sabato 12 febbraio 2005

La cattiva maestra

 

 

Ho contato in edicola almeno una decina di riviste sulla televisione. Non saggi, come quello scritto da Karl Popper, raccolte antologiche o pubblicazioni tecniche per elettricisti. Si tratta proprio di settimanali che si occupano esclusivamente dei programmi televisivi, raccontando ogni minimo dettaglio di tutto ciò che ruota attorno a quello che, una volta, era un semplice elettrodomestico, un novello focolare per la famiglia e che invece, adesso, è diventato un formidabile strumento di consenso (e rimbecillimento) di massa, oppure di persuasione occulta, parafrasando Vance Packard.

Proprio qualche giorno fa un lettore de “la Repubblica” (la rubrica della posta di ogni quotidiano è sfiziosissima, dopo la prima pagina è lì che plano, anche se la domenica vengono prima i “cattivi pensieri” di Gianni Mura) si lamentava perché, costretto a casa dall’influenza, aveva (dovuto?) seguire una serie di programmi non esaltanti (ma di leggere non ci riusciva proprio?).

Sembra davvero che non si possa prescindere dal video e così, più per creare una tendenza piuttosto che intercettare le esigenze delle persone, sono fiorite nell’ultimo periodo una serie di pubblicazioni che guidano alla visione del mezzo. Ce n’è perfino una che costa venti centesimi, che lascia perplessi per un prezzo chiaramente stracciato e che, evidentemente deve avere solide basi o altro. Persino il gruppo editoriale de “L’Espresso”, dopo l’acquisto di Rete A da parte di De Benedetti, ha deciso di andare a contrastare la concorrenza (che poi sarebbe B. tessera P2 n°1816) sul terreno specifico. E allora mi viene da pensare che su questo campo si giochi qualcosa di più rilevante che non il semplice predominio della prima serata, la conquista dello share più elevato, il monopolio dell’Auditel. Mentre la pubblicità entra nelle vene e agisce.

Ma intanto che si dia al teleconsumatore ogni opportunità di aggancio al video, la possibilità di avere i palinsesti sotto controllo vivendo in una virtualità che più virtuale non si può, abitando in un paese irreale, popolato da venditori di sogni. E che possa palpitare per le Elise di Rivombrosa, il bel finanziere o l’affascinante maresciallo dei carabinieri, mentre il padrone del vapore in ben altre faccende è affaccendato e se la ride per lo spettatore che paragona ad uno studente di seconda media e neppure tanto brillante.

Questo moderno oppio dei popoli annulla le capacità critiche, crea ad arte oltre che bisogni, come osservava giustamente una blogger alcuni giorni fa, drammoni popolari (Cogne e il teatrino dell’assurdo a “Porta a porta”), oppure mette il dito dove non dovrebbe, cioè tra moglie e marito: la separazione fra la Ventura che ha deformato quell’ottimo programma che era “Quelli che,,,” trasformandolo in una volgare marchetta per i cafoni di turno e Bettarini, ex brillante calciatore di buone speranze, è stata seguita passo dopo passo, in uno stucchevole spettacolo dove dei presunti sentimenti che avrebbero dovuto legare e poi sciogliere quel rapporto, non vi era traccia. Tutto quanto fa spettacolo e audience, insomma. Non ci si può stupire, quindi, se una ragazza preferisce fare la velina e non l’infermiera.

Aspettiamoci una liturgia ininterrotta, poi, quando si avvicineranno le ultime ore di vita del Papa: è già pronto, secondo precise direttive Rai, l’appalto in mondovisione a Bruno Vespa con tanto di pronostici per la successione e, almeno qui, B. tessera P2 n°1816, non sarà candidato. O sì?

4 commenti:

  1. Dandyrougegarciafebbraio 12, 2005

    oh si ti prego non vedo l'ora di vedere il countdown in diretta da vespa che si mette le lacrime finte

    RispondiElimina
  2. DANDYROUGEGARCIA, benvenuta. Di finzioni ne verranno propinate a volontà in quella circostanza. Ciao

    RispondiElimina
  3. Ciao Frank57,

    ho letto il tuo blog e ne sono rimasta colpita, riguardo all'essere simile conlòa storia che hai letto( anche se non e' la mia storia l'ho scritta cmq io)bhe credo che tutte le storie di amanti dove ci sia un minimo di sentimento si assomiglino ...sono gli amori impossibili....queli che seppur vissuti ti fanno continuare a piangere e sognare ....

    complimenti per il tuo blog ciao e spero a presto

    Meggy

    RispondiElimina
  4. MEGGY, benvenuta, anche se non sono poi molto sorpreso, perché ti aspettavo. Ti ringarzio per ciò che scrivi e gli apprezzamenti che fai.

    C'è una tua frase che sintetizza bene la situazione, quella che si riferisce agli amori impossibili che continuano a far piangere e sognare, ultima spiaggia prima di arenarsi nelle sabbie mobili della depressione. Anche per questo motivo ho deciso di rendere pubblica la mia storia (e quella che hai scritto presenta verosimiglianze stupefacenti, anche a livello di sensazioni) quasi come un antidoto al male di vivere.

    Ti aspetto ancora. Ciao

    RispondiElimina