Era l'editoriale del "Corriere della Sera" di domenica scorsa. Faceva leva sulla ragionevolezza, disprezzando i colpi bassi, le tinte forti. E commuove leggerlo, perché scritto da un grande giornalista che un piccolo uomo ha voluto fuori dalla tv di Stato, un "vulnus" che sarà sempre troppo tardi rimediare e che non suscita, sorprendentemente e amaramente, neppure più indignazione. Il cloroformio ha anestetizzato le coscienze.
L’ho scelto come ideale conclusione dei post dedicati alla legge 40, dopo la grave e preoccupante sconfitta che, oltre tutte le più o meno convincenti spiegazioni della stessa, è figlia principalmente dell’indifferenza che ormai dilaga dovunque e ha mostrato il volto di una società scristianizzata, clericale, integralista, papalina, che non votando per la vita ha scelto la morte della speranza per decine di migliaia di persone, alle quali magari verrà chiesto scusa tra qualche secolo, come la riabilitazione di Galileo insegna.
NON DIMEZZIAMO LA NOSTRA SCIENZA |
Alle urne: ecco i valori in gioco |
Ci siamo. Da stamattina le urne sono aperte e perfino le previsioni meteorologiche scoraggiano ad andare al mare: temporali sul litorale ligure e anche al Sud nuvole sparse. D' altra parte l' invito agli italiani a sdraiarsi al sole non portò bene neppure a Craxi. Oggi è il giorno nel quale ognuno di noi è chiamato a decidere, a scegliere, il giorno nel quale non sono ammesse deleghe. Votare è un diritto. Anzi, qualcosa di più, qualcosa che ci appartiene e che è costato dolore e sacrifici alle donne e agli uomini della mia generazione. L' età mi consente di ricordare che cos' era questo Paese quando non c' era il problema di rinunciare al weekend per recarsi al seggio, ma mi vengono in mente, soprattutto, i momenti in cui riacquistammo dignità: il primo referendum, monarchia o repubblica, le elezioni del ' 48, le grandi battaglie per il divorzio e l' aborto, passaggi fondamentali per allineare l' Italia alle grande nazioni. Certo, la materia sulla quale siamo chiamati a dire come la pensiamo è delicata, difficile: è il desiderio di diventare genitori, di creare una vita, di capire quali sono i limiti della scienza e i progressi che si possono fare per curare malattie degenerative. Tutti hanno detto la loro: leader politici, scienziati, personalità della Chiesa e ogni opinione è evidentemente rispettabile. Non è apprezzabile, a mio parere, quella che invita all' astensione. Sono convinto che non esistano verità assolute per convincere a dire « sì » o « no » alle quattro domande che troveremo sulle schede e se il dibattito è stato a volte lacerante nelle istituzioni, lo è, in queste ore, anche in tante delle nostre famiglie: mogli che tracciano la croce da una parte, mariti e figli dall' altra, coppie che consegnano allo spoglio di domani sera la speranza di mettere al mondo un bambino, malati che affidano alle cellule staminali l' ultimo appello per la vita. Dunque la politica - destra, centro, sinistra - c' entra poco: stavolta i conti li facciamo con noi stessi, con il nostro buonsenso, con la nostra coscienza. Io, tanto per uscire dagli equivoci, sono per quattro sì, ma credo che almeno due siano indispensabili: quello sulla scheda celeste ( sì alla ricerca sulle cellule staminali embrionali) e altrettanto su quella grigia ( sì alla fine dell' equivalenza tra embrione e persona). Le argomentazioni scientifiche dovrebbero aver convinto che, mentre usciamo per andare a comperare le paste della domenica, è meglio entrare nella scuola del nostro quartiere e far valere i diritti di cittadini liberi, senza influenze da nessuna parte. In gioco ci sono valori che riguardano la coscienza, che non è poco, e non vorrei mai che qualcuno dovesse rinunciare a una prospettiva di guarigione o di vita migliore perché ho dato retta a un onorevole, a un ginecologo e, con tutto il rispetto dovuto, a un prelato. In questi due giorni di giugno gli italiani devono decidere, senza incertezze, se con la rinuncia agli studi sulle cellule staminali embrionali la ricerca scientifica deve essere dimezzata. Se capisco le ragioni etiche o religiose per le quali qualcuno rifiuta questa « metà » , non posso accettare che questo rifiuto diventi una legge valida per tutti. Sarebbe un gran brutto precedente. Enzo Biagi |
A questo punto non sarebbe, purtroppo è un gran brutto precedente. Posso dire che sono disgustata? Ma lo sapevo, oh sì che lo sapevo. Anzi, non avevo dubbi. Ne riparliamo fra qualche secolo, se tutto va bene. Amen.
RispondiEliminaBuongiorno Frank
RispondiEliminaBiagi sa fare molto bene il punto della situazione...però ci sono da aggiungere, secondo me, un paio di punti
1) abituati come siamo, oramai, a difendere solo il nostro piccolo orticello, credo che la maggioranza delle persone non si senta personalmente toccata da questi argomenti. Questo è un argomento ancora troppo fresco e giovane di cui le persone (prima del referendum) quasi non conoscevano i termini. Forse, tra un paio di anni la cosa sarebbe diversa.
2)sfiducia nello strumento elettorale.
a causa di promesse non mantenute, o di referendum che nonostante fossero stati vinti, sono stati modificati (legge sui sovvenzionamenti ai partiti).
