La Liberazione
Negli ultimi giorni dell'anno da poco passato un bel post, edito sull'eccellente blog www.blueriver.splinder.com gestito dall'ottimo Masso57, era dedicato ad un' ancor bella signora, nonostante tutte le brutalità a cui è sottoposta: la Costituzione. Mi sembra perciò opportuno, all'alba del nuovo anno che potrebbe anche dare l'avvio ad una Primavera italiana (condizionale più che mai obbligatorio) riportare - per ideale congiunzione - un nobile discorso sulla Costituzione tenuto da Piero Calamandrei agli studenti milanesi nel 1955. Mezzo secolo dopo esiste un altro Calamandrei che possa lanciarsi in un inno civile così elevato? La domanda retorica offre una sconsolante risposta negativa: il segno del declino civico e morale di una Nazione, saccheggiata da bande di banchieri, furbetti del quartierino e avvinazzati pseudo padri costituenti, guidati da un autocrate visionario e delirante.
"La Costituzione non è una macchina che una volta messa in moto va avanti da sé. La Costituzione è un pezzo di carta, la lascio cadere e non si muove: perché si muova bisogna ogni giorno rimetterci dentro il combustibile; bisogna metterci dentro l’impegno, lo spirito, la volontà di mantenere queste promesse, la propria responsabilità. Per questo una delle offese che si fanno alla Costituzione è l’indifferenza alla politica. È un po’ una malattia dei giovani l’indifferentismo. «La politica è una brutta cosa. Che me n’importa della politica?». Quando sento fare questo discorso, mi viene sempre in mente quella vecchia storiellina che qualcheduno di voi conoscerà: di quei due emigranti, due contadini che traversano l’oceano su un piroscafo traballante. Uno di questi contadini dormiva nella stiva e l’altro stava sul ponte e si accorgeva che c’era una gran burrasca con delle onde altissime, che il piroscafo oscillava. E allora questo contadino impaurito domanda ad un marinaio: «Ma siamo in pericolo?» E questo dice: «Se continua questo mare tra mezz’ora il bastimento affonda». Allora lui corre nella stiva a svegliare il compagno. Dice: «Beppe, Beppe, Beppe, se continua questo mare il bastimento affonda». Quello dice: «Che me ne importa? Unn’è mica mio!». Questo è l’indifferentismo alla politica.
È così bello, è così comodo! è vero? è così comodo! La libertà c’è, si vive in regime di libertà. Ci sono altre cose da fare che interessarsi alla politica! Eh, lo so anche io, ci sono... Il mondo è così bello vero? Ci sono tante belle cose da vedere, da godere, oltre che occuparsi della politica! E la politica non è una piacevole cosa. Però la libertà è come l’aria. Ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare, quando si sente quel senso di asfissia che gli uomini della mia generazione hanno sentito per vent’anni e che io auguro a voi giovani di non sentire mai. E vi auguro di non trovarvi mai a sentire questo senso di angoscia, in quanto vi auguro di riuscire a creare voi le condizioni, perchè questo senso di angoscia non lo dobbiate provare mai, ricordandovi ogni giorno che sulla libertà bisogna vigilare, vigilare dando il proprio contributo alla vita politica...
Quindi voi giovani alla Costituzione dovete dare il vostro spirito, la vostra gioventù, farla vivere, sentirla come vostra; metterci dentro il vostro senso civico, la coscienza civica; rendersi conto (questa è una delle gioie della vita), rendersi conto che nessuno di noi nel mondo non è solo, non è solo che siamo in più, che siamo parte, parte di un tutto, un tutto nei limiti dell’Italia e del mondo. Ora io ho poco altro da dirvi. In questa Costituzione c’è dentro tutta la nostra storia, tutto il nostro passato, tutti i nostri dolori, le nostre sciagure, le nostre gioie. Sono tutti sfociati qui in questi articoli; e, a sapere intendere, dietro questi articoli ci si sentono delle voci lontane...
