sabato 26 febbraio 2005

L'abbandono di un sogno

 

Ero certo di aver conservato le riflessioni che propongo, cercavo con la memoria fotografica di visualizzarne la collocazione, ma senza nessun risultato. Poi, l’illuminazione, aiutata anche dalla casualità, mi ha portato sulle tracce di un floppy confinato nella sua riserva, ultimo dei mohicani. Posso così darne finalmente conto.

Se il caso fosse subentrato prima sarebbe stato meglio, ma pazienza. In ciò che ho scritto, alcuni mesi fa, mi ci ritrovo anche oggi. Si tratta di memorie di un anno passato anche attraverso il prologo di un blog sui sentimenti.

“Fino a che punto è giusto inseguire un sogno? Fino a che punto è opportuno illudere se stessi e l’altra per trarre conforto reciproco, fingendo di credere che il sogno potrà realizzarsi? Perché poi il sogno è, in realtà, molto terreno. In genere è un desiderio, una volontà comune, ma resta confinato nell’irrealtà dalla distanza che ci separa, dal suo status familiare, dalle difficoltà di ordine logistico e pratico. A unirci è il comune desiderio, il sogno appunto, di poter vivere insieme, perché poi esiste, e non è un sogno, l’amore, tantissimo da parte sua, unito alla consapevolezza (e allo scorrere del tempo) che forse potrebbe non trovare mai il punto agognato di arrivo e congiunzione.

E, allora, è ancora giusto inseguirlo, il sogno? Così difficile, lontano, ma che aiuta ad andare avanti, a vivere quotidianamente con questa prospettiva, con la convinzione ripetuta, forse per illudersi e non cadere nella depressione. Perché non basta che due persone si vogliano bene, per legittimare l’aspirazione comune ed aprirsi, con un sorriso, al futuro.

Ma se l’alba sta per arrivare e dunque il sogno muore, cosa resta del giorno? La sua immagine, il rimpianto per quello che sarebbe potuto essere e non è stato, con un’eventuale presenza femminile accanto come balsamo per attenuare il dolore.

Questa non è una storia che finisce, visto che forse non potrà neppure iniziare, ma fa male allo stesso modo di una conclusione, perché sempre di un abbandono si tratta: quello della speranza”.

22 commenti:

  1. federica_aurorafebbraio 27, 2005

    c'è una linea molto sottile fra sognoe realtà... ed è molto facile olrepassarla... soprattutto quando l'obbiettività vacilla , indebolita da passate ma non poi tanto lontane sofferenze...



    un abbraccio.



    feau

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  2. ..sono in silenzio stampa con te..

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  3. pensieroincertofebbraio 28, 2005

    E' morta "questa" speranza, non "la" speranza ....
    In te c'è una devastante offerta d'amore, io dico che la donna che la recepirà, non tarderà ad arrivare; forse proprio tramite queste pagine ...
    Non ti preoccupare di leggermi, mai come ora sto scrivendo per me stesso, i lettori sono benvenuti ma sono solo una presenza gradita, non cercata ....

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  4. Onoratissima della tua visita.. e ad esser sincera è molto "profondo" anche il tuo blog.. tornerò a leggerti.. a presto..

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  5. FEAU, quella linea non è soltanto sottile, ma anche oscillante e instabile, che si espande o contrae seguendo i battiti del cuore, assecondando le pulsioni dell’anima. E allora, a mancare, sono quella razionalità e freddezza che dovrebbero permettere di sceverare tra il sogno e la realtà. A condizionare o, meglio ancora come scrivi, indebolire l’obiettività, concorrono quelle sofferenze né troppo lontane e ancora, a livello inconscio, non passate, che hanno procurato dolore e, dunque, la paura di riviverle prevale sul resto.

    Un abbraccio



    FRATELLO, credo che il silenzio stampa proseguirà.

    Abbraccio caloroso.



    PENSIEROINCERTO, hai ragione. E' quella speranza ad essere morta, perché l'altra, quella universale, è sempre l'ultima dea a cui rivolgersi.

