venerdì 27 ottobre 2006

Le violentate


C’è un’altra interessante rubrica su “l’Unità” che s’intitola: “Fronte del video”, curata quotidianamente da Maria Novella Oppo la quale così scriveva il 24 ottobre scorso.


Emergenza stupri


“La tv non dice tutta la verità, ma la imita piuttosto bene e negli ultimi giorni ci ha mostrato alcune incredibili gaffe di politici. Anzitutto il russo Putin ha elogiato le performance del presidente israeliano nel campo della violenza contro le donne. Certo, scherzava e credeva di non essere registrato, ma si rivolgeva agli altri politici presenti, coi quali intendeva creare un simpatico clima da caserma. I tg ci hanno mostrato poi il gesto disinvolto dello spagnolo Aznar, che ha infilato una penna nella scollatura di una giornalista, senza degnarla di una risposta. E infine c´è il caso di Bossi, che sul palco di Vicenza ha dato sfogo al maschilismo di sempre, ma in maniera ormai così patetica, che la tv lo ha oscurato più per pietà nei suoi confronti che per riguardo verso le donne. In conclusione, questi tre eminenti politici non hanno vergogna di mostrarsi così scandalosamente antifemministi. E, se questo è il clima, non è strano che ci sia una emergenza stupri, di cui la tv è uno specchio e lo speciale di Diario un documentato atto d´accusa”.


Impeccabile e ovviamente condivisibile in pieno. Quanto allo speciale di “Diario” mi sento di consigliarlo con piacere. Lo si trova ancora in edicola, essendo un bimestrale. Anche “L’espresso” n°42 si occupa dell’odioso crimine con un interessante reportage. Ne traggo alcune parti, poi la versione integrale la posterò qui, pur riportando il link.


“Silvia Mantovani un colpo era riuscita a pararlo, col palmo della mano. Aveva anche cercato di buttarsi verso il lato del passeggero, ma era stata incastrata dalla cintura di sicurezza che diligentemente indossava. All'assassino aveva infatti abbassato il finestrino, lato guida. Perché l'assassino lo conosceva. Si chiama Aldo Cagna, 28 anni, suo coetaneo, ed era, fino a quattro anni prima, il suo fidanzato. Lo aveva anche denunciato per lesioni, in passato, perché l'aveva picchiata durante una festa. Quella sera, la sera del 12 settembre, l'ultima sera per Silvia, lui l'aspetta all'uscita della Columbus di Martorano (Parma) dove la ragazza lavora per mantenersi gli studi in medicina. Silvia entra nella sua Dedra grigia, lui la rincorre con la sua Panda, la sperona, la costringe a fermarsi. Scende si avvicina, Silvia abbassa il finestrino come per dirgli di farla finita... Dieci colpi di coltello tra volto e torace, uno mortale al cuore. Una furia che si placa solo quando il corpo di lei si affloscia. Aldo fugge, vaga nella campagna finché lo trova la polizia.


Stella Palermo, 25 anni, di Albenga (Savona) si sentiva sicura nella sua casa in zona residenziale. C'era anche la mamma la sera del 4 luglio scorso quando Fabio D'Errico, 32 anni, contitolare di una piccola azienda di riparazioni di computer, si è presentato per l'ennesimo "chiarimento". I familiari di lei lo avevano diffidato dall'avvicinarsi, gli avevano chiesto di stare alla larga: facilmente trascende durante i litigi. Ed ecco l'ultima discussione, lui che prende il taglierino e, sotto gli occhi della madre, colpisce Stella a ripetizione al collo, prima di fuggire. Lo troveranno a Torino vicino alla casa del padre.


Norma Rado Mazzotti, 63 anni, stava spiegando a Primo Destro, 68 anni, che non ne voleva più sapere di lui, domenica 8 ottobre. Stavano in macchina nella campagna di Massanzago (Padova). Non c'era ragione che Primo volesse sentire: ha estratto un coltello, l'ha colpita, solo ferita. Lei perdeva sangue, ma riusciva a correre. Lui è sceso, l'ha raggiunta e ha affondato l'arma per 20 volte. Ha gettato il coltello nel torrente Muson. Ha guidato fino alla stazione dei carabinieri, si è pettinato i capelli bianchi e al militare in guardiola ha detto: "Ho ammazzato una donna. Volevo suicidarmi, ma lei si è messa a gridare e ho perso la testa".


Ancora con la cronaca.


Ha 10 anni, violentata in un ristorante


La piccola era a pranzo con i genitori. Arrestato un cameriere di Cagliari


Secondo l’accusa emersa da mesi di indagini, il cameriere di un ristorante di Cagliari avrebbe sottoposto a violenze sessuali una bambina di 10 anni nel giardino del locale, forse mentre gli stessi genitori erano a tavola. L’uomo è stato arrestato dagli agenti della mobile con l’accusa di violenza sessuale aggravata ai danni di un minore, si tratta di Roberto Meloni ora agli arresti domiciliari.

