Aldo Carotenuto, definito lo psicologo dell’amore, è morto poco più di due settimane fa. Nel suo ultimo articolo, pubblicato su “il Mattino” con il titolo “Quando l'amore non è più un sogno" parla dell’amore come illusione, sogno, forza interiore che trasfigura il volto dell'amato, stravolge il senso delle nostre azioni e pervade di un’energia positiva le nostre giornate.
L'amore, l'innamoramento come sfida a trasformare tale energia in una diversa attitudine di vita, da impiegare per portare avanti con maggior vigore la vita di tutti i giorni, senza temere scacchi e fallimenti pur in agguato; perché il senso ultimo di quel sentimento, in fondo, è quello di lasciare sempre, oltre il privato, dietro di sé un richiamo nostalgico: il presagio di una nuova visione.
Come omaggio e ricordo alla sua figura, posto un suo pezzo, significativamente intitolato... “Il silenzio dei sentimenti”, che non poteva trovare, dunque, una migliore collocazione naturale.
“Facciamo il caso dell'amore e dei sentimenti di affetto che noi sentiamo per una persona. Ma quante volte noi ci siamo accorti che il nostro amore, la nostra sentimentalità, nei riguardi di questa persona, diventa così contraddittoria. Pensate che perfino nei momenti di maggiore intimità, in cui ci si può abbracciare, ci si può stringere con passione, poi magari si dà anche un morso, un piccolo morso. E allora, se uno si pone qualche domanda, si rende subito conto che quelle situazioni sono situazioni così, che vanno di pari passo. Cioè il sentimento non può essere soltanto positivo, ma è sempre accompagnato dal suo opposto. Io questo lo posso sperimentare, in maniera particolare, durante le lezioni, ad esempio. Io per un anno intero sto con centinaia e centinaia di ragazzi e ne discutiamo spesso. Allora molte volte uno per quale motivo può suscitare un entusiasmo, può apparentemente essere stimato e voluto bene dai propri discepoli, e poi magari, quelli stessi hanno poi un atteggiamento negativo, hanno un atteggiamento di violenza, che è chiaro che dimostra soltanto la necessità di doversi staccare. Ma tutto questo può avvenire proprio perché "odio et amo": questo famoso verso latino ci sta proprio a indicare che noi tutti dobbiamo essere consapevoli di queste cose, perché, come al solito, il lavoro legato ai sentimenti è un lavoro che dovrebbe spingere anche alla consapevolezza la persona. Per cui se io lavoro coi sentimenti, io debbo saperne anche quali sono gli aspetti negativi e positivi, perché la conoscenza di queste cose permette in tanti modi di attutire. Altrimenti che cosa può succedere? Che io, senza volerlo, diciamo, commetto degli sbagli. Forse il termine "lapsus" è più conosciuto. Commetto un lapsus, che impedisce a me di raggiungere la persona amata o comunque dimentico qualche cosa, che poi, tradotto, è un atto aggressivo proprio verso la persona che io amavo tanto. E allora cosa si nasconde? Si nasconde il fatto che io non sono mai troppo consapevole del fatto che in realtà, amando una persona, tanto amore c'è, e può darsi che ci sia tanto odio, tanta distruttività. Ma questo fa parte della vita. Cioè non è un problema di anormalità, è un problema di vita e noi dobbiamo saperlo, così come sappiamo che quando mangiamo stiamo bene, però se mangiamo troppo poi non stiamo più bene. Cioè è sempre la conoscenza, la consapevolezza, in questo caso dell'ambivalenza, che permette a noi di fronteggiare questa ambivalenza e eventualmente di ridurne i danni, se questi danni si presentano”.
La cosa più importante nella vita è amare qualcuno. La seconda cosa più importante nella vita è avere qualcuno che ti ami. La terza cosa più importante e che le prime due accadano in contemporanea (Howie Schneider)
RispondiEliminabuona gg
feau
Ho saputo della morte di Carotenuto aprendo la home page di kataweb, poco altro ho sentito e letto sulla scomparsa di questo studioso finissimo, di quest'uomo in fondo poco conosciuto se non agli addetti ai lavori. Oggi vanno di moda i personaggi come Raffaele Morelli, che sarà pure laureato in medicina con specializzazione in psichiatria, ma dallo squallido circo di Costanzo dispensa solo banalità da fricchettoni.
RispondiEliminaBello che tu l'abbia ricordato qui. Questo pezzo poi...:)!
Simo
Ti ringrazio di aver ricordato Aldo Carotenuto, io non l'ho fatto, ma ha lasciato tanto da riprendere in qualsiasi momento. Il passo che hai citato è di quelli che arrivano alla mente e al cuore creando consapevolezza. Un saluto. harmonia
RispondiEliminaFEAU, curioso tipo questo Howie Schneider: è praticamente la quadratura del cerchio, anche se il percorso è solo apparentemente semplice per come viene rappresentato Complimenti per la citazione. E buona giornata per domani, cioè oggi quando leggerai. A presto.
RispondiEliminaSIMO, bentornata. Già, questo pezzo, che fin dal titolo riassume la sostanza di tante cose. Un modo personale di ringraziarlo.