    Sì,vero, è persino devstante la mia voglia di dare e ricevere amore al punto che sono altre a piangere per una mancata o incerta risposta. E questo non è certo il mio obiettivo. La forza, di chi è debole ancora, si può ricostituire se dall'altra parte non prevalgono la fretta, la rapidità, il desiderio immediato di far girare pagina. Non sempre può rappresentare la soluzione migliore, perché credo che il rappporto vada costruito progressivamente, senza essere imposto, seppure dolcemente. In tal caso il rifiuto, l'istinto di sottrarsi, di defilarsi, di prendere le distanze sono le reazioni più immediate. Con esiti catastrofici, peraltro. Con una, forse due donne, che piangono per il mancato amore, si rammaricano a causa di chi finora non aveva mai fatto piangere nessuna. Strano contrappasso, persino paradossale. Perché poi i miei tempi sono più lunghi e, adesso, assai più prudenti.

    Mi fa piacere che tu stia bene, ma l'esigenza di fermarmi a leggere non risponde a compiacenza.



    JEXIE, benvenuta e grazie per aver ricambiato e per ciò che scrivi. Ti aspetterò volentieri e ti leggerò in orari semmai più adeguati.

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  6. Buongiorno Frank,

    è giusto continuare a seguire i nostri sogni anche se appaiono irrealizzabili o perfino assurdi?

    Continuo a chiedermelo da anni e ancora nn ho trovato la mia risposta,bisogna anche considerare che quando il dolore diventa insopportabile,quando nn riusciamo più a vivere serenamente allora è meglio lasciar perdere...almeno questa è la mia esperienza.Io e lui ora ci sentiamo esclusivamente come amici.Si sono stupiti in tanti di questo mio cambiamento,a partire da mia cugina e posso giustificarlo solo in un modo:ero stufa marcia di stare male e adesso prendo ciò che viene(in questo caso una amicizia).

    Mi trovo d'accordo con pensieroincerto:nn è la speranza in generale che muore poichè ogni situazione è diversa ed è impossibile prevederne l'epilogo.

    I sogni ci servono per andare avanti,hai ragione...molto spesso ci fanno stare meglio cullandoci in una illusione che produce un effetto di momentaneo benessere.Ma dopo che succede?

    In questo periodo della mia vita penso che sia giusto sognare,ma con misura;il buon Epicuro mi sa che ci aveva visto giusto...

    E poi,diamocela tutta,i sogni sono positivi ma a volte anche una delusione può aiutare:personalmente sto sviluppando una forma di disincanto che per carattere nn ho mai avuto.Io ero quella con la testa perennemente per aria,rivolta al cielo...adesso invece sto imparando ad affrontare la realtà che è spesso è cinica e crudele ma difficilmente ti tradisce creando false aspettative.

    Nn lo so,Frank...in questo frangente mi sento cinica,un cinismo generalizzato seppur moderato...credo se ne sia accorto anche lui.

    Come hai scritto sul mio blog,sto cercando un nuovo contatto con me stessa stavolta lontano da sogni ed illusioni.

    E' bello mettercela tutta e tentare ogni strada,ma solo se ne vale la pena:ho imparato la lezione e nn ci sto neppure male.

    Forse sono un pò meno bambina e sto entrando in quel circuito di realismo tipico del mondo adulto...a volte avrei voglia di crederci ancora,ma mi rendo conto che nn ce la faccio perchè certe bastoste lasciano il segno.

    Ho anche meno paura adesso,ma nn so dirti se questa è la strada giusta...sicuramente è quella che fa soffrire di meno.

    Un abbraccio,buon pomeriggio :*

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  7. BLUE_ANGEL, la delusione ti sta aiutando parecchio (anche se non ho ancora letto il tuo blog), l’esposizione appare più sicura, meno artigliata ai rimpianti, con la ferma consapevolezza, però, di non voler stare più male o, almeno, patire in misura inferiore. Direi che dall’illusione di qualcosa che restava sospeso e poi ha prodotto tossine venefiche è iniziato anche il percorso nell’età adulta, “quel circuito di realismo tipico” come lo hai efficacemente definito.

