venerdì 25 gennaio 2008

Da Porto Alegre a Ceppaloni

 

Martha Medeiros è una bella donna, nata 47 anni fa a Porto Alegre. Giornalista e autrice di 11 libri, è con “Lettino”, che ha venduto in Brasile più di 100 mila copie, a ottenere un notevole successo di pubblico e di critica. Il romanzo è stato tradotto in numerosi altri paesi, tra cui la Francia, il Portogallo e la Spagna. Da ieri, però, ha ottenuto una definitiva consacrazione anche in Italia.


Muere lentamente/ quien se transforma en esclavo del hábito,(...)” . Vi dicono niente questi versi? Si intuiscono ugualmente, ma la traduzione italiana chiarirà. “Lentamente muore/ chi diventa schiavo dell'abitudine,(...)”. La poesia, troncata (ed è chiaro il motivo) nelle ultime strofe (“Soltanto l'ardente pazienza/ porterà al raggiungimento/di una splendida felicità”.) è stata malamente letta ieri pomeriggio al Senato da Clemente Mastella, quello tutto Ceppaloni, Chiesa e Sacra Famiglia (in villa con piscina a forma di conchiglia).


Standing ovation alla fine della sua pasticciata esibizione, anche se il poeta era un comunista. Ma ecco il grande pasticcio favorito da Internet. Con l'errato titolo di “Lentamente muore” (in realtà è “Ode alla Vita”) questa poesia viaggia da alcuni anni sul web, riscuotendo grande successo, ma accentuando la confusione. Perché la vera autrice è, in realtà, la bella signora ritratta nella foto che pubblicò i versi nel 2000 su un giornale brasiliano a cui collabora. L'equivoco, se così può definirsi, è stato chiarito da Adriana Valenzuela, direttrice della Biblioteca della Fondazione Pablo Neruda, che ha sede a Santiago del Cile, la quale non ha mai saputo spiegarsi chi e in quali circostanze l'abbia attribuita al poeta cileno, celebrato anche nel film “Il Postino”, ultima interpretazione di Massimo Troisi. Ovviamente ancor più rammaricata è Martha Medeiros, scippata di una sua opera intellettuale.


La giornalista, scrittrice e poetessa brasiliana se ne faccia però una ragione, perché il malaccorto e improvvisato lettore, che ha calpestato i suoi versi, ha millantato uno stato d'animo che non gli apparteneva di certo. Anzi, con la faccia di bronzo delle migliori occasioni, ha certificato che in questo Paese capovolto un indagato con sette capi d'accusa può rivendicarlo con orgoglio, abbandonare un governo (già messo molto male di suo) alla deriva e ritirarsi sdegnato. Per ora. Mentre la di lui moglie, agli arresti domiciliari, viene accolta, in auto blu, tra applausi e petali di rose e può delirare, senza che alcuno avverta l'insensatezza, che la persecuzione nei confronti della coppia avviene perché sono cattolici.

4 commenti:

  1. Finalmente qualcuno che è al corrente del VERO nome dell'autrice di questa poesia.

    Sono stufa di vederla attribuire a Neruda!!!

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  2. RosaTiziana, un torto lunghissimo fatto alla giornalista e scrittrice brasiliana, uno sforzo contro la passività che viene ancora più accentuata dalla mole di informazioni che passano ogni giorno. Perchè poi occorre anche riuscire a filtrarle, decifrarle e farne una sintesi. Aggiungendo la risorsa umana.

    L'attribuzione a Neruda è stata una di quelle bufale che s'inseriscono sul web e lì proliferano quasi vita natural durante.

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  3. Prima era di Neruda, ora di Medeiros. Siamo sicuri? Perché una brasiliana dovrebbe scrivere versi in spagnolo?

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  4. utente anonimo#3, l'osservazione è pertinente, ma sta di fatto che è l'autrice stessa a rivendicare (e non da oggi) la paternità di quei versi, peraltro piuttosto dozzinali per essere attribuiti, senza neppure una minima perplessità o dubbio, al grande cantore cileno.

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