sabato 12 novembre 2005

Il cuore in autunno

 



San Martino 


La nebbia a gl'irti colli 


piovigginando sale, 


e sotto il maestrale  


urla e biancheggia il mar; 


ma per le vie del borgo  
dal ribollir de' tini
 
va l'aspro odor de i vini 
l'anime a rallegrar. 


Gira su' ceppi accesi 
lo spiedo scoppiettando: 
sta il cacciator fischiando 
sull'uscio a rimirar 


tra le rossastre nubi 
stormi d'uccelli neri, 
com'esuli pensieri, 


nel vespero migrar. 


Quando, alcuni anni fa, ci fu chi ebbe la strampalata idea di mettere in musica i versi carducciani ne fui irritato e sconcertato. Un furbo tentativo di produrre  pseudocultura a costo zero e di facile presa popolare. Un tentativo si svilire e banalizzare una poesia che è invece patrimonio della nostra coscienza. A chi scrive piace, poi, in modo particolare.


Non è stato sempre così. Devo ammettere di non saper precisare quando “San Martino” è diventata componente quasi genetico, assumendo il fregio di “madre di tutte le poesie”. Ali protettive di una chioccia sotto cui ripararsi, tonico dell’anima, rifugio dal cicaleccio quotidiano.


Quella nebbia che sale, come appunto principiano tante giornate autunnali, il desiderio di trovare calore dal freddo che incrudelisce, i sapori, i colori, gli aromi che solo questa stagione riesce a profondere in quantità e che i versi in bianco e nero del poeta ripropongono, sono ormai entrati nel vissuto di ognuno.


Il bello è che esiste sì un borgo, a pochi chilometri da casa mia, un luogo dove mi sono trovato spesso a girovagare e in cui ho sempre immaginato di annusare “l'aspro odor de i vini”, mentre nella realtà non mi è mai capitato, forse perché –astemia a parte – in altro periodo avvenivano le passeggiate, più verosimilmente perché fuori dal tempo, ormai, quella stagione come viene dipinta. Analogamente allo spiedo scoppiettante che pure, di aroma attorno, ne avrebbe diffuso. E nessuna traccia pure del cacciatore fischiettante sulla porta di casa, mentre volteggiavano “stormi d'uccelli neri


Eppure è tutto straordinariamente familiare, il linguaggio conosciutissimo che parla all’anima. La dimensione onirica, a questo punto, in cui si cala, è ogni volta rassicurante.


In illo tempore amavo letteralmente affidarmi alle strofe, abbandonandomi contemporaneamente alla riflessione. Avevo pure messo da parte un elzeviro, pubblicato anni prima nella terza pagina de “Il Giorno, quando esisteva la “terza pagina” e il quotidiano milanese conservava, seppure a stento, una propria peculiarità e anche dignità nel panorama dell’informazione su carta stampata. Mi sarebbe piaciuto riproporlo, ma è introvabile nel velleitario tentativo di costituire un archivio. So che c’è, ma dove non so. Poi sono certo che mi capiterà tra le mani nel momento più impensato.





Autunno


Autunno. Già lo sentimmo venire


nel vento d'agosto,


nelle pioggie di settembre


torrenziali e piangenti


e un brivido percorse la terra


che ora, nuda e triste,


accoglie un sole smarrito.


Ora che passa e declina,


in quest'autunno che incede


con lentezza indicibile,


il miglior tempo della nostra vita


e lungamente ci dice addio.


Di Cardarelli, invece, il ricordo è più scolastico legato al sussidiario, alla scuola elementare, dove il calendario, ma anche adesso accade, detta legge o almeno fissa ricorrenze ineludibili e caratteristiche lievi e deliziose. Le foglie morte (da calpestare per ascoltarne il fruscio sotto i piedi), i defunti, la caducità delle chiome dagli alberi e lo svettare, invece, dei sempreverdi. Le pigne, le castagne, la preparazione della natura all’inverno: e un brivido percorse la terra/ che ora, nuda e triste, /accoglie un sole smarrito”.


