giovedì 23 giugno 2005

Il crepuscolo della vita

Il padre di un mio caro collega è ricoverato da un mese in ospedale, nel reparto lungo degenza. Il genitore di un altro compagno di lavoro, nonché amico, si è visto diagnosticare metastasi al fegato. Anche mio padre non sta molto bene da un anno, né potrà migliorare molto. E’ il declino fisico che inevitabilmente avanza con effetti sempre dirompenti, la decadenza senile si fa strada e pone interrogativi irrisolti a chi è spettatore di questo tramonto che si profila con chiarezza.

Sulla vecchiaia ha scritto una lunga riflessione, molto interessante e ricca di spunti, Enzo Bianchi, priore della comunità monastica di Bose, che sorge a Magnano (Bi). Ne riporto ampi stralci, mentre l’articolo integrale (pubblicato su “La Stampa” il 9 agosto scorso) si può leggere a questo indirizzo: http://www-1.monasterodibose.it/bianchi-work.html



“Inizia così un tempo in cui l’orizzonte finale della propria vita non appare più così lontano e diventa arduo rimuoverlo dalla mente: il pensiero della fine incombe, si fa ricorrente, appare ogni volta che si deve prendere una decisione che riguarda il futuro. (...) Si paragona l’età alle stagioni dell’anno, e allora è l’autunno, del quale si scorgono però solo le foglie che cadono, non il ribollire dei tini colmi di vino; si pensa alle ore del giorno e allora è il crepuscolo, ma se ne coglie solo la malinconia, non il pacifico ricomporsi del creato alle soglie della notte... Ci si consola come si può, con frasi fatte che suonano vuote sotto la loro superficiale doratura: “Non conta l’età fisica… L’importante è sentirsi giovani nel cuore…”. In realtà, la vecchiaia è una tappa, un cambiamento della vita, una trasposizione di quel che si è: a vivere la vecchiaia si impara, così come si impara a camminare. Ci si addentra allora in un’avventura, che è sì avventura di spoliazione, ma che non contraddice l’irrobustimento dell’uomo “interiore”, dell’ “uomo del cuore”. La sera mostra ciò che è stato il giorno, diceva Erasmo, perché ognuno ha la vecchiaia che si merita. Ma anche questo dato è poi sempre vero? Pregi e difetti di ciascuno vengono infatti ingigantiti dalla debolezza della vecchiaia, ma non sempre le vicende umane e le persone che attorniano l’anziano gli consentono di raccogliere davvero ciò che ha seminato…

Così, poco alla volta si arriva ad ammettere che si è diventati vecchi, si è entrati nella “terza età”, come si usa dire oggi: un’età cui poi, per i più longevi, ne seguirà un’altra, la “quarta”. “Sono vecchio!”, diciamo a malincuore, con una voce che si vorrebbe serena ma che spesso è velata di malinconia e di sofferenza. Perché è “vita grama per i vegg”! Come ricordava una canzone di Jacques Brel che cantavo a vent’anni, “i vecchi, i vecchi tremano, si assopiscono, vanno dal letto alla finestra, poi dalla finestra alla poltrona, poi dal letto al letto…”. Si ha un bel da dire che la vecchiaia non è una malattia, ma la fragilità che aumenta, i dolori alla schiena o alle gambe che si fanno sentire, rendono “grama” questa età, un’età che, grazie alla fine del lavoro e delle attività, potrebbe costituire un tempo per “godersi la vita”, per vivere liberamente quello che più ci sta a cuore. Fa capolino la solitudine, perché si percepisce che la “vita” autentica scorre accanto ai vecchi, lasciandoli ai margini; si fa strada anche la paura della malattia e della dipendenza che ne deriva, l’angoscia della perdita della memoria: si cominciano a dimenticare i nomi, le cose da fare. Ricordo i vecchi del mio paese che si facevano un nodo al fazzoletto per ricordarsi qualcosa, ma poi nel soffiarsi il naso mormoravano avviliti: “Ecco, ho fatto il nodo, ma non ricordo più per cosa…”. Davvero vita grama per i vecchi.