Pure io ho avuto la tua stessa impressione, vale a dire che dell’uomo e dello studioso chiarissimo, si sia parlato terribilmente poco, soprattutto se rapportato alle “paginate” dedicate alle sciocchezze amorose come i gossip, i “verissimo”, le soap. Avrei voluto aggiungere proprio un preciso riferimento alle banalità da salotto che, non solo Morelli, ma pure altri, dispensano solo perché dispongono di una cassa di risonanza adeguata, con ciò confondendo la notorietà con la capacità che, molto spesso, in tempi poi così mediocri anche culturalmente (o soprattutto?) finisce coll’imporsi nella memoria collettiva.
Mi fa piacere, perciò, che abbia pensato bene tu di aggiungere questa ulteriore postilla. E altri pezzi sono pronti, da somministrare però a tempo debito, per facilitarne l’assimilazione e mantenere viva il ricordo.
HARMONIA, bentornata. Prego, ma il piacere è mio anche constatando l’apprezzamento per la scelta. Hai ragione, il materiale che si può reperire è abbondante e, di certo, tornerà utile prima o poi, assieme al desiderio di riflettere e approfondire, per nutrire così cuore e mente, alimentando i sentimenti, toccando la sfera emozionale di ciascuno di noi.
Un saluto a te.
Perdonatemi se mi intrometto, ma non sono concorde sul fatto che si sia parlato poco della morte di Aldo.
RispondiEliminaSi, Aldo, dal momento che ho avuto l'onore di godere della sua amicizia per molto tempo.
Ne hanno parlato tutti i quotidiani, dedicandogli articoli molto interessanti....riviste specializzate e non del settore.......televisioni ed altro ancora.
Il suo nome e la sua opera era conosciuta sia in Italia come all'Estero e non riservata solo agli addetti ai lavori.
Il pezzo postato nel blog è molto bello, ma non rende se non si amplia il discorso circa la zona d'ombra...argomento, da lui, molto approfondito.
Esperto della psicologia del profondo, nel quadro della corrente jungana, Aldo non si limita a descrivere la fenomenologia dell'esperienza amorosa - come molti credono- ma tenta di capirne le cause attraverso le esperienze primarie del bambino.
Anni ed anni di lavoro analitico gli hanno reso familiari le due più violente emozioni, che l'uomo sperimenta nella sua vita: amore e sofferenza.
Ma non l'amore inteso solo nell'ambito uomo-donna, ma in senso generale...nella totalità dello spettro, che accompagna la nostra esistenza.
Affronta in modo approfondito il desiderio di onnipotenza, che alberga nell'uomo; desiderio, che ci impone sempre la relazione con la paura....il modo con cui superare la nostra paura....ed altro ancora.
Uno studioso completo della personalità umana e relegarlo al ruolo - perdonami Frank - dello psicologo dell'amore, mi sembra troppo riduttivo.
In tali termini è stato definito da coloro, che non hanno mai letto le sue opere o si sono limitate a quelle, che potevano parlare in parte dell'Amore nel significato più semplice della parola.
L'amore, per lui, era inteso nel senso più completo del termine.
Molto interessante la sua polemica con Piaget e Riegel.....toccanti le sue riflessioni sul " richiamo dell'anima"...profonde come non mai le domande su Eros e Agape....insomma la sua Opera è tutta da scoprire per riuscire dopo a comprendere il vero significato,da lui dato ai sentimenti.
Per quanto concerne Morelli, altro studioso conosciuto personalmente, ci penserei un attimo prima di definirlo solo " animale da salotto", che approfitta della cassa di risonanza televisiva.
........ma questo è un altro discorso....Buona giornata Laura
Ciao.. ma l'amore e' un sogno, devi solo sperare che prima di cadervi ci fossero delle basi su cui appoggiarlo..
RispondiEliminama se fosse cosi', saremmo tutti felici.
LAURA, non è necessario chiedere scusa per l’intromissione, non solo perché si tratta di uno spazio ancora aperto e libero, ma anche perché quando un commento equivale ad un post e me ne fai dono qui, a maggior ragione è gradito.
RispondiEliminaNaturalmente solo la conoscenza diretta, l’amicizia e la stima, permettono di esprimere un pensiero così articolato e denso. L’invidia, in senso buono, giunge per la fortuna che hai avuto di conoscere un maestro di vita. Non a tutti è concesso.
L’esigenza di sintesi e di postare un pezzo significativo, nell’ambito di un tema comune, non poteva permettermi di ampliare lo spettro direzionale, ma il tuo commento integra tutte le carenze che un blog, per sua natura, esprime.
Mi permetto solo di aggiungere una considerazione a margine. Chi non ha conoscenze tra persone note e che affollano il circuito mediatico, esprime comunque pareri sulla base di ciò che vede e ascolta attraverso il mezzo televisivo, realizza il messaggio che gli arriva, di simpatia o antipatia, verso un personaggio. Questo appare agli occhi di chi, invece, vanta una conoscenza personale, come una limitazione, ma credo debba anche servire a chi, proprio dell’immagine fa uno dei capisaldi, per capire come il proprio messaggio possa essere recepito dal pubblico. E sovente si confonde la notorietà con l’effettiva capacità.
TIGRISSIMA, è una bella utopia, davvero, ma l’eterna felicità estesa poi a tutti è illusoria. Cadere nel sogno dell’amore è bello, senza dubbio, altrettanto stordente è il risveglio, ma se sogni non puoi neppure accorgerti se le basi esistono oppure no.