E quando io leggo nell’art. 2: «l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica, sociale»; o quando leggo nell’art. 11: «L’Italia ripudia le guerre come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli», la patria italiana in mezzo alle altre patrie... ma questo è Mazzini! questa è la voce di Mazzini!
O quando io leggo nell’art. 8: «Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge», ma questo è Cavour! O quando io leggo nell’art. 5: «La Repubblica una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali», ma questo è Cattaneo!
O quando nell’art. 52 io leggo, a proposito delle forze armate: «l’ordinamento delle forze armate si informa allo spirito democratico della Repubblica», esercito di popoli, ma questo è Garibaldi!
E quando leggo nell’art. 27: «Non è ammessa la pena di morte», ma questo è Beccaria! Grandi voci lontane, grandi nomi lontani...
Ma ci sono anche umili nomi, voci recenti! Quanto sangue, quanto dolore per arrivare a questa costituzione! Dietro ogni articolo di questa Costituzione, o giovani, voi dovete vedere giovani come voi caduti combattendo, fucilati, impiccati, torturati, morti di fame nei campi di concentramento, morti in Russia, morti in Africa, morti per le strade di Milano, per le strade di Firenze, cha hanno dato la vita perché libertà e la giustizia potessero essere scritte su questa carta. Quindi, quando vi ho detto che questa è una carta morta, no, non è una carta morta, è un testamento, è un testamento di centomila morti. Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì o giovani, col pensiero, perché li è nata la nostra Costituzione".
Per la biografia di Calamandrei:
http://www.romacivica.net/anpiroma/antifascismo/biografie%20antifascisti47.html
Non posso che ringraziare per lo stimolo tanto più grato quanto più efficacemente (e mai abbastanza) ripetuto. Un'apertura di vitale importanza su un futuro che spetta a noi riportare nell'alveo della democrazia compiuta.
RispondiEliminaCon affetto e stima. Un abbraccio. harmonia
Calamandrei lo conoscevo per motivi di studio.Non conoscevo invece questo discorso, molto bello e stimolante, che mi sembra ponga le basi per la distinzione tra Costituzione formale ( quella sulla carta) e Costituzione materiale ( quella così come è applicata nella realtà concreta).Trovo la Costituzione italiana assolutamente affascinanate proprio perchè è il punto di arrivo, il risultato di processi storici che vengono da lontano e ogni capo, ogni articolo, ogni comma ha una sua giustificazione, un suo perchè che viene da lontano, come fa notare giustissimamente Calamandrei.
RispondiEliminaE però non posso fare a meno di notare che già allora si percepiva l'indifferenza,con tutti i suoi effetti negativi.Mi chiedo che discorso avrebbe pronunciato constatando a quali livelli sia arrivata oggi.
Buona settimana! :)
La Costituzione, almeno nell'intento formale, aveva quello di sancire quei principi di democrazia che poi sono stati sempre più disattesi. A questo punto mi chiedo ma è possibile attuare la "democrazia" in un mondo globalizzato sul piano del capitale multinazionale e del profitto? dove l'unica soluzione della crisi sembra essere la guerra?
RispondiEliminaBella riflessione
Ciao
Giulia
HARMONIA, le tua valutazioni sono lievito che fermenta e fa crescere la considerazione. Grazie.
RispondiEliminaMi auguro che il futuro sia così benevolo da permetterci la trasmissione alle successive generazioni dei valori fondanti della Carta. E che la Costituzione non venga violata.
Grandi sono l'affetto e la stima.
Un caro abbraccio
ROBYNIA, contributo sempre di valore il tuo, a maggior ragione trattandosi del tuo "campo".
In effetti hai scritto concetti "alti" e apprezzabilissimi. E' vero, si tratta dei presupposti che portano alla distinzione tra i due tipi di Costituzione che tu hai colto agevolmente.
Giusta anche l'osservazione sul livello già preoccupante, per quel tempo, dell'indifferenza. Quanto poi a chiedersi cosa avrebbe potuto dire oggi... forse avrebbe scrollato il capo e rinunciato. Un silenzio che sarebbe già un'accusa.
