domenica 13 febbraio 2005

Quando si ama

 

Il sole irrompe nel mio studio non appena spalanco la finestra, illumina la stanza, ma non riscalda. Almeno non ancora. Gli oggetti riflettono la luce che a loro non serve, perché non ne modifica lo stato. Inanimati erano e inanimati rimangono.

Il mio cuore è un oggetto, privo di palpiti emozionali e refrattario al calore. Esalta il ruolo di muscolo involontario che continua a battere che lo si voglia o meno. Per me è indifferente e infatti non mi preoccupo del suo battito. E’ un cuore d’inverno, congelato, quasi rattrappito nella cassa toracica. All’altezza dello sterno continua a far male.

Immagino che anche Lei s’inebri di questo sole. Era naturale richiamarlo. Attraverso l’ampia porta-finestra i raggi irradiano il soggiorno-cucina, ancora vuoto a quest’ora. Forse la figlia l’ha svegliata, si scambiano reciproche coccole nel lettone. Quindi si alzerà, aprirà le finestre e inizierà le pulizie domenicali accendendo lo stereo. Prima, però, la colazione: latte e caffè scaldati nel forno a microonde. Lei seduta con le spalle al lavello e la figlia al suo fianco, dove mi mettevo sempre io. Sulla sedia rossa. Di fronte, per entrambi, il giardino e la promessa di una giornata splendida, anche se triste. Perché la domenica mattina da Lei era quasi sempre triste, infatti nel primo pomeriggio l’avrei lasciata per ritornare a casa.

Darei anni della mia vita per rivivere quella tristezza.

Uno stato d’animo solo un po’ malinconico però, sia perché restavano ancora altre ore da trascorrere insieme, sia perché con la partenza iniziava anche il conto alla rovescia per il ritorno. E così si indugiava un po’ di più a letto.

Credo che nulla sia più bello che risvegliarsi accanto alla persona amata. Aprire gli occhi e incrociare i suoi, di occhi, quelli che non mi stancherò mai di descrivere come meravigliosi e sconvolgenti che, magari già da qualche minuto, mi stavano osservando. Altre volte, invece, ero io che m’incantavo a guardarla mentre ancora dormiva. Seguivo il suo respiro calmo e regolare. Mentalmente avrei voluto prolungare all’infinito quegli istanti. Poi, quando si svegliava, l’attiravo a me per sentire il profumo del suo corpo, gustare il sapore delle sue labbra, avvertire la morbidezza del suo seno e riprendere con le mani l’esplorazione interrotta poche ore prima. Incontrare la sua pseudoresistenza, verificare, dopo un soffio di minuti, la capitolazione. Amarla in modo completo e totalizzante. Non ho mai amato così profondamente una donna alla quale avevo consegnato le chiavi della mia anima.

Una ragazza, dotata di una squisita sensibilità e sublime femminilità, ha rilevato questo e ne sono rimasto ammirato, perché sono le stesse parole che tante volte ho adoperato con Lei. Gliel’ho anche scritto. Dopo. Tante cose ho fatto, dopo.

Un anno fa, al telefono, nella drammatica e conclusiva conversazione che sanciva ufficialmente la fine, seppure senza addio, le urlai il mio amore, dopo averglielo dimostrato con i fatti. Un ultimo appiglio a cui aggrappare i miei sentimenti. Non se l’aspettava. La sua voce s’incrinò. Affondai il colpo, ormai disperato, aggiungendo che avrei voluto avere un figlio da Lei. Credo stesse piangendo, riuscii solo ad afferrare che l’avrei allora fatto con un’altra, ma ormai le parole stavano svanendo. Il tempo a disposizione era scaduto.

Ricordo che una sera, mentre stavamo cenando in un ristorante (secoli fa, era ancora sposata) si affrontò l’argomento, ma in toni leggeri, disimpegnati. Non vi erano nubi all’orizzonte. Mi domandò se mi sarebbe piaciuto avere un figlio. Le risposi: “Più una femmina che un maschio”. Me ne chiese il motivo e le spiegai che una femmina sarebbe stata bella come Lei. Gli occhi le brillarono, ricacciò indietro le lacrime. Sussurrò un “grazie” che mi commuove ancora.

Già, sono ancora così fragile che anche una parola basta a commuovermi.

Accendo lo stereo, parte un cd che avevo dimenticato nel lettore. Gino Paoli. Mi interrogo dove e quando l’abbia acquistato e mentre realizzo che era stato un suo regalo, si diffondono le struggenti note di “Una lunga storia d’amore”. E crollo.  

La sofferenza passerà pure, ma  l’aver sofferto resta.

