secondi di estasi totale, con il rammarico che sia troppo breve. Ma anche una durata doppia sarebbe apparsa incongrua per fronteggiare l’ondata di emozioni, ricordi e rimpianti che genera.
Si tratta di motivi che più si ascoltano e sempre più piacciono, un’alchimia di magiche combinazioni che rende certi brani immortali. Non sono solo canzonette.
A proposito: grazie per la dritta. Ignoravo che fosse César Franck l'autore di Panis Angelicum. OMi farò una ricerca in rete.:-)
RispondiEliminaCiao Frank,
RispondiElimina"se telefonando" è una delle mie canzoni preferite che ho scartato solo per necessità....
ps: chi è il blogger musicologo. Ruckert?
Un saluto. :-)
ciao frankie..allora oltre che di politica iniziamo anche a parlare di musica'
RispondiEliminaciauz stef
la musica...una poesia di suoni che danno voce ad ogni nostra emozione...quando le parole si perdono nell'eco di un sussurro
RispondiEliminae noi...strumenti... vibranti al magico tocco di sensazioni improvvise
ci lasciamo condurre nell'incantesimo di un sogno...
siamo tutti "tatuati" da un vissuto intenso di emozioni che ha disegnato il nostro presente e continuerà a "interferire" nel domani...
scusa se "inondo" i commenti...mi fa piacere lasciarti il testo ,che sicuramente ricorderai, di una canzone tra le mie preferite
un saluto caro
Sil
Seguir con gli occhi un airone sopra il fiume e poi
ritrovarsi a volare
e sdraiarsi felice sopra l'erba ad ascoltare
un sottile dispiacere
E di notte passare con lo sguardo la collina per scoprire
dove il sole va a dormire
Domandarsi perche' quando cade la tristezza
in fondo al cuore
come la neve non fa rumore
e guidare come un pazzo a fari spenti nella notte
per vedere
se poi e' tanto difficile morire
E stringere le mani per fermare
qualcosa che
e' dentro me
ma nella mente tua non c'e'
Capire tu non puoi
tu chiamale se vuoi
emozioni
tu chiamale se vuoi
emozioni
Uscir dalla brughiera di mattina
dove non si vede ad un passo
per ritrovar se stesso
Parlar del piu' e del meno con un pescatore
per ore ed ore
per non sentir che dentro qualcosa muore
E ricoprir di terra una piantina verde
sperando possa
nascere un giorno una rosa rossa
E prendere a pugni un uomo solo
perche' e' stato un po' scortese
sapendo che quel che brucia non son le offese
e chiudere gli occhi per fermare
qualcosa che
e' dentro me
ma nella mente tua non c'e'
Capire tu non puoi
tu chiamale se vuoi
emozioni
tu chiamale se vuoi
emozioni
Buongiorno Frank, se sul tuo versante c'è lo stesso sole infuocato...avrai una stupenda giornata di mare....
RispondiEliminaIo di solito non lego un certo brano ad una certa persona, la musica è legata alle stagioni della mia vita e il mio legame è istintivo...direi quasi primitivo. La musica mi prende nello stomaco e successivamente nella testa....come un battito cardiaco che segue il ritmo delle emozioni.
Buona giornata e buon fine settimana Frank.
Maria
ehm..se passo da qui fischiettando con (falsa) noncuranza "Penny Lane", cosa mi arriva addosso?
RispondiEliminaFrank ti ho scritto tramite messaggeria Splinder.Buon pomeriggio :-))
RispondiEliminaQuesti sono brani che durano nel tempo;)...altro che quelli che sentiamo adesso:(
RispondiEliminaBuon fine settimana Frank
Lady A.
A mezzanotte sai
RispondiEliminache io ti pensero'
ovunque tu sarai, sei mia
e stringero' il cuscino tra le braccia mentre cercheo' il tuo viso
che splendido nell'ombra apparira'
mi sembrera' di cogliere una stella in
mezzo al ciel
cosi' tu non sarai lontana
quando brillerai nella mia mano...
FRATELLO, nulla se non l’osservazione che preferisco “Imagine”, anche se il brano più appropriato è “Yesterday”. L’abbraccio addosso.
RispondiEliminaMARZIA, sì ho letto, ma puoi utilizzare l’indirizzo di posta elettronica. Grazie per l’auspicio, te lo rimbalzo per l’inizio della settimana.
LADY A., infatti le canzonette odierne le ho definite usa-e-getta, durano una stagione e poi si dissolvono nell’etere. Questi (ed altri) brani, invece, rinnovano emozioni provate e restano per sempre a scavare nei ricordi, a ricoprirli di malinconia e a strappare tanti sospiri. Li sentiamo addosso più che sentirli adesso.
Grazie per l’augurio e buon inizio di settimana.
TIGRISISMA, smack (si rischia di ricevere un bacio così facendo), anche se quest strofe fanno a brandelli il mio cuore. Grazie.
Buona settimana.