Per adesso è solo un sussurro, ma l’eco riecheggia in ogni angolo e così diventa frastuono. Io ascolto, capto, assimilo, percepisco. Il velo si solleva e quelle due parole emergono con icastica efficacia, invereconde nella loro oscena nudità, focalizzate adesso e non più immaginate, con contorni sfumati, che diventano o rischiano di diventare la cornice che inquadrerà la quotidianità.
Cassa integrazione.
Bruciante, senza possibilità di trovare smentite, ma neppure (forse ancora per poco) conferme ufficiali. Stamattina questo tabù è stato infranto. Si è smesso di giocare con le frasi fatte, le ipotesi scombinate, la relativizzazione. Paradossali e irridenti i ritagli di stampa che prefigurano lunga vita, eccellente radicamento nel settore. Le sciocchezze sui competitors, sul target, sulla moltiplicazione dei manager, sono state emarginate in nome del realismo, di un’incipiente e perciò tardiva presa di coscienza, nonché dalla constatazione che la Grande Assente è la solidarietà, la coscienza critica e di massa, la consapevolezza del lavoratore nei confronti del padrone e di ciò che lui, o chi per lui, decide senza infingimenti, ma neppure remore. Perché adesso i nomi diventano numeri, le storie individuali cifre in eccesso.
I tagliatori di teste questo devono fare, tabula rasa di sogni, desideri, prospettive, sterilizzando tutto e contrapponendo le giovani generazioni alle vecchie. I dipendenti a tempo determinato, ai quali non verrà rinnovato il contratto, (diversamente che in passato) anche se già impiegati da anni a quelli il cui rapporto aziendale non ha (o non avrebbe) data di scadenza. Come per il latte adesso quella data rischia di comparire.
Se ne parlava sottovoce, poi è entrata – la cassa integrazione - nei discorsi comuni, quelli fatti davanti all’altare laico della macchinetta del caffé. Non ancora radicata nella realtà, ma sembra che sia questione di pochi giorni. Allo stato delle cose è ragionevole pensare che possa arrivare, prima delle ferie, una comunicazione da fonte inattaccabile. Ho raccolto l’informazione che la direzione stia compilando le liste di “proscrizione” da sottoporre alla Rsu, la giovane componente sindacale, poco più di un anno. In passato non era stata necessaria alcuna forma di coalizione, perché tutto avveniva in famiglia e lì si risolveva, con reciproca soddisfazione.. Ma i tempi cambiano, nella famiglia i patriarchi passano la mano e i discendenti seguono il trend corrente. Un'altra “gola profonda” prefigura scenari disastrosi, ancorché verosimili: una contrazione da 400 a 40 dipendenti quale approdo finale. Terra bruciata. Un’azienda “zippata”.
Già da alcuni giorni i sorrisi, le battute di spirito, le conversazioni informali, avevano ceduto il passo a irrequietezza, insofferenza, mutamenti di umore non solamente ascrivibili al caldo. Allo stato attuale non dovrei essere coinvolto in questa resa dei conti, non soltanto per il mio status di appartenente a categoria protetta, ma anche perché il reparto in cui opero riveste ancora utilità e giustifica l’esistenza in vita. Però l’idea, inquietante e subdola, è che questo tsunami aziendale finirà col travolgere anche chi si trova a distanza dall’onda anomala. Per naturale riflusso, per indistinte e arbitrarie decisioni, per il clima di smobilitazione mentale che già inizia a fare proseliti.
Le nuvole stanno coprendo il sole, ma la temperatura resterà elevata. Sì, sarà comunque una lunga estate calda. E alla fine nulla sarà più come prima.
c'è poco da commentare su questo post, ma solo prendere atto dell'amarezza e della mancanza di prospettive future....e ci coinvolge tutti, indistintamente.
RispondiEliminaPersonalmente la giornata finisce sempre con bilanci negativi...indipendentemente dai settori.
