Si legge, come un gustoso gossip di fine estate, la testimonianza di una cameriera che ha lavorato a Villa Certosa e rivela l’ometto in intimità. Il pezzo che segue l’ha pubblicato il 22 agosto “l’Unità”. Il titolo del quotidiano, che aveva anticipato alcuni eloquenti passaggi nell’ormai mitica “striscia rossa” di apertura, era: “E la mattina, uno sculaccione a tutte...”. Gosford Park a villa Certosa. Io, per esigenza di massima sintesi, ne ho scelto un altro che vuol essere scherzoso, fondendo una delle più rinomate specialità culinarie sarde con lo sfizio mattutino della persona. Meglio precisare, perché non si sa mai.
“Diario di una cameriera, a villa Certosa. L’ha pubblicato il “Giornale di Sardegna” venerdì scorso, e ne esce un curioso ritratto del premier in pantofole. Anzi, senza pantofole. Scrive il giornale, a cui finora non è giunta nessuna smentita: «La prima colazione con il ciambellone, l’ossessione dell’ordine, il benvenuto con la barzelletta raccontata in milanese stretto e un curioso rito: “Quando il dottore arrivava veniva a salutarci una per una in cucina. E per ciascuna di noi c’era uno sculaccione: nulla di sconcio o volgare, per lui era una sorta di gesto scaramantico, beneaugurante “».
Il dottore è lui, il Cavaliere, il presidente del Consiglio dei ministri, Silvio Berlusconi. E chi parla è una signora della Gallura, il cui nome è taciuto, che ha lavorato come cameriera nella villa di Porto Rotondo per alcuni anni, a partire dal 1999. «Dai suoi ricordi - scrive il quotidiano sardo - emerge un profilo insolito, familiare del presidente del Consiglio e della moglie Veronica Lario, ritratti nell’intimità della magione in riva al mare di Punta Lada. Un Berlusconi sempre cordiale, accentratore al punto da seguire in prima persona anche lavori di poco conto nella proprietà, letteralmente adorato dai cortigiani della Certosa».
Già, perché la testimone non solo non è reticente, ma persino benevola, nonostante gli sculaccioni: «Sa farsi volere bene - dice - già dal primo momento. Quando arrivava per le vacanze, ci incontrava tutte in cucina. Prima la barzelletta in dialetto, ma la capiva solo lui e infatti nessuna di noi rideva. Poi lo sculaccione. Io arrivavo a lavorare alle otto ma lui era già in piedi da un pezzo, diceva sempre che non poteva permettersi di dormire troppo. Faceva colazione abbuffandosi con un ciambellone preparato da una pasticceria di Arzachena, poi usciva con i collaboratori a fare footing nel parco della villa». Al fisico tiene: «Passa ore nella sauna e a farsi massaggiare, ha sempre un sacco di creme e unguenti attorno. E al minimo dolorino, convoca subito Vito Frau, il dottore di fiducia».
Preciso, pignolo ma, per la signora, sono peccati veniali: proprio come i beneaguranti sculaccioni. «Una sera mi ricordo che a cena c’era Emilio Fede - prosegue la testimone - e quando il dottore è arrivato, ha iniziato a fissare con fastidio la mise en place. Secondo lui la riga della tovaglia non era perfettamente nel mezzo, ha voluto che si levasse tutto e si apparecchiasse di nuovo» E ancora: «In ogni stanza della Certosa ci sono un telefono e un paio di occhiali, una persona è incaricata di levare la polvere del cerone rimasta sulla cornetta quando lui parla: non la regge».
Idiosincrasie da ricchi. Che male c’è? Tanto più che «era sempre gentile ed educato, anche
quando intuivi il suo fastidio. Ad esempio, lo irritava il fatto che nel viale d’ingresso si depositassero le foglie cadute dagli alberi, le faceva levare subito. Gli piacciono gli oggetti in marmo, sa dove sono dislocati tutti quelli che ci sono nella villa e li sposta di persona se qualcuno non è al suo posto». Si abbuffa di ciambellone a colazione, ma a tavola è parco, più attento alla presentazione dei cibi che ai sapori: «Detesta aglio e cipolla, non ama le pietanze troppo saporite anche perché è sempre a dieta, ma adora il cioccolato e il gelato al pistacchio. Pranza sempre all’aperto, in tavoli ovali, sentivamo Apicella suonare mentre lui mangiava. Le cene erano trionfi di buffet e composizioni floreali, bada molto all’immagine».
E il vino? Lo beve nel calice personale: «Vetro di Murano e base in oro zecchino. Glielo portava Giuseppe, il cameriere di fiducia, su un vassoio, lui diceva che da quello il vino si gusta meglio»”.
Idiosincrasie da ricchi. Che male c’è? Tanto più che «era sempre gentile ed educato, anche
quando intuivi il suo fastidio. Ad esempio, lo irritava il fatto che nel viale d’ingresso si depositassero le foglie cadute dagli alberi, le faceva levare subito. Gli piacciono gli oggetti in marmo, sa dove sono dislocati tutti quelli che ci sono nella villa e li sposta di persona se qualcuno non è al suo posto». Si abbuffa di ciambellone a colazione, ma a tavola è parco, più attento alla presentazione dei cibi che ai sapori: «Detesta aglio e cipolla, non ama le pietanze troppo saporite anche perché è sempre a dieta, ma adora il cioccolato e il gelato al pistacchio. Pranza sempre all’aperto, in tavoli ovali, sentivamo Apicella suonare mentre lui mangiava. Le cene erano trionfi di buffet e composizioni floreali, bada molto all’immagine».