    E’ interessante la forma di disincanto che vai sviluppando, penso che aiuti moltissimo centrifugata con una dose di reale cinismo, che diventa anche durezza, talvolta, che può portare pure a sbagliare non avvedendosi di qualcosa, ma che come una corazza protegge persino dalle scalfitture. Che in un’anima debole fanno male quanto ferite profonde. Fai bene, mi sembra uno dei percorsi migliori da affrontare.

    Eppure i sogni mantengono inalterata la loro valenza e, semmai, anche la loro ambiguità. Portano con sé pure l’alleggerimento di una realtà opprimente e soffocante, filtrano cattivi pensieri depotenziandone abrasività e corrosione. Aiutano, infondono, quando è il caso, ottimismo, ma non possono certo restare inerti e abbandonati a se stessi, rappresentare il fulcro attorno a cui ruota la quotidianità, di cui sono un complemento, ma non l’essenza.

    Al centro di tutto restiamo sempre noi, individui, persone, restano Frank o Blue_Angel i quali non possono tradire loro stessi. Prosegui per la tua strada, senza chiederti se sia o meno quella giusta, perché non è comunque giusto continuare a soffrire. Quanto alla speranza, spesso appare simile alle onde del mare che si frangono sugli scogli, arretrano o avanzano lungo la battigia, dove muoiono e, nello stesso tempo, rinascono. Sempre diversa, sempre in forme nuove e invitanti. L’invito alla speranza è anche un bell’augurio che ti faccio molto volentieri.

    Un abbraccio e buona serata

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  8. ciao... volevo innanzitutto ringraziarti delle parole lasciatemi.. poi sai un sogno si deve inseguire sempre, fino a che le forze di mancano, fino a che ogni speranza ha vita.. perche' se non lo fai, anneghi nel mare dei 'se'... a presto

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  9. ciao ...non lascio un commento solo un saluto

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  10. Ai sogni non credo, li accantono immediatamente, li accarezzo di tanto in tanto per poi riaccantonarli. Vivo alla giornata, vivo di piccoli obbiettivi, di piccole speranze. Una vita senza piccoli obbiettivi e piccole speranze è una vita grama. Voglio bene ad un uomo capace solo di grandi sogni che poi strangola con le sue mani, che soffoca le piccole speranze, che non apprezza i piccoli obbiettivi.

    Non ti sei perso grandi puntate: è tutto come al solito, solo io troppo stanca.



    Un abbraccio.

    S.

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  11. TIGRISSIMA, bentornata! E prego. Il dilemma tra l'inseguimento di un sogno, qualunque esso sia e l'adeguamneto alla realtà credo contribuisca a vivacizzare la vita, assegnandole un senso quello per cui ci adoperiamo tanto. La ppsizione di equilibrio tra il desiderio del sogno e l'aderenz alal realtà, che dal sogno vien emitigata nella sua asprezza credo possa costituire la linea ideale di navigazione. Ma proprio perché la vita non manca di riservare sorprese e imprevisti, molto facilmente si può deviare in un senso oppure nell'altro. Privarsi però di un sogno, cessare di perseguirlo solo per stanchezza o disillusione, significa rinunciare ad un brivido di piacere che riscalda il cuore e, come giustamente annoti, affogare nel mare magnum dei "se".



    MARDOU60, bentornata anche a te. Pure un saluto va bene, perché significa presenza e ricordo. Grazie, dunque.



    S., bentornata! Giornata di ritorni, tutti graditi.

    Io credo che la vita sia già grama in sè e rinunciando ad accarezzare anche piccoli sogni, speranze, illusioni, diventa piatta e monotona, incapace di esaltare. Non è necessario coltivare sogni di grandezza e, dunque, per la loro natura irrealizzabili e che generano attese facilmente deluse. Vai bene così, procedendo con piccoli passi, con piccole mire. Poi è anche bello poter riaccarezzare i sogni estratti dallo scrigno segreto del cuore, ma con tocco lieve e senza farsi male.