E’ questo, credo, il periodo maggiormente introspettivo, ricco di malinconia, anche se non così disperata: “in quest'autunno che incede /con lentezza indicibile, /il miglior tempo della nostra vita”, temperata da gioie e piccole soddisfazioni, magari da una serenità effimera ma reale. Un tempo, ho scritto, apprezzavo tutto questo e me lo gustavo giorno dopo giorno. Poi la discriminante, la linea di confine insuperabile, il cratere senza fondo che ha segnato la mia vita. Quella data che adesso anche voi conoscete.


All’autunno sono pure legate alcune pagine di quello struggente romanzo d’amore che ben altro epilogo, o almeno prosecuzione, avrebbe potuto avere. Momenti  lunghi e intensi, una cornucopia traboccante di tutte le suggestioni stagionali descritte. Risulta così ancora più facile capire determinate situazioni e trovare la chiave interpretativa di uno stato d’animo malinconicamente consapevole e ormai realista.











Leggo poi che la magia dell’autunno è stata alterata nel New England, dove le caratteristiche foglie degli alberi, gli aceri segnatamente, non hanno assunto i tipici colori stagionali, a causa delle bizzarrie del clima che ha anticipato piogge torrenziali e ritardato le gelate notturne che, appunto, preparano alla “muta”. Con disappunto principalmente dell’industria turistica e del business in generale. E il sospetto che la causa sia attribuibile al surriscaldamento globale. Insomma, finisce l’incantesimo e la brutale realtà, irrompe e sentenzia la fine delle stagioni, o almeno di come le ricordavamo. Ma siccome le rimembranze appartengono ai moti dell’animo esse non muteranno.


(foto: www.fotosearch.it)


11 commenti:

  1. Complimenti!! Questo è un trattato sull'autunno nelle poesie e nella natura!

    Davvero interessante e piacevole.



    Bene, ora vieni da me a faticare ancora un poco e dimmi il finale della tua favola... capirai a suo tempo :)

    Ti aspetto, non mancare ok?

    Ciao, Anna :)

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  2. avevi detto che ne avresti fatto un post :))

    forse non sei mai riuscito a trovare i profumi di quella poesia, perchè non vivevi in campagna...invece io si, ogni odore, ogni colore...il cacciatore può essere un contadino ed il quadro è perfetto......le albe e le ore vespertine della mia infanzia in campagna sono le cose che ho tra le più care.

    un abbracio ed un sorriso

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  3. Adoro l'autunno, ottobre in particolare che è il mio mese dell'anno preferito.A volte mi sono interrogata sui motivi di questa preferenza e di volta in volta li ho attribuiti alla mia indole un pò malinconica e alla tendenza introspettiva che fa parte di me e che, come tu osservi, si accentua in questi periodi.

    E concordo con malibra sul fatto che l'autunno in campagna è una stagione meravigliosa, fatta di colori, profumi, rituali come la vendemmia ma soprattutto atmosfere davvero magiche.

    Buon fine settimana Frank :))

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  4. ANNA, è un piacere ritrovarti. Grazie per le gentili parole che assumono un valore particolare, sapendo da quale persona provengono. Un apprezzamento che mi lusinga, perché le tue valutazioni contano.

    Verrò certamente da te a... “faticare” con piacere, anche incuriosito dal tuo criptico annuncio  E intanto una buona notizia: la tua e-mail è arrivata.

    Un caro saluto



    MALIBRA, ogni promessa è debito: giusto? :-))

    Ma io sono nato in campagna (o quasi)!!! Per questo sento così mia la poesia. Semmai, a mancare, con il trascorrere del tempo, sono state quelle sensazioni che nella realtà attuale si stenta a rintracciare e che, tuttavia, restano inalterate nella memoria. Allo stesso modo i riti del mondo agricolo, le scadenze, le celebrazioni e puoi ben capire, allora, quanto anche a me sia caro tutto ciò che è legato alla vita nei campi che si mescola con i ricordi dell’infanzia.

    Un caro abbraccio e un sorriso a te



    ROBYNIA, abbiano notevoli affinità caratteriali e quella tendenza alla malinconia che ci indirizza verso la quiete e la riflessione, come sentire comune. Con tali presupposti è chiaro che l’immersione nella stagione autunnale è rigenerante. Sono d’accordo con le valutazioni tue e di malibra, soprattutto per quelle atmosfere magiche.