Mi fa piacere, infine, averti fornito un contributo inedito sulla figura di Calamandrei. Il fascino della Costituzione sta forse anche in queste scoperte. Certo la seduzione sarebbe massima se trovasse applicazione in ogni sua parola. Ma forse è chiedere la luna...
Buona settimana anche a te, grazie :-))))))))))))
GIULIA, condivido quanto affermi visto che l'ho appena scritto poche righe fa. Circa le domande che ti poni ti ha già risposto Bush: ha esportato la democrazia, no?
In realtà le risposte sarebbero disarmanti, poiché l'uomo è ancora quello della fionda in un regresso, negli ultimi anni, spaventoso.
Grazie per l'apprezzamento.
Ciao e buona giornata
Un intervento questo di Calamandrei che non conoscevo anche se "lo spirito" era stato raccolto da molti dei "vecchi" costituzionalisti dei quali sono stato discepolo.
RispondiEliminadue piccole notazioni: la politica vista come qualcosa di "losco" lontano dalle reali necessità della gente. E' stato il refrain su cui ha puntato una destra revanscita e miserabile come quella italiana per depontenziare e smantellare la costituzione repubblicana e l'impegno civile che comporta. Ci sono quasi riusciti. Anche per responsabilità della sinistra...ma è un discorso che ci porterebbe troppo lontano.
Calamandrei citava il Mazzini. Il 2005 è stato l'anno del bicentenario della nascita. non se n'è accorto nessuno. Troppo impegnata la tv -ma anche i giornali- (a stento hanno ricordato il 30° della morte di Pasolini, forse perchè troppi al riguardo hanno la coscienza sporca o perchè il "frocio" intellettuale fa ancora audience) a propinarci programmi di rimbecillimento figurarsi lustrare la figura di un padre, anzi Il Padre della Patria.
Sul web? Magari bastasse un post a smuovere questa afasia...chissà.
Un saluto da... me!
RispondiEliminaForse finelmente la mia connessione comincia a funzionare, ma non vorrei essere troppo ottimista.
Spero tutto ok.
A presto,
Anna :)
ALDERABAN, i tuoi interventi provocano, molto spesso, sane riflessioni e richiedono una maggiore attenzione. Non sei l’unico, tra gli addetti ai lavori che girano da queste parti, ad ignorare questo discorso di Calamandrei, perciò mi fa piacere averlo reso noto. Un’utile interazione del blog è proprio la mutualità, penso anzi che ne sia il motivo fondante.
RispondiEliminaLe annotazioni che fai porterebbero indubbiamente molto lontano e non sono affrontabili né in uno spazio così ristretto, né virtualmente. Però ci provo.
La politica vista come indecorosa è certamente il leit motiv che alimenta il qualunquismo e fornisce alibi al disimpegno. Già è fisiologico questo distacco, figuriamoci poi con le spallate della destra becera e gli ammiccamenti della sinistra, altrimenti interpretabili come “inciuci”. Nella blgosfera palpitano, invece, passione vera, afflato civile. Non so se basteranno a salvarci, certo l’immagine che rimanda è assai diversa da quella che è la percezione comune.
Ignoravo la ricorrenza mazziniana, anche se in un post di un anno fa avevo stilato un calendario con le date più importanti del 2005, ma adesso non ho tempo di andare a verificare se l’avessi citato lì Giuseppe Mazzini. Non mi pare e, in ogni caso, non me ne sono poi ricordato. E’ vero quanto affermi sul declino intellettuale e sulla gestione strumentale di altre ricorrenze. A maggior ragione i blog, dunque, che si propongono in alternanza, quando addirittura non suppliscono all’informazione.
ANNA, felice e molto di ritrovarti al termine di disavventure informatiche. Tutto bene, chiedi? Si procede, ma il pessimismo e l’indignazione crescono. Attendo di leggere i tuoi post e spero di non farti ulteriormente attendere io. Ma ci sono, sappilo.
Un caro saluto:-))))))))))))))))