    L'uomo al quale vuoi bene, ma che con furia iconoclasta strangola, soffoca, non apprezza, mortifica anche la parte spirituale di te che, intuisco, ha un rilievo notevole; in tal modo diventa difficile mantenere inalterata l'offerta di bene. E la stanchezza mentale prevale.

    Verrò ad aggiornarmi, perché dissemini di tracce significative i tuoi post, basta saperli leggere.

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  12. S., il tasto "enter" ha fatto saltare l'abbraccio che ricambio.

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  13. già.. i sogni.. penso che sia la persona meno adatta per rispondere a questa domanda.. non so se continuare a crederci.. se continuare a lottare..

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  14. bimbafelicemarzo 02, 2005

    .. io sto vivendo di un sogno ....

    se smettessi non sopravviverei ...

    è importante poter sognare...

    un abbraccio

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  15. JEXIE, bentornata. Ogni persona è adatta a rispondere, perché può farlo sia a livello teorico (come si comporterebbe se...), oppure pratico, vale a dire mentre si vive una situazione che di quel sogno rappresenta l’appendice.. Penso che il dilemma se continuare a crederci o meno, possa trovare la risposta più soddisfacente in ciò che la persona cerca effettivamente e, dunque, se i sogni sono l’anticipo di una realtà, oppure l’inseguimento sotto spoglie diverse. Dipende, anche, da cosa fa meno male e, soprattutto, se il sogno riguarda i sentimenti oppure un’idea, una condizione di vita, un’ambizione.

    Nel primo caso, il sogno si giustifica fino a che i sentimenti non appaiono chiari e magari definitivi e svanisce nel momento in cui l’altra persona accetta o meno di continuare a rappresentare quel sogno. Oltre non si può andare, evidentemente, per non imporre nulla.

    Nel secondo caso si tratta di alimentare il sogno, di non demoralizzarsi, di adoperarsi affinché la realtà prenda il suo posto o, almeno, una realtà abbastanza vicina al sogno stesso. Il crederci e il lottare ritengo che, alla fine, abbiano una ragione di esserci nella determinazione e nella passione che ci investe la persona sognatrice. Auguri in ogni caso.



    BIMBAFELICE, bentornata! Peccato che non mi sia possibile entrare nel tuo blog (splinder non mi riconosce più obbligandomi ad un nuovo login) dove, forse, tracce del sogno che stai vivendo si potrebbero intuire. E’ bello, però, poter leggere che una persona sta vivendo un sogno e lo proclama, giustamente, con orgoglio e soddisfazione. Perché il sogno è essenziale per continuare a vivere, rappresenta un rifugio tranquillo per esorcizzare una realtà spesso sfavorevole, quando non maligna e beffarda. Se poi è, soprattutto, una questione di sopravvivenza, non bisogna mai smettere di sognare, senza però astrarsi dalla quotidianità, perché le esigenze terrene potrebbero risvegliare bruscamente.

    Continua ad accarezzare il tuo sogno, perciò, se questo per te equivale ad essere felice.

    Un abbraccio

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  16. lascio anche qui un pensiero per Alberto castagna, deceduto ieri ..



    feau

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  17. OT: E' questa la strada giusta per il Traforo del Passo del Campione?

    (panchine più larghe e profonde, ultimamente...)

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  18. FEAU,l'inventore di "Stranamore", in fondo, rappresentava moltissimi di noi che scrivono di emozioni e passioni. Grazie per aver voluto lasciare anche qui il tuo pensiero.



    FRATELLO, OT, certo. Qui si va per la città dolente (l'altra parte della città, chiaro) era stato già scritto dai Padri che avevano predetto l'inferno non al diavolo, ma alla perduta gente.

    Per quel triangolino, ancora una volta vale ciò che certe schermate scrivono: "Attendere prego". Magari alla prossiam estate, dove si vince facile, perché c'è in palio il nulla.

    Un abbraccio fraterno dalla...vetta :-))))))

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  19. OtelloSabbatinimarzo 03, 2005

    Leggo con interesse e leggero divertimento i suoi scritti.



    Se posso permettermi, volevo farle i complimenti per come scrive, molto ben costruito.



