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di ALESSANDRO ROBECCHI
da "il manifesto" dell' 11 settembre
Non sarei così sicuro, come ostentatamente si mostrano tutti, sul fatto che la vicenda Fazio-Bankitalia danneggi l'immagine dell'Italia. Credo invece che presso i comici di tutto il mondo, gli scrittori satirici, i clown da circo, gli architetti di paradossi e persino tra gli esegeti più o meno interessati dei linguaggi del potere, stiamo guadagnando parecchi punti. Perché il paradosso di Palazzo Koch è davvero formidabile, e la parabola del banchiere di Alvito, pio e devoto come pochi, si avvia a diventare degna di narrazioni bibliche, di un'aneddotica che supera i confini delle banche, dell'economia, della politica, per diventare strabiliante metafora delle contorsioni del potere. Attenzione non della pochezza del potere, ma della «tantezza» del potere. Già, ecco la storia. Esiste un potere (il governatore di Bankitalia) che nessuno può cacciare e destituire, se non lui medesimo. Esiste un potere a cui si chiede - ormai quasi in ginocchio, implorandolo - di autoriformarsi, insomma di tagliarsi le palle da solo (scusate il francesismo), essendo tutti gli altri poteri inidonei a compiere il lavoretto di cesoie, sia pure con la sacrosanta anestesia. Il premier di un paese che chiede ai banchieri europei di cacciare il suo proprio banchiere centrale non può che far ridere. La risposta dei banchieri europei - prenditi le tue responsabilità e caccialo tu - è ancora più esilarante. Le proposte di cacciarlo tutti insieme, cioè di far fare al Parlamento quel che non vuole o non può fare il governo fa, se possibile, più ridere ancora, come se il paese intero concordasse il coro, uno, due, tre, coraggio tutti insieme: vattene! Il ministro dell'economia attuale, che sostituì quello creativo capace solo di far danni, che fa marameo al suo governo nazionale per sostenere i banchieri europei nel loro corale marameo è da antologia. Il Renato Brunetta che scarica Siniscalco e rivuole Tremonti fa ridere fino alle lacrime. Le centinaia di articoli della stampa economica mondiale che chiedono a Fazio di andarsene e che restano lettera morta e inascoltata, sono un altro potere forte che si dimostra debole e inutile. Un poterino locale e bifolco come
, che non ha nemmeno il quattro per cento dei consensi - ma al quale è stata salvata una banchetta pellegrina e fallimentare - ottiene quel che vuole, cioè che tutti gli altri poteri risultino impotenti, mentre le sorti della banca centrale della settima (sesta? ottava? centoundicesima?) potenza economica mondiale rimangono appese a decisioni prese intorno al pentolone della polenta in qualche baita cisalpina. E non dimentichiamo il tassello ultimo, che vale da ciliegina sulla torta: Opus Dei, Vaticano, figlie suore dei Legionari di Cristo (occristo!) e cardinali amici. Dico: serve qualcos'altro per innalzarci alla grande sul gradino più alto di tutto il ridicolo del mondo? Ora, è possibile che nel ridicolo molti abbiano i loro torti e le loro ragioni. Ma si tratta di cose tecniche, di procedure, di prassi più o meno consolidate. Se si vede la questione da fuori, invece, dall'alto e dalla distanza siderale che separa le vite normali dei cittadini dalle alchimie delle segrete stanze del potere, la vicenda è strepitosamente avvincente come una pièce di teatro dell'assurdo. Vedere tutti quei poteri immensi e spaventosamente potenti che si arrabattano e si disperano nell'incapacità di cacciare un potente dovrebbe essere una lezione per tutti (e pure per il potere, se si degnasse ogni tanto di ascoltare qualche lezione). Ma soprattutto, vien da pensare, se la famosa Europa, il governo con la più grande maggioranza della storia italiana, l'opposizione che è ormai maggioranza nel paese, la stampa economica e finanziaria,
, i sindacati, il ministro dell'economia, e altre centinaia e centinaia di poteri non riescono né con le buone né con le cattive a cacciare un potente, che vorrà dire? Che quel potente è troppo potente oppure che tutti gli altri poteri sono, alla fine, parecchio impotenti? La favola di Palazzo Koch e del pio uomo di Alvito continuerà ora per chissà quante puntate e conterrà chissà quanti colpi di scena, e il ridicolo si sommerà al ridicolo fino a esaurimento scorte. Dopotutto, in fondo in fondo, alla fine della fiera, non è esattamente questo, il potere?
