martedì 30 agosto 2005

Prima e dopo

Tanto tuonò che piovve, anche se ancora non è diluvio, ma potrebbe diventare nubifragio. E’ stato come spalancare una porta, mettere il naso fuori ed essere investiti da un colpo di vento, che fa vacillare. Si vorrebbe rientrare, ma ormai non è più possibile. Sei dentro e devi restare.

Certo non è il massimo tornare al lavoro e trovarsi assaliti da un numero, veleno sottile che si insinua tra le persone, determina ora e caratterizzerà maggiormente, in futuro, atteggiamenti e comportamenti, influenzerà notevolmente i rapporti umani, velando amicizie, interrompendo sodalizi, in un mutamento costante e financo inarrestabile.

Dalla prossima settimana l’azienda attiverà tutte le procedure per la collocazione in cassa integrazione straordinaria, a zero ore per due anni, di 80 dipendenti. Nel giro di uno, massimo due mesi, questa sarà la nuova realtà.

Va subito precisato che il periodo richiesto è il massimo consentito, ma non necessariamente si prolungherà tanto. La determinazione imprenditoriale, oltre che la speranza, è quella di riassorbire tutti i lavoratori anche prima della scadenza. Non solo. Ma anche la quota dei dipendenti è stata volutamente gonfiata, perché verosimilmente si arriverà a 50-60 che rimane, comunque, una percentuale considerevole rispetto al numero (350) di addetti, almeno nella sede principale.

Le banche, con cui verranno rinegoziati i finanziamenti correnti, senza aprire nuove linee di credito, hanno accolto favorevolmente il piano di ristrutturazione presentato dai vertici aziendali. Nei prossimi mesi verranno immessi sul mercato nuovi prodotti, mentre si è arrivati alle ultime fasi per la conclusione di un contratto di 10 milioni di dollari. La strategia commerciale muterà e verranno coinvolte Provincia e Regione per definire corsi di riqualificazione per il personale, attualmente impegnato nei reparti che verranno ristrutturati, destinato alla cassa integrazione.

Fin qui la cronaca. E’ però doveroso aggiungere, come già prefiguravo in un post di un paio di mesi fa, credo, che personalmente non sarò coinvolto in questa rivoluzione copernicana.

Mai la ditta aveva fatto ricorso ad ammortizzatori sociali, al contrario si era trovata a rilevare, in passato, un paio di aziende in fallimento. Tuttavia, l’impressione è di uno stordimento. Perché, per quanto molto annunciata da voci che si rincorrevano da mesi, trovarsi adesso immerso in una realtà estranea, doversi destreggiare tra termini conosciuti attraverso quotidiani e notiziari, che riguardavano “altri”, determina uno stato di stupefazione più che di inquietudine. Toglie serenità, scava in profondità ed erode punti di riferimento, facendo germogliare quesiti.

Chissà come sarà lavorare in un’azienda che ha fatto ricorso alla cassa integrazione? In che modo si svilupperà la convivenza? Come muteranno i rapporti  tra colleghi, intendo quelli della “lista nera” e gli esclusi? Quale sarà lo stato d’animo prevalente ogni mattina? Ma, soprattutto, potranno spuntare finalmente lo spirito di corpo aziendale, la condivisione di situazioni, la partecipazione, tutti elementi finora gravemente carenti?

Tanti interrogativi, come è ovvio che sia, hanno sopraffatto un raccontino che avevo intenzione di proporre e che, invece, ho dovuto accantonare come la stretta attualità imponeva. Così è la vita.

9 commenti:

  1. Ciao Frank , inutile ti chieda come stai...è facile farsene un idea dopo aver letto questo post:( e anche se tu non sarai tra i "cassa integrati" il tuo umore non sarà dei migliori.

    Dispiace sempre quando succedono queste cose...ditte solide costrette alla cassa integrazione:(

    Ma come scrivi tu "Così è la vita"

    Cerca comunque di essere sereno.

    Un abbraccio

    Lady A.

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  2. Il lavoro in un'azienda colpita dalla cassa integrazione? I rapporti tra colleghi?



    Come prima cosa bisogna cercare di evitare che coloro che sono dipendenti si "sentano in colpa" nei confronti dei cassaintegrati... altrimenti anche solo l'idea di andare a lavoro diventa pesante, e i rapporti si incrineranno...



    Quanto allo spirito di corpo aziendale, se non c'era prima, queste cose difficilmente aiutano a farlo spuntare...



    Un augurio affinche' tu sia sereno.

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  3. LADY A, che bello ritrovarti! Sto riprendendo lentamente i miei giri e naturalmente passerò a trovarti, come prima chiaro.

    La lucidità prima ancora che la serenità, lucidità per non naufragare nella confusione e anche nell’isteria o, peggio ancora, nel panico. Perché non bisogna perdere il controllo della situazione.

    Giustamente scrivi che l’umore non sarà comunque dei migliori anche se escluso dalla “black list” (e non è detto, visto che dalla riunione pomeridiana di ieri Rsu-Azienda, è stato definito che, per arrivare al numero previsto degli “esuberanti”, si attingerà pure da altri reparti). Provo a mantenere la tranquillità che mi accompagna, in genere, poi vedremo.

    Grazie per la tua sensibilità e attenzione.

    Un abbraccio



    MUADDIB, saluto il tuo ingresso. Hai avuto esperienza di “cassa”? In caso affermativo mi farebbe piacere saperne di più, tanto per rendere l’idea.