Ciao
Maria
Sto studiando proprio in questi giorni diritto del lavoro, ed è strana, e amara, l'impressione che ho nel vedere trasformati quei paragrafi, quelle nozioni, in storie vere, ansie vere, incertezze vere...
RispondiEliminaIn bocca al lupo,a te e ai tuoi colleghi.
E'una realtà terribile e diffusa, in cui anche chi si sente barricato ringrazia il muro ma non si accorge che le crepe stanno divorando il suolo.
RispondiEliminaIn bocca al lupo, Fratello: è retorico ma è l'unico commento che mi viene.
Scusa.
A parte le amare considerazioni che questo post suscita desidero cogliere una frase geniale che mi è piaciuta. Non ti spiace vero? Trovo gustosissimo "all’altare laico della macchinetta del caffé" a sottolineare il rituale che vi è sotteso. Da amante del caffè ti ringrazio.Buon fine settimana1
RispondiEliminaio sono piccola... e di quello che parli ne so poco... studiando non so ancora cosa voglia dire lavorare... ma credo che non faccia proprio piacere una situazione del genere e immagino che neanche per te possa esser bello vedere gente a cui vuoi bene essere triste o "rovinita.." mi dispiace davvero tanto... un bacio ila
RispondiEliminaE' la condanna a morte per i lavoratori di mezza eta' che non hanno piu' prospettive future.. tranne quelle di attendere l'eta' pensionabile con possibilissimi disturbi al cuore.. una patria che in tempo di guerra ti chiede la vita e in tempi di finta pace non ti garantisce il sia pur miinimo diritto costituzionale. Vomito.
RispondiEliminaMARIA, è triste il bilancio che trai alla fine di ogni giornata. Desolante il panorama privo di prospettive che abbiamo davanti agli occhi. Mi riesce difficile pensare ora ad una ricetta miracolosa che renda tutto più agevole. Ma ovviamente non mi scoraggio. Almeno per adesso. Di auguri ne abbiamo uno stramaledetto bisogno, perciò sono quelli sinceri che rivolgo a te.
RispondiEliminaSempre con un sorriso e buon inizio di settimana.
ROBYNIA, grazie. E’ davvero un peccato constatare di persona come l’aridità apparente di nozioni e concetti sia, invece, vivissima e faccia da paravento a situazioni che non sono entità numeriche, cifre da statistica, ma nomi e cognomi che hanno esistenza. Il paradosso è studiare ciò che la realtà stravolge e mette in discussione, anche a livello dottrinale. Ma in bocca al lupo per il prossimo esame, naturalmente. E grazie per i tuoi cari auspici.
OT Non mi sono certo dimenticato la questione in sospeso, sta’ tranquilla.
FRATELLO. Grazie. Hai ragione, perché proseguendo l’efficace metafora proprio di un edificio che crolla si tratta e le crepe nel pavimento si stanno aprendo. E noi, sciocchi, che tenevamo d’occhio le mura.
MARZIA, non potevi che essere una cultrice del caffé (che bevo anch’io nelle circostanze che meritano). Mi fa piacere, guarda un po’, che tu abbia sottolineato quella mia espressione e che, in post anche amari, la tua vena di donna divertente e divertita, riesca sempre a scorgere aspetti che strappino il sorriso.
Buone vacanze e anche felice ritorno alla base. Sempre qui mi trovi.
FEAU, un buon fine settimana come quello che auguri non poteva che essere di favorevole auspicio. Ma come fai a trovare foto così divertenti? Aspetta... non lo confessare, fa parte del tuo fascino misterioso. Buon inizio di settimana.
ILA, che tenerezza quell’ammissione, inconfutabile peraltro: “Io sono piccola”. Non dimenticare che stai studiando per una nobile missione e, anche per questo, ti apprezzo. Un bacio
TIGRISSIMA, dopo aver vomitato con te, perché hai efficacemente sintetizzato il moderno credo di questa società, preciso che mi considero uno splendido quarantenne (almeno finché il millesimo non mi condannerà all’aggiornamento del timer). Con simpatia :-))))))))))))