    Buon fine settimana anche a te, grazie :-)))))))))))))



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  5. la poesia del Carducci è una meraviglia ed è immortale.

    pensa che proprio venerdì l'abbiamo scritta con i bambini a scuola e la impareranno a memoria.



    l'autunno ha in sè la magia dei colori e dei profumi della terra.

    Blue

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  6. Sillabazione/fonetica ma-lin-co-nì-a

    Etimologia Lat. Tardo melancholi°a(m) “umore nero”, che è dal gr. melancholìa, propr. “bile nera”, comp. di mélas mélanos “nero” e un deriv. di chole e-/”bile”

    Definizione lett. melanconia, ant. maninconia e melancolia, s.f. :

    Uno stato d’animo dolente ma calmo, o temperato da una certa dolcezza; aspetto, caratteristica di ciò che suscita o esprime tale stato d’animo: lasciarsi prendere dalla malinconia; un ricordo pieno di malinconia; la malinconia di un paesaggio autunnale.

    Sillabazione/Fonetica au-tùn-no

    Etimologia: dal lat. Autu°mnu(m)

    Definizione stagione dell’anno compresa fra l’estate e l’inverno; nell’emisfero boreale inizia il 23 settembre e termina intorno al 21 dicembre; nell’emisfero australe inizia intorno al 21 marzo e termina intorno al 21 giugno: ……autunno piovoso | l’autunno della vita (fig.)la maturità, che lascia presagire la vecchiaia,…



    (l'ho ricevuto da un amico e lo condivido volentieri)



    Blue ottima cosa far studiare a memoria le poese....



    Giulia

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  7. BLUE, non ringrazierò mai abbastanza le maestre che ci facevano studiare a memoria le poesie. Senza quella bella abitudine, che a quel tempo costituiva un peso talvolta insostenibile, non avrei maturato quella capacità di mantenere determinati ricordi che si rinnovano, nella fattispecie, ad ogni autunno. "San Martino" conserva intatta, a distanza di tanto tempo (non troppo :-)))))))))))) tutta la semplice magia che impregna l'autunno.

    E mi fa piacere che identica sintonia stagionale ci sia anche in te.

    Buon inizio di settimana :-)

    P.S, Puoi anche portarmi ad esempio a quegli alunni più pigri e recalcitranti, quelli che ritengono che imparare a memoria una poesia costituisca un esercizio noioso, perché il beneficio che ne trarranno avrà il potere di accompagnarli durante la loro vita.



    GIULIA, grazie per la gradevole condivisione (e grazie al tuo amico) che mi trova concorde, ovviamente. E l'etimologia della parola "malinconia" aderisce come una seconda pelle.

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  8. L'autunno non è proprio la mia stagione preferita...perchè mi affascina con i suoi colori ma mi mette addosso una malinconia infinita che non riesco a sopportare. Eppure il tepore dei giorni di sole ottobrini (a novembre è già più freddo) sono una meravigliosa sensazione.

    Riguardo i versi dedicati a questa stagione mi spiace deluderti ma S.Martino non l'ho mai sopportata...de gustibus :)

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  9. ALDERABAN, è vero: quel tepore del sole d'ottobre ti accarezza volentieri, non c'è caldo afoso e la preparazione alla stagione fredda è graduale. Peraltro la preferenza delle stagioni nasce in tempi lontani, in seguito si evolve sulla scia di stati d'animo, di sensazioni, di vissuti. E queste predilezioni, come i versi di una poesia, meritano tutte il medesimo rispetto, cosicché non ci sono né una stagione o una poesia migliori in assoluto. De gustibus, appunto.

    Un saluto

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  10. Mi fa piacere che ti sia arrivata la mail. Ti lascio la buonanotte e spero a presto :))

    Anna

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  11. PORTAMIVIA, abbi fede e sarai ricompensata :-)))))))))))))

    Grazie per la partecipazione e l'auspicio. A presto.

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