venerdì 7 settembre 2007

Ritorno al passato

La voce trafelata di Sandro Piccinini mi sorprende mentre sto infilzando con la forchetta un maccherone che mi aveva provocato (libera parafrasi dell’Alberto Sordi di “Un americano a Roma”, immagine molto cara ad una persona cara). Lui, intendo il Piccinini, è un noto telecronista sportivo di Mediaset, nonché conduttore di “Controcampo. Ultimo minuto”, la trasmissione domenicale che offre i gol in chiaro della serie A. Lei, la suoneria intendo, mi segnala le chiamate in arrivo mentre Andriy Shevchenko sta per tirare il rigore decisivo nella finale di Coppa dei Campioni tra Milan (vincitore) e Juventus. In genere riascolto tutto il frammento prima di rispondere. Al termine una voce fresca e lontana mi comunica che appartiene a M. Dopo vent’anni e una singolare circostanza, M. mi ha veramente telefonato bloccandomi la salivazione, riportandomi indietro nel tempo e graziando, anche se lei non lo sa, il maccherone impudente.


Qualche passo indietro. Parecchi anni fa, in circostanze piacevoli, conobbi una ragazza, trascorsi con lei la notte di san Silvestro e per un po’ restammo in contatto. Poi le varianti della vita allontanarono un’amicizia promettente e stimolante, i segnali si dissolsero nell’aria e rimase un ricordo gradevole, ma sempre più inevitabilmente scolorito. Fino a quando non capitai in una piazza il cui nome mi risultava familiare, perché riportava ad un indirizzo di persona conosciuta (M. appunto), però non disponendo del numero civico accennai soltanto ad un’improbabile ricerca di quel nome tornato improvvisamente attuale. Sono nuovamente passato in quella zona, anche stavolta casualmente, ma quel recapito ora era completo. La cortesia di un portiere, assieme alla conferma che la persona che cercavo abitava ancora lì, forniscono un propellente insperato alla mia indagine. E, trovandosi i proprietari in vacanza, vergo su un pezzo di carta poche righe, giusto qualche riferimento, integrato dal numero di cellulare e dall’indirizzo e-mail. Consegno questo insolito messaggio in bottiglia e riparto senza pensarci più. Il tempo trascorre, che è poi l’estate che trascorre arrivando alla fine; alle sorti di quel segnale lanciato nel mare magnum dell’inverosimile non bado più.


Fino a quando, l’ennesimo Shevchenko che sta per calciare il rigore, non riporta la memoria a quel tempo, facendomi ritrovare la freschezza di una donna che ha un cuore allargato per contenere tutte le esperienze lavorative vissute in terra straniera, che crede di non avere più radici e ormai ignora quale sia la sua casa, se qui o altrove. Il resto, quello che ci siamo raccontati e ci racconteremo, la foto che mi ha inviato vent’anni dopo fanno già parte di un’altra storia tutta da vivere.

7 commenti:

  1. Che meraviglioso racconto!! Un ritorno al passato che sprona al futuro!



    Un abbraccio,

    AnnA :)

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  2. Anna, sempre molto cara, mi hai fornito una chiave di lettura a cui non avevo pensato. Grazie!

    Un abbraccio e a presto (spero). :-)

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  3. stefanomassasettembre 07, 2007

    frank sei un mito stef

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  4. Tu, tu, tu, hai "quella" suoneria?



    Continuiamo così, facciamoci del male.... ;)



    A parte la battuta, quanta suggestione, Fratello: apre ad un sorriso.

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  5. stef, sempre piacevole ritrovarti e grazie.

    Fratello, peccato che questa suggestione capiti in un momento poco felice, dove tensioni e angosce m'impediscono di emozionarmi fino in fondo. Di capirla l'emozione e, dunque, viverla. Verrà il tempo dei sorrisi.

    Comunque tu sai e tanto mi basta.

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  6. e vivila...per favore !

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  7. alenic59, cercherò di cogliere il meglio. Grazie.

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