    In effetti l’aria che si respira è strana, rarefatta, dominati tutti da uno spirito di attesa, perché ormai si attendono i nomi ed è uno stillicidio che ostacola la concentrazione sul lavoro. Hai ragione, è necessario evitare sensi di colpa, ma ogni parola detta o non detta rischia di spezzare equilibri. Però ho parlato anche stamattina con alcuni colleghi che lavorano nel reparto “incriminato”, per cercare di sondare il loro stato d’animo su una situazione da cui neppure io sarei escluso, come emerso da un successivo incontro pomeridiano tra Rsu e Azienda.

    Temo che sia vero, purtroppo, ciò che scrivi sullo spirito di gruppo e la sua evanescenza.

    Ti ringrazio per l’augurio e la sensibilità, scontata d’altra parte leggendo ciò che posti.

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  4. FRATELLO, che dirti? Come esperienza personale ho quella di mio padre, che all'epoca delle ristrutturazioni del 1980 stava per esserne vittima -si salvo' solo per il fatto che l'anno dopo rientrò nei benefici della legge Foschi e si ritirò degnamente in pensione- ; all'epoca (e ti parlo in quello che era il maggior datore di lavoro qui) le reazioni di chi ci finì svariarono da chi faceva salti di gioia (più tempo per un secondo lavoro in nero) a chi, nell'abisso del sentirsi un fantasma, decise di farla finita per sempre.

    Per quanto ne so io, è una di quelle cose che ti cambia comunque la vita, ed i riflessi nei rapporti interpersonali che ne risentono comunque, sono pesantissimi: secondo alcuni, il clima di conflitto di interessi tra lavoratori è una delle leve gestionali più efficace per i responsabili, che hanno l'interesse ad aizzarlo, ovviamente, anche per mascherare i propri errori gestionali.

    Personalmente, lo sai ma te lo ripeto, ti sono moralmente vicino.

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  5. Ti sono vicina, come puoi immaginare, caro Frank. L'immedesimazione mi dà un'idea del'angoscia e dell'ansia, ma so che chi si trova nella situazione prova qualcosa di ben più pesante. Un abbraccio. harmonia

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  6. StellaCelestesettembre 01, 2005

    Penso che tutto si risolverà bene, vedrai.

    Bel tempo e brutto tempo, non dura molto tempo.

    Andrà bene.

    Un caro saluto

    Stella

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  7. ciao Frank, non mi sono dimenticata di te...ho letto il tuo post...e mi dispiace veramente.

    Spero che presto si possa tornare a dialoghi meno angosciosi...

    un sorriso

    maria

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  8. ombradelventosettembre 02, 2005

    Ciao Frank, innanzitutto grazie per essere passato!

    Ho letto il tuo post e capisco in pieno il tuo umore sebbene tu non faccia parte dei cassa-integrati...ed io stupida che mi lamento per il mio rientro dalle vacanze!

    Un bacio e a presto

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  9. FRATELLO, ricevere la riconferma che mi sei vicino, cosa su cui non ho il minimo dubbio, è confortante, anche come sponda per uno sfogo che ormai è più affidato al diario pubblico che non al privato (e questo è un aspetto che dovrò ridefinire, perché i rapporti privati sono fondamentali per me). In effetti provo a considerare positiva la prima variante che hai delineato, ne chiedo conferma agli altri, ci si confronta, ma è pur vero che al momento della conta saranno prevalenti, come è umano che sia, le prerogative personali. A lasciare perplessi, tuttavia, sono le mancate garanzie per chi sarà fisicamente fuori dall’azienda, sui tempi del riassorbimento, su come verrà gestita la fase della “cassa” essendo un po’ per tutti una “prima volta”. Già errori di gestione ne sono stati commessi e non vorrei proprio che si accentuassero in questa fase delicata.

    Ti abbraccio



    HARMONIA, grazie. Immagino bene quanto mi sia vicina, cara e sensibile amica e queste sono tutte sensazioni (e certezze) che riempiono il cuore e, seppure in parte, mi garantiscono un minor senso di solitudine. Certo che il tempo dell’attesa è logorante. Mi affiderò al caso (per la nostra questione privata).

    Un caro empatico abbraccio



    STELLACELESTE, benvenuta. Il tuo ottimismo, anche logico per chi abita in una città solare, mi conforta. Grazie. Adesso ci sono nuvole che potranno ingrossarsi portando pioggia oppure fare spazio ai raggi del sole. “Andrà bene” - me lo ripeto e ci spero.

    Un caro saluto



    MARIA, mai pensato che mi avessi dimenticato (semmai sono io debitore di molte risposte, impegno che onorerò) e spero pure io, conformemente alla tua speranza, di trovare lo spazio mentale per dialoghi più sereni. Adesso preme la stretta attualità e non posso esimermi dal rappresentarla.

    Un sorriso, comunque, con te non può mancare.



    OMBRADELVENTO, benvenuta e grazie a te per la visita. Non devi rammaricarti per i lamenti del dopo vacanze, è che tutto diventa proporzionale, credo, alle proprie possibilità e il mio ritorno dalle ferie si è incrociato con la notizia, già nell’aria, peraltro.

    Mi auguro anch’io, naturalmente, di non fare parte della pattuglia, ma in ogni caso si tratterà di un cambiamento anche per chi resta e, come ha saggiamente scritto fratello Masso, “si tratta di una di quelle cose che ti cambiano al vita”, almeno quella come un lungo fiume tranquillo che ci si auspicherebbe di vivere.

    Un bacio









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