28 commenti:

  1. avrai notato che è da molto che non commento i tuoi post, sono troppo triste e avvilita, non scrivo quasi nulla e commento pochissimo, voglio però che tu sappia che ti sono sempre vicina, le nostre sensiblità sono molto simili e tu puoi comprendermi. Sii forte amico mio e se puoi cerca di essere più sereno.ti bacio

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  2. FANNY, ho notato, ho notato, per questo mi fa piacere che tu sia tornata. Devo passare da te e lasciare una traccia. Perché ho letto ciò che hai scritto.

    E’ vero, le nostre sensibilità si toccano, quasi si appiccicano e, dunque, solo chi vive questo tormento interiore è in grado di capire. Per questo motivo non ho mai giudicato né ho mai stabilito da che parte fosse la ragione e dove si insinuasse il torto. Chi stesse sbagliando. Mi sono ritrovato in ciò che scrivi a livello di sensazioni e stati d’animo e anche tu non hai potuto fare a meno di riscontrarlo e in qualche modo, spero, sentendoti meno sola. Si vivono situazioni analoghe a distanza, ma sempre gli stessi effetti producono. So tutto, capisco tutto, perciò non occorre aggiungere altro, né specificarlo.

    Questo post mi è costato molto e puoi anche capire quanto. Sono quelle suggestioni che ti prendono alla bocca dello stomaco e non ti mollano più fino a quando, in qualche modo, riesci ad espellerle scaricandole, per esempio, su una pagina di diario, un percorso di sofferenze comuni che sembra interminabile.

    Poi c’è l’inquietudine che imperverserà nell’anima da qui fino al 22 febbraio, la data fatidica (il suo compleanno) di fronte a cui non so ancora, davvero, come pormi. Mi piace immaginare, a questo devo affidarmi, che pure per Lei sia in corso l’attesa per sapere se riceverà o meno un segnale da parte mia, l’augurio, una traccia. Ma sempre più, ormai, mi rendo pure conto che i mesi trascorsi sono tanti, magari pure fisicamente sarà cambiata, che so il taglio dei capelli o quei chili di troppo (che però a me piacevano tanto). Però né di un mutamento esteriore che interiore potrò rendermi conto e allora la memoria, un raggio di sole, producono l’effetto raccontato e mi ritrovo a pensarla con l’amara consapevolezza che il passato è davvero passato e solo il mio ricordo la tiene in vita e forse tiene in vita una donna ormai lontana da come in effetti è ora.

    Dobbiamo essere forti entrambi, allora, amica mia e quella della serenità è una raccomandazione che non mi giunge nuova, perché è palese la mancanza di questa componente fondamentale dell’esistenza.

    Io sono sempre qui, non andartene. Ti bacio

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  3. Ciao... se mi conoscessi meglio sapresti che io vivo di musica e mentre leggevo del tuo grande amore, ahime' storia finita ma cosi' viva nel tuo cuore, mi suonavo mentalmente la canzone di Cocciante 'Quando finisce un amore'.. e ti senti un nodo nella gola e ti senti un buco nello stomaco e ti senti un vuoto nella testa... non so che dirti, so che so cio' che provi e vorrei tanto poterti dire qualcosa, ma so che non servirebbe, come non serve a me, come non servirebbe a me. Il tempo e solo il tempo fa rimarginare le ferite. Nella mia follia vedrei l'ibernazione per poi avere un risveglio privo di ricordi.. con solidarieta'.....

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  4. Io un amore come il tuo non l’ho mai provato.

    Sono stata molto amata e quando ho posto fine ad alcune mie relazioni credo di essere stata causa involontaria per i miei uomini di una sofferenza come quella che tu provi e descrivi.

    Ma io non l’ho mai provata, perché non ho mai amato così intensamente.

    Per questo ti leggo con una sorta di “invidia”.

    E leggerti mi causa una nostalgia indefinita e indefinibile…una nostalgia struggente …

    Un abbraccio

    Elena

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  5. Ciao Frank, la mia voce - ne sono consapevole- esce dal coro di coloro che ti esprimono la loro solidarietà.



    Non perchè tu non la meriti, anzi il contrario, ma semplicemente perchè essere solidali significa immergersi tutti nella disperazione ed aiutarti - senza volere- a rimanere racchiuso tra quattro mura a sospirare per una donna che se ne è andata per la sua strada.





    Una donna, che hai posto su di un piedistallo, qualcuna che hai amato con tutto te stesso, ma che in ogni caso ti ha mollato,incurante del tuo dolore.



    Secondo me, puoi fare solo una cosa: alzare il telefono.