    Se posso lasciarmi andare ad una considerazione puramente maschile, direi che lei ha trovato il miglior sistema per adescare cuori infranti.



    Mi auguro che con la stessa facilità con cui affascina cuori femminili virtuali, le riesca a traslare nel reale le sue conquiste.



    Da uomo a uomo mi permetta di aggiungere ancora una considerazione:

    lei non cerca l'amore ma la gratificazione sessule che potrebbe derivarne.



    Ottima tattica



    Otello Sabbatini

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  20. OTELLOSABBATINI, benvenuto, per quanto...

    Pure io letto, con disincantato divertimento, il Suo intervento, anch’esso ben costruito. Lasci pure stare i complimenti, perché correggo la sua insinuazione “in fieri”. Non vi è nulla di artefatto in ciò che scrivo, né di pensato a tavolino, pescando magari le frasi più suggestive, perché mi viene tutto di getto e impegno, a quel punto, la tastiera in un confronto serrato.

    Non penso neppure, come neanche troppo nascostamente osserva, a chi mi leggerà, a come lo leggerà e se, come carta moschicida, attirerà una, due o multiprede. Con ciò offendendo anche coloro che partecipano.

    Lei, naturalmente, può lasciarsi andare ad ogni tipo di valutazione, mi permetta però di trovare poco convincente quell’insistere su considerazioni prettamente maschili, sull’ammiccamento da uomo a uomo, perché Ella vorrà perdonare l’ardire, ma una sorta di sesto senso mi suggerisce di dubitare della Sua identità sessuale. Colgo troppi richiami, troppi riferimenti e devo anche osservare che avrebbe potuto evitare di scrivere sotto copertura, a questo punto.

    Quanto, poi, ai cuori femminili infranti di cui non ho notizia (ma se Lei ne sa più di me non poteva informarmi?), all’affabulazione virtuale che si augura riesca a trasferire nel reale (non credo sia importante per Lei sapere se ciò accade o meno, pur se parte dal presupposto che non avvenga e resti fermo al virtuale) prenderò in considerazione l’idea di aprire un blog “da rimorchio o acchiappo”, se avessi però del tempo da perdere.

    Quanto a ciò che cerco, La prego: non ci vada giù così pesante, perché non rappresento il classico maschio che cerca solo sesso e non amore, che basta che “respiri” e si infervora. Forse è un suo paradigma, ammesso sempre che sia effettivamente un uomo. Gliel’ho detto, un commento troppo ben costruito. E poi trovo singolare che leggendo da tempo i miei scritti, non abbia mai avuto l’esigenza di registrarsi (ma forse è perché non sono possibili le doppie registrazioni?) e aprire un blog. Visto che, se è davvero uno strumento per rimorchiare, perché vuole lasciarsi sfuggire l’occasione?

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  21. OtelloSabbatinimarzo 04, 2005

    Pur non amando la polemica inutile, ritengo oppurtuno chiarire quanto segue:



    Sono registrato su splinder ma non ho il tempo e la voglia di aprire un blog.



    Posseggo, se ne stupirà, persino una mail!



    Le sue supposizioni, peraltro errate, mi fanno sorridere. Ma ahimè i giochini da spogliatoio li ho superati da un pezzo.



    Non sento la necessità di dimostrare la mia virilità a Lei.



    Felice per Lei se le mie conclusioni sono errate; mi restano, però, tutti i dubbi che avevo ieri. Poco importa.



    Non ho bisogno di "rimorchiare" (che brutto termine!) nel virtuale!



    Otello Sabbatini





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  22. OTELLOSABBATINI, nella polemica inutile evito assolutamente di impantanarmi.

    Le mie supposizioni non intendevano mettere in dubbio la Sua virilità, che mi è estranea, quanto una presunta presenza femminile sotto copertura. Per il resto, non credo proprio di dovermi giustificare in altro modo con Lei. Mantenga pure tutti i dubbi possibili che nulla tolgono alla mia persona.

    Concordo sulla bruttezza del termine “rimorchiare”: lì ho solo dimenticato di virgolettare.

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