Poi si passano i settant’anni e occorre esercitarsi alla pazienza e cominciare a percepire ogni giorno come regalato, perché l’orologio del corpo non inganna più nessuno. I movimenti più quotidiani – alzarsi dal letto, camminare, salire le scale… – si fanno più lenti, pesanti: si sperimenta cosa significa “restare indietro” quando gli altri avanzano. Allora ci si tiene in esercizio con qualche passeggiata o con una partita a bocce, chi abita in pianura rispolvera la bicicletta cercando strade poco frequentate, ma la rigidità si fa sentire come inseparabile compagna: “A sun reid”, “Sono rigido”, è il lamento che accompagna dal mattino alla sera ogni movimento richiesto. Il corpo è sempre più lento, la psiche pure, mentre il tempo appare sempre più veloce, si accorcia giorno dopo giorno, come la luce nei freddi pomeriggi di dicembre.

Il vecchio non sa nemmeno cosa rispondere a chi gli chiede “come va?”. Non può certo dire “bene”, ma non vuole neanche lagnarsi, come a volte ha sentito fare ad altri più vecchi di lui. E allora, “A suma que!”, “Siamo qui!”: non stupore in questa affermazione ma piuttosto tanta sapienza. Non significa tanto “sopravviviamo”, ma piuttosto “stiamo ancora al mondo”: “siamo qui!” è l’affermare il presente proprio mentre tutto ciò a cui si guarda e si può guardare è il passato, il passato che vive nella memoria, il passato che è il grande patrimonio del vecchio”.

 

13 commenti:

  1. la nostra vita è divisa in fasi e in questa...nella nostra mezza età cominciamo a vedere nitido il declino di chi ci è più caro.

    Non so nemmeno spiegarti il senso di tenerezza che mi prende quando osservo le incertezze dei miei "giovani anziani" e di come senta la necessità di proteggerli e nello stesso tempo far sentire loro quanto mi siano "utili", perchè è importante per loro sentirsi utili....

    sai? questo blog ha toccato delle corde molto sensibili...

    Buona giornata Frank

    Maria

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  2. Il tuo post tocca il cuore....proprio come la carezza che hai lasciato nel mio blog.

    Grazie Frank...ricambio la carezza.

    Lady A.

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  3. Funziono a corrente alternata, giorni nei quali la vecchiaia mi appare un porto riparato e sicuro, giorni in cui la temo, la evito, anche.

    Hai colto il punto: ci si inizia pensare seriamente quando i nostri genitori invecchiano quasi di colpo, per un qualche malanno. Io i miei li vedo cambiati, li vedo attaccarsi a ricordi di scarsa importanza e perdere di vista la realtà, li vedo piegarsi alle piccole manie, agli acciacchi. A volte li scuoto abbastanza bruscamente, a volte li osservo in silenzio e mi specchio nel mio terrore più grande: quello della perdita di autonomia, la mia, quella che potrebbe un giorno aggredirmi per chissà quale motivo.

    C'è una vecchina che incontro di tanto in tanto dal panettiere. La chiamano per nome: Nella. Nella è fantastica, piccolissima, secca secca, con fantasiosissimi cappellini in ogni stagione, ora di paglia coi fiori, e gli abitini datatissimi ma sempre molto civettuoli. Si muove svelta ed è piena di vita. Compra due rosette ed ha un sorriso ( coi suoi denti! ) per tutti. Potrà avere oltre gli 85 anni, di sicuro. La guardo e mi dico: ecco la serenità.



    Ciao Frank.



    Simo

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  4. Quattro mesi fa ho perso la mia adorata nonna.

    Gli ultimi tempi passati con lei mi hanno fatto capire tante cose, e che ci sono tante cose che le persone anziane magari non dicono ma che, se li sai osservare, ti comunicano.

    E quel loro tornare bambini nell'affidarsi a chi di loro può prendersi cura, quel mostrare la loro fragilità, che è l'espressione della fiducia più grande che si possa mai avere in un'altra persona.

    E sento sempre nella mente, nitido, il suono delle parole con cui mi salutava quando sapeva che dovevo andare a fare qualcosa di importante : "fai cose buone..."

    E le sue parole mi accompagnano ancora, adesso e sempre.



    Buona serata Frank

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  5. Blue__Angelgiugno 24, 2005

    Ciao Frank :)

    il tuo post come sempre è pieno di spunti interessanti...leggendolo ho subito pensato ai miei nonni,forse perchè loro sono la realtà che mi tocca più da vicino.

    La vecchiaia,come giustamente è scritto nell'articolo,dovrebbe(e sottolineo dovrebbe)essere un'età in cui godersi i frutti di una vita intera...costellata di giorni sereni;ma ciò che ho visto finora corrisponde semmai all'esatto opposto.