    Si, alzare il telefono per chiederle un incontro, che lei ti deve se ha la consapevolezza della tua sofferenza.



    Una volta che l'avrai davanti ai tuoi occhi, potrai finalmente dirle quello che il suo distacco ti ha causato.



    Questo incontro ti porterà a capire se lei è rimasta quella che ricordi....se lei prova ancora qualcosa per te.....se lei oltre a possedere due occhi bellissimi ha anche della sensibilità.



    Solo così potrai iniziare nuovamente il rapporto oppure tagliare definitivamente i ponti.



    Lo startene chiuso ad immaginare finestre aperte da dove entra il sole....colazioni d'amore ed altro ancora non ti aiuta davvero.



    Scusami, Frank, ma è solo l'amicizia verso di te che mi spinge a dirti queste cose.



    Posso sembrare antipatica, poco romantica....pensa quello che vuoi...ma sinceramente mi dispiace leggerti immerso in tanta nostalgia.



    L'amore non è eterno, purtroppo, e quando si rimane soli si sta male da morire, ma non è giusto sacrificare i propri anni ad un ricordo.



    Un ricordo, che - sai meglio di me- si ingigantisce proprio per la sua mancanza e si rivivono sensazioni ancora più forti di quanto lo fossero in realtà.



    Dammi retta....prendi il telefono.........e soprattutto prendi in mano la tua vita.



    Con affetto Laura

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  6. Fratello, ero passato dal sudario per sputare un po' di veleni sull'Insetto e trovo questo pezzo della tua anima, dolcezza disarmante, testimonianza di un'anima, la tua, stracciata e fatta a brandelli, perforata da un'occhiata di ghiaccio, a prosciugare a tempo indeterminato la tua fonte di sentimenti, per mutarla in fonte di dispiacere.

    Oggi il commercio vorrebbe fosse "festa degli innamorati", ma quando il sentimento non trova, nella sua analisi logica, un complemento ggetto su cui riversarsi, cosa resta da dire?

    Resta questo silenzio, un guradrsi in faccia, abbassare lo sguardo e chiudersi in un silenzio urlato: per cui, Fratello, non aggiungo altro.

    Il silenzio parli per noi.

    Ti sia di conforto una pacca sulla spalla.

    M.

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  7. ...nonostante la malinconia che pervade il tuo ricordo...non posso che pensare: che fortuna quella donna ad essere amata così...e che fortuna per te aver provato un sentimento tanto grande! quanta vita dev'essere passata tra voi, vita vera, vita da sentirsi vivi, pienamente...ti auguro di avere presto, ancora, un amore così...

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  8. Ciao Frank,sono tornata,esame superato :)

    Nn mi va di commentare adesso il tuo post,perchè ciò che hai scritto nn merita un commento conciso e frettoloso;domani ti scriverò con calma.

    Un abbraccio,buona serata

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  9. melodiagitanafebbraio 14, 2005

    Giuro che potrei innamorarmi pazzamente di te!



    Un beso



    melodiagitana

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  10. E' il disperdere amore ed energia che ci rende così tristi ed afflitti. E magari ci chiediamo pure "Ma che ho fatto di male, per soffrire così?"...il nostro oggetto del desiderio si allontana da noi e allora noi lo rievochiamo pescando nei ricordi meravigliosi del tempo che fu, come a volerlo sublimare nel presente, che ormai è vuoto, fiacco, stanco, privo d'interesse, privo di attività: allora soffriamo, piangiamo lacrime amare, come se questo autocompiangersi ci possa riportare il nostro amato....io voglio sperare, voglio sognare un finale a lieto fine, quindi attivati, fà qualcosa, per non dire di aver perso anche l'ultima goccia di speranza!

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  11. federica_aurorafebbraio 15, 2005

    Ho letto attentamente la descrizione delle emozioni di dolore che ti danno i ricordi... bellissima l'osservazione sul Sole ...lo stesso che ha scaldato anche lei magari in quel momento...

    però , alla fine , penso e condivido quanto hai scritto nell'ultima risposta che mi hai dato , ossia

    "Anche in questo caso si tratta della perdita di una persona e, dunque, di un vuoto che si è determinato. In effetti, non ci si può piacere quando s’incarna una persona che non siamo, si adotta un’identità che non ci appartiene, ma che per adesso si indossa come una seconda pelle.