 La vicenda è coperta da stretto riserbo anche per l’indispensabile tutela della piccola coinvolta. Le indagini sono cominciate in agosto: la bambina, secondo quanto trapela dalla questura cagliaritana, non avrebbe raccontato subito dell’accaduto ai genitori, ma a un’amichetta. Dall’amica la vicenda è arrivata alle orecchie dei genitori di lei i quali hanno ritenuto di informare il papà e la mamma della piccola che certo non parlava con facilità di quanto le era accaduto.

(24 ottobre 2006)
 



I drammi consumati fra le mura domestiche e finiti in Tribunale.


Un croupier accusato di aver stuprato la convivente


Violenza sessuale, nonno patteggia


Le nipotine lo hanno denunciato 10 anni dopo gli abusi


 Storie di ordinaria violenza sessuale, troppo spesso tra le mura domestiche: un «nonno» acquisito che patteggia la pena per aver più volte molestato le due nipotine della moglie quando non avevano neppure 10 anni; lo zio che abusa in ogni modo per mesi del nipote minorato (anche lui finendo per patteggiare la condanna); un giovane uomo accusato di aver violentato l’amante dopo un litigio e per questo rinviato a giudizio. Tre vicende brutali che ieri si sono susseguite in un giorno qualsiasi di lavoro davanti ai giudici per le udienze preliminari del Tribunale.


(20 ottobre 2006)


 


L’aggressore, con precedenti per droga e atti osceni, subito rintracciato dai carabinieri


Tenta lo stupro in pieno centro storico, arrestato


La vittima, un’universitaria del Chietino, è riuscita a richiamare gente gridando


Ha rischiato di essere violentata in pieno centro, quasi a mezzogiorno. Il suo aggressore è stato subito messo in fuga dall’accorrere dei passanti, richiamati dalle urla della vittima, e arrestato poco dopo dai carabinieri.


L’aggressore è una vecchia conoscenza delle forze dell’ordine: Massimo Di Felice, 39 anni, divorziato, nullafacente, con precedenti - era finito anche in carcere - per droga e atti osceni. Di Felice, intorno alle 11.50 di ieri, ha adocchiato l’universitaria, una ragazza di 20 anni, che camminava in corso Cerulli. All’imbocco di via Antica Cattedrale, la stradina medievale che dal corso porta in piazza Sant’Anna, l’ha trascinata di peso nella rientranza di un portone e ha cominciato a palpeggiarla sui seni e sul pube, tenendola ferma a forza. La ragazza, sconvolta, non è riuscita a gridare aiuto per alcuni, lunghissimi secondi. Quando c’è riuscita, alcune persone sono andate a vedere cosa stava succedendo e Di Felice è scappato di corsa.


(18 ottobre 2006)


 


Questo, poi, è l’estratto di un’intervista di Chiara Valentini allo psicoanalista Umberto Galimberti, uno dei pochi rimasti a scrivere cose intelligenti. Anche l’intera intervista l’ho editata qui.


Eppure non si è mai parlato tanto come in questi anni di parità fra uomini e donne, di condivisione. Tutte parole al vento?


"Non si tiene abbastanza conto della disumanizzazione che l'età della tecnica ha portato nel mondo del lavoro. C'è un'accelerazione sempre più forte verso regole di efficienza spasmodica, di competitività che chiedono alle persone di soffocare ogni emozione, di comprimere se stesse, di essere anaffettive e produttive in ogni istante della vita lavorativa. Ma questo provoca una scissione radicale nei confronti del privato, della vita familiare. Se fuori puoi essere solo perfetto e controllato, è a casa, è nei rapporti con la tua compagna che scarichi rabbie e frustrazioni. La famiglia diventa il luogo della massima violenza, la cloaca delle emozioni trattenute. Gli appartamenti sono luoghi appartati, dove può succedere qualunque cosa. Come raccontano le cronache".


Però anche le donne, negli ultimi trent'anni, sono entrate in massa nel mondo del lavoro. Perché allora sono quasi solo gli uomini a esercitare la violenza?

"Sono convinto che le più grandi rivoluzioni della storia hanno a che fare l'emancipazione femminile. D'altra parte la donna era tenuta sottomessa da sempre proprio perché se ne temeva il potere. Ma anche le donne di oggi, se si esclude l'élite di quelle in carriera che imitano modelli maschili, mi sembrano molto meno integrate dei maschi, capaci di esprimere ancora se stesse, le proprie complessità. E questo spaventa in modo crescente gli uomini".


Dietro questa aggressività, che almeno in Italia si comincia ad analizzare solo adesso, si può immaginare anche la paura dei maschi per le nuove libertà femminili?