Non credo che la colpa di questo flop sia tutto dei clericali...credo che i clericali abbiano cavalcato quest'onda per darsi altra visibilità.
un sorriso
Maria
Mi associo in paret all'analisi di Malibra. Credo che una componente di sfiducia abbia giocato non poco.Certo quando si tira in ballo la coscienza bisogna tener presente un "dettaglio" che si chiama consapevolezza che a molti può difettare, non credi?
RispondiElimina..scusa.."in parte"
RispondiElimina..altrettanto dicasi dei clericali. Non mi sento di dare tutta la "colpa" a loro.In coscienza.
RispondiEliminaE' la cosa più amara, il mancato raggiungimento del quorum, perchè è specchio dell'atteggiamento più brutto, l'indifferenza.
RispondiEliminaE mi fanno irritare quanti dicono che si trattava di quesiti troppo difficili, al di fuori della portata della persone comuni......sono convinta che non è così, ma che è comodo dire così.
L'indifferenza è peggio della polemica,delle battaglie più accese, l'indifferenza è il vuoto, e il vuoto in una società civile fa paura.
STUFA, si tratta anche dell'affossamento dello strumento referendario e, dunque, una restrizione della democrazia. Cosa che appare paradossale visto che il mondo occidentale si riempie la bocca di concetti quali la democrazie e il diritto di voto, mentre da noi c'è stato chi ha svolto un'attiva campagna di non voto e perciò di disprezzo per lo stesso. Disgusto? Sì, ma le responsabilità sono di diverso tipo, a rimetterci soprattutto la libertà della donna.
RispondiEliminaMARIA, osservazioni acute e puntuali. 1)sì, penso anch'io che i tempi fossero prematuri per affrontare, ad ampio raggio, un argomento così delicato e che magari avrebbe avuto bisogno di sedimentare fino a diventare patrimonio comune. Ma non lo si potrà eludere all'infinito, perché si tratta di una delle sfide più importanti del millennio. Che l'argomento sia poi scaduto al livello di contrapposizioni elettoralistiche rappresenta una degna caduta. 2)L'abuso dello strumento referendario ha conosciuto qui la sua Caporetto, con tutte le distorsioni dle caso: pensa solo all'abrogazione, questa sì effettiva, della segretezza del voto.
Vero che i clericali abbiano cavalcato l'onda, però mi pare preoccupante il regresso allo scontro tra clericali e anticlericali che ha ripreso vigore, dopo essersi attenuato. Resta il fatto che si è trattato di una campagna elettorale mortificante, dove ha trionfato l'indifferenza.
Un sorriso
Vulcanica MARZIA, hai ragione quando parli di consapevolezza e aggiunerei anche di responsabilità personale, mancanza di lungimiranza. Invadenza indebita nella vita di uno Stato, laico in teoria che ha stipulato un Concordato che sarebbe opportuno rimettere in discussione. E, tuttavia, il dato nudo e crudo di un italiano su quattro che si è recato alle urne, sottolinea impietosamente la sconfitta che infatti sta provocando ricadute pesanti all'interno dei due schieramenti. Anche a sinistra, insomma, in parecchi hanno disertato.
ROBYNIA, analisi impeccabile che condivido integralmente. D'altra parte è indubbio che si riscontra molta maturità in ciò che ritrovo scritto qui, piuttosto che in paludati commenti. E questo è soltanto merito vostro, nonché arricchimento per tutti.
A proposito, visto che ne ho parlato in un post, registro con amaro piacere la valutazione negativa sulla campagna referendaria di Veronica Lario, ulteriore esempio di come gli opposti si attraggano. Ha, tra l'altro, affermato di aver trovato "mortificanti gli inviti al non voto". E i suoi sono stati quattro sì.
Lo so Frank, lo so. Potevo dire di tutto e di più. Ho perso la parole, credimi.
RispondiEliminaBuona serata.
E' consolante trovare condivisioni e analisi e informazioni come queste che trovo da te. E' consolante e lenisce il senso di solitudine e di smarrimento. Con affetto. harmonia
RispondiEliminaPS. Ti ringrazio per quello che mi hai scritto, ma sei stato troppo generoso. Comunque mi fa bene essere incoraggiata. Ciao! h.
HARMONIA, è per me un onore ospitarti e se ti fa bene essere incoraggiata, aggiungerò che molti tuoi post vanno conservati a futura memoria.
RispondiEliminaNon dispenso facilmente generosità, però la mia frequentazione dei blog è molto aiutata dalla fortuna oppure dalle significative coincidenze, resta però il fatto che l'intelligenza si alimenta e avvantaggia, perciò venire da te è così importante. Ed è improbabile che possa sentirti, a questo punto, sola.
Con affetto
STUFA,è vero: mancano le parole adeguate per esprimere l'indignazione verso chi predica "che il vostro parlare sia SI SI e NO NO", perché dal maligno viene tutto il resto. Eticamente scorretto, cristianamente deplorevole e vergognoso per i credenti.
RispondiEliminaBuona giornata anche a te.
Buongiorno Frank...forse è il momento di accantonare la delusione e tornare frizzanti?
RispondiEliminaun abbraccio
Maria
MARIA, ecco fatto. Quanto all'essere frizante, non so...
RispondiEliminaBuona giornata con un sorriso
UTENTE ANONIMO, vorrei ringraziarti meglio per la foto e le frasi malinconiche, eppure accompagnate dalla speranza. A presto, se vorrai anche manifestarti meglio.
ALIDIFARFALLA, prego e grazie a te per avermi lasciato una traccia del tuo passaggio.
Un bacio