L’affermazione apodittica del tabaccaio mi sorprende, anche se non ero io l’interlocutore, mentre sto uscendo dal locale dopo aver effettuato la modesta ma costante giocata al Lotto. «Negli ultimi cinque anni» – esclama con enfasi – «le multe sono aumentate in misura esponenziale». Dispongo di poco tempo e voglio utilizzarlo bene, perciò resisto alla tentazione di ascoltare il concione e mi dirigo verso casa. Ma ci penso sopra. A quella frase, al modo con cui è stata pronunciata, all’improbabile conoscenza del termine “misura esponenziale”. Non per voler esser saccente, ma il tabaccaio è oggettivamente uomo di modesto sapere. Magari se centrassi un terno questa sera, rivedrei il giudizio che per adesso resta tale. Forse impietoso, però è un dato di fatto.
Tuttavia a colpirmi non sono le parole adoperate, quanto un concetto che emerge da quella sentenza pronunciata ad uso e consumo di chi stava pagando il bollo auto. Perché mai – mi chiedo – una simile valutazione suscita consenso unanime (l’eco delle prevedibili reazioni verso vigili urbani e ausiliari del traffico mi stava accompagnando all’uscita)? Perché mai non viene considerata un’altra versione, certo meno populistica, ma più vicina alla realtà, vale a dire che ad essere cresciute sono le infrazioni?
Sarà anche vero che per gli Enti locali le multe rappresentano una voce consistente di bilancio, di conseguenza verosimili anche le disposizioni impartite agli addetti, impegnati in mezzo alla strada, di essere meno intransigenti (perlomeno immagino), ma ad uscirne stravolto è un concetto-base della convivenza sociale, vale a dire il rispetto delle regole.
Così non crescono, “in misura esponenziale”, le multe, perché i vigili sono cattivoni e la colpa è dei comunisti (nella devastante stupidità quotidiana anche questo va messo in conto), ma forse perché i cittadini-utenti sono, “in misura esponenziale”, diventati refrattari, assai più che in passato, verso limiti e doveri in una delirante parodia di una città delle libertà, di un Paese delle libertà di fare ciò che si vuole. Più che partito una vera e propria deformazione genetica che dal centro si è allargata alla periferia “in misura esponenziale”.
"Qualche volta Dio uccide gli amanti per non essere superato in amore" Alda Merini.
martedì 26 febbraio 2008
Solo tabacco
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"in misura esponenziale " ,certo che parli come un tabaccaio.!!!!
RispondiEliminaconcordo...dilaga il fancazzismo e l'arroganza piu' che altro ,qust'ultima molto spesso istituzionalizzata...appunto c'ha anche un partito !!!
alenic59, in effetti avrei voluto intitolare il post "in misura esponenziale". Ma non sapevo che questo fosse proprio il gergo dei tabaccai :-)
RispondiEliminaQuel partito (prima casa) del malinteso senso di libertà. Ricordi Corrado Guzzanti in tv? Sembrano secoli fa...
Il tabaccaio sa cosa dice: sono i costi delle infrazioni ad essere cresciuti. Forse in misura logaritmica, o magari lineare, ma accidenti se sono cresciuti!
RispondiEliminaAl liceo avevo una compagna che scriveva sempre poesie sulle briciole di tabacco. E ce le decantava in continuazioneeee
RispondiEliminaPerciò adesso ogni volta che passo davanti a una tabaccheria ci ripenso e sorrido un pò...
Vdo in Ot.
RispondiEliminaManco da un pò, Frank, ma vedo che non aggiorni regolarmente.
Ho congelato il blog.
Appena posso ti chiamo.Buona domenica!
vecchio, in ogni caso non mettevo in discussione le considerazioni del tabaccaio ("IlSole 24ore dilunedì scorso aveva dedicato l'inchiesta di prima pagina all'argomento), quanto sottolineare - come avrai compreso - quel diverso punto di vista che non si prende mai in considerazione e che farebbe giungere a conclusioni diverse.
RispondiEliminaRosaTiziana, i ricordi legati all'infanzia generano sempre dolci sorrisi.
marzia, farà piacere a me ascoltarti e conoscere i cambiamenti. Ti aspetto, dunque, mia cara. Quanto al blog lo aggiorno quando posso, mi piacerebbero cadenze diverse, diciamo a giorni alterni, ma mi accorgo che le difficoltà esistono e devo sovente rinunciare.
Un caro abbraccio.