Contromano
di Curzio Maltese
Come rovinare la scuola elementare e vivere felici
La maestra di mio figlio, che di solito mi domanda il favore di fare qualche fotocopia, per evitare di pagarle lei, stavolta mi ha chiesto di prestare il computer per un paio di lezioni. Ho accettato, con una certa perplessità. Sono convinto che, dopo il ritorno del grembiule, della maestra unica, del voto e del cinque in condotta, i prossimi passi saranno il rispolvero dell’abbecedario dei tempi di Pinocchio e del calamaio su cui i «balilla» potranno intingere la penna d’oca. Che senso ha dunque turbare questo percorso formativo con le moderne diavolerie? I nostri bambini crescono in un’Italia che s’interroga sui possibili meriti del fascismo, dove si sogna la riapertura dei bordelli. Nel 2008. Quando saranno grandi, forse dovranno sopravvivere in un Paese che allestisce roghi per gli eretici. Non è meglio che si abituino fin da piccoli a ignorare le conquiste della civiltà?
Confesso un debole per maestre e maestri elementari. Sono stati i migliori insegnanti della mia vita. Professori di liceo e d’università, anche famosi, al confronto sono stati una progressiva delusione. Non si tratta soltanto di esperienza personale. L’Ocse ogni anno certifica che la scuola materna ed elementare italiana è fra le prime del mondo, mentre la nostra università è buona ultima fra i Paesi ricchi.
Ma la frenesia riformatrice si ferma sempre alle soglie degli atenei, perché la mafia dei baroni dispone di un’agguerritissima lobby parlamentare. Così il riformismo alla rovescia di questi anni (che razza di riforma è l’eterno ritorno al peggiore passato?) si è inevitabilmente rivolto contro la scuola che ancora funzionava. Riforme, riformismo è la parola più gradita agli elettori, secondo i sondaggi. A chi scrive fa ormai accapponare la pelle. Da quindici anni i settori più «riformati» sono quelli più devastati. La giustizia, per esempio. Si sperava che la scuola elementare, con i cari e bravi maestri, tanto importanti e ignorati dal discorso pubblico, dalla politica, dai media, dalle fiction, sfuggisse alle grinfie dei falsi riformatori. Niente da fare. Così imparano a fare bene il loro mestiere: il tratto più imperdonabile per la politica italiana. «Ci vorrà qualche anno perché si vedano i risultati della riforma» ha detto la ministra Gelmini. Meno male. A fine percorso, comunque, la scuola elementare sarà portata allo stesso livello dell’università, cioè sotto la media di alcune aree sudamericane. Una sola cristiana consolazione: non verranno tagliati gli insegnanti di religione. Quelli di sostegno, sì.
IL VENERDI’ DI REPUBBLICA
19 settembre 2008
nelle ultime tre righe si condensa tutta la follia della riformaccia della scuola. ne vedremo delle belle. a meno che i genitori non si incazzino... i genitori, votano.
RispondiEliminaCiao Frank. Finalmente ho trovato un po' di tempo per leggere anche questo tuo blog (oltre a quello su Travaglio). Hai fatto bene a porre cosi' l'accento sul disastro che stanno facendo alla scuola pubblica. Concordo anche sul fatto che purtroppo non viene dato a quest'argomento il giusto rilievo. La qualita' della scuola pubblica invece e' essenziale per un paese. E' il suo futuro. Molto piu' importante, secondo me, di una compagnia di bandiera!
RispondiEliminaInoltre devo dire che anche qui, come in altri settori, il governo gioca facile grazie alla superficialita' con cui la gente si informa. Sai quanti, non essendo insegnanti e non avendo figli in eta' scolare, sono convinti che davvero ci siano 2 o 3 insegnanti per classe? Non hanno nessuna idea di quanto sia diversa la scuola di oggi da quella che abbiamo frequentato noi.
Ti dico la verita': io sono stanca. Sara' l'autunno.
Grazie Frank!
Artemisia