"Non credo che questa libertà sia ancora pienamente acquisita, almeno sul piano della psiche. Ma gli uomini lo pensano, avvertono che stanno perdendo quella situazione tranquillizzante che era il possesso. Non possono più dire 'la mia donna' con quel tono speciale, non possono impedirle di andarsene per il mondo, di incontrare tanti altri uomini, tanti potenziali rivali che lo fanno sentire precario. Lo spiega bene Proust, quando ne 'La prigioniera' dice che avere a disposizione Albertine in casa non gli dà particolari gioie, se non quella di sottrarla agli altri".


Come gli ultimi episodi di cronaca riportati e anche un recente sondaggio realizzato da Telefono Rosa conferma, la violenza sessuale avviene in massima parte tra le mura domestiche. Gli unici a non essersene ancora accorti sono i cattolici e le loro guide che straparlano di famiglia e dell’attentato che, a quest’istituzione, deriverebbe dai Pacs. Galimberti è chiarissimo, le cifre e le conclusioni del sondaggio illuminanti. Ci tornerò ancora sull’argomento, proprio esaminato sotto l’ottica “familiare”. Ma quanto scritto è già ampiamente sufficiente.


La notizia positiva in coda, non a caso. Come riferiva repubblica.it il 23 ottobre, è stato messo a punto da Barbara Pollastrini, ministro per le Pari opportunità, un disegno di legge che, stando alle indiscrezioni, conterrà un inasprimento delle pene per i reati a sfondo sessuale, con un innalzamento delle pene minime per lo stupro e la soppressione, nei casi più gravi, delle attenuanti generiche in modo che la concessione delle stesse non riduca drasticamente il periodo di reclusione. Verranno inoltre introdotti nel codice penale i reati di molestie e minacce persecutorie (il cosiddetto stalking)”. Quest’ultima circostanza mi pare meritevole di essere sottolineata, perché coglie una tendenza, purtroppo sempre più diffusa, subita e neppure ritenuta una colpa da una parte dell’universo maschile, quello che dà voce alla pancia e non alla testa.


 


Fonti: La Nuova Sardegna, La Nuova Venezia, il Centro. L’espresso, repubblica.it


Riferimento grafico


 

5 commenti:

  1. Il nostro mondo tecnologico e moderno è diventato ancora più difficile da vivere!

    Un abbraccio consolatorio da Fioredicampo:-)

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  2. Anche internet ha la sua fetta di colpa. Prima gli utenti del porno dovevano andare al cinema, in edicola, o dare i dati presso un videonoleggio per avere una tessera. Oggi il porno in rete è gratuito e tutto avviene senza controllo. Adolescenti e gente con la testa adolescente si misura con la realtà artefatta del porno, per poi verificare che le donne "vere" in realtà sono ben lontane da quelle finzioni e che il rapporto di coppia che non sia prostituzione *non funziona così*. Nonostante dunque la società sia evoluta e le donne emancipate, alcuni uomini e ragazzi non riescono a "filtrare" la differenza tra le realtà e si prendono quello che la civiltà nega, ma poi rivende sotto mentite spoglie.

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  3. ciao frank. Interessante soprattutto l'intervista di Galimberti.

    per la verità, non ho mai pensato che la tecnica sia neutra, ma nemmeno che sia in grado di dirigere le nostre azioni tout-court.

    diciamo che genera potere ed è potere essa stessa.....

    poi c'è sempre l'uomo ad orientarla in un modo piuttosto che in un altro.

    certo è che questo tipo di società tecnologica al servizio di un capitalismo non più orientato alla produzione ma soprattutto al consumo, il famoso "modello di sviluppo" di cui abbiamo più volte parlato, non ci ha fatto bene ed ha influito ( e sta influendo ) sui rapporti interumani.



    Sermau

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  4. Hai fatto un ottimo lavoro di richiamo e risveglio, perche' e' facile distrarsi o addirittura ci si distrae per troppo orrore. Ritengo che la violenza in generale e quella sessuale in particolare sia un retaggio antichissimo di cui bisognera' liberarsi con ogni sforzo. Le donne sono le vittime piu' numerose, ma poi ci sono anche i bambini. Sepenso chemolte violenze si consumano in famiglia, questo crimine mi diventa non solo piu' odioso, ma anche incomprensibile e misterioso.

    Un abbraccio da lontano. harmonia

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  5. ilvecchiodellamontagnaottobre 29, 2006

    Se si pensa che lo stupro, fino a poco tempo fa, era considerato un reato contro la morale!Invece è ancora di più che un reato contro la persona; è così contro natura che nel regno animale non avviene- il maschio rispetta sempre la femmina. Dunque affonda le radici nella parte più deforme dell'uomo, nella convinzione che sia la violenza a regolare il rapporto di ognuno con tutti. E' esattamente la convinzione del capitalismo senza regole, di ogni mafia, delle guerre di potere, della tecnica senza limiti. Questa convinzione distruggerà l'uomo senza saggezza, che non sa trovare in sè il suo limite.

    (e grazie per i complimeti...)

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