martedì 8 novembre 2005

Le nuove professioni


http://amata.weblog.com.pt/arquivo/artemi.jpg



"Natascia è rumena ma al paese la conoscevano tutti. Figuriamoci, in un paese minuscolo come Buccheri anche i bambini sapevano chi era. Soprattutto perché, in quell’italiano storpiato che parlano le extracomunitarie, non faceva che pavoneggiarsi per quell’affarone di matrimonio che aveva fatto. Lei aveva trentacinque anni e lui ne aveva 74, e con ciò? Quando l’agenzia italo-rumena le aveva detto che c’era qualcuno che se la sarebbe sposata togliendola alla fame e alla miseria nera, non ci aveva pensato due volte. Dopotutto mica andava a fare la prostituta, soltanto un po’ di compagnia ad un anziano buono e generoso che non le avrebbe fatto mancare nulla e le avrebbe dato pure qualche soldo da mandare a casa per i due ragazzini lasciati alla nonna, poverissima e malandata che a stento poteva dargli un piatto di minestra. Si chiama compravendita di mogli? Si chiama prostituzione pure questa? Sarà. Ma Natascia non aveva molto da scegliere e poi, si sa, una madre deve sacrificarsi per i figli, specialmente se il marito l’ha abbandonata e poi è finito in carcere e non le resta che contare su se stessa. Presto, sognava Natascia, sarebbe andata a prenderli, i suoi ragazzi, e li avrebbe sistemati qui in Sicilia con l’aiuto di questo brav’uomo che aveva soldi, casa e terreni.


Al nostro Centro ci arrivò mandata dai carabinieri perché l’avevano trovata sugli scalini della chiesa dove dormiva da due notti come una barbona. Ci mostrò la catenina e gli orecchini d’oro che le aveva regalato il marito e tutta rossa in viso cercò di spiegarci che lui le aveva promesso mari e monti per poi cacciarla fuori di casa perché non gli voleva fare da puttana. Sissignori, disse proprio così, ‘non gli voleva fare da puttana’ e chi è maggiorenne capisce benissimo che cosa voleva dire. Ma come, a quell’età? E perché no? Una donna a 74 anni è una vecchietta, ma un uomo a 74 anni può essere ancora ‘gagliardo’ e avere le sue ‘esigenze’. Doveva forse andarsene a cercare una sui marciapiedi, col rischio di beccarsi una malattia? Con tutte le rumene e polacche e africane e insomma con tutte le morte di fame che ci stanno in giro, poteva benissimo prendersene una in casa tramite agenzia, una sicura, igienicamente parlando, magari con il cartellino di garanzia come la carne al supermercato. E difatti le urlava che l’aveva comprata e perciò doveva fare tutto quello che voleva lui, ma proprio tutto. I soldi per i ragazzini che aspettavano in Romania, doveva guadagnarseli, altrochè.


La ricoverammo in una casa di accoglienza fuori città gestita da suore dove, con sua grandissima gioia, trovò un’altra rumena, e lì la lasciammo con mille raccomandazioni. Ma neppure tre giorni dopo, ci telefonarono per dirci che Natascia era scappata. Le ricerche ci portarono dove mai avremmo voluto trovarla: dal vecchio marito violento e sporcaccione. Per amore dei figli, era tornata all’obbrobrio e alla schiavitù, per amore dei figli, aveva ‘scelto’ di fare la prostituta per un solo uomo, ma pur sempre la prostituta. E noi, non avendo una nostra casa di accoglienza dove seguirla con un programma di recupero, avevamo perduto Natascia".  (29 ottobre 2005)


www.noidonne.org






Tratto dal libro “Così fragili così forti” di Raffaella Mauceri - La storia si ispira al caso, reale, di una delle centinaia di utenti che si rivolgono al Centro antiviolenza Le Nereidi di Siracusa tel. 0931.61366 - 492752


10 commenti:

  1. senza parole....

    un abbraccio Frank

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  2. MALIBRA, in orario insolito e gravemente in ritardo ricambio l'abbraccio. Buona giornata

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  3. molto bello Frank...sto pensando di aiutarti per il mio regalo... ti daro' dei temi a scelta da sviluppare e poi spargo la voce per darti il voto!! scherzo,mi piacerebbe davvero leggere l'allegria qualche volta qui, perche' credimi, ne abbiamo bisogno come l'aria!!

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  4. Avevo provato ieri sera a lasciarti un commento ma niente da fare... ancora disagi e stenti informatici!!