E il vino? Lo beve nel calice personale: «Vetro di Murano e base in oro zecchino. Glielo portava Giuseppe, il cameriere di fiducia, su un vassoio, lui diceva che da quello il vino si gusta meglio»”.
SANTO SUBITO!
RispondiEliminaSanto subito chi, enigmatico Masso?
RispondiEliminaBenefattore dell'informazione tu, caro Frank.
Così l'omino ha anche questi aspetti maniacali? E volgari, modello 'padrone delle ferriere'. Antiquato il tipo b-1618. Dopo i peli sul cranio, un minimo di rinnovamento all'interno del medesimo gli farebbe bene.
A me piacciono le foglie degli alberi a terra. Che bello, non gli somiglio proprio in niente! Un abbraccio. harmonia
buon fine settimana Frank...un sorriso
RispondiEliminaFRATELLO, il giustificato (e successivo) interrogativo di HARMONIA è anche il mio. Se lui santo, meglio riservargli il Primo di ogni mese e poi anche l'ultimo. Insomma l'Alfa e Omega. Ma poi sorgerebbe un conflitto d'interessi. Con chi? Ah beh, non farmi sbilanciare troppo...:-)))))))))
RispondiEliminaHARMONIA, troppo buona a volermi annoverare nell'empireo (però ne traggo piacere). In realtà, esiste una robusta sinergia tra vari tipi di altra informazione e il tuo blog come quello di Fratello Masso apppaiono tra i più riusciti, autorevoli e credibili, molto più della cosiddetta stampa di informazione. Lo considero un privilegio quello di potermi abbeverare alle rigeneranti acque del fiume o sedere nell'illustre convivio.
Dubitavi di avere forse affinità con l'ometto tessera P2 n°1816?
Grazie per le tue parole e la presenza.
Un abbraccio
MALIBRA, purtroppo, leggo ogni volta troppo tardi il tuo imprescindibile auspicio, per poter replicare in termini accettabili.
Ringrazio, ricambio e serena domenica a te, sempre con un sorriso.
pensa lo stress a lavorare per lui!
RispondiEliminanotiamo inoltre un'altra mania del superuomo: nessuno dei suoi collaboratori con la barba o altre 'cose' poco sincere a nascondere il volto e l'anima.. EVVIVA!!
bacioni, cri.
ma Silvio è Silvio.. a lui tutto è permesso... cavaliere..........bacio....
RispondiEliminaDio mio che schifo....
RispondiElimina(e con questo ho detto tutto ;) ).
Un bacione Frank :*
PER TUTTE E TUTTI.
RispondiEliminaCi sono, ci sono: domani risponderò e posterò. Scusate il ritardo.
:)
RispondiEliminacaro Frank...tranquillo! non ci dimentichiamo di te
E ci mancava solo il diario della cameriera del nano di Arcore. Siamo rovinati. Troppo urticante per i miei gusti. Scappo a gambe levate. ^____^
RispondiEliminaCiao Frank.
Santo. maniaco. purceddu (Dio, Frank stai offendendo una delizia!!!!)
RispondiEliminaLa spiegazione è semplice: il puffo nazionale ha una regressione temporalis, il suo orologio interno è fermo al 1950 ai padroni del vapore, al paternalismo e alle battute da avan spettacolo e alla nostalgia del Cavaliere (l'altro!).
Solo voi comunisti non riuscite ad apprezzare la sensibilità d'animo di quest'uomo...suvvia basta criticarlo si sacrifica per voi!
LEALIDIUNANGELO, la cartolina, con la preziosa frase di Gandhi, fa certo parte del tuo patrimonio affettivo e questo conferma il tuo prezioso apporto.
RispondiEliminaGrazie.
CRI, davvero stressante! Pensa a chi ha dovuto riapparecchiare la tavola...
Hai ragione, non l’avevo mai osservato, ma l’annotazione... pilifera aggiunge altri tratti alle manie dell’omino, l’ultima delle quali è votarsi al (quasi) supremo sacrificio per tutti noi.
Bacioni
FAIRYSTREAM, potenza del nome a cui tutto è permesso, spero fino al 9 aprile (anche se non ce lo leveremo di torno facilmente e neppure dopo quella data). Resistiamo.
Doppio bacio
BLUE_ANGEL, mai commento stringato fu più esaustivo e condiviso.
Un bacione e un caro abbraccio.
MALIBRA, ma neppure io di voi (e di te):-))))))))))))
STUFA, come in tutte le monarchie che si rispettino non potevano mancare le confidenze di cameriere e maggiordomi... Un momento, ma il maggiordomo non è sempre l’autore del delitto? Tante volte fosse presente da quelle parti...
Fuggi, adesso, ma torna: è una presenza “forte” la tua :-)))
Abbraccio
ALDERABAN, absit iniuria verbis. Il porceddu’ è sacro, anche se non ho ancora potuto verificarlo. Spero che il maialino non se la sia presa per l’accostamento blasfemo :-)))
Hai ragione, mi cospargo il capo di cenere di fronte al sacrifico estremo (estremo?) di un uomo così provato dalle dure battaglie contro chi gli attribuisce ogni nefandezza. Colpa di noi comunisti, vero, tutto vero. Irriconoscenti. Lacrime disperate (alla Cornacchione)
strepitoso!!!
RispondiEliminastrepitoso, mi era sfuggito
grazie Frank
TUAREG, bentornato da me. Prego. E'la comica cartolina estiva di un ometto ridicolo. Ti seguo e grazie per le considerazioni che offri.
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