    Ogni tanto faccio il paragone tra com'erano i miei nonni una decina di anni fa e come sono adesso.C'è chi è diventato capriccioso,insofferente e pure un pelino egoista come la mia nonna paterna.C'è chi invece cerca di stringere i denti e sopporta le prove che la vecchiaia gli pone di fronte anche se non ha abbastanza lucidità mentale per riuscirci,penso a mio nonno paterno...mi fa tenerezza.Ieri era in dialisi e ha perso molto sangue perchè un ago si è sfilato dall'arteria;la notte scorsa poi è caduto dal letto e si è rotto una spalla.

    Non credo sia facile da un punto di vista psicologico vedere la propria vita che sta volgendo al termine,il corpo che si ammala e diventa sempre più debole...

    Spesso ci si aggrappa al passato per cercare di proseguire il cammino più serenamente,ma non credo che il passato sia l'unico patrimonio dell'anziano;la fortuna più grande secondo me risiede nel fatto di avere qualcuno che ti vuole bene...essere attorniato dai propri cari in questo periodo della vita aiuta molto.

    Molto spesso provo rabbia quando sento mia nonna lamentarsi in continuazione,spesso senza un valido motivo...non capisce che è fortunata per il solo fatto di avere dei figli che le vogliono bene.Ci sono persone che si trovano nelle sue stesse condizioni e sono sole.Cosa dovrebbero dire?

    Secondo me il più grande flagello per l'essere umano,indipendentemente dall'età anagrafica,rimane quello della solitudine.

    Un grande abbraccio.

    Ps: tra una crisi e l'altra ogni tanto trovo il tempo per commentare :)

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  6. un abbraccio...maria

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  7. FairyStreamgiugno 25, 2005

    grazie... il tuo post è pieno di amore... grazie per essere passato e per aver fatto un'analisi perfetta di come mi sento ora... l'amore è il sentimento più grande che abbiamo ed è anche quello con cui ci identifichiamo.... è uno scorcio di noi che doniamo a persone che crediamo essere la nostra parte di mela mancante... torna presto a trovarmi... baci ila

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  8. tigrissimagiugno 25, 2005

    La morte e' parte della vita, difficile rassegnarsi. Sposero' colui che inventa la macchina scavalcadispiaceri... honeykisses

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  9. Splendido post Frank che meriterebbe un commento non banale come hanno fatto negli altri interventi...ma il tempo è molto tiranno con me in questi giorni.

    ti lascio un saluto e cercherò di ritornarci domani

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  10. Sembra che tu ti sia rivolto a me, personalmente. Mia madre è nelle condizioni di tuo padre, e il declino sembra rapido. Certo è struggente e lei mi fa tenerezza come non mai. Finché c'è coscienza, però, è una vera tortura, una sofferenza insondabile e incomprensibile. Ho copiato il pezzo del priore di Bose. Grazie! Un abbraccio. harmonia

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  11. Vorrei solo aggiungere che nessuno al mondo, giovane o vecchio che sia, si merita gli innumerevoli morbi che tormentano i corpi e le menti e le anime. Ho la sindrome di Giobbe: motivi e ragioni mi sfuggono del tutto. Ciao! h.

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  12. BLUE_ANGEL, FAIRYSTREAM, TIGRISSIMA. ALDERABAN e HARMONIA, scusatemi se non posso integrare i vostri graditi commenti. L'ora è quella che è, ma domani vi dedicherò tutta l'attenzione che meritate.

    Buona settimana.

    MARIA, abbraccio ricambiato.

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  13. "ANCHE OMERO OGNI TANTO SONNECCHIA!"



    La fretta (e la vecchiaia!!!!)ACCIDENTI!

    chiedo VENIA Frank e ovviamente la chiedo a quanti posso aver involontariamente urtato per il commento postato.



    Non avevo riletto quello che avevo scritto: volevo dire che non banali erano i commenti precedenti mentre lo poteva essere il mio causa il tempo ristretto che avevo per commentare. Insomma l'esatto contrario di quello che sembra intendersi.

    Manca un pò di punteggiatura, una virgola, un punto e virgola (abbondiamo,.; direbbe il De Curtis).

    Cose che non dovrebbero ma purtroppo succedono. Spero di aver chiarito.



    ps:... piccola nota , dato la frenesia (il caldo di queste ore) l'errore può sempre essere in agguato. Pertanto nel caso di commenti poco chiari o di interpretazione sconcertante lasciatevi il beneficio dell'indulgenza nei confronti del povero scriba specie se a questi, normalmente, concedete un minimo di serietà...:-)))

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