Ciao Frank....continuano ad essere troppo impegnativi i tuoi post per quei 4 neuroni che mi sono rimasti :)))
RispondiEliminama passo comunque a leggerti...un sorriso
Maria
MARIA, e pensare che si tratta di un pezzo "leggero". Comunque non disperare per i neuroni: dubito che i tuoi siano in libera uscita.
RispondiEliminaTi ringrazio per la continuità nella lettura.
Un sorriso, certo
Scopro il tuo blog passando da Harmonia e lo trovo interessante anche se un po' impegnativo ma vedrò di ripassare appena possibile.
RispondiEliminaComplimenti
Mauro
Ciao Frank,come va? Passo per darti un saluto,ultimamente mi sto disinteressando della politica (lo so che non si fa) ma tutto questo marciume mi da la nausea......
RispondiEliminaHo letto velocemente i post precedenti,non mi va di commentare dato che necessitano di una lettura più approfondita...vedrò di colmare la lacuna al più presto :)
Scappo a preparare il pranzo,un abbraccio :*
Stavolta passo solo per salutarti visto che sono di partenza. Ti auguro di trascorrere un sereno fine settimana.
RispondiEliminaLa Banca d'Italia (e la finanza in generale) sono avulse dalla vita quotidiana della maggior parte della cittadinanza italiana presa da reali problemi di sopravvivenza economica.
RispondiEliminaEcco il punto è proprio questo: capire che i danni che sta causando questo signore, con la attivissima partecipazione della banda del nano, saranno i cittadini più umili a pagarli. Per molti anni.
non dimentichiamolo.
certo che ...preferiremmo ridere in altro modo e per altri motivi...qui c'è ben poco da essere comici:-((
RispondiEliminaun sorriso
veradafne
MAUBOX, benvenuto. Harmonia è un’assoluta garanzia e chi passa da lei diventa automaticamente anche mio interlocutore gradito.
RispondiEliminaTi ringrazio per gli apprezzamenti, ma devo precisare che non sempre gli argomenti sono impegnativi, semmai i post finiscono coll’essere lunghi, ma questo dipende da una serie di motivi che non è il caso di spiegare ora.
Ti ospiterò sempre molto volentieri
BLUE_ANGEL, arrivo troppo tardi per augurarti buon pranzo, ma non per chiederti cosa hai preparato.
I tuoi passaggi, è ovvio, risultano essere tra i più graditi, semmai sono io a latitare da un po’ di tempo dalle tue parti.
Ammetto che “lorsignori” stiano facendo di tutto per ampliare la fascia di qualunquismo e nausea, ma intelligenze come la tua, unite alla freschezza, non possono accettare rassegnate questa tendenza. L’importante, secondo me, non è tanto seguire o meno avvenimenti politici, quanto mantenere sempre il cervello attivo. Caratteristica che in te non fa difetto.
Un abbraccio :*
MARZIA, ambulante o nomade! Ho notato che hai eliminato la possibilità di commentare e sto cercando di capire questo percorso. Ho una mia idea, ma te la comunicherò in separata sede. Comunque le tue “nuances” soddisfano la mente e si leggono sempre con piacere.
Un caro saluto
ALDERABAN, come sempre le tue considerazioni entrano nel cuore del problema. Sono d’accordo con te. Sulla parte più debole della società ricadranno le conseguenze di questi avventurieri che hanno trovato sponda nell’ometto. Il punto è che i danni, come rifiuti non riciclabili, infesteranno l’ambiente molto a lungo e non sarà, purtroppo, l’auspicato cambio di maggioranza a bonificare il campo, quello dove scelse di scendere il tesserato P2 n°1816.
Cari saluti
VERASTAZIONCINA, hai ragione. Pure io preferirei ridere in ben altro modo, magari sapendo che una risata li seppellirà. E più che comiche è forse più opportuno definirle tragicomiche.
Il marciume che ci appesta è anche conseguenza del vuoto intellettuale che è paurosamente esteso. Pensavo oggi ai riflessi che ha avuto la perdita precoce di Italo Calvino, nel ventennale della sua morte, a quella barbara di Pier Paolo Pasolini (tra breve il trentesimo anno). Ci ritroviamo impoveriti, mentre l’alta espressione intellettuale del primo canale della Rai, servizio pubblico, sono ben quattro serata dedicate a miss Italia. Povera, questa Italia.
Un sorriso ricambiato.