Non stupiscono i consensi in caduta libera del governo Prodi. Secondo un recente sondaggio Ipr Martketing per Repubblica.it la fiducia nell'esecutivo è scesa dal 63% al 45%, nel periodo che va da luglio a ottobre. Pochi mesi sono stati sufficienti per registrare un calo anche di credibilità. Magari era pure messa in conto la fine dell'idillio, certo però non in queste proporzioni. A determinarla anche una Finanziaria piuttosto pasticciata e pasticciona, priva soprattutto di un progetto ben definito e che, come molte leggi, nasconde tra le pieghe aspetti inquietanti e preoccupanti.
Ecco, per esempio, cosa scrive "il manifesto" (17 ottobre) sul capitolo scuola.
Assalto alla scuola
La finanziaria prevede tagli all'istruzione per 4,5 miliardi e 50.000 posti. I tecnici della Camera: la sentenza Ue sulla detraibilità Iva delle auto aziendali la farà salire a 40 miliardi
Francesco Piccioni
Il diavolo si nasconde nei dettagli. E proprio andando a spulciare nei meandri della «Relazione tecnica» che accompagna la legge finanziaria per il 2007 si scoprono alcuni dei (molti) rovesciamenti di segno tra annunci pubblici del governo e atti concreti. E si scopre che il Prodi «europeo» - quello che si fa intervistare da Repubblica al termine del vertice con Zapatero - è decisamente più sincero del Prodi «italiano», che quotidianamente ci tranquillizza con le sue dichiarazioni al cloroformio.
«Non abbiamo dato niente ai sindacati» - spiegava dalla Spagna - «onestamente, i più favoriti dal progetto di legge di bilancio sono
Il lavorio di forbici previsto è complesso. Si parte dall'innalzamento dello 0,4% medio nel «rapporto alunni/classi». In pratica si punta ad aumentare il numero degli alunni presenti in ciascuna classe, con punte più elevate nelle elementari e nelle medie superiori. Tenuto conto che negli istituti superiori le prime classi sono già intorno alla media dei 30 ragazzi, si può immaginare cosa può accadere. Da questa «pensata» dovrebbero risultare in «esubero» 7.682 classi, per un totale di 19.032 insegnanti e 7.050 non docenti «risparmiati» (sono definiti proprio così).
Si prevede - ma non viene naturalmente messo nero su bianco - un peggioramento drastico della didattica. I 185.000 ripetenti annui sono sembrati decisamente troppi e «antieconomici»: si prevede di ridurli di un 10%. E come? Non certo tramite l'individualizzazione dell'insegnamento», visto che si deve peggiorare il rapporto docenti/alunni. Si dovrà perciò «promuovere di più», a prescindere dalla qualità della preparazione, per poter raggiungere il target di soli 166mila ripetenti. Inutile dire che una simile manovra cozza frontalmente contro la sbandierata necessità di accrescere lo standard medio di preparazione degli studenti italiani.
Nella stessa direzione vanno la riduzione delle ore di lezione nei professionali, quella degli insegnanti di inglese nella scuola primaria, la «riconversione» (industriale?) degli insegnanti «soprannumerari» e di quelli «di sostegno» (per «diversamente abili» e «casi difficili»).
La ratio è esclusivamente economica: sfoltire i ranghi per ridurre i costi. Anche il ringiovanimento della classe docente, tramite l'inserimento in ruolo di 150.000 precari - uno degli annunci che avevano sollevato più entusiasmo nei sindacati - si muove nella stessa direzione: i giovani costano meno degli anziani. Tra l'altro, fatti due conti, i neoassunti potrebbero essere soltanto la metà, perché il governo prevede che nei prossimi tre anni andranno in pensione rispettivamente 23, 24 e 27mila docenti. Come sia conciliabile questa «cura dimagrante» con l'innalzamento dell'obbligo scolastico ai sedici anni resta un mistero. Di certo c'è solo che anche l'entità delle assunzioni sarà «da verificare annualmente, di intesa col ministero dell'Economia». Ossia col placet di Tommaso Padoa Schioppa"...
Non certo esaltante per quegli insegnanti che credono nella scuola, nel suo valore formativo. che non appartengono alla categoria dei "fannulloni" come indica Pietro Ichino sul Corsera e che si troveranno alle prese con casi di coscienza, annegati nel disorientamento e nello sconforto. D'altra parte c'è coerenza nel progetto che si profila: il trionfo dell'ignoranza, valore assoluto, come riecheggia nell'idiota tam tam televisivo. Con buona pace di tutti.
dopotutto se la politica diventa amministrare il presente e basta.....i risultati sono questi.
RispondiEliminaSicuramente deludente questa finanziaria sotto molti punti di vista, ma la perdita di consenso del governo Prodi secondo me dipende più da aspettative miracoliste che da altro. Ormai ci si aspetta che il politico di turno faccia il miracolo quando la situazione dei conti pubblici e della struttura economica e sociale del paese non offre nessuna possibilità di scialo.
RispondiEliminaCerto che il centrosinistra ci sta mettendo molto del suo con la solita litigiosità e confusione oltre ad aver approvato provvedimenti suicidi comne l'indulto.
Sono un pò più ottimista per il fututo, nonostante tutto sembra che la barca stia riprendendo a galleggiare...se non si ferma di nuovo qualcosa di buono per i prossimi anni si può realizzare.
speriamo che alderaban abbia ragione:-)
RispondiEliminaun sorriso
veradafne
Una delle più grosse stronzate che ho sentito negli ultimi mesi...come si fà a decidere d'ufficio che ci devono essere più promossi? Siamo tra i Paesi europei che sforna meno laureati e come soluzione che si fà? Diamo il 6 politico come nel 68? Ci saranno una schiera di dottori ignoranti, però il bilancio dello Stato migliorerà...E' una vera assurdità.
RispondiEliminanon è esattamente quello che sto vedendo ciò che mi aspettavo mettendo una croce sull'unione il 9 aprile...
buona domenica ;-)