    Encomiabile il tuo proposito. "



    Ecco, penso che la cosa peggiore del termine di una storia è che si diventa la parte peggiore di noi stessi... viene fuori il peggio....



    e questo è quanto più fà male....





    feau

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  12. federica_aurorafebbraio 15, 2005

    non mi hai risposto :-( vabbè stica



    un oceano di serenità per un mare di sogni....buonanotte





    FeAu

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  13. ZITTONA, benvenuta. Disponi di rare capacità di sintetizzare, con parole appropriate, le voci del cuore, di interpretare il fluire dei sentimenti. Mi ritrovo molto in ciò che hai scritto (quanto sto saccheggiando la sporta dei ricordi, mentre il presente è appunto “vuoto, fiacco, stanco, privo d'interesse, privo di attività”) ed in effetti non posso negare che l’auspicio è che il mio urlo possa giungere fino a Lei, inducendola a chiamarmi. Naturalmente non può accadere in questi termini, ma è almeno consolatorio poter pensare che il pensiero costante, l’intensità dello stesso possa trasmettersi a livello di onde cerebrali. Devi sapere, peraltro, che più di un anno fa vivevo in condizioni mentalmente disperate e questi, dopo 14 mesi dall’ultima volta che ci siamo incontrati, sono i riflessi di quello stato. Altrimenti non sarei stato in grado, come pure avevo provato per reazione (due giorni appena) di confessarmi in un blog.

    Sognare il lieto fine non è peccato, ma è assai più realistico ritenere che solo nei film, in certi film almeno, ci sia l’happy end. Nella vita è molto meno frequente.

    La speranza che, come noto, è l’ultima dea, non accenna a voler morire, semmai si disperde goccia dopo goccia. Ancora non so cosa farò il giorno del suo compleanno che può essere l’ultima striscia di terra fertile e abitata, prima dell’ignoto assoluto. Non la vedo da 14 mesi, non la sento al telefono dalla fine di agosto, le ultime comunicazioni sono state quelle che hanno originato questo blog e risalgono a circa due mesi fa. Non saprei se prevalga, o sia preferibile, lo stato di tranquillità impotente, oppure a livello inconscio si stia facendo strada la malinconica consapevolezza che continuerà a vivere nei miei ricordi, mentre in quella casa abiterò sempre meno virtualmente fino ad allontanarmi anche con il pensiero.



    FEAU, grazie per gli apprezzamenti che danno anche la misura di quanto riesco ad esprimere con il cuore: basta uno spunto e tutto, forse troppo, si ricollega a Lei. E’ inevitabile, perciò, che l’esplosione di bellezza e calore della natura siano identificati con Lei, mia anima e respiro.

    Hai ragione nella conclusione a cui arrivi. Eppure, pur essendo consapevole (consapevoli, dovrei precisare) di questa mutazione che avviene, appare difficile non sottrarsi ed acconsentire, quasi, che forze esterne plasmino ad uso e consumo la propria personalità. Nello specchio dei sentimenti si riflette un’immagine che appare, a tratti estranea, anche perché la mia classica visione del bicchiere mezzo vuoto stava virando, grazie a Lei, verso la constazione che ci fosse pure l’altra metà piena.

    Comprimo anche la rabbia e la delusione, il (i tradimenti) subiti. La donna amata, nei primi mesi dello scorso anno, era effettivamente diversa da come la celebro io. Quella di adesso, da certi segnali, da certe intuizioni, appare certo più vicina a quella sublimata in queste pagine elettroniche, ma non basta per scrollarsi di dosso l’antipatica tunica che soffoca e annulla la capacità di reazione. Una gabbia mentale di cui ancora non trovo la chiave giusta per aprirla e volarmene via. Ma anche queste confessioni, i commenti che leggo, le personalità forti che li producono una strada la indicano e, comunque confortano. Dunque grazie e non soltanto a te.



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  14. FEAU, scrivo le risposte ai commenti scollegato. Quando ho inserito quelle che hanno preceduto il tuo era molto tardi. Perciò, mi sono ripromesso di aggiungerle questa mattina, pur trovandomi in ufficio e, come vedi, così ho fatto. Ma comprendo la tua impazienza.

    Molto bello quel congedo per la buonanotte. Ciao e, in questo caso, buona giornata.

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  15. Frank, non mi ero resa conto di essere entrata a spettacolo già iniziato...quindi mi scuso per essere arrivata a delle conclusioni senza - per così dire- delle basi certe.



    Sai meglio di me quello che occorre fare, a me non rimane che augurarti un affettuoso in bocca al lupo.



