mercoledì 14 giugno 2006

I nostri primi 14 anni

 



Questi due pezzi sono tratti integralmente da "il manifesto" del 13 giugno 2006.Auguri alla blogosfera, dunque.


La festa dei blogger
A 14 anni dal primo lancio
Non sono passati dieci anni da quando - nel dicembre 1997 - il software designer Jorg Barger usò per la prima volta il termine «weblog» (poi abbreviato in «blog» nel 1999), ma già si festeggia domani in tutto il mondo l'International Weblogger's Day, giunto nel 2006 alla terza edizione. La data, 14 giugno, è stata scelta per ricordare il giorno (azzardato definirlo storico?) del 1993 in cui nella sezione «What's New» del National Center for Supercomputing Applications Mosaic (antesignano dei browser del World Wide Web) apparve il primo prototipo degli attuali blog. Da allora un'intera epoca sembra trascorsa e i blog - ormai decine di milioni in tutto il mondo - hanno modificato in profondità il concetto di informazione. Per celebrare l'anniversario (ribattezzato significativamente InWeDay) è stato perfino aperto un sito, anzi un blog, www.intlblogday.tk.


Se la Rete riscopre la carta
Si celebra domani in tutto il mondo l'International Weblog Day. Intanto i diari in rete approdano sempre più numerosi in libreria, e nasce una casa editrice solo di blog
Claudia Russo
C'è un termine che va di moda tra gli scienziati della comunicazione e i manager delle aziende di servizi: «convergenza». Il significato è evidente, ma in ambito multimediale l'accezione corretta riguarda l'unione - resa possibile dalla new technology - di media e di servizi diversi: informazione, commercio, intrattenimento, educazione, ricerche. Ma se la convergenza può intendersi come chiave del futuro poiché tutte le informazioni possono essere convertite in forma digitale, che senso ha oggi proporre un percorso inverso, che dalla rete torna in libreria? Eppure questa è la strada imboccata da una nuova casa editrice, Scrittomisto, che muovendosi su diversi piani (una redazione milanese, un blog collettivo con virtuale sede nell'etere e un podcast, una radio cioè fatta di file da scaricare dal web e da ascoltare con l'i-pod in formato mp3), si propone infatti di selezionare i migliori blogger della rete per offrire loro la possibilità di pubblicare i propri testi su carta.
L'idea all'apparenza non è nuova: già un anno fa Laterza aveva dato alle stampe un breve saggio dal titolo perentorio, Blog generation, che nel giro di poche settimane era andato esaurito e aveva richiesto una seconda ristampa. In questo volumetto l'autore, Giuseppe Granieri, tra i primi in Italia a utilizzare il suo sito personale a scopo giornalistico, teorizzava il ruolo del blog nella storia dei media e del loro rapporto con l'educazione, la politica e l'immaginario. Definendolo un network attivo che si sostituisce all'audience silenziosa, il libro analizzava le caratteristiche e i meccanismi di questi nuovi spazi della comunicazione con lo sguardo rivolto ai casi concreti e alle prospettive di sviluppo. Non si è fatta attendere, poco dopo, la risposta della Mondadori: il colosso editoriale ha giocato la carta dell'eros e della seduzione pubblicando Hard Blog (pp. 248, euro 9.40), una raccolta di diari erotici firmata da Berbera & Hyde, nomi di battaglia dei creatori del sito http://www.secondapelle.it/, massimo esempio italiano di blog «intimista».
All'interno del vasto arcipelago dei blog (termine derivato dalla sintesi di web e log, cioè «traccia su rete»), è d'altra parte necessario distinguere tra quelli a carattere diaristico-narrativo (come quelli di Scrittomisto o di Hard Blog) e quelli di taglio informativo particolarmente diffusi negli Usa e riproposti con successo da noi solo in casi limitati. Il più celebre è di certo il blog di Beppe Grillo che dall'ottobre 2005 ha una versione inglese, da sempre si fa promotore di campagne politico-sociali in Italia e all'estero, da tempo ha un numero di accessi e commenti superiore alla media dei migliori siti web americani. A questo proposito è interessante però notare che anche l'irriverente comico genovese non ha rinunciato all'idea di trasferire i contenuti di Un anno di blog in un omonimo libro di carta e inchiostro con tanto di dvd allegati (nel pacchetto è compresa anche la registrazione video del suo ultimo spettacolo live, Incantesimi). La novità in questo caso è nella distribuzione: già prima dell'uscita prevista per i prossimi giorni, privati e negozi hanno la possibilità di seguire il medesimo iter virtuale prenotando le loro copie attraverso internet.
A caratterizzare Scrittomisto non è dunque la proposta di «blog di carta», ma il fatto che si tratta della prima casa editrice virtuale (e non) che nasce totalmente dalla rete e si sviluppa condividendo con essa i propri contenuti. Non a caso, per scegliere i prossimi autori, accanto alla selezione dei manoscritti arrivati in redazione, verrà attivato una sorta di premio, dove saranno gli stessi «navigatori» della rete a candidare proprie opere, o a giudicare quelle più meritevoli, affiancati da una giuria di scrittori professionisti. Nel sito www.scrittomisto.it appare del resto evidente la volontà di costruire intorno allo spazio virtuale una comunità di lettori (e di autori) capaci di interagire tra loro, attraverso uno scambio continuo di commenti, immagini, informazioni, idee.
E se le prime uscite sono di taglio esclusivamente narrativo, per il prossimo futuro verranno proposti saggi politici, libri di cucina, volumi di critica d'arte. Già a luglio uscirà in tutta Italia il secondo gruppo di testi, sempre al prezzo «amico» di 4,90 euro. Per tutti i libri viene adottata la licenza Creative Commons e non il vecchio copyright: l'autore cioè non cede i testi ma si limita a permetterne la stampa e la distribuzione, rimanendo proprietario dei contenuti, di cui può fare ciò che desidera.
Il progetto - spiega uno degli autori della casa editrice, il blogger Personalità Confusa (che secondo la consuetudine non vuole svelare il suo vero nome) - nasce dalla convinzione che in rete ci siano contenuti nuovi e originali: contenuti che tuttavia, restando solo sul web, raggiungono ancora un numero di lettori molto limitato poiché internet in Italia non è così diffusa come si crede e soprattutto pochissimi sanno usarla. L'intento, insomma, è duplice: far uscire i blogger dalla rete e farceli ritornare con l'aggiunta di un pubblico che prima non c'era. Nella convinzione che il futuro sia digitale e che il lavoro necessario in questo momento in Italia sia quello di educare al «nuovo» giocando con il vecchio e mescolandolo ad esso.




2 commenti:

  1. Mi fa piacere che anche tu legga il Manifesto. Prima di ieri non sapevo che il mondo dei blog fosse così "datato"!

    Un saluto. Fioredicampo

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  2. Fioredicampo, navigando nella blogosfera si possono fare queste piacevoli scoperte "datate". Ci piace conservare la memoria, ecco tutto.

    Il piacere, peraltro, è reciproco.

    Un saluto.

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