    Questo post è toccante e mi fa riflettere sulle storie di oggi, quelle in cui non sai bene quali siano i confini del peccato e dell'amore inteso come donazione profonda.



    Grazie di ogni tua parola da me, sei cortese come sempre :))



    Un abbraccio :)

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  5. Non pensaso di leggere, sotto una tela di Artemia Gentileschi ,una storia così disumana.Non ho parole da lasciare tranne che nonostante la tecnologia e il villaggio globale rimaniamo i barbari di centinaia di anni fa.

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  6. TIGRISSIMA, grazie. Io invece sto pensando di scriverti in privato per chiarire meglio alcuni concetti che mi stanno a cuore.

    Non faccio certo fatica a crederti che persista una necessità vitale di allegria: di trovarla, di leggerla, ma ho pure trattato argomenti leggeri, senza alcuna preclusione. Ti spiegherò, ma anche questi appunti rappresentano un ulteriore segnale di attenzione e anche stima, sentimento che, molto gradevolmente, ricambio. Grazie ancora :-)



    LEALIDIUNANGELO, grazie, anche se non ti sono vicino come vorrei e come meriti. La bimba sta meglio, vero?

    Un abbraccio



    PORTAMIVIA, non me ne parlare! Quella di ieri, dal punto di vista informatico, è stata unna serata infausta. Oggi va meglio.

    Hai scritto appropriatamente di linea di confine che discrimina il peccato, l’abuso meglio ancora e l’amore “inteso come donazione profonda”. Hai colto perfettamente il dramma in filigrana di questa sfortunatissima donna. Ma non dubitavo della tua attenzione e capacità di approfondimento.

    E’ facilissima da ricambiare la tua cortesia, viene del tutto naturale!.

    Un caro abbraccio :-))))))))))))))))



    MARZIA, non basteranno i progressi tecnologici per oltrepassare l’abisso e differenziarci dagli animali. E sempre con le donne carne da macello.

    Un abbraccio



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  7. StellaCelestenovembre 09, 2005

    Molto triste.

    Come stai? Ci sono novità?

    Spero che ti vada tutto bene.

    Un caro saluto.

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  8. STELLACELESTE, la storia oltre che molto triste è assai schifosa.

    Il tuo interessamento ti fa onore e ti qualifica. No, ancora no, nessuna novità di cui, peraltro, avrei messo al corrente. Tuttavia sembra di avvertire che sia questione di giorni l'annuncio, in tal caso "solo" di cassa a rotazione, verosimilmente a 20 ore settimanali, alternando mattina e pomeriggio.

    Ma sempre di impressioni si tratta, perché purtroppo a questa logorante attesa sono condannato.

    Un caro saluto

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  9. l'emigrazione per una donna è ancor più devastante che per un uomo, oltre alla perdita della propria storia personale, delle proprie radici culturali, degli affetti, se poi lascia degli figli, si ritrova oggetto dei più inefferati soprusi e vessazioni, la promessa di un lavoro si trasforma spesso in prostituzione, oppure come in questa situazione in vendita al dettaglio del proprio corpo.Io ho un amica, Anesi, rifugiata politica, nel suo paese ha subito torture atroci, ora dopo anni e la sua capacità di farsi aiutare, ce l'ha fatta, eppure resta una ferita aperta insanabile, la Nostalgia, lei non la dice la esprime non volendo imparare l'italiano......



    Ciao Giula

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  10. PITAGOX2, mi ha colpito nella tua dolorosa testimonianza e dell'esperienza della tua amica quella sottolineatura che hai fatto sulla Nostalgia non detta, ma espressa chiaramente.

    Io credo che noi del cosiddetto "occidente civilizzato" siamo in pesante debito nei confronti degli emigranti, a maggior ragione se sono donne. In tal caso il debito si somma allo sfruttamento a cui le donne, proprio perché tali, vengono sottoposte. E che c'entra se sono mogli, madri: hanno bisogno di lavorare e di far soldi? Il nuovo-vecchio mestiere è a portata di mano, magari proprio ad opera di coloro che si stracciano le vesti e urlano "vergogna!" alle prostitute ai lati delle strade, lamentano un attentato alle radici cristiane e poi sono in prima fila per sfruttamento e utilizzo di quei corpi. Di notte, quando nessuno vede, mentre di giorno sono irreprensibili. L'ipocrisia schifosissima. E penso alla tua amica che non ha voluto imparare l'italiano, ma che è in grado di "urlare" il rispetto per la propria dignità.

    Grazie per quello che hai voluto condividere.

    Ciao

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