    Laura

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  16. ho tanta paura anch'io sai? ho paura che non riuscirò mai più ad aprirmi, a raccontarmi, a spogliarmi in ogni senso di abiti e difese...però io ho sempre pensato che l'amore dia un senso alla vita...e che impedendosi di viverlo ci si protegge senzaltro dalle delusioni ma ci si preclude la possibilità di essere felici...vale la pena riprovarci!

    bacioooo

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  17. che bella la descrizione della domenica mattina a risvegliarsi insieme ....a me succede di giovedì ...non è proprio lo stesso ma ci accontenteremo, no ?

    Dimentica il 22 febbraio....è già passato e trova un altra giornata da festeggiare nella stessa maniera..la vita è meravigliosa per questo !

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  18. Ciao Frank, ti incrocio spesso sul fiume del menestrello e non potevo non leggere tutto quello che hai vissuto. Non sono daccordo con Masso, sono come Laura, tu con quella devi chiarire tutto e subito.

    Solo così puoi vedere se buttare via la chiave o se puoi farti ridare quelle che le hai lasciato e che forse non merita. Ma questo devi chiederlo direttamente a lei, non a te o a noi.

    Scusami ma io penso così.

    Un bacio

    Monica

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  19. Che carino questo blog ^^ fatti sentire sul mio se ti va! ;)

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  20. carinissimo questo blog se ti va passa da me ^^

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  21. Frank..ti ho letto...ho letto questo post....ma non riesco a commentare....c'è dentro qualcosa che mi fa male....qualcosa che ho vissuto e che ancora sento addosso....perdonami ma non ce la faccio proprio.

    Ti lascio un abbraccio grande.

    Alididonna

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  22. Frank, grazie per le tue parole... musica e poesia sono la mia vita. Mi ha fatto sorridere la perdita di peso da 71 a 68,5 - e' il virgola cinque che mi perplime. Sai devi essere una persona ordinata e meticolosa.. ci vieni da me a leggere una poesiola... stammi bene e se so qualche cosa di piu' sull'ibernazione che duri 2 anni, te lo faro' sapere....

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  23. Quanta malinconia nel tempo che fu....forza e coraggio la vita ti si colmerà di altri ricordi..buona giornata

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  24. FRAMAI, bentornata (se non ricordo male). La malinconia è sempre stata una mia compagna di vita, con cui la convivenza non ha creato eccessivi problemi. Con Lei quel velo sottile di cupezza era stato sollevato. Immagina, dunque, quali contraccolpi abbia causato l'abbandono.

    Nel tempo che fu i ricordi si sono accumulati, anche per il rimpianto di un passato che non potrà (eventualmente) tornare come prima. E questo 14 mesi dopo...

    Grazie per l'auspicio, perché di nuovi momenti da ricordare sono assetato.

    Buona giornata anche a te.

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  25. federica_aurorafebbraio 16, 2005

    Buona giornata anche a te...ed ai tuoi lettori...



    e che questo giorno spazzi una briciola in più di tristezza dal cuore.



    FeAu

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  26. bravo buon intendimento..

    mardou

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  27. melodiagitanafebbraio 16, 2005

    "Grazie per l'auspicio, perché di nuovi momenti da ricordare sono assetato"



    Basta trovare una fonte nuova, che non ti dia ricordi.....ma solo acqua zampillante a cui dissetarti.



    Un beso

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  28. FEAU,“che questo giorno spazzi una briciola in più di tristezza dal cuore”. Il bello del blog sono i suoi frequentatori, non tanto chi lo gestisce e così, donna di poca fede Fede) mi verrebbe da esclamare di fronte al tuo rammarico per la presunta mancata risposta (penso che sia tutto risolto, giusto?) mi lasci un augurio che trovo molto suggestivo e che farò mio, rivolgendolo ad altri quando capiterà il momento più opportuno.

    Per adesso, devo riconoscere che è proprio grazie al tuo, al vostro contributo, che qualcosa sta accadendo e anche quella data non mi inquieta come prima.

    Una briciola in più ogni giorno e sarà lungo il percorso, anche duro, ma l’incoraggiamento c’è tutto, è bello, mi piace. Me lo ripeterò spesso. Sapessi quante frasi significative di amiche e amici (loro inconsapevoli dell’importanza delle stesse) mi sono andato ripetendo in questi 14 mesi, segnatamente nel primissimo periodo, una specie di mantra che subentrava quando le mie risorse mentali si affievolivano. Grazie Feau.



    MARDOU, spero di riuscire a mantenere il proposito, perché come è noto di buone intenzioni sono lastricate le vie dell’inferno. Grazie per l’incoraggiamento.



    MELODIAGITANA, infatti sono alla ricerca di una nuova fonte che possa dissetarmi fino in fondo, senza seccarsi sul più bello quando la sete è ancora tanta e la siccità qualche problema lo crea di certo. Besos

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